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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 10 Dicembre 2018 ore 14,00
Paragrafo n. 22
INTERPELLANZA 2018-06450
"IREN: QUALE FUTURO?" PRESENTATA IN DATA 3 DICEMBRE 2018 - PRIMO FIRMATARIO LO RUSSO.
Interventi
VERSACI Fabio (Presidente)
Tornerei indietro col nostro ordine dei lavori. Ritornerei all'Interpellanza Generale
presentata dal capogruppo Lo Russo e altri, dal titolo:

"IREN: quale futuro?"

VERSACI Fabio (Presidente)
Risponde l'Assessore Rolando, a cui lascio la parola, prego.

ROLANDO Sergio (Assessore)
Buonasera. L'interpellanza in oggetto fa sette domande a cui mi accingo a rispondere,
citando prima la domanda, per chiarimento. La prima domanda sostiene: "se
corrisponde al vero quanto riportato dai quotidiani locali riguardo a circa 20 milioni di
euro di entrata in meno rispetto a quanto previsto. In merito a queste notizie apparse su
alcuni quotidiani si osserva come nessun riferimento alla mancata corrispondenza tra
entrate previste ed entrate riscosse possa essere associato all'indicato ammontare di 20
milioni di euro. Tale somma è stata calcolata sulla base del confronto tra il corso
azionario di una certa data, anteriore di oltre 10 mesi dal giorno della vendita e il prezzo
di vendita delle azioni IREN in tale ultima data. Naturalmente si tratta di un valore che
varia a seconda del giorno preso a riferimento per il confronto. Inoltre un tale calcolo
andrebbe in ogni caso praticato confrontando i corsi azionari e non i valori disomogenei,
come da un lato il corso azionario di un giorno stabilito e quale altro termine di
paragone il dato effettivo di vendita, che ovviamente è al netto del ribasso legato alla
specifica tipologia di operazione e alla commissione bancaria. Per quanto attiene in ogni
caso alla previsione di Bilancio della Città", che peraltro non è il soggetto che ha
venduto, come noto, che si riferiscono nella fattispecie alle entrate derivanti da FCT
Holding, esse sono state compiutamente raggiunte, in conseguenza …. , con riferimento
al punto 2: "Come pensa la Città di compensare tale minusvalenza nei Bilanci dell'ente,
in conseguenza a quanto detto al punto precedente per quanto attiene alla predetta
tipologia di risorsa, non si sono determinate minori entrata nel Bilancio della Città". La
terza domanda dice: "Quali indicazioni la Sindaca della Città di Torino avrebbe dato in
conformità alla deliberazione del Consiglio Comunale, approvata il 4 aprile scorso
citato in premessa?". La Sindaca di Torino ha formalmente comunicato alla Società
FCT Holding l'indicazione di vendita d'azioni, precisando che se sarebbe dovuta
avvenire attraverso l'advisor appositamente incaricato, in conformità a quanto
deliberato. Tale modalità ha consentito di fare affidamento su primarie competenze ed
esperienza circa alle indicazioni in ordine allo svolgimento dell'operazione. La domanda
numero 4 chiede: "se è stata fatta dalla Sindaca una valutazione relativa alla
minusvalenza derivante dalla scelta di vendere in un momento di così basso valore del
titolo e la risposta è: "che la vendita è avvenuta nella giornata indicata opportuna
dall'advisor, avuta considerazione della necessità di conciliare il livello dei corsi con il
livello di domanda essenziale a concludere positivamente l'operazione di collocamento
mastrivo. Come è noto, esso non ha potuto avere luogo che successivamente
all'esecutività della scissione di FSU S.r.l., determinatasi in data 27 luglio 2018. Dopo
tale data, escluso il periodo estivo di bassi volumi e il cosiddetto black period, la vendita
è stata effettuata nella data in cui si è determinata la miglior conciliazione sulla base
delle valutazioni dell'advisor, delle succitate condizioni. Tutto ciò premesso, la vendita
non ha comunque determinato minusvalenze nel Bilancio di FCT, m anzi ha consentito
alla predetta società di realizzare una plusvalenza complessiva di 7,79 milioni di euro.
La domanda numero 5 chiede: "Quali strategie intende attivare a questo punto la Città
per garantire il futuro del ruolo di Torino nel futuro assetto gestionale di IREN". "Il
ruolo della Città, di IREN è attualmente garantito dallo Statuto e dal patto parasociale,
che, come noto, risale a precedenti periodi amministrativi e sarà garantito in futuro da
un nuovo Statuto della Società e da un nuovo patto parasociale idoneo ad assicurare la
perdurante centralità del socio nella compagine della governance che la Città si è
impegnata ad approvare entro il mese di gennaio 2019", torno a dire, insieme agli altri
64-65 Comuni che l'approveranno. Il punto 6: "A questo punto è possibile che la Città
di Torino venga estromessa del patto di sindacato tra i soci che designano i vertici di
IREN attraverso un accordo tra gli altri soci pubblici ed eventuali soci privati?". "Alla
luce di quanto indicato al punto precedente dell'interlocuzione intervenuta, si può
certamente escludere che la Città di Torino sia estromessa dal Patto di Sindacato tra i
soci che designano i vertici di IREN a seguito di accordi tra gli stessi. L'ultima
domanda: "Quali effetti potrà avere questa decisione rispetto al futuro del piano
industriale di IREN per quanto riguarda gli investimenti sul territorio torinese e
piemontese?". "Non ci sono ragioni allo stato quanto risulta dalle informazioni in
possesso degli uffici scriventi per ottenere che la vendita di cui si tratta, tra l'altro,
annunciata da quattro documenti nel 2017", li cito in ordine: Bilancio Preventivo, è
l'ultimo, 2018-2020; ricognizione piano di interventi, piano di interventi approvato
presso la Corte dei Conti; delibera citata dei due Consigli della Città di Torino e di
Genova e per ultimo forse c'è anche un tema …, adesso non lo ricordo, ma c'era anche
un altro tema che riguardava un atto formale che adesso non mi ricordo, comunque tre
documenti ufficiali approvati da questo Consiglio. Quindi, alla luce di tutte queste
informazioni: "possiamo affermare che dalle informazioni che abbiamo, per ritenere che
la vendita di cui si tratta possa avere effetti rilevanti rispetto ai futuri piani industriali di
IREN, per quanto attiene gli investimenti sul territorio torinese e piemontese". Ricordo
che i documenti che riguardano tutta questa operazione, dai documenti formali nei
confronti della precedente governance e di quella futura e tutte le scelte effettuate,
comprese quelle dell'advisor e delle operazioni collegate, sono state approvate
precedentemente e sono state recepite in tutti gli atti svolti dalla Città.

