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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 10 Dicembre 2018 ore 14,00
Paragrafo n. 10
INTERPELLANZA 2018-05755
"ESIGIBILIT? DEL DIRITTO ALLA CONTINUIT? DELLE CURE PER I MALATI CRONICI NON AUTOSUFFICIENTI" PRESENTATA IN DATA 23 NOVEMBRE 2018 - PRIMA FIRMATARIA ARTESIO.
Interventi
IMBESI Serena (Vicepresidente)
Passo all'interpellanza la 05755 della Capogruppo Artesio:

"Esigibilità del diritto alla continuità delle cure
per i malati cronici non autosufficienti"

IMBESI Serena (Vicepresidente)
Risponde l'Assessora Schellino, prego.

SCHELLINO Sonia (Assessora)
La garanzia della continuità assistenziale rispetto a percorsi di cura nel post acuzie che
offrono appropriatezza e personalizzazione dell'intervento si declina molto spesso per i
cittadini in tempi di attesa e di risposta spesso non rispondenti ai bisogni di cui sono
portatori all'interno di un campo in cui la competenza sanitaria è esclusiva. Siamo a
conoscenza che la riconversione della rete ospedaliera avviata dalla Regione Piemonte
per garantire posti letti in post acuzie pur avendo prodotto un sensibile aumento di posti
letto ad oggi è ancora insufficiente per il fabbisogno stimato, l'ASL Città di Torino in
Conferenza Sociosanitaria ha ribadito la volontà di procedere ad un'implementazione di
posti letto Cavs in Città ricavati sia dalle RSA gestione diretta, Gradisca e Farinelli, sia
nella riconversione di posti letti ospedalieri, Oftalmico o Case della Salute, eccetera.
Come recentemente riferiti sono a buon punto le procedure amministrative per la loro
realizzazione, come ci hanno detto di recente, è auspicabile pensare quindi che tale
aumento di posti letto in Città possa migliorare i percorsi di continuità assistenziale
delle persone ricoverate e gli snodi organizzativi ancora oggi critici nel passaggio
ospedale/territorio favorendo una presa in carico congiunta e riducendo
progressivamente a ricorso a presidi spesso lontani dal luogo di residenza e l'affermarsi
di conseguenze negative note, solitudine della persona ricoverata, difficoltà di ricevere
visite dei familiari, difficoltà nel delineare una progettualità residenziale domiciliare,
richieste improprie da parte dei presidi al cittadino, dimissioni selvagge e con rinvio ai
servizi invianti, eccetera, di questo tema abbiamo già parlato in un'altra interpellanza a
proposito appunto del post-acuzie, abbiamo già detto su richiesta della Consigliera
Artesio di fare un approfondimento in una Commissione invitando ASL e Regione
proprio sul tema del post-acuzie come recupero delle funzionalità, quindi la
riabilitazione, però i due temi del Cavs e della riabilitazione a volte sono un po'
confinanti perché la persona che esce dal..., soprattutto la persona anziana che esce
dall'ospedale molto spesso fa il periodo di riabilitazione, poi si vede che non è possibile
un recupero pieno e c'è il passaggio in RSA, quindi a volte i Cavs hanno anche una
funzione parzialmente riabilitante, ma sappiamo che sono due percorsi perlomeno
tecnicamente diversi insomma. La messa in rete di tutti gli attori che intervengono nella
fase delle dimissioni ospedaliere è ancora oggi da migliorare per le diverse logiche che
orientano i comportamenti organizzativi e la ricerca della soluzione per garantire la
continuità assistenziale, l'annuncio da parte dell'ASL di prevedere una struttura
organizzativa dedicata al Dipartimento continuità assistenziale dell'adulto e
dell'anziano come ponte per garantire maggiore efficienza e ridefinizione dei percorsi di
accesso alle prestazioni sembra andare nella direzione di favorire percorsi unitari o
comunque maggiormente coordinati fra di loro e si auspica che siano anche più
appropriati. Inoltre la fase di dimissione dall'ospedale per passare al post acuzie delinea
molto spesso esiti e percorsi diversi a seconda che la persona sia residente o meno in
Città, sia solo con familiari in grado di seguirlo, sia in carico o meno ai Servizi Sociali e
sanitari territoriali al fine di definire compiutamente un percorso di continuità
assistenziale, di cui il ricovero in casa di cura o Cavs è uno dei possibili esiti a cui fanno
da corollario la valutazione UVG con eventuale assegnazione di urgenza per ricovero in
RSA o l'attivazione del PAI domiciliare, la segnalazione all'Autorità Giudiziaria per
misure di protezione quando la persona anziana è sola e non capace di provvedere a se
stessa. Rispetto all'adozione di comportamenti impropri da parte delle case di cura una
volta terminati i 60 giorni o in costanza di degenza pur potendo prevedere il
coinvolgimento delle locali Commissioni di Vigilanza per effettuare sopralluoghi in
loco e verificare le inadempienze specie se riferite all'ambito alberghiero e di cura della
persona ad oggi per parte ASL esistono perplessità rispetto ad un loro coinvolgimento in
relazione al modus operandi delle Commissioni e degli ambiti di attività circoscritti per
legge, il tema resta aperto e costantemente portato all'attenzione della Regione e
dell'ASL da parte di quest'Amministrazione per chiedere dei miglioramenti in questo
senso. Nel merito della ricognizione richiesta dall'interpellanza e della titolarità della
materia l'ASL Città di Torino ha riferito che farà pervenire un report sull'attività che
naturalmente avremo cura di trasmettere.

