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LO RUSSO Stefano Grazie, Presidente. Questa delibera, che ha attinenza alla cosiddetta strategia di razionalizzazione delle partecipazioni societarie, di fatto, continua a mettere in evidenza quello che abbiamo già avuto modo di sollevare, proprio nella seduta del 2 ottobre 2017, quando la Sindaca Appendino - all'epoca era presente in Aula, non come oggi che invece si è data assente - e l'Assessore Rolando, portarono l'iniziale delibera, che era quella che prevedeva la razionalizzazione. Se si ricorda, Assessore, noi che non abbiamo cause ideologiche ostative relativamente al tema della razionalizzazione delle partecipazioni, ponemmo alcune questioni piuttosto puntuali. Le questioni che ponemmo in maniera piuttosto puntuale attenevano a tre categorie, tre società: il CAAT, SAGAT, e la vicenda dell'incubatore. Sul CAAT siamo ancora nel porto delle nebbie, questo è il dato vero, e questa delibera, che fa una ricognizione, ma di fatto non introduce alcun elemento di novità rispetto a quanto già all'epoca noi sollevammo, relativamente, anche qua, all'inopportunità di cedere quote con un unico criterio che era quello ragionieristico del bilancio, ma invece fare un ragionamento prospettico, per comprendere quella che era la quota parte di società che conveniva, tra virgolette, alla Città alienare per incamerare risorse, ma soprattutto per massimizzare il profitto in termini di governo o di non governo della questione. La seconda questione che abbiamo posto - peraltro fummo già allora profeti e purtroppo si è andato a verificare esattamente quello che dicemmo a verbale nella seduta del 2 ottobre 2017 - riguarda l'Aeroporto. Se si ricorda, Assessore Rolando, perché chi le parla, le disse che ritenevamo sbagliato andare a vendere la rimanente quota dell'Aeroporto in capo alla Città di Torino. Perché la ratio era quella di avere comunque la possibilità di esprimere un rappresentante della Città di Torino dentro il Consiglio di Amministrazione. Le ponemmo già all'epoca il problema della valutazione delle quote della società SAGAT, in quanto è del tutto evidente che la quota minoritaria, a fronte della stragrande maggioranza privata dell'attuale gestore dell'Aeroporto di Torino, era, per definizione, una quota che serviva a sedersi a un tavolo di…, almeno avrebbe posto la questione della Città nell'ambito di una infrastruttura strategica, come l'aeroporto e non aveva quel valore, ovviamente, in termini di governance, perché giustamente in questo caso le scelte sul governo di SAGAT furono fatte prima di voi. Invece, voi siete andati dritti, e quello che è capitato è esattamente quello che era assolutamente previsto e prevedibile, che cioè: le quote di SAGAT sono state svendute a F2i, perché di fatto il valore di cessione di queste quote, ovviamente, ca va sans dire, è strutturalmente deprezzato, quindi noi siamo riusciti, anzi voi siete riusciti, con la cessione di questa rimanente quota percentuale di minoranza a fare due cose: la prima, a venderle sottocosto; la seconda, a rendere la Città di Torino completamente afona nell'ambito delle scelte del Consiglio d'Amministrazione dell'Aeroporto di Torino Caselle. L'allora motivazione che usaste è: che la concessione aeroportuale è in capo alla Città e che è conseguente in un modello, diciamo così - che io posso anche condividere - liberale, in cui la Città, l'Ente Pubblico detiene la concessione, e l'erogatore privato lo sviluppa; fu quella la giustificazione che all'epoca avevate dato. Bene, sotto questo profilo, ci permettiamo di fare rilevare che tutto esattamente quello che abbiamo detto si è puntualmente verificato. Il risultato finale è che per qualche milione di euro, non tantissimi, oggi la Città di Torino non ha più neanche voce in capitolo per quanto riguarda le politiche dell'Aeroporto della Città di Torino, non di quello di Levaldigi, proprio della sua Città. Cioè noi siamo una Città in cui più nessuno può interloquire, può fare una richiesta di accesso agli atti, banalmente. Io mi metto nei panni di un Consigliere Comunale del Movimento 5 Stelle, non io, che vuole avere contezza di come SAGAT gestisce alcune partite nella gestione pubblica; ma domani io a chi la rivolgo la richiesta di accesso agli atti, per avere quella roba lì? Fino ad oggi avevo una garanzia, una tutela da parte del Testo Unico degli Enti Locali che mi garantiva, a me, come Consigliere Comunale, a lei come Assessore, di poter chiedere: atti, dati contabili, verificare se le assunzioni erano fatte correttamente, se gli appalti venivano gestiti correttamente, se c'era rispetto formale o sostanziale delle norme. Domani questo non potrà più capitare, per quanti milioni, Assessore Rolando? Cioè, ha cambiato le sorti del bilancio? No, no, e già questo glielo dicemmo all'epoca. La terza questione - ma qua sorvolo, perché davvero sono lungo e noioso secondo i Consiglieri di Maggioranza - riguarda il tema dell'incubatore. Da questo punto di vista riteniamo che dismettere le quote dell'incubatore sia un errore strategico della Città. In questo caso, chi acquisirà le quote dell'incubatore, io credo sia ben contento di acquisirle, invece, e penso che anche qui il fatto che la Città possa esprimere nella…, lo faceva l'Assessora Pisano, credo, come nominata dalla Sindaca, nell'ambito di quello, a parole è uno degli elementi più importanti, cioè la strategia