VERSACI Fabio (Presidente)
Grazie. Prego, Capogruppo Lo Russo, ne ha facoltà per cinque minuti.

LO RUSSO Stefano
La questione di IREN ha per importanza economica di impatto su questa città, un valore
forse fin superiore alla questione Olimpica e conseguentemente avremmo ritenuto e
certamente molto più corretto, che a rispondere a questa interpellanza ci fosse Chiara
Appendino e non l'Assessore Rolando, per due ragioni, primo, per la rilevanza della
questione, secondo, perché l'Assessora con delega, o meglio, la Sindaca che ancora ha le
deleghe alle partecipate, è Chiara Appendino. Apprendiamo dalle parole dell'Assessore
Rolando che la scelta di vendere il 2,5% sul 5 autorizzato in data aprile 2018, è stata una
scelta, per quanto riguarda il momento in cui vendere, che comunque ha prodotto quella
minusvalenza di oltre 20 milioni di euro dell'advisor. Meno male che abbiamo scelto il
migliore, perché, onestamente, immaginarsi se avessimo dovuto sceglierne un altro, che
cosa avrebbe prodotto. Ma la cosa più rilevante, in realtà, di quanto ha riportato
l'Assessore Rolando, non è tanto la questione della minusvalenza attuale sulla vendita, è
quelle che sono le conseguenze della scelta, o meglio, della non scelta che sta facendo
questa Amministrazione. Abbiamo sempre avuto modo di osservare tutte le volte che
Appendino ha portato una questione dentro quest'Aula, che è completamente priva di
strategia. Mi spiego in altri termini, noi abbiamo, la Città di Torino ha, aveva un
pacchetto azionario di IREN S.p.A. che ammontava al 16%, questo pacchetto azionario
di una società molto importante, quotata in Borsa e che ha un piano di investimenti
approvato dall'attuale Consiglio di Amministrazione di oltre 3 miliardi di euro, che vuol
dire posti di lavoro, vuol dire lavori, vuol dire, sostanzialmente, un circuito e un indotto
economico che solo su questo territorio di cui stiamo parlando vale un miliardo di euro
da qua al 2023, un miliardo di euro, bene, questa società aveva un sistema di governo
societario che poggiava su tre pilastri, il pilastro torinese, il Pilastro genovese e il
pilastro emiliano e questo tipo di assetto societario di questo pacchetto di maggioranza
era la garanzia contemporaneamente della …, come dire, praticamente garanzia
pubblica, o di utilità pubblica dell'intervento di IREN, ma soprattutto era, per quanto
riguardava le scelte aziendali di questo soggetto, che è un soggetto economico molto
importante, anzi, il più rilevante di questo territorio, la garanzia che nell'ambito dei
ragionamenti aziendali Torino non venisse penalizzata. Ora, la scelta di alienare il 2,5%
del pacchetto azionario di IREN, operata da Appendino, si coniuga, peraltro con un
tempismo quasi perfetto, con una speculare e opposta scelta del Comune di Genova,
Comune di Genova che erano nostro socio di riferimento dentro FSU, che oggi è
autonomo in virtù dello scorporo, che mentre Appendino vendeva il 2,5%, il Sindaco
Bucci a Genova si faceva autorizzare dal proprio Consiglio Comunale la possibilità di
comprare un ulteriore 2,5%. Se a questo sommiamo il fatto che nello schema ligure c'è
un'altra società, che è la società di La Spezia, che comunque ha rapporti molto stretti
con Genova, questi elementi fanno sì che, quando i patti parasociali, cioè gli accordi tra
i soci verranno a scadere e l'ha detto lei, Assessore Rolando, questa cosa capiterà
piuttosto rapidamente, già nel 2019, ci siederemo intorno a un tavolo, cioè, vi siederete
intorno ad un tavolo, Appennino, a nome di tutti noi però, non in quanto Appendino, a
nome dei cittadini di Torino, che quella società l'hanno costruita a partire dalla vecchia
azienda elettrica municipale, con un assetto azionario strutturalmente minoritario
rispetto al Comune di Genova. Questi elementi ci portano a dire che abbiano, avete,
esposto la città, e la state esponendo, al rischio piuttosto concreto che la lista dei nomi e
soprattutto le persone che vi verranno individuate dentro l'assetto di governo della
Società IREN S.p.A. saranno figlie ed è anche legittimo ed è giusto che sia, perché fa
parte di una strategia, di condizionamenti piuttosto robusti dell'azionista, a quel punto,
di riferimento, che, guarda caso, non saremo più noi, ma sarà il Comune di Genova.
Siccome non andate al buio a quel tavolo a discutere di questa questione, è evidente che
il piano di investimenti che IREN ha approvato e annunciato, ribadisco, dal 2018 al
2023, 3 miliardi di euro, 3 miliardi di euro di investimenti potrà legittimamente essere
rivisto da quel nuovo Consiglio di Amministrazione che verrà a insediarsi. A queste
preoccupazioni che abbiamo, mi dispiace, ma non state dando risposte e noi
continuiamo a ribadire un semplice concetto, non c'è Appendino, se gentilmente,
Assessore Rolando, quando torna Appendino e si degna di venire in Sala Rossa a