IMBESI Serena (Vicepresidente)
Grazie. Prego, Capogruppo Artesio.

ARTESIO Eleonora
Allora, diciamo che la risposta dell'Assessora Schellino è stata una buona sintesi delle
procedure amministrative riguardanti la continuità assistenziale in condizioni di non
autosufficienza, ma non ha affrontato l'aspetto specifico che io avevo segnalato se non
nell'ultima riga. Non chiederò che questa interpellanza vada in approfondimento in
Commissione perché avendo io proposto una segnalazione che è stata raccolta da parte
di familiari nei confronti di associazioni di tutela, so che la stessa segnalazione è
diventata oggetto di una verifica ispettiva non soltanto da parte degli organismi
dell'ASL e quindi immagino che sia evidentemente in fase di istruttoria l'analisi del
caso, da parte di organi terzi, e quindi non si sia nelle condizioni di darne
comunicazione e peraltro l'obiettivo è quello di mettere le persone più deboli nella
condizione di essere tutelate e quindi è molto corretto che chi deve controllare eserciti il
proprio controllo e si vada nella direzione laddove fossero avvenute di un superamento
di condizioni inadeguate di trattamento. Il tema però è concreto in linea generale, stiamo
qui parlando delle situazioni per le quali le persone che a seguito di un ricovero
ospedaliero o post ospedaliero non abbiano ricostruito le condizioni di autonomia e per
le quali non siano programmati nella continuità assistenziale né ricoveri RSA, né
assistenza in cure domiciliari di poter ricorrere alle cosiddette opposizioni alle
dimissioni, cioè non accettare la dimissione dall'ospedale o dalla casa di cura
convenzionata in assenza di un'alternativa credibile di continuità di cure, quindi il tema
è questo, è il modo con il quale si reagisce da parte delle organizzazioni e delle
istituzioni a questa ricerca di autotutela che è l'estrema ratio con la quale le persone e le
famiglie mettono in atto una resistenza rispetto alla difficoltà della propria malattia o
della malattia del proprio congiunto, quindi considero esaurita quest'interpellanza e
immagino che invece sul caso specifico avremo presto le relazioni di merito di chi deve
controllare.

IMBESI Serena (Vicepresidente)
Grazie.
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