Interventi |
VERSACI Fabio (Presidente) Tornerei indietro col nostro ordine dei lavori. Ritornerei all'Interpellanza Generale presentata dal capogruppo Lo Russo e altri, dal titolo: "IREN: quale futuro?" VERSACI Fabio (Presidente) Risponde l'Assessore Rolando, a cui lascio la parola, prego. ROLANDO Sergio (Assessore) Buonasera. L'interpellanza in oggetto fa sette domande a cui mi accingo a rispondere, citando prima la domanda, per chiarimento. La prima domanda sostiene: "se corrisponde al vero quanto riportato dai quotidiani locali riguardo a circa 20 milioni di euro di entrata in meno rispetto a quanto previsto. In merito a queste notizie apparse su alcuni quotidiani si osserva come nessun riferimento alla mancata corrispondenza tra entrate previste ed entrate riscosse possa essere associato all'indicato ammontare di 20 milioni di euro. Tale somma è stata calcolata sulla base del confronto tra il corso azionario di una certa data, anteriore di oltre 10 mesi dal giorno della vendita e il prezzo di vendita delle azioni IREN in tale ultima data. Naturalmente si tratta di un valore che varia a seconda del giorno preso a riferimento per il confronto. Inoltre un tale calcolo andrebbe in ogni caso praticato confrontando i corsi azionari e non i valori disomogenei, come da un lato il corso azionario di un giorno stabilito e quale altro termine di paragone il dato effettivo di vendita, che ovviamente è al netto del ribasso legato alla specifica tipologia di operazione e alla commissione bancaria. Per quanto attiene in ogni caso alla previsione di Bilancio della Città", che peraltro non è il soggetto che ha venduto, come noto, che si riferiscono nella fattispecie alle entrate derivanti da FCT Holding, esse sono state compiutamente raggiunte, in conseguenza …. , con riferimento al punto 2: "Come pensa la Città di compensare tale minusvalenza nei Bilanci dell'ente, in conseguenza a quanto detto al punto precedente per quanto attiene alla predetta tipologia di risorsa, non si sono determinate minori entrata nel Bilancio della Città". La terza domanda dice: "Quali indicazioni la Sindaca della Città di Torino avrebbe dato in conformità alla deliberazione del Consiglio Comunale, approvata il 4 aprile scorso citato in premessa?". La Sindaca di Torino ha formalmente comunicato alla Società FCT Holding l'indicazione di vendita d'azioni, precisando che se sarebbe dovuta avvenire attraverso l'advisor appositamente incaricato, in conformità a quanto deliberato. Tale modalità ha consentito di fare affidamento su primarie competenze ed esperienza circa alle indicazioni in ordine allo svolgimento dell'operazione. La domanda numero 4 chiede: "se è stata fatta dalla Sindaca una valutazione relativa alla minusvalenza derivante dalla scelta di vendere in un momento di così basso valore del titolo e la risposta è: "che la vendita è avvenuta nella giornata indicata opportuna dall'advisor, avuta considerazione della necessità di conciliare il livello dei corsi con il livello di domanda essenziale a concludere positivamente l'operazione di collocamento mastrivo. Come è noto, esso non ha potuto avere luogo che successivamente all'esecutività della scissione di FSU S.r.l., determinatasi in data 27 luglio 2018. Dopo tale data, escluso il periodo estivo di bassi volumi e il cosiddetto black period, la vendita è stata effettuata nella data in cui si è determinata la miglior conciliazione sulla base delle valutazioni dell'advisor, delle succitate condizioni. Tutto ciò premesso, la vendita non ha comunque determinato minusvalenze nel Bilancio di FCT, m anzi ha consentito alla predetta società di realizzare una plusvalenza complessiva di 7,79 milioni di euro. La domanda numero 5 chiede: "Quali strategie intende attivare a questo punto la Città per garantire il futuro del ruolo di Torino nel futuro assetto gestionale di IREN". "Il ruolo della Città, di IREN è attualmente garantito dallo Statuto e dal patto parasociale, che, come noto, risale a precedenti periodi amministrativi e sarà garantito in futuro da un nuovo Statuto della Società e da un nuovo patto parasociale idoneo ad assicurare la perdurante centralità del socio nella compagine della governance che la Città si è impegnata ad approvare entro il mese di gennaio 2019", torno a dire, insieme agli altri 64-65 Comuni che l'approveranno. Il punto 6: "A questo punto è possibile che la Città di Torino venga estromessa del patto di sindacato tra i soci che designano i vertici di IREN attraverso un accordo tra gli altri soci pubblici ed eventuali soci privati?". "Alla luce di quanto indicato al punto precedente dell'interlocuzione intervenuta, si può certamente