discutere di queste questioni, che sono migliaia di posti di lavoro in questo territorio,
migliaia di posti di lavoro, tanto per essere chiari, assunzioni, lavori, indotto, quello è
oggi di cui stiamo discutendo in assenza per l'ennesima volta di Chiara Appendino.
Benissimo, noi vi chiediamo di essere chiari, o fate i più puri dei puri e ci spiegate che
IREN deve rimanere in mano pubblica e allora non vendete nulla, oppure siate
coraggiosi, fate un'operazione robusta e IREN la vendete per risanare il famoso Bilancio
che avete trovato, e compagnia cantante. Quello che non dovete fare, è esattamente
quello che state facendo e cioè venderla pezzo a pezzo, anno per anno, perché venderla
pezzo a pezzo, anno per anno, produce un effetto economico-contabile come quello che
vi abbiamo illustrato e cioè una minusvalenza diretta, precisa, produce il fatto che voi
pregiudicate il dividendo dell'anno successivo. Assessore Rolando, io non voglio anche
qua infierire, però a dividendo costante, l'operazione produce una minore entrata di 2,5
milioni di euro sul Bilancio 2019. Il dividendo di IREN è stato intorno ai 14 milioni, col
16% di quote, se riduciamo le quote, riduciamo in proporzione il dividendo e questo lo
facciamo nel momento in cui…, le do lettura di quanto dice IREN, non lo dico io: "La
crescita del dividendo è prevista del 10% all'anno, per arrivare a 13,5 centesimi di euro
ad azione, dagli 8,4 …". Quindi questa perdita differenziale è ancora superiore. Terzo
elemento, un conto è vendere un pacchetto azionario che consenta a chi lo compra, il
governo della società, e allora lo si venda tutto, lo si venda tutto, o non lo si venda
proprio. Quello che non è tollerabile per gli interessi di questa città, non perché lo
diciamo noi, per l'interesse di questa città, è questa politica di sfogliare il carciofo e
vendere un pezzo all'anno di IREN, perché questo pezzo all'anno di IREN produce
minori entrate, ci rende meno forti rispetto ai nostri interlocutori, e arriverà il momento
che di questo passo ha venduto il 2,5, Appendino, ha l'autorizzazione, addirittura, a
vendere il 5. Cioè, voi vi siederete al Tavolo con Genova e gli emiliani con l'11%, con
un socio che avrà il 20% di controllo. E secondo lei, Assessore Rolando, io mi devo
fidare? Non ci dobbiamo fidare? Che l'assetto di governo di quella società sarà l'assetto
di governo che tutelerà Torino? Mi dispiace, no, non siete in grado di gestire quella
trattativa lì, abbiate pazienza, e lo state dimostrando. Allora, risolvete i problemi
politici, risolvete i problemi politici, perché non è più tollerabile questo tipo di
atteggiamento economico. Volete fare quelli puri che non vendono il patrimonio
pubblico, perché nella …, benissimo, allora non vendete, e chiudo. Se invece volete fare
un'operazione di vendita, come quelle che state facendo, un pezzo alla volta, state
facendo due danni, Assessore Rolando e Sindaca Appendino, due danni a questa Città,
anzi tre: il primo, economico diretto, state svendendo delle azioni che potrebbero valere
di più; il secondo, per quanto riguarda l'indebolimento della posizione della Città; il
terzo, voi state mettendo a serio rischio un miliardo di euro di investimenti di questa
società su questo territorio, state mettendo a serio rischio quella roba lì, perché il giorno
in cui si insidia il nuovo CdA, prende in mano il piano industriale 2018-2023 e
verosimilmente ..., poi spero di sbagliarmi, ma non ho garanzie, scusate, potrà rivedere e
correggere quel piano industriale, spostare personale, investimenti, business, sui territori
di riferimento di soci privati e chi mi garantisce che questo non accadrà? Certamente mi
garantite che la città sarà molto, molto, meno cautelata. Per queste ragioni io credo che
questo che è un tema di sviluppo cruciale di questo territorio, non si possa affrontare
banalmente con questo tipo di discussione e quindi inviterò la Sindaca Appendino, non
me ne voglia Rolando, io voglio vedere la Sindaca su questa roba qua, perché la deve
finire di scappare, questa scappa costantemente, questa scappa costantemente. Venga in
Commissione e discutiamo una buona volta di quale è la strategia nel rispetto della
laicità delle posizioni. Guardate che io la affronto in maniera assolutamente laica
rispetto alla posizione di chi dice: "Noi siamo per l'acqua pubblica", queste cose qui,
però … e rispetto anche la posizione di IREN: "Noi siamo per l'alienazione", purché ci
sia chiarezza. Quello che non vi consentiamo di fare, ovviamente nel ruolo che ci
compete, che è quello di poterlo dire qua, non siamo noi al Governo di questa Città, è di
svendere un patrimonio che i torinesi hanno costruito in più di 100 anni e che è un
patrimonio oggettivo di valore attuale e prospettico per questo territorio.

