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IMBESI Serena (Vicepresidente) Iniziamo con la trattazione delle interpellanze, in particolare quelle a pagina 9 della Capogruppo Artesio, la 05129: "Continuità nelle cure per malati non autosufficienti" IMBESI Serena (Vicepresidente) Alla quale risponde l'Assessora Schellino. SCHELLINO Sonia (Assessora) Allora, grazie. Ci è noto che sono stati segnalati episodi di trasferimenti da degenza a continuità delle cure fuori provincia; non lo specifico segnalato, non ho ancora fatto approfondimenti, ma si è discusso in qualche occasione, anche all'interno della IV Commissione, come questa sia una cosa che accade e siamo d'accordo nel dire che questa è una soluzione da prevenire e da correggere quanto più possibile. Facendo seguito a quanto è emerso in occasione della IV Commissione Consiliare del 4 ottobre sul tema delle liste di attesa e con riferimento ai dati forniti dall'ASL in quella sede, sulla scorta dei contenuti emersi e dalla necessità di offrire risposte ai bisogni delle persone anziane e delle loro famiglie, la Direzione ASL ha comunicato l'intendimento di aggredire l'attuale lista d'attesa per prestazioni domiciliari secondo il punteggio ottenuto e il criterio cronologico, autorizzando entro fine anno 300 nuovi progetti assistenziali che saranno progressivamente attivati secondo le procedure vigenti con il concorso degli operatori sociali e sanitari territoriali dell'interessato o della sua famiglia, nonché del fornitore accreditato scelto da quest'ultima per giungere alla sottoscrizione del PAI domiciliare contenente le prestazioni a valenza sociosanitaria attualmente previste secondo l'Albo fornitori di prestazioni domiciliari. Tale impegno da parte dell'ASL offre, sia pure in modo parziale, una primissima risposta ai bisogni sociosanitari della popolazione anziana, in particolare quelle famiglie che da più tempo hanno dovuto attivarsi con mezzi e risorse per sostenere i propri familiari. Anche sul versante della residenzialità, attraverso la struttura semplice residenzialità anziani unificata sulla Città, l'ASL sta operando nella direzione della riduzione delle liste di attesa con una progressiva omogeneizzazione dell'attività delle segreterie U.V.G. e delle due liste d'attesa ancora presenti, che sono ancora quelle dell'ex ASL 1 ed ex ASL 2 per ragioni organizzative e di compatibilità dei differenti applicativi informatici in uso, quindi stanno mettendo insieme le cose. In questi mesi, come risposta alle richieste di residenzialità dei cittadini, sono stati autorizzati oltre 170 casi definiti dalla Commissione U.V.G. urgenti ed è stata aggredita la lista di attesa cronologica con l'obbiettivo di giungere ad una normalizzazione dell'intero percorso assistenziale e all'auspicata creazione di una lista d'attesa unica. In relazione ad iniziative che pongono l'attenzione al lavoro di cura e alla continuità assistenziale, la Città ha partecipato al bando regionale "Intervento di sistema sul territorio regionale per la realizzazione di servizi integrati nell'area dell'assistenza familiare mediante reti territoriali", si è scelto di procedere con una coprogettazione con reperimento di relativi partners e il coinvolgimento come partners istituzionali in particolare dell'ASL Città di Torino e dell'ASO Città della Salute e della Scienza per promuovere azioni volte a migliorare l'appropriatezza dei percorsi di cura e la tempestività della presa in carico domiciliare. Il tema è stato trattato in un'apposita Commissione Consiliare. La Conferenza sanitaria e sociosanitaria dei Presidenti di Circoscrizione, nelle linee di indirizzo per lo sviluppo dei servizi sanitari e sociosanitari a Torino del 30 maggio 2017, ha previsto che nei rapporti con le Aziende Sanitarie cittadine nell'ambito dell'assistenza territoriale siano costantemente approfonditi gli aspetti relativi allo sviluppo della rete territoriale con particolare riferimento alla capillarità dei servizi sul territorio, alla facilitazione all'accesso dei cittadini e alle modalità organizzative di valutazione e presa in carico congiunta nell'ambito dei percorsi sociosanitari. Nel corso della Conferenza sanitaria e sociosanitaria di settembre 2018 il Direttore Generale dell'ASL, nel presentare la relazione di metà mandato, ha delineato la strutturazione della nuova ASL costituita nel gennaio 2017 risultante dal processo di accorpamento delle due precedenti ASL. La relazione prevede che per quanto riguarda la continuità assistenziale finalizzata anche ad una maggiore integrazione tra ospedale e territorio, è stata prevista un'apposita struttura