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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 26 Novembre 2018 ore 14,00
Paragrafo n. 22
DELIBERAZIONE (Giunta: proposta e urgenza) 2018-05461
RINEGOZIAZIONE DI MUTUI PER UN AMMONTARE COMPLESSIVO DI EURO 387.989.634,27 CON INTESA SANPAOLO E DEXIA CREDIOP.
Interventi
ARTESIO Eleonora
Io cerco di ripercorrere in modo descrittivo il contenuto di queste due deliberazioni, che
tratterò anch'io, come ha fatto l'Assessore, congiuntamente, ed esprimere un giudizio
complessivo. Quindi il Comune di Torino sta rinegoziando, su proposta di Intesa
Sanpaolo, un mutuo che era stato stipulato nel 1999 per il completamento del lotto del
passante ferroviario. Questo mutuo era di importo iniziale di 217 milioni di euro,
scadeva nel 2024, ha attualmente un importo residuo di 68,5 milioni di euro. La
proposta di rinegoziazione che stiamo prendendo in considerazione, diminuisce il tasso
del 4,741% al tasso del 4,554%, e qui valgono, con una diminuzione dello 0,187%, le
considerazioni che venivano fatte precedentemente dal Capogruppo Lo Russo. In
cambio di questa riduzione, mi permetto di dire, risibile, del tasso di interesse, si viene a
prolungare di 10 anni la durata del mutuo e lo si porta alla durata massima prevista dalla
legislazione, vale a dire 30 anni. In realtà il mutuo vivrà complessivamente 37 anni,
visto che era nato nel 1999, la legge che riduce il termine è 30 dal 2014. Il derivato
sottostante viene chiuso contemporaneamente. Ma su questo momento non c'era
soltanto il derivato che viene chiuso, ma rimangono attivi per i di due terzi del valore,
un derivato JP Morgan, che non viene qui rinegoziato. Quali sono i risultati di questa
rinegoziazione, fino al 2024 il Comune risparmia 41 milioni, rispetto al tasso di
interesse precedente. Al termine del periodo gli onori di cassa, che però se si dovranno
sostenere, saranno superiori di oltre 18 milioni rispetto a quelli che si sarebbero pagati
originariamente. Quindi il Comune, invece di pagare 41 milioni, ne pagherà 59, con la
differenza che invece di completare la restituzione nel 2024, la completerà nel 2036.
Qual è il vantaggio? È evidentemente quello di liberare delle risorse che vengono
convertite in spesa corrente per realizzare le opere che l'Amministrazione riterrà e, dice
la delibera, i risparmi saranno indirizzati alla spesa corrente per enti culturali e
manutenzioni ordinarie. La seconda rinegoziazione riguarda i 17 mutui di San Paolo che
erano realizzati a tasso strutturato e che erano stati stipulati nel 2003 e nel 2005, già
rinegoziati in una prima battuta nel 2007, e la cui scadenza è prevista, nella valutazione
di questi atti deliberativi, al 2036, è una scadenza che sarebbe stata eguale, perché
questa scadenza non può essere ulteriormente prorogata per legge dall'attuale Giunta, in
quanto già precedentemente rinegoziata. Quali sono le nuove condizioni? Il tasso passa
dal 4,663% al 4,61%, con un ribasso dello 0,023%. Spostando questo tipo di rimborso,
il Comune recupera, fino al 2028, 49 milioni di euro. Negli anni successivi dovrà
restituire 83 milioni, con un esborso di cassa superiore di 34 a quello originariamente
previsto. Allora, in sintesi, qual è il giudizio su queste due operazioni, intanto, sono
operazioni molto simili, seppure utilizzando strumenti e modalità differenti, a quelle
compiute precedentemente dalla Giunta Fassino, quando la Giunta Fassino ha potuto
utilizzare una legge nazionale, che per favorire la liquidità nei confronti dei creditori del
Comune ha consentito di diluire nei tempi la situazione debitoria. È un'operazione
analoga, in cambio di una liquidità immediata e ravvicinata, si diluisce nel tempo la
condizione del debito. Dato che io non sono stata mai feroce con le Amministrazioni
Comunali che hanno cercato di garantire la spesa necessaria, pur in una condizione di
oggettivo strangolamento del Bilancio degli Enti Locali, anche per misure di bilancio
nazionale, e quindi non ho buttato la croce per questo aspetto sul Sindaco Fassino, non
la butto adesso sulla Sindaca Appendino e sull'Assessore al Bilancio, però è
assolutamente evidente che non può mancare la mia critica nei confronti di questa
Amministrazione, che invece ha accusato dell'indebitamento le Giunte precedenti,
rispetto al fatto che nell'amministrazione ordinaria si usano gli stessi strumenti, la
diluizione del debito sulle Giunte successive, sulle generazioni successive. Qual è,
diversamente dal collega Lo Russo, il mio giudizio politico? Non è quello di essere abili
o meno abili, o diplomatici o non diplomatici, nei confronti del Governo Nazionale,
visto che adesso è omologo per maggioranza, quanto piuttosto quello di non osare
quello che da questa parte, e non soltanto da questa parte, anche da parte di reti di
Comuni e di Associazioni che si occupano di Finanza locale, vi verrebbe chiesto, cioè
quello di dichiarare illegittimo il debito che si fonda sulle pratiche dei derivati e che
produce livelli di interesse che sono assolutamente al di fuori dei tassi di mercato e
profondamente sconvenienti per le Pubbliche Amministrazioni. Rinegoziamo il debito e
denunciamo il debito illegittimo. Lo so che è una scelta politica forte, è una scelta
politica forte che altre Amministrazioni hanno almeno annunciato e credo intrapreso.
Quindi la mia obiezione non è tanto il fatto che su questa operazione finanziaria vi state
comportando come le Amministrazioni precedenti, ma che moltiplicate una condizione
di dipendenza e non risolvete alla radice il problema significativo, e purtroppo
drammatico, di una Finanza locale, che pur non avendo creato la situazione debitoria
dello Stato, è stata quella che più di tutte le altre istituzioni è stata chiamata a concorrere
al risanamento e con questa chiamata di risanamento di carattere nazionale ha dovuto
patire, e continua a patire, delle condizioni di impossibilità a soddisfare le domande
primarie, quale quelle di cui abbiamo parlato, quindi le manutenzioni, quindi i contributi
alle attività sociali e culturali, e viceversa non riesce ad alzare la testa da una condizione
di soggezione rispetto agli istituti finanziari.

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