VERSACI Fabio (Presidente)
Capogruppo Tresso, ne ha facoltà per cinque minuti.

TRESSO Francesco
Grazie, Presidente. Ma, guardi, Assessore, anch'io sono preoccupato e le risposte che lei
ci ha fornito non hanno tanto …, come dire, dato tranquillità alle provocazioni che
abbiamo cercato di esprimere con l'interpellanza, per i motivi, in parte già espressi dal
Capogruppo Lo Russo, cioè questa svendita a rate, questo piano dismissione a piccole
dosi, probabilmente per non suscitare, così, le perplessità e le preoccupazioni anche
della Maggioranza di fronte a quello che di fatto è poi un sacrificio della cosa pubblica.
Vede, qua il tema è che IREN gestisce degli elementi di territorialità che sono
fondamentali per la collettività, perché noi qui stiamo parlando di acqua, di energia, di
sottosistemi energetici, non solo di Torino, ma del suo territorio, le dighe della Valle
Orco, per essere chiari, quindi di tutto un sistema che è stato costruito nel tempo e che
necessariamente l'organo di governo della città deve poter gestire. Qui rischiamo, come
già è stato detto, di vedere poi una Città che esce dalla stanza dei bottoni, perché ha
progressivamente ceduto delle quote, non in virtù di una strategia, ma in virtù della
necessità di chiudere i Bilanci, sostanzialmente, di volta in volta e che poi vedrà altri
soggetti fare un piano industriale e che giocheranno con gli asset di questo territorio in
cui lei non potrà più esprimere alcuna valutazione di merito. Questo è un danno enorme
per la collettività, io credo che di questo dovete rendervene conto e dovrete dare delle
risposte ed è assolutamente necessario andare in una Commissione in cui si discuta
seriamente, si dia con concretezza delle risposte di quella che è una strategicità che ad
oggi non risulta. Lei ci dice: "Nel 2019 rivedremo i patti parasociali per garantire
comunque la definizione degli Organi di Amministrazione", ma chi ci dice invece: "che
Appendino non continui in questa dismissione progressiva, perché di volta in volta sarà
nella necessità di rivedere quello che era stato il Bilancio Preventivo", ma per citarne
una, gli oneri di urbanizzazione, 21 milioni messi nel preventivo, ne sono stati realizzati
meno della metà. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Ma come chi l'ha detto?
Perché sono i dati concreti, Montanari, parliamone, tant'è che, infatti, nella delibera che
poi vediamo dopo, c'è una riduzione degli oneri di urbanizzazione messi a preventivo,
ma così pure come l'alienazione di quote delle partecipate, se sono finalizzate a ridurre
il debito, a moderare, a ridurre il debito e il residuo attivo, soprattutto, a fare un piano di
investimenti serio, ma se sono solo finalizzati a cercare di chiudere, a pareggiare il
Bilancio. francamente anche la narrazione che adesso e lo vedremo dopo, mettiamo in
spesa corrente le fondazioni. Ma che cos'è la spesa corrente? Ma sul 2018? Ma lo
vedremo, poi, semmai nel 2019, perché queste sono entrate straordinarie, poi, che ce le
investite tramite i dividendi di FTC, è un'altra cosa, ma di fatto sono entrate
straordinarie a tutti gli effetti. Allora, anche qui poi è già stato richiamato il discorso
anche dei dividendi, rinunciamo, per averli subito, a, invece, delle continuità di entrate
che sono certe, sono certe almeno stante così la situazione. In più anche questa
mancanza di progettualità, necessariamente poi si esplica in una approssimazione, che
comunque porta poi a vendere in momenti meno favorevoli. Probabilmente voi
contavate anche che l'ausilio di un Governo amico avrebbe dato un aiuto, poi, a delle
entrate che consentissero di chiudere, bisogna vedere se proprio il Governo amico ha
causato poi delle scelleratezze che hanno modificato poi gli andamenti azionari e quindi
siete poi costretti a vendere nel momento in cui c'è una minusvalenza evidente, ma
anche di questo, però, voglio dire, di nuovo denota un'approssimazione in tutto ciò. Io
credo che e vado a concludere, sia necessario avere una chiarezza, è già stato detto
prima, di quella che voglia essere un'idea. Mi sembra che qui invece, viceversa, si
assista di volta in volta a un cercare di riparare, di far quadrare i conti, provvedendo
quindi a quello che un po' in affanno, si cerca di fare per andare alla chiusura. Come è
già stato detto, su IREN, merita un provvedimento molto più serio, un qualcosa che
riguarda non solo la città, ma tutto il territorio e credo che in virtù del fatto di cosa
IREN ha in pancia, da AMIAT, al termovalorizzatore, a tutta una serie di elementi che
davvero incidono fortemente sulla gestione e sulla vita della collettività, questa
riflessione merita degli approfondimenti ben più articolati e adeguati.

