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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 3 Dicembre 2018 ore 14,00
Paragrafo n. 2
INTERPELLANZA 2018-05129
"CONTINUIT? NELLE CURE PER MALATI NON AUTOSUFFICIENTI" PRESENTATA IN DATA 7 NOVEMBRE 2018 - PRIMA FIRMATARIA ARTESIO.
Interventi
IMBESI Serena (Vicepresidente)
Iniziamo con la trattazione delle interpellanze, in particolare quelle a pagina 9 della
Capogruppo Artesio, la 05129:

"Continuità nelle cure per malati non autosufficienti"

IMBESI Serena (Vicepresidente)
Alla quale risponde l'Assessora Schellino.

SCHELLINO Sonia (Assessora)
Allora, grazie. Ci è noto che sono stati segnalati episodi di trasferimenti da degenza a
continuità delle cure fuori provincia; non lo specifico segnalato, non ho ancora fatto
approfondimenti, ma si è discusso in qualche occasione, anche all'interno della IV
Commissione, come questa sia una cosa che accade e siamo d'accordo nel dire che
questa è una soluzione da prevenire e da correggere quanto più possibile. Facendo
seguito a quanto è emerso in occasione della IV Commissione Consiliare del 4 ottobre
sul tema delle liste di attesa e con riferimento ai dati forniti dall'ASL in quella sede,
sulla scorta dei contenuti emersi e dalla necessità di offrire risposte ai bisogni delle
persone anziane e delle loro famiglie, la Direzione ASL ha comunicato l'intendimento
di aggredire l'attuale lista d'attesa per prestazioni domiciliari secondo il punteggio
ottenuto e il criterio cronologico, autorizzando entro fine anno 300 nuovi progetti
assistenziali che saranno progressivamente attivati secondo le procedure vigenti con il
concorso degli operatori sociali e sanitari territoriali dell'interessato o della sua
famiglia, nonché del fornitore accreditato scelto da quest'ultima per giungere alla
sottoscrizione del PAI domiciliare contenente le prestazioni a valenza sociosanitaria
attualmente previste secondo l'Albo fornitori di prestazioni domiciliari. Tale impegno
da parte dell'ASL offre, sia pure in modo parziale, una primissima risposta ai bisogni
sociosanitari della popolazione anziana, in particolare quelle famiglie che da più tempo
hanno dovuto attivarsi con mezzi e risorse per sostenere i propri familiari. Anche sul
versante della residenzialità, attraverso la struttura semplice residenzialità anziani
unificata sulla Città, l'ASL sta operando nella direzione della riduzione delle liste di
attesa con una progressiva omogeneizzazione dell'attività delle segreterie U.V.G. e
delle due liste d'attesa ancora presenti, che sono ancora quelle dell'ex ASL 1 ed ex ASL
2 per ragioni organizzative e di compatibilità dei differenti applicativi informatici in
uso, quindi stanno mettendo insieme le cose. In questi mesi, come risposta alle richieste
di residenzialità dei cittadini, sono stati autorizzati oltre 170 casi definiti dalla
Commissione U.V.G. urgenti ed è stata aggredita la lista di attesa cronologica con
l'obbiettivo di giungere ad una normalizzazione dell'intero percorso assistenziale e
all'auspicata creazione di una lista d'attesa unica. In relazione ad iniziative che pongono
l'attenzione al lavoro di cura e alla continuità assistenziale, la Città ha partecipato al
bando regionale "Intervento di sistema sul territorio regionale per la realizzazione di
servizi integrati nell'area dell'assistenza familiare mediante reti territoriali", si è scelto
di procedere con una coprogettazione con reperimento di relativi partners e il
coinvolgimento come partners istituzionali in particolare dell'ASL Città di Torino e
dell'ASO Città della Salute e della Scienza per promuovere azioni volte a migliorare
l'appropriatezza dei percorsi di cura e la tempestività della presa in carico domiciliare. Il
tema è stato trattato in un'apposita Commissione Consiliare. La Conferenza sanitaria e
sociosanitaria dei Presidenti di Circoscrizione, nelle linee di indirizzo per lo sviluppo
dei servizi sanitari e sociosanitari a Torino del 30 maggio 2017, ha previsto che nei
rapporti con le Aziende Sanitarie cittadine nell'ambito dell'assistenza territoriale siano
costantemente approfonditi gli aspetti relativi allo sviluppo della rete territoriale con
particolare riferimento alla capillarità dei servizi sul territorio, alla facilitazione
all'accesso dei cittadini e alle modalità organizzative di valutazione e presa in carico
congiunta nell'ambito dei percorsi sociosanitari. Nel corso della Conferenza sanitaria e
sociosanitaria di settembre 2018 il Direttore Generale dell'ASL, nel presentare la
relazione di metà mandato, ha delineato la strutturazione della nuova ASL costituita nel
gennaio 2017 risultante dal processo di accorpamento delle due precedenti ASL. La
relazione prevede che per quanto riguarda la continuità assistenziale finalizzata anche
ad una maggiore integrazione tra ospedale e territorio, è stata prevista un'apposita
struttura organizzativa come ponte tra i due livelli di assistenza, il Dipartimento
continuità assistenziale dell'adulto e dell'anziano che ha come funzione principale
quella di efficientamento e ridefinizione dei percorsi dedicati ai pazienti fragili. Nel
corso della Conferenza ci è stato comunicato che si è registrato un incremento di 40
posti CPS a livello cittadino, la nuova programmazione regionale prevede inoltre un
aumento dei posti CPS che saranno gestiti direttamente dall'ASL Città di Torino
avvalendosi anche delle Case della Salute al fine di avere un maggior collegamento tra
le strutture ospedaliere e la fase di post-acuzie. Come riorganizzazione dei Servizi
Sociali, dal canto nostro, nel distinguere il nuovo modello organizzativo fondato sulla
costituzione dei quattro distretti della coesione sociale, si riserva particolare attenzione
al tema della titolarità in capo all'ASL Città di Torino; riguarda gli interventi sanitari a
rilievo sociale previsti dai LEA nazionali e recepiti a livello regionale con riferimento
alla riorganizzazione degli sportelli unici sociosanitari già avviati dall'ASL stessa in
coerenza con il proprio disegno organizzativo, riaccorpamento di servizi e funzioni,
valorizzazione delle Case della Salute, eccetera. Il tema è strettamente correlato alla
ridefinizione delle modalità di redazione e gestione del PAI in lungo assistenza e il
coinvolgimento dei fornitori accreditati. Nel merito, nel corso delle recenti
interlocuzioni con l'ASL, si è concordemente definito come imprescindibile la necessità
della costituzione di un Tavolo di lavoro che affronti le tematiche summenzionate e
proponga linee di sviluppo e di attuazione. Tali intendimenti dovranno necessariamente
coniugarsi e confrontarsi con le future linee delineate a livello regionale dal disegno di
legge sistema integrato regionale dei servizi sociosanitari attualmente in discussione per
delineare il futuro scenario cittadino e definire i percorsi attuabili in tema di
integrazione sociosanitaria e in lungo assistenza.

