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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 10 Dicembre 2018 ore 14,00
Paragrafo n. 22
INTERPELLANZA 2018-06450
"IREN: QUALE FUTURO?" PRESENTATA IN DATA 3 DICEMBRE 2018 - PRIMO FIRMATARIO LO RUSSO.
Interventi
FORNARI Antonio
Sì, grazie, Presidente. L'interpellanza ha permesso di chiarire, ovviamente,
un'informazione che era stata riportata sui giornali, che è assolutamente errata, era
quella dei 20 milioni, anzi, come ha specificato l'Assessore, c'è stata una plusvalenza di
7,79 milioni, quindi per la Città …, la Città non ha perso nulla, anzi, rispetto a quanto
aveva a Bilancio, ha avuto la plusvalenza di 7,79 milioni. Quindi su questo direi che
possiamo tranquillizzare tutti, la Città non ha perso nulla. Sul fatto degli investimenti di
IREN, io, fino a prova contraria, IREN è una multiutility, è quotata in Borsa, io sono
convinto che il CdA di IREN, i dirigenti di IREN e tutto il management di IREN prepari
un piano industriale non seguendo l'indirizzo di un Comune che ha un 2% in più, un 2%
in meno, ma deve rendere conto agli azionisti, deve rendere conto alla Borsa, quindi
fare un piano industriale credibile, e soprattutto investire dove ha un maggior, poi, utile,
utile rispetto a quello che è poi il mercato, non investe, certo, magari in un Comune
piuttosto che in un altro soltanto perché c'è il politico di turno che ha consigliato di
investire lì, quelle magari sono logiche vecchie, che io mi auguro oramai superate. Per
una società quotata in Borsa, non credo che nel momento in cui un politico alza il
telefono, si cambia il piano industriale da un giorno all'altro, i piani industriali si fanno
dove effettivamente c'è una redditività per l'impresa, stiamo parlando di una S.p.A.
quotata in Borsa, che è una multiutility che fa milioni di euro di fatturato. Quindi quelle
preoccupazioni, sinceramente, sono poco credibili, anche perché IREN, lo abbiamo
visto, fa dei progetti e investe su delle città se effettivamente poi ha un ritorno magari
sia economico, ma anche dal punto di vista di richiamo del marchio. Penso, ad esempio,
agli scooter elettrici che ci sono stati qui in città, che sono stati un richiamo, un
investimento di IREN. L'ultima cosa che può essere magari un qualcosa di minore, ma
che ha avuto un discreto successo, ha permesso alla città anche di avere un richiamo
nell'est asiatico, è l'illuminazione della Mole Antonelliana, è stato un grande successo
della collaborazione tra Comune e IREN. Quindi sono successi che permettono … che
fa IREN, non in base a un 2% in più, a un 2% in meno, ma in base a dei progetti che
hanno effettivamente un'utilità, sia per IREN che poi per la città in cui si va a investire.
Io sono andato a vedere che cosa è cambiato rispetto al passato, una cosa che magari …,
è andato via l'ex Sindaco Fassino, volevo anche ringraziarlo perché l'operazione di oggi
parte anche dal voto maggiorato che era stato fatto prima, quindi il voto maggiorato che
aveva fatto Fassino, permette attualmente alla Città di Torino e a tutti gli altri soci di
dismettere delle quote. Sono andato a vedermi gli altri soci di IREN, Piacenza nel 2015
ha venduto le quote, le ha vendute a 1,41, quindi a un valore ancora più basso, Piacenza
che era governata nel 2015 da Partito Democratico; 2016 Parma ha venduto una parte
delle sue quote; 2017 Reggio Emilia ha venduto una parte di quote di IREN; nel 2018,
due giorni fa, Reggio Emilia, sempre un Sindaco del Partito Democratico ha deliberato
di vendere un altro pacchetto di azioni. Voi direte: "Okay, però perché il Comune di
Torino fa questo? Poteva non venderle" e purtroppo non lo scopriamo certo oggi, ma
negli ultimi 10 anni le risorse dei Comuni si sono dimezzate, una volta c'era uno studio
dove diceva che nel 2008, 10 anni fa, i Comuni avevano circa 25 miliardi, adesso circa
12 ricevano, di trasferimenti, quindi le risorse si sono dimezzate e i Comuni come
Piacenza, Parma, Reggio Emilia e anche il Comune di Torino, sono obbligati a
dismettere alcune partecipate che non sono strategiche. Fino a prova contraria, il
Comune di Torino deve garantire i servizi essenziali dal welfare, ai servizi educativi, ma
non deve occuparsi magari di fare un piano industriale di una multiutility, fino a prova
contraria, non è nelle sue …, nel suo core business, diciamo. Eppure purtroppo non
iniziamo certo noi, purtroppo, a fare questa operazione. Sicuramente l'ex Assessore se lo
ricorda, AMIAT, TRM, Farmacie Comunali, SAGAT, hanno provato a vendere anche
GTT, cioè hanno venduto l'impossibile e oggi invece su questo 2% facciamo le
barricate? Un minimo di coerenza, con tutta la buona volontà, si accetta tutto, va bene la
critica politica, però ci vuole la coerenza nelle azioni, cioè, se fino a quattro anni fa,
cinque anni fa, si è venduto di tutto e di più, qualsiasi cosa, si è provato a vendere
qualsiasi roba, anche Palazzo Madama può essere, se c'era la possibilità, si vendeva, di
tutto e di più, adesso invece su questo 2% bisogna fare le barricate, dire: "No, è
fondamentale, perché addirittura IREN, col suo piano industriale …, perdiamo posti di
lavoro, perdiamo di tutto e di più". Cioè, cerchiamo di essere un attimo coerenti col
discorso di non gridare al lupo al lupo anche quando non ce n'è. Quindi ci fermiamo a
quest'operazione che ha portato, che ha permesso alla Città di avere un buon introito,
per andare…, perché quei soldi lì non è che li abbiamo incassati per fare chissà che
cosa, li abbiamo incassati per una delibera che è stata assegnata proprio oggi dal
Presidente del Consiglio che andremo a discutere mercoledì e sono 25 milioni che
dobbiamo dare a GTT, su tutte le agevolazioni che il Comune di Torino col contratto di
servizio stipulato nel 2012 con GTT aveva chiesto, che GTT ha continuato a riscuotere
alcune agevolazioni, i disoccupati, gli ultrasessantacinquenni, i pensionati, i mutilati,
tutte agevolazioni che dà GTT e che il Comune di Torino ha inserito nel contratto di
servizio, che però poi non ha riconosciuto, ha riconosciuto in misura ridotta a GTT. Noi
ora, dopo sei anni, dobbiamo andare a sistemare queste agevolazioni che il Comune di
Torino non ha riconosciuto a GTT con questi 25 milioni che sono una parte della
vendita delle azioni IREN. Quindi alla fine tutto torna e l'importante è avere coerenza
nelle azioni. Noi siamo trasparenti, lo diciamo chiaramente, abbiamo venduto Iren
perché era nel piano di rientro e quindi era un'azione da fare per garantire i servizi
essenziali dei cittadini, lo rivendichiamo e lo facciamo alla luce del sole senza andare a
fare dei voli pindarici su altre questioni che poi non c'entrano tanto con la discussione
odierna.

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