escludere che la Città di Torino sia estromessa dal Patto di Sindacato tra i soci che designano i vertici di IREN a seguito di accordi tra gli stessi. L'ultima domanda: "Quali effetti potrà avere questa decisione rispetto al futuro del piano industriale di IREN per quanto riguarda gli investimenti sul territorio torinese e piemontese?". "Non ci sono ragioni allo stato quanto risulta dalle informazioni in possesso degli uffici scriventi per ottenere che la vendita di cui si tratta, tra l'altro, annunciata da quattro documenti nel 2017", li cito in ordine: Bilancio Preventivo, è l'ultimo, 2018-2020; ricognizione piano di interventi, piano di interventi approvato presso la Corte dei Conti; delibera citata dei due Consigli della Città di Torino e di Genova e per ultimo forse c'è anche un tema …, adesso non lo ricordo, ma c'era anche un altro tema che riguardava un atto formale che adesso non mi ricordo, comunque tre documenti ufficiali approvati da questo Consiglio. Quindi, alla luce di tutte queste informazioni: "possiamo affermare che dalle informazioni che abbiamo, per ritenere che la vendita di cui si tratta possa avere effetti rilevanti rispetto ai futuri piani industriali di IREN, per quanto attiene gli investimenti sul territorio torinese e piemontese". Ricordo che i documenti che riguardano tutta questa operazione, dai documenti formali nei confronti della precedente governance e di quella futura e tutte le scelte effettuate, comprese quelle dell'advisor e delle operazioni collegate, sono state approvate precedentemente e sono state recepite in tutti gli atti svolti dalla Città. VERSACI Fabio (Presidente) Grazie. Prego, Capogruppo Lo Russo, ne ha facoltà per cinque minuti. LO RUSSO Stefano La questione di IREN ha per importanza economica di impatto su questa città, un valore forse fin superiore alla questione Olimpica e conseguentemente avremmo ritenuto e certamente molto più corretto, che a rispondere a questa interpellanza ci fosse Chiara Appendino e non l'Assessore Rolando, per due ragioni, primo, per la rilevanza della questione, secondo, perché l'Assessora con delega, o meglio, la Sindaca che ancora ha le deleghe alle partecipate, è Chiara Appendino. Apprendiamo dalle parole dell'Assessore Rolando che la scelta di vendere il 2,5% sul 5 autorizzato in data aprile 2018, è stata una scelta, per quanto riguarda il momento in cui vendere, che comunque ha prodotto quella minusvalenza di oltre 20 milioni di euro dell'advisor. Meno male che abbiamo scelto il migliore, perché, onestamente, immaginarsi se avessimo dovuto sceglierne un altro, che cosa avrebbe prodotto. Ma la cosa più rilevante, in realtà, di quanto ha riportato l'Assessore Rolando, non è tanto la questione della minusvalenza attuale sulla vendita, è quelle che sono le conseguenze della scelta, o meglio, della non scelta che sta facendo questa Amministrazione. Abbiamo sempre avuto modo di osservare tutte le volte che Appendino ha portato una questione dentro quest'Aula, che è completamente priva di strategia. Mi spiego in altri termini, noi abbiamo, la Città di Torino ha, aveva un pacchetto azionario di IREN S.p.A. che ammontava al 16%, questo pacchetto azionario di una società molto importante, quotata in Borsa e che ha un piano di investimenti approvato dall'attuale Consiglio di Amministrazione di oltre 3 miliardi di euro, che vuol dire posti di lavoro, vuol dire lavori, vuol dire, sostanzialmente, un circuito e un indotto economico che solo su questo territorio di cui stiamo parlando vale un miliardo di euro da qua al 2023, un miliardo di euro, bene, questa società aveva un sistema di governo societario che poggiava su tre pilastri, il pilastro torinese, il Pilastro genovese e il pilastro emiliano e questo tipo di assetto societario di questo pacchetto di maggioranza era la garanzia contemporaneamente della …, come dire, praticamente garanzia pubblica, o di utilità pubblica dell'intervento di IREN, ma soprattutto era, per quanto riguardava le scelte aziendali di questo soggetto, che è un soggetto economico molto importante, anzi, il più rilevante di questo territorio, la garanzia che nell'ambito dei ragionamenti aziendali Torino non venisse penalizzata. Ora, la scelta di alienare il 2,5% del pacchetto azionario di IREN, operata da Appendino, si coniuga, peraltro con un tempismo quasi perfetto, con una speculare e opposta scelta del Comune di Genova, Comune di Genova che erano nostro socio di riferimento dentro FSU, che oggi è autonomo in virtù dello scorporo, che mentre Appendino vendeva il 2,5%, il Sindaco Bucci a Genova si faceva autorizzare dal proprio Consiglio Comunale la possibilità di comprare un