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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 19 Novembre 2018 ore 14,00
Paragrafo n. 28
MOZIONE 2018-04332
"LA CITT? DI TORINO SI COSTITUISCA PARTE CIVILE NEI PROCEDIMENTI PER I FATTI AVVENUTI IN PIAZZA SAN CARLO IN TORINO LA SERA DEL 3 GIUGNO 2017" PRESENTATA IN DATA 8 OTTOBRE 2018 - PRIMO FIRMATARIO LO RUSSO.
Interventi
GRIPPO Maria Grazia
Sì, qualche precisazione, Presidente, anche se il mio Capogruppo non ha bisogno di
essere esplicitato, però non c'è peggior sordo di chi non voglia sentire e io immagino
che non ci sia un difetto di comprensione, per cui è semplicemente un difetto di
attenzione. L'onestà cui certamente, faceva riferimento il Capogruppo, è l'onestà
intellettuale che ci si aspetta da chi dell'onestà ha fatto una cifra, quindi l'onestà a 360°.
Che non fosse stata … se fosse stato … che non fosse stato obbligatorio un atto del
genere, lo sapevamo, altrimenti non ci saremmo messi a scrivere una mozione, perché
sareste stati costretti ad intraprendere questa strada, per cui come motivazione, va da sé,
è piuttosto debole. Ci sono invece delle ragioni di opportunità, ci sono delle ragioni di
opportunità che riguardano il fatto che una vita è stata persa, oltre a coloro che la vita se
la sono vista rovinare per sempre e a quelli che non dimenticheranno, tanti sono stati i
feriti. Certamente si tratta di una vicenda unica nella storia di questa città, perlomeno
nella storia più recente e speriamo che tale …, che tale rimanga. Voglio essere molto
chiara con chi non ha rispetto nei confronti delle istituzioni e lo ha dimostrato, noi non
auguriamo una condanna a nessuno, perché sarebbe una sconfitta anche per una
Minoranza che non ha sostenuto questa Sindaca, perché a differenza di chi utilizza il
piccolo potere che le è stato dato per mettere i bastoni tra le ruote e non prendersi la
responsabilità di fare delle scelte, noi, nel momento in cui una Sindaca o un Sindaco
vengono eletti, lo riconosciamo come il Sindaco e la Sindaca di tutti, quindi non
mescoliamo false convinzioni che portano a far credere che noi si possa avere un modo
di pensare analogo a chi sta governando. Noi non auguriamo senz'altro, e lo ripeto, alla
Sindaca di essere condannata. Certamente auspicavamo una scelta che dividesse il
destino personale di Chiara Appendino dal destino della collettività che il Comune di
Torino ha l'onore e l'onere di rappresentare ed era questo che chiedevamo si potesse
vedere plasticamente in Aula, non è un obbligo, era una buona occasione per far
comprendere che si conosce il senso dell'istituzione e non soltanto lo strapuntino che è
stato dato per esercitare un potere che durerà meno degli insegnamenti che invece, io
spero, poi ci porteremo appresso nel tempo, non soltanto da questa vicenda, ma dalla
vicenda di relazione in generale a cui ci costringe un'esperienza di questo genere. Per
cui, se c'è ancora margine per fare una riflessione che non sia solo eterodiretta, ripeto,
dai destini di una Sindaca che se rilascia interviste come quelle che abbiamo letto è
perché sa il fatto suo, se c'è ancora una capacità di pensiero autonomo, c'è ancora
margine per ripensare sull'esito di questo atto.

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