Interventi |
MONTALBANO Deborah Sì, grazie, Vicepresidente. Allora, io inizio il mio intervento innanzitutto ringraziando la Consigliera Artesio per aver portato questo ordine del giorno in Consiglio Comunale e darci anche modo, in una qualche maniera, di aprire una discussione qui. Devo dire che, tra l'altro, dagli interventi, specialmente alcuni che si sono susseguiti, mi rendo conto di quanto invece, no, forse il Consigliere Rosso, tutti i Consiglieri Comunali in tutte le Amministrazioni territoriali in tutto il Paese dovrebbero forse portare un ordine del giorno così e confrontarsi nel marito di questa discussione, perché parliamo di diritti. Quando parliamo di diritti vuol dire che siamo tutti coinvolti e vuol dire che quindi queste discussioni dobbiamo affrontarle, innanzitutto con molta serietà, conoscendo nel merito la normativa, ma anche interfacciandoci con la realtà e con il vissuto, che poi le normative producono all'interno di chi poi è direttamente interessato rispetto a questi diritti. Mi voglio rivolgere, anche se non dovrei farlo, al Consigliere Russi, perché quando ho notato che stava intervenendo, che si era prenotato per l'intervento, ero lì per lì molto sollevata, perché ero sicura che, pur essendo un uomo, però avrebbe fatto un intervento molto molto attento e intelligente, soprattutto con un certo profilo umano, e invece devo dire che sono rimasta abbastanza basita e questo mi dispiace molto, mentre da altri me lo aspettavo. È già stato detto molto, quindi entriamo nel merito, facciamo alcuni esempi, io utilizzerò un linguaggio molto più semplice, perché forse è molto più diretto. Quando parliamo del DDL Pillon, oppure come poco fa faceva il Consigliere Russi, parliamo di mantenimento, partiamo dal presupposto che la Legge attuale non prevede il mantenimento obbligatorio da parte dei papà o delle mamme, prevede il mantenimento in base alla possibilità, possibilità economica, di entrambi i genitori. Che cosa vuol dire questo? Vuol dire che se un padre è disoccupato non versa il mantenimento, viene definito, ma può non versarlo. Un Giudice o chi preposto, quindi competente di diritto, diciamo così, si rivolge ai padri, o interviene obbligando il mantenimento quando viene dimostrato in via documentale, documentale, e tra l'altro questa dimostrazione spesso fa capo all'altro genitore, quindi a quello che subisce la mancanza di interessamento di uno dei due genitori. Dico uno dei due genitori anche se spesso sono, purtroppo, devo dirlo, i papà a mettersi in questa condizione e non le mamme, ma proprio perché, secondo me, il primo passaggio da fare è non affrontare questa discussione contrapponendo i due adulti, cioè ponendo uomini e donne come due categorie che devono a tutti i costi contrapposti, e allora, voglio dire, o uno o l'altro. Quindi, laddove viene obbligato, uno dei due genitori, a erogare il mantenimento, oppure va incontro a sentenze negative a suo carico da parte di un Giudice, perché viene dimostrato a livello documentale che poteva passare il mantenimento e non lo ha passato, ed è molto difficile anche dimostrarlo poi in sede legislativa. Quindi, sotto questo fronte, piena solidarietà alle tante donne o ai tanti uomini che possono trovarsi in questa situazione. Ecco perché, ecco perché poter solo lontanamente pensare che su un tema di questo tipo, dire: "Eliminiamo il mantenimento dovuto da parte del genitore", perché il mantenimento, se i genitori stanno col papà, magari è la mamma che lo deve passare, non è che è sempre solo il papà, tanto per fare una piccola precisazione, ma che il mantenimento debba essere, diciamo così, "io posso mettere questo, io posso mettere quell'altro", e quindi i due genitori, in base al proprio reddito, e vi do una notizia, che spesso uno di questi due genitori, che a volte è una donna, a volte può essere un uomo, fa finta di non avere un reddito, lavorando in nero, non avendo una dichiarazione e fregando l'altro genitore, perché