organizzativa come ponte tra i due livelli di assistenza, il Dipartimento continuità assistenziale dell'adulto e dell'anziano che ha come funzione principale quella di efficientamento e ridefinizione dei percorsi dedicati ai pazienti fragili. Nel corso della Conferenza ci è stato comunicato che si è registrato un incremento di 40 posti CPS a livello cittadino, la nuova programmazione regionale prevede inoltre un aumento dei posti CPS che saranno gestiti direttamente dall'ASL Città di Torino avvalendosi anche delle Case della Salute al fine di avere un maggior collegamento tra le strutture ospedaliere e la fase di post-acuzie. Come riorganizzazione dei Servizi Sociali, dal canto nostro, nel distinguere il nuovo modello organizzativo fondato sulla costituzione dei quattro distretti della coesione sociale, si riserva particolare attenzione al tema della titolarità in capo all'ASL Città di Torino; riguarda gli interventi sanitari a rilievo sociale previsti dai LEA nazionali e recepiti a livello regionale con riferimento alla riorganizzazione degli sportelli unici sociosanitari già avviati dall'ASL stessa in coerenza con il proprio disegno organizzativo, riaccorpamento di servizi e funzioni, valorizzazione delle Case della Salute, eccetera. Il tema è strettamente correlato alla ridefinizione delle modalità di redazione e gestione del PAI in lungo assistenza e il coinvolgimento dei fornitori accreditati. Nel merito, nel corso delle recenti interlocuzioni con l'ASL, si è concordemente definito come imprescindibile la necessità della costituzione di un Tavolo di lavoro che affronti le tematiche summenzionate e proponga linee di sviluppo e di attuazione. Tali intendimenti dovranno necessariamente coniugarsi e confrontarsi con le future linee delineate a livello regionale dal disegno di legge sistema integrato regionale dei servizi sociosanitari attualmente in discussione per delineare il futuro scenario cittadino e definire i percorsi attuabili in tema di integrazione sociosanitaria e in lungo assistenza. IMBESI Serena (Vicepresidente) Grazie. Prego, Capogruppo Artesio. ARTESIO Eleonora Grazie. Quando interpello l'Amministrazione Comunale su materie che sono prevalentemente sanitarie, lo faccio alla luce della responsabilità del Sindaco di tutela della salute dei cittadini più che per pretesa di conoscenza puntuale gestionale che non può essere da parte degli uffici dei Servizi Sociali, quindi evidentemente assumo la risposta che l'Assessore mi ha dato sul caso specifico e sulle caratteristiche generali del problema, come l'esito di un'acquisizione di informazioni presso l'ASL. Devo però dire che le informazioni fornite dall'ASL, così come anche la specificità del mio quesito, non hanno trovato soddisfazione nella risposta di oggi, non perché non siano contenuti tutti gli elementi che sicuramente la Direzione Generale ha fornito all'Assessora, quanto piuttosto perché continuiamo a non intravedere, in questo tipo di andamenti, delle soluzioni ad un tema che è significativo e vorrei ricordarlo qui. Quando noi abbiamo acquisito, il 1° ottobre di quest'anno, dal Direttore Generale dell'ASL i dati sulle cure domiciliari in lungo assistenza per le persone non autosufficienti, così valutate dalle Unità di Valutazione Geriatrica o da quelle multidimensionali, abbiamo saputo che a Torino nel 2014 erano assistiti a domicilio 3.859 persone; nel 2018 sono assistiti a Torino 2.907 persone; le persone in lista d'attesa per essere assistite a casa sono 6.628. Quindi, anche a fronte dell'incremento dei trecento noi abbiamo, comunque, una lista di 6.328 persone che in questo momento sono dichiarate incapaci di assolvere autonomamente alle funzioni essenziali della vita e non ricevono gli interventi di cure domiciliari che sono state valutate come possibili e necessarie da parte dell'Unità di Valutazione Geriatrica. Questo è il dato, e mi pare un dato di una gravità straordinaria. La seconda questione, per la quale non mi reputo soddisfatta, è il fatto che io non ponevo qui un tema ricorrente in quest'Aula, menomale, perché vuol dire che siamo sensibili ed attenti alla questione, anche se solo in quota parte possiamo contribuirne alla risoluzione, quanto piuttosto un altro tema che è quello della post-acuzie, cioè la dimissione post ospedaliera che può essere risolta dalla continuità assistenziale a valenza sanitaria di cui ci veniva detto vengono previste attivazioni anche presso le Case della Salute, ma non soltanto, è anche probabile, in alcune fattispecie, che siano necessari interventi a prevalenza sanitaria e di carattere riabilitativo e quindi non stiamo parlando