VERSACI Fabio (Presidente)
Grazie. Ho iscritto a parlare il Consigliere Fornari. Consigliere Fornari, vuole
intervenire? Prego.

FORNARI Antonio
Sì, grazie, Presidente. L'interpellanza ha permesso di chiarire, ovviamente,
un'informazione che era stata riportata sui giornali, che è assolutamente errata, era
quella dei 20 milioni, anzi, come ha specificato l'Assessore, c'è stata una plusvalenza di
7,79 milioni, quindi per la Città …, la Città non ha perso nulla, anzi, rispetto a quanto
aveva a Bilancio, ha avuto la plusvalenza di 7,79 milioni. Quindi su questo direi che
possiamo tranquillizzare tutti, la Città non ha perso nulla. Sul fatto degli investimenti di
IREN, io, fino a prova contraria, IREN è una multiutility, è quotata in Borsa, io sono
convinto che il CdA di IREN, i dirigenti di IREN e tutto il management di IREN prepari
un piano industriale non seguendo l'indirizzo di un Comune che ha un 2% in più, un 2%
in meno, ma deve rendere conto agli azionisti, deve rendere conto alla Borsa, quindi
fare un piano industriale credibile, e soprattutto investire dove ha un maggior, poi, utile,
utile rispetto a quello che è poi il mercato, non investe, certo, magari in un Comune
piuttosto che in un altro soltanto perché c'è il politico di turno che ha consigliato di
investire lì, quelle magari sono logiche vecchie, che io mi auguro oramai superate. Per
una società quotata in Borsa, non credo che nel momento in cui un politico alza il
telefono, si cambia il piano industriale da un giorno all'altro, i piani industriali si fanno
dove effettivamente c'è una redditività per l'impresa, stiamo parlando di una S.p.A.
quotata in Borsa, che è una multiutility che fa milioni di euro di fatturato. Quindi quelle
preoccupazioni, sinceramente, sono poco credibili, anche perché IREN, lo abbiamo
visto, fa dei progetti e investe su delle città se effettivamente poi ha un ritorno magari
sia economico, ma anche dal punto di vista di richiamo del marchio. Penso, ad esempio,
agli scooter elettrici che ci sono stati qui in città, che sono stati un richiamo, un
investimento di IREN. L'ultima cosa che può essere magari un qualcosa di minore, ma
che ha avuto un discreto successo, ha permesso alla città anche di avere un richiamo
nell'est asiatico, è l'illuminazione della Mole Antonelliana, è stato un grande successo
della collaborazione tra Comune e IREN. Quindi sono successi che permettono … che
fa IREN, non in base a un 2% in più, a un 2% in meno, ma in base a dei progetti che
hanno effettivamente un'utilità, sia per IREN che poi per la città in cui si va a investire.
Io sono andato a vedere che cosa è cambiato rispetto al passato, una cosa che magari …,
è andato via l'ex Sindaco Fassino, volevo anche ringraziarlo perché l'operazione di oggi
parte anche dal voto maggiorato che era stato fatto prima, quindi il voto maggiorato che
aveva fatto Fassino, permette attualmente alla Città di Torino e a tutti gli altri soci di
dismettere delle quote. Sono andato a vedermi gli altri soci di IREN, Piacenza nel 2015
ha venduto le quote, le ha vendute a 1,41, quindi a un valore ancora più basso, Piacenza
che era governata nel 2015 da Partito Democratico; 2016 Parma ha venduto una parte
delle sue quote; 2017 Reggio Emilia ha venduto una parte di quote di IREN; nel 2018,