ulteriore 2,5%. Se a questo sommiamo il fatto che nello schema ligure c'è un'altra società, che è la società di La Spezia, che comunque ha rapporti molto stretti con Genova, questi elementi fanno sì che, quando i patti parasociali, cioè gli accordi tra i soci verranno a scadere e l'ha detto lei, Assessore Rolando, questa cosa capiterà piuttosto rapidamente, già nel 2019, ci siederemo intorno a un tavolo, cioè, vi siederete intorno ad un tavolo, Appennino, a nome di tutti noi però, non in quanto Appendino, a nome dei cittadini di Torino, che quella società l'hanno costruita a partire dalla vecchia azienda elettrica municipale, con un assetto azionario strutturalmente minoritario rispetto al Comune di Genova. Questi elementi ci portano a dire che abbiano, avete, esposto la città, e la state esponendo, al rischio piuttosto concreto che la lista dei nomi e soprattutto le persone che vi verranno individuate dentro l'assetto di governo della Società IREN S.p.A. saranno figlie ed è anche legittimo ed è giusto che sia, perché fa parte di una strategia, di condizionamenti piuttosto robusti dell'azionista, a quel punto, di riferimento, che, guarda caso, non saremo più noi, ma sarà il Comune di Genova. Siccome non andate al buio a quel tavolo a discutere di questa questione, è evidente che il piano di investimenti che IREN ha approvato e annunciato, ribadisco, dal 2018 al 2023, 3 miliardi di euro, 3 miliardi di euro di investimenti potrà legittimamente essere rivisto da quel nuovo Consiglio di Amministrazione che verrà a insediarsi. A queste preoccupazioni che abbiamo, mi dispiace, ma non state dando risposte e noi continuiamo a ribadire un semplice concetto, non c'è Appendino, se gentilmente, Assessore Rolando, quando torna Appendino e si degna di venire in Sala Rossa a discutere di queste questioni, che sono migliaia di posti di lavoro in questo territorio, migliaia di posti di lavoro, tanto per essere chiari, assunzioni, lavori, indotto, quello è oggi di cui stiamo discutendo in assenza per l'ennesima volta di Chiara Appendino. Benissimo, noi vi chiediamo di essere chiari, o fate i più puri dei puri e ci spiegate che IREN deve rimanere in mano pubblica e allora non vendete nulla, oppure siate coraggiosi, fate un'operazione robusta e IREN la vendete per risanare il famoso Bilancio che avete trovato, e compagnia cantante. Quello che non dovete fare, è esattamente quello che state facendo e cioè venderla pezzo a pezzo, anno per anno, perché venderla pezzo a pezzo, anno per anno, produce un effetto economico-contabile come quello che vi abbiamo illustrato e cioè una minusvalenza diretta, precisa, produce il fatto che voi pregiudicate il dividendo dell'anno successivo. Assessore Rolando, io non voglio anche qua infierire, però a dividendo costante, l'operazione produce una minore entrata di 2,5 milioni di euro sul Bilancio 2019. Il dividendo di IREN è stato intorno ai 14 milioni, col 16% di quote, se riduciamo le quote, riduciamo in proporzione il dividendo e questo lo facciamo nel momento in cui…, le do lettura di quanto dice IREN, non lo dico io: "La crescita del dividendo è prevista del 10% all'anno, per arrivare a 13,5 centesimi di euro ad azione, dagli 8,4 …". Quindi questa perdita differenziale è ancora superiore. Terzo elemento, un conto è vendere un pacchetto azionario che consenta a chi lo compra, il governo della società, e allora lo si venda tutto, lo si venda tutto, o non lo si venda proprio. Quello che non è tollerabile per gli interessi di questa città, non perché lo diciamo noi, per l'interesse di questa città, è questa politica di sfogliare il carciofo e vendere un pezzo all'anno di IREN, perché questo pezzo all'anno di IREN produce minori entrate, ci rende meno forti rispetto ai nostri interlocutori, e arriverà il momento che di questo passo ha venduto il 2,5, Appendino, ha l'autorizzazione, addirittura, a vendere il 5. Cioè, voi vi siederete al Tavolo con Genova e gli emiliani con l'11%, con un socio che avrà il 20% di controllo. E secondo lei, Assessore Rolando, io mi devo fidare? Non ci dobbiamo fidare? Che l'assetto di governo di quella società sarà l'assetto di governo che tutelerà Torino? Mi dispiace, no, non siete in grado di gestire quella trattativa lì, abbiate pazienza, e lo state dimostrando. Allora, risolvete i problemi politici, risolvete i problemi politici, perché non è più tollerabile questo tipo di atteggiamento economico. Volete fare quelli puri che non vendono il patrimonio pubblico, perché nella …, benissimo, allora non vendete, e chiudo. Se invece volete fare un'operazione di vendita, come quelle che state facendo, un pezzo alla volta, state facendo due