Interventi |
TISI Elide Sì, grazie, Presidente. Anch'io volevo esprimere un po' il dispiacere di quest'oggi, perché sinceramente credo che il lavoro che abbiamo fatto nel corso di questi mesi, direi quasi anni, e non soltanto noi, anche tutto il lavoro con le associazioni che ha condotto a una convergenza, direi unanime, di quelle che sono, non solo le funzioni ma anche gli obiettivi di questa Amministrazione nell'individuare una figura di garanzia, ma anche di rappresentanza di quello che è il mondo della disabilità e di interfaccia e collegamento tra anche il mondo dell'associazionismo e l'Amministrazione, io credo che rischia con questa delibera di non vedere appieno rappresentati quelli che erano gli obiettivi. È evidente che le strade che si potevano scegliere erano due, a mio parere, una quella che poteva essere, come recita il Regolamento, senza oneri aggiuntivi per l'Amministrazione, quella di individuare una persona all'interno con un ruolo apicale, la cui autonomia fosse garantita dalla Legge Bassanini e che, questa è la scelta dell'Amministrazione precedente, potesse in qualche modo incidere anche nell'operatività dei vari comparti dell'Amministrazione e dunque corrispondere alle richieste, le necessità, come le ha ricordate la Capogruppo Artesio, di discriminazione positiva, che in questo caso mi sembra molto opportuno come richiamo. Dall'altro, invece, la strada intrapresa, quella di una figura esterna individuata all'articolo 4 con un livello di competenza molto alto, ma che in qualche modo rischia di essere vanificato dal capoverso immediatamente successivo, e cioè l'aspetto della gratuità. Io credo che la figura del Disability Manager debba avere fondamentalmente quattro grandi requisiti: la competenza; la terzietà; una disponibilità anche di tempo, perché quello che viene richiesto è anche un impegno temporale, oltre che professionale importante; e l'autorevolezza. Allora, la mozione che io ho sottoscritto, e che ha come prima firmataria la Consigliera Grippo, voleva in qualche modo andare nella direzione, vista la scelta quindi di un esterno individuata dall'Amministrazione, di garantire maggiormente proprio questi elementi, in particolare direi la terzietà, che è fondamentale, perché non stiamo parlando del garante dei detenuti che vede un'interlocuzione con un soggetto terzo rispetto all'Amministrazione che lo nomina, e l'autorevolezza che può derivare dal peso di una condivisione larga della politica che individua e dà fiducia a quella persona. Allora, mi dispiace che questa valutazione, che origina evidentemente da un parere tecnico, che da quanto ho capito, la Vicepresidente Imbesi ha chiesto a titolo personale, ma che, ribadisco quanto detto dal Capogruppo in apertura, è inusuale che su una mozione venga chiesto un parere tecnico, perché trattasi di un indirizzo, ed era una mozione che conteneva due elementi fondamentali; il primo, il richiamo a, seppur un futuribile aspetto di riconoscimento economico, che né nella delibera, né nel Regolamento sono presenti, anzi, il Regolamento da questo punto di vista è molto chiaro, non metteva la condizione, ma prevedeva che in futuro, e credo sia l'auspicio di tutti, questo possa avvenire. L'altro una legittimazione larga e anche una indipendenza che io credo sia fondamentale, ripeto, nella scelta di una figura esterna che deriva da un consenso largo che questa persona può o potrebbe avere. Quindi, come dire, pur condividendo, ovviamente continuando a condividere pienamente gli obiettivi della delibera, è evidente che questi aspetti rendono davvero periglioso e difficile, non soltanto una condivisione piena da parte di questo Consiglio Comunale, ma io credo anche la realizzazione di un bando, perché alcuni requisiti richiesti rischiano davvero di essere in contrasto tra di loro. Grazie. |