quando c'è una certa conflittualità tra le due parti, e spesso questo avviene, purtroppo spesso il pensiero che è predominante, di rancore, caratterizzato da tutta una serie di sentimenti, è quello di dire che il mantenimento non arriva poi direttamente al figlio, ma è un'erogazione che arriva all'altro genitore e quindi "Io i soldi alla mamma o al papà non glieli do perché se li intascano loro". Questo per iniziare a entrare un po' nel merito delle questioni di cui stiamo discutendo. Altra questione già sollevata, quando parliamo di - scusate, ma poi a me questo tema mi coinvolge anche umanamente, quindi mi accendo un po' - dicevo, quando parliamo di consulenza obbligatoria, attenzione, attenzione, cioè, come gestiamo la consulenza obbligatoria, che tra l'altro nel DDL Pillon viene ben definita a carico privato, cioè le associazioni, gli enti terziari che dovrebbero effettuare questa consulenza, devono essere privati, e come diceva la Consigliera Pollicino, è normale che c'è un aumento dei costi per i due genitori che decidono di separarsi, che tra l'altro, io voglio capire una cosa, perché dobbiamo prendere due genitori che hanno deciso di separarsi per fargli fare tutto un percorso psicologico per convincerli a non separarsi? Tra l'altro percorso psicologico che poi tutta la relazione che confluisce da questo percorso psicologico non è vincolante, non è vincolante all'atto legislativo, quindi davanti a un Giudice. E allora perché dobbiamo far spendere questi soldi ai cittadini? Vorrei ricordare a tutti, tra l'altro, che rispetto alle separazioni, c'è già una struttura, c'è già una struttura che è regolamentata all'interno di quella che è la Legge vigente e in casi di conflittualità, anche per quanto riguarda l'alienazione, quella a cui faceva riferimento prima la Consigliera Pollicino, c'è tutta una struttura formata dai servizi sociali, dalla neuropsichiatria infantile, quindi laddove uno dei due genitori può fare sul minore, diciamo così, un atteggiamento, può avere un atteggiamento di manipolazione o può anche solo tentare, ci sono le persone, i tecnici preposti che fanno questo lavoro, gli operatori, che debbano proprio definire nel merito la questione e quelle relazioni arrivano sul tavolo di un Giudice. Ora, potrei andare avanti, ma devo concludere, io sollecito, sollecito i Consiglieri, il Consigliere Ricca, il Consigliere Rosso, che sono intervenuti, che fanno parte di quella che è la Destra politica di questo Paese a leggere nel merito, leggere nel merito il DDL Pillon e a evitare di parlare di marchette elettorali, perché scrivere un DDL, una proposta di Legge, interfacciandoci solo ed esclusivamente con le associazioni dei papà separati, allora, se dobbiamo parlare di marchette elettorali, forse questa proposta non doveva proprio essere presentata, perché di questo stiamo discutendo oggi. MONTALBANO Deborah Bene, concludo. Apriamo una discussione seria, perché sicuramente, sicuramente, la legge attuale va migliorata; va migliorata laddove parliamo di violenza sulle donne, laddove parliamo di reato di stalking, laddove parliamo di reati o di conflittualità accese fra le due parti. Assolutamente si può migliorare, ma si può migliorare partendo dalla visione di andare a migliorare e supportare i genitori laddove hanno bisogno di essere supportati. Io sono la prima a riconoscere che una nuova Legge sotto questo fronte debba anche aiutare costruendo strumenti accessibili ai papà che possono ritrovarsi, a seguito di una separazione, in difficoltà economica, o piuttosto a dormire in macchina, insomma, come gli esempi che prima, all'interno dell'intervento il Consigliere Russi poneva. Sicuramente, ma lo si deve fare, lo si deve fare partendo da una visione diversa, che è quella del riconoscimento dei diritti e non di vedere le mamme o i papà o le donne e gli uomini come due categorie contrapposte e rimettendo al centro, come diceva la Consigliera Artesio, l'interesse del minore. |