Interventi |
RICCA Fabrizio Grazie, Presidente, Sì, ma il Consigliere Rosso ha espresso oggettivamente una lacuna, ma io parlo anche soltanto di informazione, perché poi basta informarsi e si poteva cambiare questo ordine del giorno e si poteva chiedere tutto al Presidente del Senato di non calendarizzarlo, individuare la Commissione in cui doveva ancora essere discusso, dove chiedere di calendarizzarlo; non si può chiedere al Parlamento generico, perché poi Parlamento davvero è generico, perché bisogna individuare quale ramo del Parlamento, anche questo mi permetto di dire che è un grossolano errore, forse di fretta di fare una marchetta. Identifichiamo, il Parlamento è una cosa, come diceva il Consigliere Rosso, astratta, perché il Parlamento si fonda di Camera e di Senato. Il Senato ha un Presidente, che dopo che gli atti, i provvedimenti vengono licenziati dalla Commissione dopo tutto un iter particolare, ogni Commissione ha un suo Regolamento che si innesta all'interno del Regolamento del Senato, viene liberato e a quel punto viene calendarizzato. Il processo a monte doveva essere, e questo, dato che il Presidente, se non sbaglio, adesso non mi ricordo qual è la Commissione, il numero della Commissione, però so che è del Movimento 5 Stelle, potevate tranquillamente individuare chi era il Presidente della Commissione, fargli fare un ordine del giorno, chiedere al Presidente di quella Commissione di non calendarizzare l'atto e sarebbe stato più semplice. Però, quello che rende inutile, davvero inutile, e come diceva giustamente il Consigliere Rosso, tempo perso, questo ordine del giorno, identificare come un organo, a chiedere a un organo astratto di ritirare, di far ritirare un documento a un Senatore, in cui è la sua piena legittimità portare o non portare un provvedimento. È come se domani il Consiglio Comunale di Barletta chiedesse al Consiglio Comunale di Torino di ritirare una mozione della Consigliera Grippo. Cioè, ci rendiamo conto che potrebbe succedere, ma non ha nessun tipo di valore. Perché? Perché il Consiglio Comunale non fa ritirare niente a nessuno; può non calendarizzare, può non discutere,. può fare tutto quello che vuole, ma il Consiglio Comunale di Torino non può andare a votare contro preventivamente a favore del ritiro di qualcosa. Quindi io vorrei dire che parte già sbagliato questo ordine del giorno, mentre quello della Consigliera Artesio, diciamo, a livello di forma è perfetto, ed è per questo che non mi permetto di giudicare la sostanza del suo documento. Detto questo, io avevo, e l'ho detto anche a verbale in Commissione, io avevo anche lanciato la possibilità, avendo sentito il Senatore Pillon, di poter portare uno dei firmatari direttamente in Commissione, ma quando parlo di marchetta, io parlo a ragion veduta, perché non c'è stata neanche la volontà, oltre di audire tutte le associazioni, come ha detto il Consigliere Rosso, che possono essere a favore, ma neanche di audire il proponente, sapendo, Presidente, che in Commissione questo decreto non è neanche stato calendarizzato. Quindi, oltre un processo alle intenzioni, facendo una marchetta, c'è una volontà precisa di non far parlare in maniera antidemocratica una parte che la pensa diversamente. Poi ognuno in quest'Aula può avere tutte le idee che vuole, poi le andrà a votare nella maniera che ritiene più opportuna, ma sapendo che questo decreto, se dovesse essere portato in Parlamento, non sarà prima della fine del 2019, perché se qualcuno si fosse informato sa perfettamente che gli iter, soprattutto del Senato che sono un pochino più rigidi, prevedono la presentazione e la fine; le audizioni, ogni audizione separata una dall'altra, quindi un'associazione, un'altra associazione, un'altra associazione ancora, dopodiché si discute, i Senatori, i Commissari discutono quell'atto, dopodiché viene liberato per l'Aula. Questo, tendenzialmente, comporta un dispendio di tempo di circa sei mesi. Perché? Perché il Senato non passa, non passa tutte le sue Commissioni a parlare del Decreto Pillon, credo che abbia tante altre cose di cui discutere. Quindi qua si è preferito fare una marchetta, liberare un atto, portarlo in Aula senza avere un contraddittorio, esclusivamente perché qualcuno aveva l'intenzione di avere un titolo sul giornale. Detto questo, io avevo anche, e lo ribadisco, dopo aver sentito il Senatore Pillon, il via libera per portare uno dei firmatari in Commissione, a cui avevo anche già registrato la disponibilità, ma dopo che la Presidente Ferrero, che oggi, mi spiace, non c'è, ma mi aveva dato l'okay per una possibile calendarizzazione, poi con una brusca virata si è deciso di liberare l'atto per l'Aula, non sentendo le altre, diciamo, le associazioni a favore, non sentendo il firmatario del decreto. Quindi io mi permetto di dire che questi atti sono altamente strumentali e a me spiace che una persona con un'intelligenza fine come la consigliera Artesio abbia deciso di andare in questa direzione, anche perché avrebbe sicuramente avrebbe avuto più visibilità andando a discutere nel merito con il firmatario di questo decreto. Quindi questo rimarrà, mi permetto, Presidente carta straccia, com'è stato carta straccia l'ordine del giorno che voi siete andati contro il Decreto Sicurezza, che passerà così com'è e che, fatevene una ragione, diventerà legge. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Esatto, quindi…, brava, esatto. Quindi, esattamente come il Decreto Sicurezza, io credo che il Sindaco Appendino non si sia neanche scomodata di prendere e di alzare il telefono per dire: "Guardate che il Consiglio Comunale di Torino ha pensato questo", quindi io credo che discussioni come queste meno se ne fanno, magari dedichiamo qualche Commissione in più siamo a atti come quelli che abbiamo discusso oggi, che avevano un suo significato, anche a livello di Amministrazione Comunale, e quindi forse facciamo anche il bene della città a evitare di perdere tempo con questi atti che diventeranno carta straccia il secondo dopo essere stati votati. Poi, se qualcuno vuole fare il titolo: "Torino la prima città" e concludo, Presidente. "contro il Decreto Pillon", poi scoprirete che quando quel Decreto arriverà in Commissione, magari verrà modificato perché l'audizione delle associazioni porterà sicuramente un contributo. Neanche la manovra finanziaria che vede la Lega, il Movimento 5 Stelle insieme, ha avuto, è iniziata e finita nello stesso modo con cui è stata presentata, quindi mi permetto di dire: questo è un processo alle intenzioni, questa è una pura è vera marchetta politica. RICCA Fabrizio (INTERVENTO FUORI MICROFONO). RICCA Fabrizio No, giusto per specificare, perché poi sembrava che io volessi assolutamente portare i firmatari di questo Decreto in Commissione. Mi è stato chiesto dalla Presidenza della Commissione Pari Opportunità, io ho dato la mia disponibilità a mettere in campo i contatti per portare i firmatari in Commissione, tanto che dissi, in Sala Carpanini, che il Senatore Pillon era favorevole, bastava organizzarsi, sennò lui avrebbe delegato qualcun altro dei firmatari, fatto sta che la settimana dopo l'atto era liberato per l'Aula. Quindi volevo solo mettere i puntini sulle "ì", perché poi sembrava che avessi la smania di portare i Senatori in Commissione. |