di continuità a valenza sanitaria, ma di riabilitazione di primo e di secondo livello, prevalentemente di primo livello perché può essere una riabilitazione alla mobilità come esito di fratture, una riabilitazione alla mobilità e alla comunicazione come esito di incidenti cardiovascolari e la riabilitazione di primo livello non è evidentemente sufficiente nel territorio torinese, se siamo di fronte non solo a situazioni a cui eravamo già abituati del tipo il paziente che viene trasferito ad esempio a Cirié nella casa di riabilitazione di primo livello, ma addirittura, come è il caso che ho segnalato, che sembra l'ultimo di almeno tre per i dati a mia disposizione, ad Arona in quel di Novara. Quindi a me sembra che se noi abbiamo presente una situazione di un anziano o un grande anziano che, a seguito di una frattura di femore, viene ricoverato in un ospedale di Torino e per la riabilitazione trasferito in un'altra provincia, è del tutto evidente che quel tipo di assistenza, che più che essere materiale, morale, psicologica dei congiunti e dei familiari, è resa almeno difficile. Allora, il tema che si pone qui, accanto a quello della gestione in continuità della non autosufficienza, è quello della riabilitazione di primo livello. Quali sono le offerte sanitarie delle strutture di riabilitazione in Città e nella prima cintura? Questo è il tema. Abbiamo un eccesso di offerta di riabilitazione specialistica a fronte di una non sufficiente offerta di riabilitazione di primo livello? Questo mi sembra essere il tema. Allora, i casi adesso sono due, scelga l'Assessore, io non ho preferenze da questo punto di vista: o non mi dichiaro soddisfatta dell'interpellanza e quindi torna in Commissione Consiliare per questo secondo elemento che ho segnalato, oppure, con la programmazione che la Giunta riterrà di svolgere insieme al Presidente della IV Commissione, si decide un incontro con l'Azienda Sanitaria Locale sul tema della riabilitazione in post-acuzie e sull'offerta squisitamente sanitaria, perché su questo è una responsabilità esclusivamente sanitaria che viene prevista e programmata nel nostro contesto territoriale. IMBESI Serena (Vicepresidente) Sì, prego, Assessora Schellino. SCHELLINO Sonia (Assessora) Ma, io penso che il tema degli spazi di post-acuzie sia, come ha detto, assolutamente sanitario, quindi forse oltre al Direttore dell'ASL, che io posso chiedere naturalmente, al Direttore o Direttore Sanitario, di venire a raccontare; servirebbe una componente regionale, perché poi le autorizzazioni non sono solo determinate dall'ASL. Lei, come sa, abbiamo cercato più volte, in più occasioni di chiedere all'Assessore Regionale di prendere posizione su tutta una serie di temi e questo è uno, perché poi la ripartizione tra i vari ambiti della Regione se fare un post-acuzie in più a Settimo piuttosto che a Trofarello o autorizzarlo a Torino, credo che il Direttore dell'ASL possa fare poco, può attivare quello che la Regione gli ha chiesto. Possiamo provare ad organizzare invitando ASL e Regione. Io, sugli esiti dell'invito, naturalmente io invito, invito ed insisto anche, perché ogni volta che mi viene declinato un invito chiedo che sia declinato in forma scritta dando una disponibilità ad un'altra data, precisando le motivazioni, non è che accettiamo un "no, non posso, non ho tempo", proviamo a proporre calendari diversi, poi naturalmente, come dire, io posso fare l'invito ed insistere e avere le risposte scritte nel caso di non accettazione dell'invito. Credo che il Direttore dell'ASL ci verrà sicuramente; per non avere di nuovo delle risposte interlocutorie sarebbe importante che ci venisse anche la Regione. Possiamo organizzare una Commissione, adesso non c'è il Presidente, ma ci facciamo carico di dirglielo, una Commissione specifica su spazi dedicati al post-acuzie nella Città di Torino: bastano, non bastano, quali soluzioni e in quali tempi, cioè una roba veramente miratissima di modo che non dia adito ad arrivare con risposte altre collaterali. Io in realtà non ci siamo fatti aiutare specificamente dall'ASL per dare questa risposta, abbiamo risposto quello che può rispondere il Comune, cosa facciamo noi; portiamo in Conferenza sanitaria, insistiamo, chiediamo, proponiamo, diamo disponibilità, per il resto direi invitiamo le parti in causa, Regione ed ASL se è d'accordo, non lo so. IMBESI Serena (Vicepresidente) Quindi, se ho ben compreso, anche la Giunta ha la volontà di approfondire la questione direttamente nella programmazione dei lavori, come chiesto dalla Capogruppo Artesio nella IV Commissione sul punto specifico con gli attori competenti. |