danni, Assessore Rolando e Sindaca Appendino, due danni a questa Città, anzi tre: il primo, economico diretto, state svendendo delle azioni che potrebbero valere di più; il secondo, per quanto riguarda l'indebolimento della posizione della Città; il terzo, voi state mettendo a serio rischio un miliardo di euro di investimenti di questa società su questo territorio, state mettendo a serio rischio quella roba lì, perché il giorno in cui si insidia il nuovo CdA, prende in mano il piano industriale 2018-2023 e verosimilmente ..., poi spero di sbagliarmi, ma non ho garanzie, scusate, potrà rivedere e correggere quel piano industriale, spostare personale, investimenti, business, sui territori di riferimento di soci privati e chi mi garantisce che questo non accadrà? Certamente mi garantite che la città sarà molto, molto, meno cautelata. Per queste ragioni io credo che questo che è un tema di sviluppo cruciale di questo territorio, non si possa affrontare banalmente con questo tipo di discussione e quindi inviterò la Sindaca Appendino, non me ne voglia Rolando, io voglio vedere la Sindaca su questa roba qua, perché la deve finire di scappare, questa scappa costantemente, questa scappa costantemente. Venga in Commissione e discutiamo una buona volta di quale è la strategia nel rispetto della laicità delle posizioni. Guardate che io la affronto in maniera assolutamente laica rispetto alla posizione di chi dice: "Noi siamo per l'acqua pubblica", queste cose qui, però … e rispetto anche la posizione di IREN: "Noi siamo per l'alienazione", purché ci sia chiarezza. Quello che non vi consentiamo di fare, ovviamente nel ruolo che ci compete, che è quello di poterlo dire qua, non siamo noi al Governo di questa Città, è di svendere un patrimonio che i torinesi hanno costruito in più di 100 anni e che è un patrimonio oggettivo di valore attuale e prospettico per questo territorio. VERSACI Fabio (Presidente) Capogruppo Tresso, ne ha facoltà per cinque minuti. TRESSO Francesco Grazie, Presidente. Ma, guardi, Assessore, anch'io sono preoccupato e le risposte che lei ci ha fornito non hanno tanto …, come dire, dato tranquillità alle provocazioni che abbiamo cercato di esprimere con l'interpellanza, per i motivi, in parte già espressi dal Capogruppo Lo Russo, cioè questa svendita a rate, questo piano dismissione a piccole dosi, probabilmente per non suscitare, così, le perplessità e le preoccupazioni anche della Maggioranza di fronte a quello che di fatto è poi un sacrificio della cosa pubblica. Vede, qua il tema è che IREN gestisce degli elementi di territorialità che sono fondamentali per la collettività, perché noi qui stiamo parlando di acqua, di energia, di sottosistemi energetici, non solo di Torino, ma del suo territorio, le dighe della Valle Orco, per essere chiari, quindi di tutto un sistema che è stato costruito nel tempo e che necessariamente l'organo di governo della città deve poter gestire. Qui rischiamo, come già è stato detto, di vedere poi una Città che esce dalla stanza dei bottoni, perché ha progressivamente ceduto delle quote, non in virtù di una strategia, ma in virtù della necessità di chiudere i Bilanci, sostanzialmente, di volta in volta e che poi vedrà altri soggetti fare un piano industriale e che giocheranno con gli asset di questo territorio in cui lei non potrà più esprimere alcuna valutazione di merito. Questo è un danno enorme per la collettività, io credo che di questo dovete rendervene conto e dovrete dare delle risposte ed è assolutamente necessario andare in una Commissione in cui si discuta seriamente, si dia con concretezza delle risposte di quella che è una strategicità che ad oggi non risulta. Lei ci dice: "Nel 2019 rivedremo i patti parasociali per garantire comunque la definizione degli Organi di Amministrazione", ma chi ci dice invece: "che Appendino non continui in questa dismissione progressiva, perché di volta in volta sarà nella necessità di rivedere quello che era stato il Bilancio Preventivo", ma per citarne una, gli oneri di urbanizzazione, 21 milioni messi nel preventivo, ne sono stati realizzati meno della metà. