Interventi |
ROLANDO Sergio (Assessore) Buonasera. L'interpellanza in oggetto fa sette domande a cui mi accingo a rispondere, citando prima la domanda, per chiarimento. La prima domanda sostiene: "se corrisponde al vero quanto riportato dai quotidiani locali riguardo a circa 20 milioni di euro di entrata in meno rispetto a quanto previsto. In merito a queste notizie apparse su alcuni quotidiani si osserva come nessun riferimento alla mancata corrispondenza tra entrate previste ed entrate riscosse possa essere associato all'indicato ammontare di 20 milioni di euro. Tale somma è stata calcolata sulla base del confronto tra il corso azionario di una certa data, anteriore di oltre 10 mesi dal giorno della vendita e il prezzo di vendita delle azioni IREN in tale ultima data. Naturalmente si tratta di un valore che varia a seconda del giorno preso a riferimento per il confronto. Inoltre un tale calcolo andrebbe in ogni caso praticato confrontando i corsi azionari e non i valori disomogenei, come da un lato il corso azionario di un giorno stabilito e quale altro termine di paragone il dato effettivo di vendita, che ovviamente è al netto del ribasso legato alla specifica tipologia di operazione e alla commissione bancaria. Per quanto attiene in ogni caso alla previsione di Bilancio della Città", che peraltro non è il soggetto che ha venduto, come noto, che si riferiscono nella fattispecie alle entrate derivanti da FCT Holding, esse sono state compiutamente raggiunte, in conseguenza …. , con riferimento al punto 2: "Come pensa la Città di compensare tale minusvalenza nei Bilanci dell'ente, in conseguenza a quanto detto al punto precedente per quanto attiene alla predetta tipologia di risorsa, non si sono determinate minori entrata nel Bilancio della Città". La terza domanda dice: "Quali indicazioni la Sindaca della Città di Torino avrebbe dato in conformità alla deliberazione del Consiglio Comunale, approvata il 4 aprile scorso citato in premessa?". La Sindaca di Torino ha formalmente comunicato alla Società FCT Holding l'indicazione di vendita d'azioni, precisando che se sarebbe dovuta avvenire attraverso l'advisor appositamente incaricato, in conformità a quanto deliberato. Tale modalità ha consentito di fare affidamento su primarie competenze ed esperienza circa alle indicazioni in ordine allo svolgimento dell'operazione. La domanda numero 4 chiede: "se è stata fatta dalla Sindaca una valutazione relativa alla minusvalenza derivante dalla scelta di vendere in un momento di così basso valore del titolo e la risposta è: "che la vendita è avvenuta nella giornata indicata opportuna dall'advisor, avuta considerazione della necessità di conciliare il livello dei corsi con il livello di domanda essenziale a concludere positivamente l'operazione di collocamento mastrivo. Come è noto, esso non ha potuto avere luogo che successivamente all'esecutività della scissione di FSU S.r.l., determinatasi in data 27 luglio 2018. Dopo tale data, escluso il periodo estivo di bassi volumi e il cosiddetto black period, la vendita è stata effettuata nella data in cui si è determinata la miglior conciliazione sulla base delle valutazioni dell'advisor, delle succitate condizioni. Tutto ciò premesso, la vendita non ha comunque determinato minusvalenze nel Bilancio di FCT, m anzi ha consentito alla predetta società di realizzare una plusvalenza complessiva di 7,79 milioni di euro. La domanda numero 5 chiede: "Quali strategie intende attivare a questo punto la Città per garantire il futuro del ruolo di Torino nel futuro assetto gestionale di IREN". "Il ruolo della Città, di IREN è attualmente garantito dallo Statuto e dal patto parasociale, che, come noto, risale a precedenti periodi amministrativi e sarà garantito in futuro da un nuovo Statuto della Società e da un nuovo patto parasociale idoneo ad assicurare la perdurante centralità del socio nella compagine della governance che la Città si è impegnata ad approvare entro il mese di gennaio 2019", torno a dire, insieme agli altri 64-65 Comuni che l'approveranno. Il punto 6: "A questo punto è possibile che la Città di Torino venga estromessa del patto di sindacato tra i soci che designano i vertici di IREN attraverso un accordo tra gli altri soci pubblici ed eventuali soci privati?". "Alla luce di quanto indicato al punto