dell'innovazione e dello sviluppo tecnologico di questa Città, di fatto non produce introiti, perché di fatto anche qua, non risaniamo il bilancio con le quote di dismissione di i3P, ma invece ci priviamo completamente di qualunque… - non tanto voi, ma anche chi verrà dopo di voi - di una qualunque interlocuzione formale, e non solo informale con questo tipo di società, in questo caso, se non sbaglio, consortile. Per tutte queste ragioni, Assessore Rolando, come contestammo la delibera approvata dalla Maggioranza grillino, il 2 ottobre 2017, anche quest'oggi, ci dispiace non poter assolutamente sostenere questa deliberazione che si chiama bene, correttamente: "Piano di razionalizzazione", ma che a nostro modo di vedere qua di razionale, fino adesso, abbiamo visto davvero poco. LO RUSSO Stefano Grazie. Questa sua replica, Assessora Pisano, è plasticamente rappresentativa esattamente di quanto diceva il Consigliere Tresso per quanto riguarda la mancanza di visione. Provo a tradurla in altri termini: il fatto che la Città di Torino sia dentro l'incubatore non è, come dire, un ostacolo allo sviluppo dell'equity privato, perché altri soggetti entrino in incubatore. Anzi, in moltissimi casi, moltissimi soggetti privati hanno esigenza di avere, al loro fianco, nella rappresentanza sociale l'Ente Pubblico, perché quello è non solo garanzia, ma è anche, come dire - visto che abbiamo, avete, meritoriamente avviato il tema di Torino come Innovation Lab, il fatto di avere la Città di Torino dentro l'incubatore, e non fuori - è un elemento che non solo non è ostativo di capitali privati che arrivano, ma anzi può fare da garanzia "politica" che c'è piena sinergia tra un soggetto che territorialmente sviluppa delle attività di incubazione di impresa, che comunque alla fine saranno anche tutte schifose, solo startup, Assessore Pisano, ma in questi 15 anni, 20 anni, hanno generato, comunque, delle economie di scala piuttosto rilevanti e l'incubatore del Politecnico di Torino (cito quello che è forse quello che conosco un pochino meglio) è uno dei migliori incubatori di soggetti universitari d'Europa. Quindi, che poi non siano arrivati come a Milano soggetti di equity a sviluppare imprese, questo è un tema che forse dovrebbe porsi lei come Assessore all'Innovazione. Dice: perché dopo due anni mezzo - visto che siete arrivati voi al Governo della Città e quelli che c'erano prima, invece, erano incapaci - non siete stati voi portatori di questa nuova impostazione? Mi permetta di dissentire rispetto a un'impostazione che, oggettivamente, io mi permetto tutta di ribaltare su di lei. Ma lei dov'era, Assessora Pisano, in questi due anni e mezzo? Perché l'ho vista andare a Cupertino. L'ho vista andare in molti posti e da parte mia, mi dia atto, io l'ho sempre sostenuta in questa politica, perché ritengo davvero che quello sia un buon compito, il problema è: che cosa poi precipita. Allora questo tema è un tema che, mi permetta, io le ribalto esattamente all'opposto. Perché se la risposta al fatto che qui non abbiamo equity che investe e che la Città si chiama fuori, ma mi permetta, come fa a conciliare questo col suo ruolo di assessore all'Innovazione? Cioè delle due, l'una, lei dov'è? Cioè, che cosa innova? Lei ha l'Assessorato all'Innovazione della Città di Torino. Esprime alla Città di Torino, fino alla cessione delle quote, rappresentanti nei due incubatori della Città: Politecnico e Università; lamenta in Aula che non ci sono capitali privati e viene qua e ci spiega che quindi la soluzione è che la Città si chiami fuori. Cioè, provi a connettere dal punto di vista logico-cartesiano questi ragionamenti e poi se, gentilmente, mi fa capire, perché io davvero non ho capito la filosofia. Temo che la filosofia non ci sia, temo che qui ci sia un mood che è quello di dire: "Chiamiamoci fuori perché tanto l'incubatore così com'è non funziona", poi lei esprimerà il giudizio che vuole. Io ho un giudizio un po' diverso di i3P e di e di 2i3T, personalmente. Però, può anche essere, invece, che il giudizio dell'Amministrazione sia un altro. Ci permettiamo di far rilevare che quella roba lì non risolve i problemi di bilancio di alcun tipo: non li risolve, non li risolve, se non per partecipazioni pulviscolari, e priva la Città di un'interlocuzione con due soggetti che possono essere modificati, possono essere statutariamente allargati, possono essere loro attrattori di equity privato per finanziare e dare gambe economico- finanziarie alle startup dei giovani laureati dei due atenei torinesi e la sua risposta mi lascia davvero perplesso, Assessora Pisano. Perché, sotto questo profilo, è un'impostazione che, mi permetta, io non solo non condivido dal punto di vista politico, ma non condivido anche dal punto di vista proprio tecnico procedurale. Se io ho un problema, ho un contenitore che posso sviluppare, non mi chiamo fuori come soluzione al problema, mi chiamo dentro, chiamo a raccolta equity e imprese private. Cioè, faccio l'esatto opposto, l'esatto opposto, se credo in una roba, e non solo a parole. Visto che lei è particolarmente attiva nella interlocuzione con soggetti privati che hanno interesse a innovare a Torino, perfetto, usiamo questi tipi di veicoli, faccia valere il suo ruolo e il peso politico della Città di Torino a quei tavoli e faccia sistema, che è quello che di norma viene chiesto alla Giunta Comunale di una Città di un milione di abitanti. |