Interventi |
ARTESIO Eleonora Grazie. Quando interpello l'Amministrazione Comunale su materie che sono prevalentemente sanitarie, lo faccio alla luce della responsabilità del Sindaco di tutela della salute dei cittadini più che per pretesa di conoscenza puntuale gestionale che non può essere da parte degli uffici dei Servizi Sociali, quindi evidentemente assumo la risposta che l'Assessore mi ha dato sul caso specifico e sulle caratteristiche generali del problema, come l'esito di un'acquisizione di informazioni presso l'ASL. Devo però dire che le informazioni fornite dall'ASL, così come anche la specificità del mio quesito, non hanno trovato soddisfazione nella risposta di oggi, non perché non siano contenuti tutti gli elementi che sicuramente la Direzione Generale ha fornito all'Assessora, quanto piuttosto perché continuiamo a non intravedere, in questo tipo di andamenti, delle soluzioni ad un tema che è significativo e vorrei ricordarlo qui. Quando noi abbiamo acquisito, il 1° ottobre di quest'anno, dal Direttore Generale dell'ASL i dati sulle cure domiciliari in lungo assistenza per le persone non autosufficienti, così valutate dalle Unità di Valutazione Geriatrica o da quelle multidimensionali, abbiamo saputo che a Torino nel 2014 erano assistiti a domicilio 3.859 persone; nel 2018 sono assistiti a Torino 2.907 persone; le persone in lista d'attesa per essere assistite a casa sono 6.628. Quindi, anche a fronte dell'incremento dei trecento noi abbiamo, comunque, una lista di 6.328 persone che in questo momento sono dichiarate incapaci di assolvere autonomamente alle funzioni essenziali della vita e non ricevono gli interventi di cure domiciliari che sono state valutate come possibili e necessarie da parte dell'Unità di Valutazione Geriatrica. Questo è il dato, e mi pare un dato di una gravità straordinaria. La seconda questione, per la quale non mi reputo soddisfatta, è il fatto che io non ponevo qui un tema ricorrente in quest'Aula, menomale, perché vuol dire che siamo sensibili ed attenti alla questione, anche se solo in quota parte possiamo contribuirne alla risoluzione, quanto piuttosto un altro tema che è quello della post-acuzie, cioè la dimissione post ospedaliera che può essere risolta dalla continuità assistenziale a valenza sanitaria di cui ci veniva detto vengono previste attivazioni anche presso le Case della Salute, ma non soltanto, è anche probabile, in alcune fattispecie, che siano necessari interventi a prevalenza sanitaria e di carattere riabilitativo e quindi non stiamo parlando di continuità a valenza sanitaria, ma di riabilitazione di primo e di secondo livello, prevalentemente di primo livello perché può essere una riabilitazione alla mobilità come esito di fratture, una riabilitazione alla mobilità e alla comunicazione come esito di incidenti cardiovascolari e la riabilitazione di primo livello non è evidentemente sufficiente nel territorio torinese, se siamo di fronte non solo a situazioni a cui eravamo già abituati del tipo il paziente che viene trasferito ad esempio a Cirié nella casa di riabilitazione di primo livello, ma addirittura, come è il caso che ho segnalato, che sembra l'ultimo di almeno tre per i dati a mia disposizione, ad Arona in quel di Novara. Quindi a me sembra che se noi abbiamo presente una situazione di un anziano o un grande anziano che, a seguito di una frattura di femore, viene ricoverato in un ospedale di Torino e per la riabilitazione trasferito in un'altra provincia, è del tutto evidente che quel tipo di assistenza, che più che essere materiale, morale, psicologica dei congiunti e dei familiari, è resa almeno difficile. Allora, il tema che si pone qui, accanto a quello della gestione in continuità della non autosufficienza, è quello della riabilitazione di primo livello. Quali sono le offerte sanitarie delle strutture di riabilitazione in Città e nella prima cintura? Questo è il tema. Abbiamo un eccesso di offerta di riabilitazione specialistica a fronte di una non sufficiente offerta di riabilitazione di primo livello? Questo mi sembra essere il tema. Allora, i casi adesso sono due, scelga l'Assessore, io non ho preferenze da questo punto di vista: o non mi dichiaro soddisfatta dell'interpellanza e quindi torna in Commissione Consiliare per questo secondo elemento che ho segnalato, oppure, con la programmazione che la Giunta riterrà di svolgere insieme al Presidente della IV Commissione, si decide un incontro con l'Azienda Sanitaria Locale sul tema della riabilitazione in post-acuzie e sull'offerta squisitamente sanitaria, perché su questo è una responsabilità esclusivamente sanitaria che viene prevista e programmata nel nostro contesto territoriale. |