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Ma come chi l'ha detto? Perché sono i dati concreti, Montanari, parliamone, tant'è che, infatti, nella delibera che poi vediamo dopo, c'è una riduzione degli oneri di urbanizzazione messi a preventivo, ma così pure come l'alienazione di quote delle partecipate, se sono finalizzate a ridurre il debito, a moderare, a ridurre il debito e il residuo attivo, soprattutto, a fare un piano di investimenti serio, ma se sono solo finalizzati a cercare di chiudere, a pareggiare il Bilancio. francamente anche la narrazione che adesso e lo vedremo dopo, mettiamo in spesa corrente le fondazioni. Ma che cos'è la spesa corrente? Ma sul 2018? Ma lo vedremo, poi, semmai nel 2019, perché queste sono entrate straordinarie, poi, che ce le investite tramite i dividendi di FTC, è un'altra cosa, ma di fatto sono entrate straordinarie a tutti gli effetti. Allora, anche qui poi è già stato richiamato il discorso anche dei dividendi, rinunciamo, per averli subito, a, invece, delle continuità di entrate che sono certe, sono certe almeno stante così la situazione. In più anche questa mancanza di progettualità, necessariamente poi si esplica in una approssimazione, che comunque porta poi a vendere in momenti meno favorevoli. Probabilmente voi contavate anche che l'ausilio di un Governo amico avrebbe dato un aiuto, poi, a delle entrate che consentissero di chiudere, bisogna vedere se proprio il Governo amico ha causato poi delle scelleratezze che hanno modificato poi gli andamenti azionari e quindi siete poi costretti a vendere nel momento in cui c'è una minusvalenza evidente, ma anche di questo, però, voglio dire, di nuovo denota un'approssimazione in tutto ciò. Io credo che e vado a concludere, sia necessario avere una chiarezza, è già stato detto prima, di quella che voglia essere un'idea. Mi sembra che qui invece, viceversa, si assista di volta in volta a un cercare di riparare, di far quadrare i conti, provvedendo quindi a quello che un po' in affanno, si cerca di fare per andare alla chiusura. Come è già stato detto, su IREN, merita un provvedimento molto più serio, un qualcosa che riguarda non solo la città, ma tutto il territorio e credo che in virtù del fatto di cosa IREN ha in pancia, da AMIAT, al termovalorizzatore, a tutta una serie di elementi che davvero incidono fortemente sulla gestione e sulla vita della collettività, questa riflessione merita degli approfondimenti ben più articolati e adeguati. VERSACI Fabio (Presidente) Grazie. Ho iscritto a parlare il Consigliere Fornari. Consigliere Fornari, vuole intervenire? Prego. FORNARI Antonio Sì, grazie, Presidente. L'interpellanza ha permesso di chiarire, ovviamente, un'informazione che era stata riportata sui giornali, che è assolutamente errata, era quella dei 20 milioni, anzi, come ha specificato l'Assessore, c'è stata una plusvalenza di 7,79 milioni, quindi per la Città …, la Città non ha perso nulla, anzi, rispetto a quanto aveva a Bilancio, ha avuto la plusvalenza di 7,79 milioni. Quindi su questo direi che possiamo tranquillizzare tutti, la Città non ha perso nulla. Sul fatto degli investimenti di IREN, io, fino a prova contraria, IREN è una multiutility, è quotata in Borsa, io sono convinto che il CdA di IREN, i dirigenti di IREN e tutto il management di IREN prepari un piano industriale non seguendo l'indirizzo di un Comune che ha un 2% in più, un 2% in meno, ma deve rendere conto agli azionisti, deve rendere conto alla Borsa, quindi fare un piano industriale credibile, e soprattutto investire dove ha un maggior, poi, utile, utile rispetto a quello che è poi il mercato, non investe, certo, magari in un Comune piuttosto che in un altro soltanto perché c'è il politico di turno che ha consigliato di investire lì, quelle magari sono logiche vecchie, che io mi auguro oramai superate. Per una società quotata in Borsa, non credo che nel momento in cui un politico alza il telefono, si cambia il piano industriale da un giorno all'altro, i piani industriali si fanno dove effettivamente c'è una redditività per l'impresa, stiamo parlando di una S.p.A. quotata in Borsa, che è una multiutility che fa milioni di euro di fatturato. Quindi quelle preoccupazioni, sinceramente, sono poco credibili, anche perché IREN, lo abbiamo visto, fa dei progetti e investe su delle città se effettivamente poi ha un ritorno magari sia economico, ma anche dal punto di vista di richiamo del marchio. Penso, ad esempio, agli scooter elettrici che ci sono stati qui in città, che sono stati un richiamo, un investimento di IREN. L'ultima cosa che può essere magari un qualcosa di minore, ma che ha avuto un discreto successo, ha permesso alla città anche di avere un richiamo nell'est asiatico, è l'illuminazione della Mole Antonelliana, è stato un grande successo della collaborazione tra Comune e IREN. Quindi sono successi che permettono … che fa IREN, non in base a un 2% in più, a un 2% in meno, ma in base a dei progetti che hanno effettivamente un'utilità, sia per IREN che poi per la città in cui si va a investire. Io sono andato a vedere che cosa è cambiato rispetto al passato, una cosa che magari …, è andato via l'ex Sindaco Fassino, volevo anche