Interventi |
ARTESIO Eleonora Grazie, Presidente. Questo ordine del giorno è stato depositato il 27 settembre, da allora abbiamo potuto assistere, non soltanto nei lavori della nostra Commissione Consiliare delle ultime due settimane, ma in tutta la restituzione del dibattito parlamentare di Commissione e nella mobilitazione sociale pubblica, a una grande presa di parole di posizione nei confronti di questo DDL, e quindi il minimo che politicamente possiamo chiederci è quali siano le ragioni per le quali così tante organizzazioni professionali, così tante associazioni di rappresentanza, così tante persone hanno ritenuto di prendere parola, manifestare in piazza, partecipare ai dibattiti istituzionali, organizzare eventi pubblici, per commentare questo Disegno di Legge, soprattutto chiederne il ritiro. Il contenuto della premessa dell'ordine del giorno, che ho depositato e che è stato sottoscritto dalla collega Foglietta e anche dal collega Tresso, tenta di formulare in sintesi gli elementi di giudizio più rilevanti. Il primo, quello che ispira tutta la riflessione, tutta la valutazione, ed è il fatto che nelle condizioni di separazione di determinazione della cura e della crescita dei figli, tutta la nostra giurisprudenza, ma anche il comportamento di persone civili e responsabili, antepone l'interesse dei minori rispetto ai contenziosi tra gli adulti. E quindi, il tema che ci deve guidare nel giudicare questo testo, è esattamente l'interesse dei minori; minori che sono diversi, persona a persona, diversi nel loro nucleo familiare, diversi nelle loro prospettive di crescita, diversi nei loro desideri e in quanto tali non possono essere ricondotti ad una formula matematica che, come il Decreto Pillon pretende di fare, divide in modo statistico il tempo che ciascuno degli adulti deve dedicare, in maniera assolutamente simmetrica, le risorse economiche che ciascuno dei genitori deve destinare, le modalità con le quali ciascuno dei due si presenterà nei confronti del progetto educativo del proprio figlio, come se la vita di una coppia, la vita di un genitore, la vita di ciascuno coi propri figli, non fosse una questione di relazioni, ma fosse invece una questione di algebra. Quindi il primo tema, è esattamente questo. La reazione è stata perché non si è ravvisato il superiore interesse dei minori, ma semplicemente un modo di regolare conflitti tra adulti; adulti che si dà per scontato non sappiano ritrovare le modalità nell'interesse dei propri figli più corrette, più efficaci di crescita. Ma se l'82% delle persone, delle coppie che si separano, che ricorre alla separazione consensuale, dimostra questo livello di civiltà. E allora, se è così poco coerente con la realtà di vita delle persone, con i comportamenti delle stesse, perché questo Decreto Pillon, così insistentemente si è posto all'attenzione parlamentare e all'opinione pubblica? Probabilmente, e questa è sicuramente una interpretazione che noi offriamo al Consiglio, perché persegue un altro tipo di logica, una sorta di logica che, voglio usare una parola forte, sembra voler arrivare ad un regolamento dei conti tra figura paterna e figura materna, quasi che il dover sopportare l'onere dei costi di una cura e di una crescita condivisa dei figli, il dover riconoscere che c'è un'abitazione che il genitore a cui è affidata la funzione prevalente condivide con il figlio, il dover sostenere nella coppia quel coniuge che precedentemente aveva lasciato il lavoro, aveva ridotto l'orario, o per ragioni che ben conosciamo socialmente, tutti gli economisti ci ricordano, vede la donna in minor condizione di trattamento salariale, quasi che aver fatto nel tempo tutto questo, risulti oggi insopportabile ad una componente, quella maschile, e mi permetto di dire, quella patriarcale, che, attraverso anche atti come questi, tende a ricostruire una logica di dominio e di possesso attraverso la figura del minore. Anche solo il fatto che si possano porre questi dubbi e questi dubbi non le pone solo una componente politica, ma