IMBESI Serena (Vicepresidente)
Grazie. Prego, Capogruppo Artesio.

ARTESIO Eleonora
Grazie. Quando interpello l'Amministrazione Comunale su materie che sono
prevalentemente sanitarie, lo faccio alla luce della responsabilità del Sindaco di tutela
della salute dei cittadini più che per pretesa di conoscenza puntuale gestionale che non
può essere da parte degli uffici dei Servizi Sociali, quindi evidentemente assumo la
risposta che l'Assessore mi ha dato sul caso specifico e sulle caratteristiche generali del
problema, come l'esito di un'acquisizione di informazioni presso l'ASL. Devo però dire
che le informazioni fornite dall'ASL, così come anche la specificità del mio quesito,
non hanno trovato soddisfazione nella risposta di oggi, non perché non siano contenuti
tutti gli elementi che sicuramente la Direzione Generale ha fornito all'Assessora, quanto
piuttosto perché continuiamo a non intravedere, in questo tipo di andamenti, delle
soluzioni ad un tema che è significativo e vorrei ricordarlo qui. Quando noi abbiamo
acquisito, il 1° ottobre di quest'anno, dal Direttore Generale dell'ASL i dati sulle cure
domiciliari in lungo assistenza per le persone non autosufficienti, così valutate dalle
Unità di Valutazione Geriatrica o da quelle multidimensionali, abbiamo saputo che a
Torino nel 2014 erano assistiti a domicilio 3.859 persone; nel 2018 sono assistiti a
Torino 2.907 persone; le persone in lista d'attesa per essere assistite a casa sono 6.628.
Quindi, anche a fronte dell'incremento dei trecento noi abbiamo, comunque, una lista di
6.328 persone che in questo momento sono dichiarate incapaci di assolvere
autonomamente alle funzioni essenziali della vita e non ricevono gli interventi di cure
domiciliari che sono state valutate come possibili e necessarie da parte dell'Unità di
Valutazione Geriatrica. Questo è il dato, e mi pare un dato di una gravità straordinaria.
La seconda questione, per la quale non mi reputo soddisfatta, è il fatto che io non
ponevo qui un tema ricorrente in quest'Aula, menomale, perché vuol dire che siamo
sensibili ed attenti alla questione, anche se solo in quota parte possiamo contribuirne
alla risoluzione, quanto piuttosto un altro tema che è quello della post-acuzie, cioè la
dimissione post ospedaliera che può essere risolta dalla continuità assistenziale a
valenza sanitaria di cui ci veniva detto vengono previste attivazioni anche presso le
Case della Salute, ma non soltanto, è anche probabile, in alcune fattispecie, che siano
necessari interventi a prevalenza sanitaria e di carattere riabilitativo e quindi non stiamo
parlando di continuità a valenza sanitaria, ma di riabilitazione di primo e di secondo
livello, prevalentemente di primo livello perché può essere una riabilitazione alla
mobilità come esito di fratture, una riabilitazione alla mobilità e alla comunicazione
come esito di incidenti cardiovascolari e la riabilitazione di primo livello non è
evidentemente sufficiente nel territorio torinese, se siamo di fronte non solo a situazioni
a cui eravamo già abituati del tipo il paziente che viene trasferito ad esempio a Cirié
nella casa di riabilitazione di primo livello, ma addirittura, come è il caso che ho
segnalato, che sembra l'ultimo di almeno tre per i dati a mia disposizione, ad Arona in
quel di Novara. Quindi a me sembra che se noi abbiamo presente una situazione di un
anziano o un grande anziano che, a seguito di una frattura di femore, viene ricoverato in
un ospedale di Torino e per la riabilitazione trasferito in un'altra provincia, è del tutto
evidente che quel tipo di assistenza, che più che essere materiale, morale, psicologica
dei congiunti e dei familiari, è resa almeno difficile. Allora, il tema che si pone qui,
accanto a quello della gestione in continuità della non autosufficienza, è quello della
riabilitazione di primo livello. Quali sono le offerte sanitarie delle strutture di
riabilitazione in Città e nella prima cintura? Questo è il tema. Abbiamo un eccesso di
offerta di riabilitazione specialistica a fronte di una non sufficiente offerta di
riabilitazione di primo livello? Questo mi sembra essere il tema. Allora, i casi adesso
sono due, scelga l'Assessore, io non ho preferenze da questo punto di vista: o non mi
dichiaro soddisfatta dell'interpellanza e quindi torna in Commissione Consiliare per
questo secondo elemento che ho segnalato, oppure, con la programmazione che la
Giunta riterrà di svolgere insieme al Presidente della IV Commissione, si decide un
incontro con l'Azienda Sanitaria Locale sul tema della riabilitazione in post-acuzie e
sull'offerta squisitamente sanitaria, perché su questo è una responsabilità
esclusivamente sanitaria che viene prevista e programmata nel nostro contesto
territoriale.