ringraziarlo perché l'operazione di oggi parte anche dal voto maggiorato che era stato fatto prima, quindi il voto maggiorato che aveva fatto Fassino, permette attualmente alla Città di Torino e a tutti gli altri soci di dismettere delle quote. Sono andato a vedermi gli altri soci di IREN, Piacenza nel 2015 ha venduto le quote, le ha vendute a 1,41, quindi a un valore ancora più basso, Piacenza che era governata nel 2015 da Partito Democratico; 2016 Parma ha venduto una parte delle sue quote; 2017 Reggio Emilia ha venduto una parte di quote di IREN; nel 2018, due giorni fa, Reggio Emilia, sempre un Sindaco del Partito Democratico ha deliberato di vendere un altro pacchetto di azioni. Voi direte: "Okay, però perché il Comune di Torino fa questo? Poteva non venderle" e purtroppo non lo scopriamo certo oggi, ma negli ultimi 10 anni le risorse dei Comuni si sono dimezzate, una volta c'era uno studio dove diceva che nel 2008, 10 anni fa, i Comuni avevano circa 25 miliardi, adesso circa 12 ricevano, di trasferimenti, quindi le risorse si sono dimezzate e i Comuni come Piacenza, Parma, Reggio Emilia e anche il Comune di Torino, sono obbligati a dismettere alcune partecipate che non sono strategiche. Fino a prova contraria, il Comune di Torino deve garantire i servizi essenziali dal welfare, ai servizi educativi, ma non deve occuparsi magari di fare un piano industriale di una multiutility, fino a prova contraria, non è nelle sue …, nel suo core business, diciamo. Eppure purtroppo non iniziamo certo noi, purtroppo, a fare questa operazione. Sicuramente l'ex Assessore se lo ricorda, AMIAT, TRM, Farmacie Comunali, SAGAT, hanno provato a vendere anche GTT, cioè hanno venduto l'impossibile e oggi invece su questo 2% facciamo le barricate? Un minimo di coerenza, con tutta la buona volontà, si accetta tutto, va bene la critica politica, però ci vuole la coerenza nelle azioni, cioè, se fino a quattro anni fa, cinque anni fa, si è venduto di tutto e di più, qualsiasi cosa, si è provato a vendere qualsiasi roba, anche Palazzo Madama può essere, se c'era la possibilità, si vendeva, di tutto e di più, adesso invece su questo 2% bisogna fare le barricate, dire: "No, è fondamentale, perché addirittura IREN, col suo piano industriale …, perdiamo posti di lavoro, perdiamo di tutto e di più". Cioè, cerchiamo di essere un attimo coerenti col discorso di non gridare al lupo al lupo anche quando non ce n'è. Quindi ci fermiamo a quest'operazione che ha portato, che ha permesso alla Città di avere un buon introito, per andare…, perché quei soldi lì non è che li abbiamo incassati per fare chissà che cosa, li abbiamo incassati per una delibera che è stata assegnata proprio oggi dal Presidente del Consiglio che andremo a discutere mercoledì e sono 25 milioni che dobbiamo dare a GTT, su tutte le agevolazioni che il Comune di Torino col contratto di servizio stipulato nel 2012 con GTT aveva chiesto, che GTT ha continuato a riscuotere alcune agevolazioni, i disoccupati, gli ultrasessantacinquenni, i pensionati, i mutilati, tutte agevolazioni che dà GTT e che il Comune di Torino ha inserito nel contratto di servizio, che però poi non ha riconosciuto, ha riconosciuto in misura ridotta a GTT. Noi ora, dopo sei anni, dobbiamo andare a sistemare queste agevolazioni che il Comune di Torino non ha riconosciuto a GTT con questi 25 milioni che sono una parte della vendita delle azioni IREN. Quindi alla fine tutto torna e l'importante è avere coerenza nelle azioni. Noi siamo trasparenti, lo diciamo chiaramente, abbiamo venduto Iren perché era nel piano di rientro e quindi era un'azione da fare per garantire i servizi essenziali dei cittadini, lo rivendichiamo e lo facciamo alla luce del sole senza andare a fare dei voli pindarici su altre questioni che poi non c'entrano tanto con la discussione odierna. VERSACI Fabio (Presidente) Grazie. Prego, Vicepresidente Lavolta, ne ha facoltà per cinque minuti. LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario) Ne userò meno, perché la parola coerenza che ha usato il Consigliere Fornari, mi ha acceso qualche lampadina, a LED, spero. Allora, innanzitutto, il Consigliere Fornari ci dà due informazioni oggi pomeriggio. La prima, che il Movimento 5 Stelle qui rappresentato, di fatto si sta comportando come si comporta il PD a Reggio Emilia e in altri territori, quindi quella scatoletta di tonno che dovevate aprire, non solo è rimasta sigillata, ma addirittura si scopre oggi, lei ce lo dice, che ha un'etichetta con 5 stelline disegnate, che però ogni tanto si sfoglia e si scorge che sotto c'è ancora il PD, questo ha detto lei, complimenti chapeau. La seconda informazione che ci