due giorni fa, Reggio Emilia, sempre un Sindaco del Partito Democratico ha deliberato
di vendere un altro pacchetto di azioni. Voi direte: "Okay, però perché il Comune di
Torino fa questo? Poteva non venderle" e purtroppo non lo scopriamo certo oggi, ma
negli ultimi 10 anni le risorse dei Comuni si sono dimezzate, una volta c'era uno studio
dove diceva che nel 2008, 10 anni fa, i Comuni avevano circa 25 miliardi, adesso circa
12 ricevano, di trasferimenti, quindi le risorse si sono dimezzate e i Comuni come
Piacenza, Parma, Reggio Emilia e anche il Comune di Torino, sono obbligati a
dismettere alcune partecipate che non sono strategiche. Fino a prova contraria, il
Comune di Torino deve garantire i servizi essenziali dal welfare, ai servizi educativi, ma
non deve occuparsi magari di fare un piano industriale di una multiutility, fino a prova
contraria, non è nelle sue …, nel suo core business, diciamo. Eppure purtroppo non
iniziamo certo noi, purtroppo, a fare questa operazione. Sicuramente l'ex Assessore se lo
ricorda, AMIAT, TRM, Farmacie Comunali, SAGAT, hanno provato a vendere anche
GTT, cioè hanno venduto l'impossibile e oggi invece su questo 2% facciamo le
barricate? Un minimo di coerenza, con tutta la buona volontà, si accetta tutto, va bene la
critica politica, però ci vuole la coerenza nelle azioni, cioè, se fino a quattro anni fa,
cinque anni fa, si è venduto di tutto e di più, qualsiasi cosa, si è provato a vendere
qualsiasi roba, anche Palazzo Madama può essere, se c'era la possibilità, si vendeva, di
tutto e di più, adesso invece su questo 2% bisogna fare le barricate, dire: "No, è
fondamentale, perché addirittura IREN, col suo piano industriale …, perdiamo posti di
lavoro, perdiamo di tutto e di più". Cioè, cerchiamo di essere un attimo coerenti col
discorso di non gridare al lupo al lupo anche quando non ce n'è. Quindi ci fermiamo a
quest'operazione che ha portato, che ha permesso alla Città di avere un buon introito,
per andare…, perché quei soldi lì non è che li abbiamo incassati per fare chissà che
cosa, li abbiamo incassati per una delibera che è stata assegnata proprio oggi dal
Presidente del Consiglio che andremo a discutere mercoledì e sono 25 milioni che
dobbiamo dare a GTT, su tutte le agevolazioni che il Comune di Torino col contratto di
servizio stipulato nel 2012 con GTT aveva chiesto, che GTT ha continuato a riscuotere
alcune agevolazioni, i disoccupati, gli ultrasessantacinquenni, i pensionati, i mutilati,
tutte agevolazioni che dà GTT e che il Comune di Torino ha inserito nel contratto di
servizio, che però poi non ha riconosciuto, ha riconosciuto in misura ridotta a GTT. Noi
ora, dopo sei anni, dobbiamo andare a sistemare queste agevolazioni che il Comune di
Torino non ha riconosciuto a GTT con questi 25 milioni che sono una parte della
vendita delle azioni IREN. Quindi alla fine tutto torna e l'importante è avere coerenza
nelle azioni. Noi siamo trasparenti, lo diciamo chiaramente, abbiamo venduto Iren
perché era nel piano di rientro e quindi era un'azione da fare per garantire i servizi
essenziali dei cittadini, lo rivendichiamo e lo facciamo alla luce del sole senza andare a
fare dei voli pindarici su altre questioni che poi non c'entrano tanto con la discussione
odierna.

VERSACI Fabio (Presidente)
Grazie. Prego, Vicepresidente Lavolta, ne ha facoltà per cinque minuti.

LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario)
Ne userò meno, perché la parola coerenza che ha usato il Consigliere Fornari, mi ha
acceso qualche lampadina, a LED, spero. Allora, innanzitutto, il Consigliere Fornari ci
dà due informazioni oggi pomeriggio. La prima, che il Movimento 5 Stelle qui
rappresentato, di fatto si sta comportando come si comporta il PD a Reggio Emilia e in
altri territori, quindi quella scatoletta di tonno che dovevate aprire, non solo è rimasta
sigillata, ma addirittura si scopre oggi, lei ce lo dice, che ha un'etichetta con 5 stelline
disegnate, che però ogni tanto si sfoglia e si scorge che sotto c'è ancora il PD, questo ha
detto lei, complimenti chapeau. La seconda informazione che ci dà il Consigliere
Fornari, è che noi dobbiamo essere orgogliosi del fatto che siamo riusciti, come
Amministrazione tutta, ad illuminare la Mole di blu, complimenti, davvero, il suo
intervento è illuminante, perché è quello che noi dobbiamo tutti insieme veicolare con
responsabilità da domani mattina ai 4.000 dipendenti che lavorano a Torino, perché,
guardi, c'è un tema che è la responsabilità economica, cui ha fatto riferimento il
Capogruppo Lo Russo, ma c'è un aspetto anche sociale che non possiamo mortificare e
non possiamo trascurare. Lei lo sa che degli 8.000 dipendenti di questa azienda ben
4.000 lavorano a Torino? Lei non sa, ad esempio, che quello che preoccupa noi non è
solo l'aspetto economico, ma è l'assenza di politica, l'assenza di politica che proprio nei
momenti difficili, come quando si va a trattare i nuovi patti parasociali, produce risultati
come quelli a cui abbiamo assistito poche settimane fa. Lei lo sa, lo dico al Consigliere
Curatella, che perlomeno ogni tanto rappresenta un barlume di consapevolezza su alcuni
aspetti e io lo ringrazio per l'onestà intellettuale, lei lo sa che gli 830 immobili di
proprietà della Città di Torino prima venivano gestiti da personale e la governance, la
testa di quelle scelte rispetto agli interventi di efficientamento energetico, rispetto alla
manutenzione delle caldaie, rispetto alla manutenzione di impianti termici, le persone e
le teste erano qui? Lei lo sa, Consigliere Fornari, che da settembre, grazie a queste
scelte, ma soprattutto grazie all'assenza di politica, che si siede a quei tavoli e tratta dei
Patti parasociali, la governance di una società che si chiama IREN Rinnovabili e che
gestisce non solo i nostri edifici, compreso questo, ma anche l'illuminazione pubblica
della città di Torino, anche gli impianti semaforici della città di Torino, la governance,
cioè la testa politica è andata, udite, udite, a Reggio Emilia, cioè la società che gestisce
il nostro patrimonio immobiliare, che gestisce i nostri impianti termici, i nostri impianti
elettrici, che gestisce i nostri semafori, che gestisce il nostro sistema di illuminazione
pubblica, di cui eravamo particolarmente orgogliosi, delle maestranze, ma anche delle
scelte strategiche politiche che caratterizzavano quella società in questo nostro
territorio, grazie all'assenza di politica, non alla dismissione di qualche quota,
all'assenza di politica che affianca la dismissione di quelle quote, da qualche settimana è
a Reggio Emilia. Io non ho sentito la Sindaca battere i pugni quando si stava scegliendo
il Direttore Generale di quella società che gestisce il nostro patrimonio, che è di Reggio
Emilia, il Direttore Generale è di Reggio Emilia. Io non ho sentito la Sindaca battere i
pugni quando si doveva decidere chi dovesse essere l'Amministratore Delegato di quella
società. Non volevo, Consigliere Fornari, che l'Amministratore Delegato e il Direttore
Generale fosse un amico degli amici, degli amici, volevo che fosse di Torino, perché
quello voleva dire rappresentare e rispettare le nostre maestranze, le nostre competenze.
Guardi, Consigliere Fornari, che se non c'è quella politica, che a lei fa tanto schifo,
perché evidentemente evoca qualcosa di sbagliato, succede questo e succede che le
scelte strategiche, e poi voglio vedere chi viene a rispondere tra qualche mese, tra
qualche anno, alle legittime richieste del Consigliere Curatella, che chiede: "Ma perché
non si possono fare gli interventi di efficientamento energetico sul Patrimonio
Pubblico? Ma perché non possiamo continuare il piano di sostituzione
dell'illuminazione pubblica, …?" qualcosina, fortunatamente, si sta ricominciando a
fare: "… ma perché non possiamo intervenire in modo smart sui nostri semafori?".
Questo è il problema, Consigliere Fornari, che non c'è politica, che questi processi non
sono accompagnati, che l'Assessore Rolando fa la sua parte, lui fa il contabile, lui dice:
"Io devo far quadrare i conti, quindi smetto, vendo, a me del resto non me ne frega
niente". Perché? Perché lui fa la sua parte, quello che manca è tutto il resto, la politica
che dovreste metterci anche voi, cari colleghi. Allora è per quello che noi chiediamo,
diamo un messaggio forte, serio, a quei 4.000 dipendenti, dimostriamo, come Consiglio
Comunale, che crediamo nel valore vero di quella società e che vogliamo difendere
quelle tante competenze, quelle tante maestranze, che vivono e lavorano sul nostro
territorio.

VERSACI Fabio (Presidente)
Grazie. Se non ci sono altri interventi … Consigliera Amore. Prego, ne ha facoltà per
cinque minuti.

