Interventi |
GRIPPO Maria Grazia Sì, grazie, Presidente. Al netto delle motivazioni alte che hanno pervaso la proponente e che ritengo anche condivisibili, certamente, ecco, poi verrei al pratico: stamattina si è svolta una Commissione nella quale si è cercato di andare poi a definire, nel concreto, che cosa succede se noi approviamo questa mozione - che non significa tradirne lo spirito, meritevolissimo - però significa non andare a creare delle false aspettative nella cittadinanza e nemmeno andare ad impegnare l'Amministrazione in qualche cosa che poi non sarà esattamente in grado di fare e non sono mancati i dubbi sulla fattibilità, Presidente, dell'impegna di questa mozione. Perché, da un lato, si è compreso che quello che viene definito "vuoto normativo" non è così vuoto; in realtà molto del potenziale, (degli obiettivi che si vuole raggiungere con questa mozione) c'è già nel regolamento esistente. Quando io ho domandato quale fossero le strade per poter andare a correggere l'esistente, si sono, come dire, palesati degli scenari un pochino più tecnici e meno filosofici di quelli che abbiamo sentito illustrare in quest'Aula. Ho domandato alla Maggioranza se non ritenesse di voler fare un approfondimento per andare più nel concreto e, soprattutto, se non ritenesse di dover e voler coniugare questo tipo di approccio più tecnico con la misurazione dell'impegno da parte degli uffici nell'andare a determinare tutta una serie di interlocuzioni che qui sono delineate nell'impegna, compresa quella con le Circoscrizioni, che noi sull'atto non abbiamo sentito e che invece qui sono fortemente protagoniste, mi pare di capire. Ora, altri colleghi che, sono certa, interverranno dopo di me, aumenteranno la lista delle perplessità in termini di fattibilità dell'atto. Quindi, per scrivere qualche cosa che poi non è fattibile, Presidente, io credo che sia più onesto intellettualmente che andiamo a riparametrare, siccome il sentimento mi sembra comune, e nessuno si è trovato in disaccordo, né con le premesse, né con gli obiettivi da raggiungere, ciascuno li esprime come può, io magari in modo più povero e più, come dire, ordinario, rispetto alla proponente, ma certamente c'è una ampia condivisione di obiettivi. Bisogna che si trovi certezza negli strumenti, perché altrimenti potremmo essere tacciati di malafede…, potremmo essere tacciati di malafede, cosa c'è di così sconvolgente? Potremmo essere tacciati di malafede, tutti quanti, qualora non fossimo in grado di andare a determinare preliminarmente la nostra capacità di dare concretezza ad un atto che facilmente si scrive, ma, pare, difficilmente si attua. Potremmo, Collega, io spero di no. Siccome voglio essere certa della possibilità, votando favorevolmente ad un atto del genere, di non essere tacciata di malafede, di qualunquismo, di populismo, io non voglio. Poi, ribadisco, ciascuno compie le sue scelte. Avevo chiesto, Presidente, di tenere fermo l'atto in Aula, come già è stato fatto con i miei atti; viene fatto quasi sempre, per ottenere un approfondimento e magari poter riparametrare l'impegna e poter dare delle certezze di fattibilità. Questa richiesta è caduta nel vuoto; io, Presidente, la reitero in Aula e quindi chiedo formalmente che l'atto venga ritirato e che torni in Commissione per trovare la più ampia condivisione - visto che c'è la condivisione degli intenti - per metterci nelle condizioni, o perlomeno mettere nelle condizioni chi come me vuole questo elemento di certezza, di poter votare favorevolmente. Grazie. |