dà il Consigliere Fornari, è che noi dobbiamo essere orgogliosi del fatto che siamo riusciti, come Amministrazione tutta, ad illuminare la Mole di blu, complimenti, davvero, il suo intervento è illuminante, perché è quello che noi dobbiamo tutti insieme veicolare con responsabilità da domani mattina ai 4.000 dipendenti che lavorano a Torino, perché, guardi, c'è un tema che è la responsabilità economica, cui ha fatto riferimento il Capogruppo Lo Russo, ma c'è un aspetto anche sociale che non possiamo mortificare e non possiamo trascurare. Lei lo sa che degli 8.000 dipendenti di questa azienda ben 4.000 lavorano a Torino? Lei non sa, ad esempio, che quello che preoccupa noi non è solo l'aspetto economico, ma è l'assenza di politica, l'assenza di politica che proprio nei momenti difficili, come quando si va a trattare i nuovi patti parasociali, produce risultati come quelli a cui abbiamo assistito poche settimane fa. Lei lo sa, lo dico al Consigliere Curatella, che perlomeno ogni tanto rappresenta un barlume di consapevolezza su alcuni aspetti e io lo ringrazio per l'onestà intellettuale, lei lo sa che gli 830 immobili di proprietà della Città di Torino prima venivano gestiti da personale e la governance, la testa di quelle scelte rispetto agli interventi di efficientamento energetico, rispetto alla manutenzione delle caldaie, rispetto alla manutenzione di impianti termici, le persone e le teste erano qui? Lei lo sa, Consigliere Fornari, che da settembre, grazie a queste scelte, ma soprattutto grazie all'assenza di politica, che si siede a quei tavoli e tratta dei Patti parasociali, la governance di una società che si chiama IREN Rinnovabili e che gestisce non solo i nostri edifici, compreso questo, ma anche l'illuminazione pubblica della città di Torino, anche gli impianti semaforici della città di Torino, la governance, cioè la testa politica è andata, udite, udite, a Reggio Emilia, cioè la società che gestisce il nostro patrimonio immobiliare, che gestisce i nostri impianti termici, i nostri impianti elettrici, che gestisce i nostri semafori, che gestisce il nostro sistema di illuminazione pubblica, di cui eravamo particolarmente orgogliosi, delle maestranze, ma anche delle scelte strategiche politiche che caratterizzavano quella società in questo nostro territorio, grazie all'assenza di politica, non alla dismissione di qualche quota, all'assenza di politica che affianca la dismissione di quelle quote, da qualche settimana è a Reggio Emilia. Io non ho sentito la Sindaca battere i pugni quando si stava scegliendo il Direttore Generale di quella società che gestisce il nostro patrimonio, che è di Reggio Emilia, il Direttore Generale è di Reggio Emilia. Io non ho sentito la Sindaca battere i pugni quando si doveva decidere chi dovesse essere l'Amministratore Delegato di quella società. Non volevo, Consigliere Fornari, che l'Amministratore Delegato e il Direttore Generale fosse un amico degli amici, degli amici, volevo che fosse di Torino, perché quello voleva dire rappresentare e rispettare le nostre maestranze, le nostre competenze. Guardi, Consigliere Fornari, che se non c'è quella politica, che a lei fa tanto schifo, perché evidentemente evoca qualcosa di sbagliato, succede questo e succede che le scelte strategiche, e poi voglio vedere chi viene a rispondere tra qualche mese, tra qualche anno, alle legittime richieste del Consigliere Curatella, che chiede: "Ma perché non si possono fare gli interventi di efficientamento energetico sul Patrimonio Pubblico? Ma perché non possiamo continuare il piano di sostituzione dell'illuminazione pubblica, …?" qualcosina, fortunatamente, si sta ricominciando a fare: "… ma perché non possiamo intervenire in modo smart sui nostri semafori?". Questo è il problema, Consigliere Fornari, che non c'è politica, che questi processi non sono accompagnati, che l'Assessore Rolando fa la sua parte, lui fa il contabile, lui dice: "Io devo far quadrare i conti, quindi smetto, vendo, a me del resto non me ne frega niente". Perché? Perché lui fa la sua parte, quello che manca è tutto il resto, la politica che dovreste metterci anche voi, cari colleghi. Allora è per quello che noi chiediamo, diamo un messaggio forte, serio, a quei 4.000 dipendenti, dimostriamo, come Consiglio Comunale, che crediamo nel valore vero di quella società e che vogliamo difendere quelle tante competenze, quelle tante maestranze, che vivono e lavorano sul nostro territorio. VERSACI Fabio (Presidente) Grazie. Se non ci sono altri interventi … Consigliera Amore. Prego, ne ha facoltà per cinque minuti. AMORE Monica Grazie, Presidente. Io, la cosa che volevo dire era quella che non