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LO RUSSO Stefano Innanzitutto ci tenevo a ringraziare la Consigliera Ferrero che ci regala costantemente queste perle, e che, oggettivamente, ci danno anche il modo di rimanere fino a quest'ora a discutere di "Ruralizzazione della città: frutteti a Torino". C'è una dotta citazione, abbastanza recente, peraltro, che lei nella narrativa riporta, che: "una città si ammala quando comincia a pensare alla terra solo come superficie che vale in quanto edificabile", che è un lavoro piuttosto recente, del 1919 ed effettivamente questo direi che traduce in maniera plastica qual è l'impostazione culturale che sottende anche, in qualche modo, il vostro modello di città che, correttamente, io lo dico con franchezza, veramente, rinnovo l'invito a esternare; cioè voi, vi invito a produrre e a sentirvi liberi di poter raccontare a tutta la città che cosa avete in mente di fare per Torino. Dopo averlo detto, come dire, sulle grandi opere, le grandi infrastrutture, i grandi eventi, in una chiave contrappositiva, adesso, finalmente, avete, come dire, vi siete strappati dalle catene della mancata..., della censura comunicativa e ci producete, e producete all'attenzione dell'Aula, il vostro vero modello di città, che prevede, appunto, i frutteti come chiave di sviluppo di Torino. Ora, senza nulla togliere ai ramassin e alle prugne e alle albicocche, che io apprezzo almeno tanto quanto lei, Consigliera Ferrero, è chiaro che mi viene, non me ne voglia, la battuta: se lei pensa che a piantare i frutti, a raccogliere i frutti dai frutteti debbano andarci i disperati, gli anziani disinformati, e le madamin che non hanno niente da fare e che dopo aver sorseggiato il loro tè, guardando non si sa bene che cosa, magari un serial televisivo su una rete a pagamento, perchè essendo ricche, possono permetterselo: "Che dici, cara, andiamo a raccogliere i ramassin nel frutteto in periferia'", "Certo, andiamo". Ecco, questo modello che, sostanzialmente, lei oggi propone di introdurre, è un modello che noi, pur capendolo e che è assolutamente coerente, Assessora Ferrero; eh, scusi, vede, l'ho già promossa, anche perché davvero, con questa impostazione, mi chiedo come fa a stare solamente in Consiglio Comunale. Io, fossi nella Sindaca Appendino, essendo lei, onestamente, non me ne vogliano i suoi Colleghi, la più reale interprete del modello che addirittura viene evocato nel 1919 di questo Hughes che, sostanzialmente, nel 1919 spiegava qual era la prospettiva delle città; 1919, ci permetta, come dire, di non avere proprio lo stesso afflato, per le ragioni dette dal Collega Lavolta che, come dire, fu sostanzialmente impallinato, allora era Assessore all'Ambiente, per aver osato dire di piantare qualche albero da frutto in un parco. Siccome c'era l'aria inquinata diventava un assassino di bambini. E voi, senza colpo ferire, il Movimento 5 Stelle, Consigliera Ferrero, aveva definito il collega Enzo Lavolta, quasi, non so se assassino, quasi assassino, perché aveva deciso, senza nulla togliere, senza avere la speranza di cambiare il modello di sviluppo della città con quell'operazione, ma banalmente perché è una roba di buon senso. Allora, io apprendo da lei, oggi, che il nostro regolamento impedisce di piantare gli alberi da frutto, invece permette di piantare i cavoli, no? Perché uno dei punti dell'impegnativa è: "Cambiamo il regolamento, perché se io pianto il susino o il ramassin, sono contro la legge; invece se pianto l'insalata, la verza o la melanzana, evidentemente, sono nella legge". Quindi, questo elemento, come dire, è corretto; lei lo pone correttamente: perché bloccare i ramassin, se possiamo piantare i cavoli o l'insalata, o la verza? Apriamo ai ramassin, alle prugne e alle pesche. Ed è corretto che, Consigliera Ferrero, lei si faccia parte attiva di questo progressivo sviluppo della città. Allora noi, che invece, purtroppo, abbiamo, come dire, un pochino a cuore il futuro della città, dal nostro punto di vista, che è diverso dal vostro - e poi non lo dico più - continuate ad esternarlo. Tutto, dove potete, sui social, con questi atti, uscite liberamente, parlate alla città, che vi viene dietro e che vi ascolta. Da questo punto di vista non ce ne voglia, Consigliera Ferrero, se pur condividendo l'importanza degli alberi da frutto nella città di Torino, non voteremo questo atto. Però la invitiamo, davvero, a farsi - visto che l'atto passerà - a farsi parte attiva e diligente perché tutti i punti di questa impegnativa possano trovare davvero una loro collocazione. Oltretutto, l'attuale Assessore all'Ambiente, che è il vostro vecchio Capogruppo, l'Assessore Unia, sono certo che, come dire, farà sue le istanze relative alla diffusione di questo tipo di pratiche agronomiche. Tutto ciò premesso, le esprimiamo, tuttavia, e gliela faccio in conclusione di questo mio intervento, solidarietà umana per gli attacchi che ha subito su Facebook a valle della sua esternazione in cui insultava i torinesi che hanno partecipato alla manifestazione di sabato, definendoli: dei disperati, degli anziani disinformati e delle madamin. Noi le esprimiamo a nome del Gruppo del Partito Democratico la solidarietà umana. Da questo punto di vista il clima d'odio che è stato instaurato sui social non ci appartiene. Condanniamo fermamente qualunque azione che vada nell'ottica del clima d'odio e la invitiamo, però, caldamente, magari, la prossima volta, a riflettere un attimino prima di insultare i torinesi che partecipano a una manifestazione democratica. |