sono preoccupazioni che sono state espresse dalle organizzazioni professionali, da tutta la cultura del diritto, che vi dice: "Ma noi guardiamo caso per caso, caso per caso individuiamo la situazione più favorevole". Quindi illustro tutto, Presidente, quindi avrei il tempo doppio. Quindi, caso per caso individuiamo qual è il superiore interesse del minore, quali sono le tutele che possiamo mettere in atto; se già solo tutti questi saperi hanno espresso questa preoccupazione, vuol dire che se anche non ci fosse stata questa intenzione, sicuramente, sicuramente, la scrittura è tale, il contenuto è tale che non può essere accettato, semplicemente perché introduce questi rischi possibili. E quindi, in sintesi, per le ragioni che abbiamo scritto in narrativa, noi proponiamo che anche dal Consiglio Comunale, come da altri livelli istituzionali, come dalle audizioni che sono state compiute nelle Commissioni Parlamentari, arrivi un segnale forte e chiaro di richiesta di ritiro di questo Disegno di Legge, forte e chiaro. Dall'andamento delle Commissioni è accaduto, abbiamo ascoltato, che ci siano state anche delle dichiarazioni molto esplicite, anche altre associazioni non sono d'accordo sul Decreto Pillon, ma sono in disaccordo non per le ragioni scritte nel nostro ordine del giorno e anche questo allora conferma come, come dire, quel testo possa lasciare adito al fatto che voglia aprire una strada che non si dichiara esplicitamente, ma che rischia di essere pericolosissima, e in tutte le cose, anche in politica, vale il principio di precauzione e quindi non intraprendere strade che possono produrre dei danni significativi. E allora in questo senso ho esaminato, insieme agli altri colleghi del Consiglio, la proposta di ordine del giorno, a prima firma la Consigliera Pollicino, che la Maggioranza ha depositato. È una proposta di ordine del giorno che, nella premessa, non segue gli argomenti che ho qui riportato, ma fa una ricostruzione di tutte le normative nazionali ed europee che regolano, appunto, il tema della bigenitorialità in generale, ma specificamente della tutela del minore in caso di separazione. È evidente che una puntuale e puntigliosa ricostruzione della normativa ci trova, mi trova, d'accordo, anzi sottolineo che in questo testo è stata anche ripresa la questione di come il ricorso alla mediazione obbligatoria sia odioso e pericoloso nelle situazioni di maltrattamento e infatti anche il testo della Maggioranza riprende esattamente l'indicazione di Istanbul sull'esclusione del ricorso alla mediazione in casi di maltrattamento. La proposta nell'ordine del giorno conclude anch'essa, quella della Maggioranza, con la richiesta di revoca del Decreto Pillon e su questo, evidentemente, concordo. C'è un punto aggiuntivo, che è quello che lascia il dibattito all'attenzione parlamentare di riaprire il dibattito su una proposta di legge riguardante tutta questa materia e complessivamente il tema della bigenitorialità, lo riapre ad un livello non nostro, quello dei disegni di legge che sono stati depositati in Parlamento, con relazioni di contenuto e di forza numerica in Parlamento che non mi appartengono, che non posso determinare, ma dice anche una cosa specifica: che questa legislazione, futura, futuribile, dovrà essere coerente con il dettato e gli impegni sottoscritti dal nostro Paese nei trattati internazionali. Quindi il Disegno di Legge della Maggioranza definisce un perimetro entro il quale riaprire la discussione. Allora, con questa descrizione e giudizio, in sintesi, io propongo, anche a nome degli altri sottoscrittori, che si voti la proposta di ordine del giorno depositata a mia firma coi colleghi, e credo che ci sarà modo in questo Consiglio di aver condiviso, di condividere le motivazioni della premessa e contemporaneamente annuncio che sul testo depositato dalla Maggioranza, che ha questa caratteristica di descrizione puntuale della normativa in essere, poiché è esplicitamente richiamata la richiesta di revoca del Decreto Pillon, voterò a favore. |