bisogna mistificare la verità con la realtà, non si fa, perché la vendita delle azioni IREN fa parte del piano di intervento presentato e accettato dalla Corte dei Conti più di un anno fa, approvato dal Consiglio Comunale. Inoltre il patto di sindacato non vede implicazioni sulla governance a Torino, così come Reggio Emilia continuano ad avere le stesse prerogative nell'ambito di IREN. Quindi, se noi abbiamo fatto questa scelta, è perché comunque va nella giusta direzione, appunto, anche quello che dice la Corte dei Conti. Grazie. VERSACI Fabio (Presidente) Grazie. Voleva ancora concludere l'Assessore Rolando, prego. ROLANDO Sergio (Assessore) Io soltanto per …, hanno già detto abbondantemente, chi mi ha preceduto sul tema della minusvalenza e degli altri passaggi. Io volevo soltanto sottolineare due aspetti, intanto che il tema, ovviamente, con tutta la cura possibile, non metto in dubbio cosa fanno gli azionisti di questa società di riferimento, però ricordo a tutti che un anno fa Genova aveva approvato una delibera in Consiglio per vendere. Io, ovviamente, non ho motivo di pensare alle motivazioni che ci stanno dietro, ma se un anno prima, sei mesi prima decido di vendere, poi cambio idea, parlare di strategia, mi viene più da pensare a tattica che a strategia. E poi un'altra cosa, una delibera è un conto, eseguire la delibera è un altro, perché sennò sei mesi fa, un anno fa, poteva capitare che Genova vendeva. La seconda cosa che volevo dire, che è un aspetto tecnico, nel Bilancio Pluriennale della Città, la perdita di dividendo per questa dismissione, per questa vendita di azioni, è già previsto, non è una novità, perché il Bilancio Pluriennale tiene conto delle previsioni di dividendo a salire dal piano industriale e del fatto che il numero di azioni, che sarà retribuito, compensato, dal dividendo ad aprile, sarà quello nuovo, non quello vecchio. Infine, il patto parasociale, che qualcuno ha chiamato anche patto di sindacato che si evidenzia poi, che ha due caratteristiche, il primo la durata, è vero che scade, ma se non viene rinnovato, continua a durare quello che c'era prima e questa è una clausula di salvaguardia che non abbiamo introdotto noi, ma che c'è. Secondo, il Patto parasociale prevede che le tre città, a prescindere dal fatto del peso specifico, esercitano con i quattro quinti quello che è stato prima illustrato dal Consigliere Fornari, in tema di privilegio nelle decisioni di governance importanti. Quindi il tema è questo, il fatto che si liberino altri spazi di azioni da vendere, non solo per la Città di Torino nel futuro, che deriva proprio dalla revisione della posizione dei soci con l'inserimento di nuovi soci ed altro, è un tema che non abbiamo inventato noi e che esiste. Tendo poi a dire che la vendita che è stata fatta, di azioni, non si colloca né in una vendita di percentuale di controllo, non basterebbe Torino per spostare il controllo in IREN, non basterebbe una delle tre città, perché i premi di maggioranza si danno a percentuali di azioni che si vendono nella Borsa, in tutte le Borse del mondo, per quelle percentuali che consentano la governance e siccome le tre città hanno la regola nel Patto parasociale dei quattro quinti che è legata al Patto di sindacato, questo tema non si sposta. VERSACI Fabio (Presidente) Grazie. Passerei al punto successivo. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Le Interpellanze Generali non si possono approfondire in Commissione, la questione è che se si fa una richiesta, ovviamente, come Capogruppo lei può fare la richiesta tranquillamente di andare in Commissione, però … (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Ma non si può. LO RUSSO Stefano Scusi, Presidente. Siccome sono state dette in replica delle cose dall'Assessore Rolando, piuttosto rilevanti e siccome io ho avuto modo di chiedere, per favore, gliela formalizzo a verbale in Aula, poi gliela formalizzerò in Conferenza dei Capigruppo, poi, se vorrà venirci anche Fornari son contento, però questa questione va affrontata con la Sindaca, con la Sindaca. presente, okay? Quindi, con tutto il dovuto rispetto per tutti, però, siccome sono questioni che poi…, senza nulla togliere, però io avrei piacere di avere lei, almeno in Commissione, okay? Visto che non viene in Aula. Quindi, Presidente, la pregherei, siccome stiamo parlando di una roba piuttosto rilevante per questa Città, con tutto il rispetto per il resto, okay? Se riuscissimo anche prima di Natale a calendarizzare una discussione un po' più approfondita rispetto alle cose che sono state dette, che sono piuttosto impegnative, io avrei piacere, stante la rilevanza dell'argomento. |