AMORE Monica
Grazie, Presidente. Io, la cosa che volevo dire era quella che non bisogna mistificare la
verità con la realtà, non si fa, perché la vendita delle azioni IREN fa parte del piano di
intervento presentato e accettato dalla Corte dei Conti più di un anno fa, approvato dal
Consiglio Comunale. Inoltre il patto di sindacato non vede implicazioni sulla
governance a Torino, così come Reggio Emilia continuano ad avere le stesse
prerogative nell'ambito di IREN. Quindi, se noi abbiamo fatto questa scelta, è perché
comunque va nella giusta direzione, appunto, anche quello che dice la Corte dei Conti.
Grazie.

VERSACI Fabio (Presidente)
Grazie. Voleva ancora concludere l'Assessore Rolando, prego.

ROLANDO Sergio (Assessore)
Io soltanto per …, hanno già detto abbondantemente, chi mi ha preceduto sul tema della
minusvalenza e degli altri passaggi. Io volevo soltanto sottolineare due aspetti, intanto
che il tema, ovviamente, con tutta la cura possibile, non metto in dubbio cosa fanno gli
azionisti di questa società di riferimento, però ricordo a tutti che un anno fa Genova
aveva approvato una delibera in Consiglio per vendere. Io, ovviamente, non ho motivo
di pensare alle motivazioni che ci stanno dietro, ma se un anno prima, sei mesi prima
decido di vendere, poi cambio idea, parlare di strategia, mi viene più da pensare a tattica
che a strategia. E poi un'altra cosa, una delibera è un conto, eseguire la delibera è un
altro, perché sennò sei mesi fa, un anno fa, poteva capitare che Genova vendeva. La
seconda cosa che volevo dire, che è un aspetto tecnico, nel Bilancio Pluriennale della
Città, la perdita di dividendo per questa dismissione, per questa vendita di azioni, è già
previsto, non è una novità, perché il Bilancio Pluriennale tiene conto delle previsioni di
dividendo a salire dal piano industriale e del fatto che il numero di azioni, che sarà
retribuito, compensato, dal dividendo ad aprile, sarà quello nuovo, non quello vecchio.
Infine, il patto parasociale, che qualcuno ha chiamato anche patto di sindacato che si
evidenzia poi, che ha due caratteristiche, il primo la durata, è vero che scade, ma se non
viene rinnovato, continua a durare quello che c'era prima e questa è una clausula di
salvaguardia che non abbiamo introdotto noi, ma che c'è. Secondo, il Patto parasociale
prevede che le tre città, a prescindere dal fatto del peso specifico, esercitano con i
quattro quinti quello che è stato prima illustrato dal Consigliere Fornari, in tema di
privilegio nelle decisioni di governance importanti. Quindi il tema è questo, il fatto che
si liberino altri spazi di azioni da vendere, non solo per la Città di Torino nel futuro, che
deriva proprio dalla revisione della posizione dei soci con l'inserimento di nuovi soci ed
altro, è un tema che non abbiamo inventato noi e che esiste. Tendo poi a dire che la
vendita che è stata fatta, di azioni, non si colloca né in una vendita di percentuale di
controllo, non basterebbe Torino per spostare il controllo in IREN, non basterebbe una
delle tre città, perché i premi di maggioranza si danno a percentuali di azioni che si
vendono nella Borsa, in tutte le Borse del mondo, per quelle percentuali che consentano
la governance e siccome le tre città hanno la regola nel Patto parasociale dei quattro
quinti che è legata al Patto di sindacato, questo tema non si sposta.

VERSACI Fabio (Presidente)
Grazie. Passerei al punto successivo. (INTERVENTO FUORI MICROFONO).
Le Interpellanze Generali non si possono approfondire in Commissione, la questione è
che se si fa una richiesta, ovviamente, come Capogruppo lei può fare la richiesta
tranquillamente di andare in Commissione, però … (INTERVENTO FUORI
MICROFONO). Ma non si può.

LO RUSSO Stefano
Scusi, Presidente. Siccome sono state dette in replica delle cose dall'Assessore Rolando,
piuttosto rilevanti e siccome io ho avuto modo di chiedere, per favore, gliela formalizzo
a verbale in Aula, poi gliela formalizzerò in Conferenza dei Capigruppo, poi, se vorrà
venirci anche Fornari son contento, però questa questione va affrontata con la Sindaca,
con la Sindaca. presente, okay? Quindi, con tutto il dovuto rispetto per tutti, però,
siccome sono questioni che poi…, senza nulla togliere, però io avrei piacere di avere lei,
almeno in Commissione, okay? Visto che non viene in Aula. Quindi, Presidente, la
pregherei, siccome stiamo parlando di una roba piuttosto rilevante per questa Città, con
tutto il rispetto per il resto, okay? Se riuscissimo anche prima di Natale a calendarizzare
una discussione un po' più approfondita rispetto alle cose che sono state dette, che sono
piuttosto impegnative, io avrei piacere, stante la rilevanza dell'argomento.
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