precedente dell'interlocuzione intervenuta, si può certamente escludere che la Città di Torino sia estromessa dal Patto di Sindacato tra i soci che designano i vertici di IREN a seguito di accordi tra gli stessi. L'ultima domanda: "Quali effetti potrà avere questa decisione rispetto al futuro del piano industriale di IREN per quanto riguarda gli investimenti sul territorio torinese e piemontese?". "Non ci sono ragioni allo stato quanto risulta dalle informazioni in possesso degli uffici scriventi per ottenere che la vendita di cui si tratta, tra l'altro, annunciata da quattro documenti nel 2017", li cito in ordine: Bilancio Preventivo, è l'ultimo, 2018-2020; ricognizione piano di interventi, piano di interventi approvato presso la Corte dei Conti; delibera citata dei due Consigli della Città di Torino e di Genova e per ultimo forse c'è anche un tema …, adesso non lo ricordo, ma c'era anche un altro tema che riguardava un atto formale che adesso non mi ricordo, comunque tre documenti ufficiali approvati da questo Consiglio. Quindi, alla luce di tutte queste informazioni: "possiamo affermare che dalle informazioni che abbiamo, per ritenere che la vendita di cui si tratta possa avere effetti rilevanti rispetto ai futuri piani industriali di IREN, per quanto attiene gli investimenti sul territorio torinese e piemontese". Ricordo che i documenti che riguardano tutta questa operazione, dai documenti formali nei confronti della precedente governance e di quella futura e tutte le scelte effettuate, comprese quelle dell'advisor e delle operazioni collegate, sono state approvate precedentemente e sono state recepite in tutti gli atti svolti dalla Città. ROLANDO Sergio (Assessore) Io soltanto per …, hanno già detto abbondantemente, chi mi ha preceduto sul tema della minusvalenza e degli altri passaggi. Io volevo soltanto sottolineare due aspetti, intanto che il tema, ovviamente, con tutta la cura possibile, non metto in dubbio cosa fanno gli azionisti di questa società di riferimento, però ricordo a tutti che un anno fa Genova aveva approvato una delibera in Consiglio per vendere. Io, ovviamente, non ho motivo di pensare alle motivazioni che ci stanno dietro, ma se un anno prima, sei mesi prima decido di vendere, poi cambio idea, parlare di strategia, mi viene più da pensare a tattica che a strategia. E poi un'altra cosa, una delibera è un conto, eseguire la delibera è un altro, perché sennò sei mesi fa, un anno fa, poteva capitare che Genova vendeva. La seconda cosa che volevo dire, che è un aspetto tecnico, nel Bilancio Pluriennale della Città, la perdita di dividendo per questa dismissione, per questa vendita di azioni, è già previsto, non è una novità, perché il Bilancio Pluriennale tiene conto delle previsioni di dividendo a salire dal piano industriale e del fatto che il numero di azioni, che sarà retribuito, compensato, dal dividendo ad aprile, sarà quello nuovo, non quello vecchio. Infine, il patto parasociale, che qualcuno ha chiamato anche patto di sindacato che si evidenzia poi, che ha due caratteristiche, il primo la durata, è vero che scade, ma se non viene rinnovato, continua a durare quello che c'era prima e questa è una clausula di salvaguardia che non abbiamo introdotto noi, ma che c'è. Secondo, il Patto parasociale prevede che le tre città, a prescindere dal fatto del peso specifico, esercitano con i quattro quinti quello che è stato prima illustrato dal Consigliere Fornari, in tema di privilegio nelle decisioni di governance importanti. Quindi il tema è questo, il fatto che si liberino altri spazi di azioni da vendere, non solo per la Città di Torino nel futuro, che deriva proprio dalla revisione della posizione dei soci con l'inserimento di nuovi soci ed altro, è un tema che non abbiamo inventato noi e che esiste. Tendo poi a dire che la vendita che è stata fatta, di azioni, non si colloca né in una vendita di percentuale di controllo, non basterebbe Torino per spostare il controllo in IREN, non basterebbe una delle tre città, perché i premi di maggioranza si danno a percentuali di azioni che si vendono nella Borsa, in tutte le Borse del mondo, per quelle percentuali che consentano la governance e siccome le tre città hanno la regola nel Patto parasociale dei quattro quinti che è legata al Patto di sindacato, questo tema non si sposta. |