IMBESI Serena (Vicepresidente)
Sì, prego, Assessora Schellino.

SCHELLINO Sonia (Assessora)
Ma, io penso che il tema degli spazi di post-acuzie sia, come ha detto, assolutamente
sanitario, quindi forse oltre al Direttore dell'ASL, che io posso chiedere naturalmente, al
Direttore o Direttore Sanitario, di venire a raccontare; servirebbe una componente
regionale, perché poi le autorizzazioni non sono solo determinate dall'ASL. Lei, come
sa, abbiamo cercato più volte, in più occasioni di chiedere all'Assessore Regionale di
prendere posizione su tutta una serie di temi e questo è uno, perché poi la ripartizione
tra i vari ambiti della Regione se fare un post-acuzie in più a Settimo piuttosto che a
Trofarello o autorizzarlo a Torino, credo che il Direttore dell'ASL possa fare poco, può
attivare quello che la Regione gli ha chiesto. Possiamo provare ad organizzare invitando
ASL e Regione. Io, sugli esiti dell'invito, naturalmente io invito, invito ed insisto anche,
perché ogni volta che mi viene declinato un invito chiedo che sia declinato in forma
scritta dando una disponibilità ad un'altra data, precisando le motivazioni, non è che
accettiamo un "no, non posso, non ho tempo", proviamo a proporre calendari diversi,
poi naturalmente, come dire, io posso fare l'invito ed insistere e avere le risposte scritte
nel caso di non accettazione dell'invito. Credo che il Direttore dell'ASL ci verrà
sicuramente; per non avere di nuovo delle risposte interlocutorie sarebbe importante che
ci venisse anche la Regione. Possiamo organizzare una Commissione, adesso non c'è il
Presidente, ma ci facciamo carico di dirglielo, una Commissione specifica su spazi
dedicati al post-acuzie nella Città di Torino: bastano, non bastano, quali soluzioni e in
quali tempi, cioè una roba veramente miratissima di modo che non dia adito ad arrivare
con risposte altre collaterali. Io in realtà non ci siamo fatti aiutare specificamente
dall'ASL per dare questa risposta, abbiamo risposto quello che può rispondere il
Comune, cosa facciamo noi; portiamo in Conferenza sanitaria, insistiamo, chiediamo,
proponiamo, diamo disponibilità, per il resto direi invitiamo le parti in causa, Regione
ed ASL se è d'accordo, non lo so.

IMBESI Serena (Vicepresidente)
Quindi, se ho ben compreso, anche la Giunta ha la volontà di approfondire la questione
direttamente nella programmazione dei lavori, come chiesto dalla Capogruppo Artesio
nella IV Commissione sul punto specifico con gli attori competenti.
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