Interventi |
GRIPPO Maria Grazia Sì, qualche precisazione, Presidente, anche se il mio Capogruppo non ha bisogno di essere esplicitato, però non c'è peggior sordo di chi non voglia sentire e io immagino che non ci sia un difetto di comprensione, per cui è semplicemente un difetto di attenzione. L'onestà cui certamente, faceva riferimento il Capogruppo, è l'onestà intellettuale che ci si aspetta da chi dell'onestà ha fatto una cifra, quindi l'onestà a 360°. Che non fosse stata … se fosse stato … che non fosse stato obbligatorio un atto del genere, lo sapevamo, altrimenti non ci saremmo messi a scrivere una mozione, perché sareste stati costretti ad intraprendere questa strada, per cui come motivazione, va da sé, è piuttosto debole. Ci sono invece delle ragioni di opportunità, ci sono delle ragioni di opportunità che riguardano il fatto che una vita è stata persa, oltre a coloro che la vita se la sono vista rovinare per sempre e a quelli che non dimenticheranno, tanti sono stati i feriti. Certamente si tratta di una vicenda unica nella storia di questa città, perlomeno nella storia più recente e speriamo che tale …, che tale rimanga. Voglio essere molto chiara con chi non ha rispetto nei confronti delle istituzioni e lo ha dimostrato, noi non auguriamo una condanna a nessuno, perché sarebbe una sconfitta anche per una Minoranza che non ha sostenuto questa Sindaca, perché a differenza di chi utilizza il piccolo potere che le è stato dato per mettere i bastoni tra le ruote e non prendersi la responsabilità di fare delle scelte, noi, nel momento in cui una Sindaca o un Sindaco vengono eletti, lo riconosciamo come il Sindaco e la Sindaca di tutti, quindi non mescoliamo false convinzioni che portano a far credere che noi si possa avere un modo di pensare analogo a chi sta governando. Noi non auguriamo senz'altro, e lo ripeto, alla Sindaca di essere condannata. Certamente auspicavamo una scelta che dividesse il destino personale di Chiara Appendino dal destino della collettività che il Comune di Torino ha l'onore e l'onere di rappresentare ed era questo che chiedevamo si potesse vedere plasticamente in Aula, non è un obbligo, era una buona occasione per far comprendere che si conosce il senso dell'istituzione e non soltanto lo strapuntino che è stato dato per esercitare un potere che durerà meno degli insegnamenti che invece, io spero, poi ci porteremo appresso nel tempo, non soltanto da questa vicenda, ma dalla vicenda di relazione in generale a cui ci costringe un'esperienza di questo genere. Per cui, se c'è ancora margine per fare una riflessione che non sia solo eterodiretta, ripeto, dai destini di una Sindaca che se rilascia interviste come quelle che abbiamo letto è perché sa il fatto suo, se c'è ancora una capacità di pensiero autonomo, c'è ancora margine per ripensare sull'esito di questo atto. |