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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 12 Novembre 2018 ore 14,00
Paragrafo n. 28
MOZIONE 2018-04569
(MOZIONE N. 70/2018) "RURALIZZAZIONE DELLA CITT?: FRUTTETI A TORINO" PRESENTATA IN DATA 16 OTTOBRE 2018 - PRIMA FIRMATARIA FERRERO.
Interventi
VERSACI Fabio (Presidente)
Passerei al punto successivo, al punto 18 del nostro Ordine del Giorno della Consigliera
Ferrero ed altri:

"Ruralizzazione della città: frutteti a Torino"

VERSACI Fabio (Presidente)
Prego, Consigliera Ferrero.

FERRERO Viviana
Graie, Presidente. Questa proposta di mozione va a colmare un vuoto normativo. Ci
siamo accorti che dentro al Regolamento degli orti urbani non erano proprio previsti gli
alberi da frutto, in quanto per corpo vegetativo, impianto radicale, ombreggiatura della
chioma, non era possibile che fossero inseriti negli orti urbani. Il mio intervento si
articolerà in due parti: una in cui spiegherò, appunto, come abbiamo utilizzato, pensato
di realizzare, appunto, questi frutteti urbani; il secondo è invece una visione, visto che
veniamo continuamente incolpati di non avere una visione di città, e questa è una parte
di quella visione di città, secondo me, molto significativa di quel piccolo puzzle che noi
vogliamo portare avanti con azioni puntuali, ma progressive. Allora, nella prima parte
noi abbiamo pensato di realizzare nelle Circoscrizioni, soprattutto quelle periferiche,
che hanno spazi lasciati anche a gerbido, dedicarli alla coltivazione di piante da frutto,
ascoltando però i pareri delle facoltà universitarie interessate al progetto e favorendo
cooperative o libere associazioni di cittadini, spontanee associazioni di cittadini che se
ne prendono cura, proprio anche per creare quel tessuto sociale che, il lavorare insieme,
il raccogliere insieme, lo stare insieme, forma. Attivando una collaborazione, come
abbiamo detto, con l'Università di Torino per la parte agronomica e per la parte medica,
in quanto si possono privilegiare dei tipi di varietà autoctone che non necessitano,
quindi, come per esempio per i pescheti, che hanno bisogno veramente di una grande
manutenzione, di utilizzo di diserbanti e fitofarmaci, eccetera, piante autoctone che
quindi hanno pochissime necessità, appunto, di tutti questi trattamenti. Questo
nell'intento, quindi, di redigere un paragrafo specifico da inserire nella gestione dei
frutteti sociali, da inserire poi in questo regolamento, che quindi sarà: "Regolamento
orti e frutteti urbani". Noi abbiamo indicato alcuni luoghi all'interno delle
Circoscrizioni, ma era solo un indicare e citarne alcuni, ma questa potrebbe essere
veramente l'occasione di queste buone pratiche, con l'intento anche di coinvolgere le
scuole nel periodo di raccolta e anche nel dare pubblicizzazione delle iniziative di questi
spazi adibiti alla frutticoltura. Questa mozione mi permette però di parlare di rapporti tra
le cose, di come l'uomo contemporaneo abbia completamente marginalizzato la
produzione di cibo. Siamo diventati solo più consumatori di alimenti e l'agricoltura non
commerciale rappresenta, infatti, una vera e propria riappropriazione di una parte
significativa del nostro vivere. Coltivare il cibo innesca una consapevolezza del cibo:
sulla qualità degli alimenti, la tracciabilità, l'economia locale, quello che rappresenta
invece, che si antepone alla produzione mondializzata. Una città che riesce in buona
parte con un'economia locale ad una rete di spazi di agricoltura e di sussistenza, sarebbe
una città anche più forte e meno in balia del mercato. Lo sfruttamento di queste aree
marginali, dei gerbidi, esattamente quel tentativo della riappropriazione del cittadino di
avere dello spazio che considera suo; spazi d'integrazione dove l'agricoltura diventa
modello di scambio culturale. Si parla di civiltà contadina; in una città che si vergogna
spesso del rapporto con l'agricoltura, non si ammette che coltivare è anche cultura del
cibo ed è insieme anche tradizione. Eppure siamo tutti figli e nipoti di contadini e non
c'è nulla, proprio nulla di cui vergognarsi, ma la marginalizzazione che diamo alla
produzione del cibo è molto, molto pericolosa per i risvolti economici, sanitari e sociali
che implica, perché siamo quello che mangiamo, siamo dipendenti dal cibo e non lo
possiamo trascurare, e la nostra economia cambia quando compriamo, perché come
diceva proprio Alex Zanotelli: "Quando io compro voto", e aggiungo: "Voto un tipo di
società". E se scegliessimo meglio cosa comprare e se una parte del cibo sapessimo
anche produrlo? Il cibo naturale costa meno, produrlo non diventa cibo caro solo per chi
può permetterselo, quindi anche un aspetto di grande democrazia. L'agricoltura è
schiacciata dall'economia e dagli economisti che in qualche modo hanno sempre, per
lungo tempo, considerato l'agricoltura su piccola scala di sussistenza, sbagliata, da
marginalizzare, come fosse qualcosa di primitivo, da eliminare al più presto. E tocca a
noi, con piccoli passi, renderla e prenderla in mano e darle dignità, garantendo anche
spazi di agricoltura sociale, che comprenda quelle attività che impiegano le risorse
dell'agricoltura per promuovere e accompagnare azioni terapeutiche, di riabilitazione, di
inclusione sociale. Quanto è importante toccare la terra per tutti, lavorativa per persone
svantaggiate o a rischio di esclusione sociale. Finisco questo intervento parlando di un
filosofo e agricoltore giapponese Masanobu Fukuoka, che in un libro che si intitola "La
rivoluzione del filo di paglia" parla proprio di un'agricoltura come politica, di modi di
coltivare che cambiano il cibo, cambiano la società, cambiano i nostri valori; "scelte che
cambiano il mondo con un umile e semplice" - diceva lui - "filo di paglia". Noi
cerchiamo di cambiarlo anche con i frutteti sociali, grazie.

LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario)
Bene, ha chiesto la parola la Consigliera Grippo. Prego, Consigliera.

GRIPPO Maria Grazia
Sì, grazie, Presidente. Al netto delle motivazioni alte che hanno pervaso la proponente e
che ritengo anche condivisibili, certamente, ecco, poi verrei al pratico: stamattina si è
svolta una Commissione nella quale si è cercato di andare poi a definire, nel concreto,
che cosa succede se noi approviamo questa mozione - che non significa tradirne lo
spirito, meritevolissimo - però significa non andare a creare delle false aspettative nella
cittadinanza e nemmeno andare ad impegnare l'Amministrazione in qualche cosa che
poi non sarà esattamente in grado di fare e non sono mancati i dubbi sulla fattibilità,
Presidente, dell'impegna di questa mozione. Perché, da un lato, si è compreso che quello
che viene definito "vuoto normativo" non è così vuoto; in realtà molto del potenziale,
(degli obiettivi che si vuole raggiungere con questa mozione) c'è già nel regolamento
esistente. Quando io ho domandato quale fossero le strade per poter andare a correggere
l'esistente, si sono, come dire, palesati degli scenari un pochino più tecnici e meno
filosofici di quelli che abbiamo sentito illustrare in quest'Aula. Ho domandato alla
Maggioranza se non ritenesse di voler fare un approfondimento per andare più nel
concreto e, soprattutto, se non ritenesse di dover e voler coniugare questo tipo di
approccio più tecnico con la misurazione dell'impegno da parte degli uffici nell'andare a
determinare tutta una serie di interlocuzioni che qui sono delineate nell'impegna,
compresa quella con le Circoscrizioni, che noi sull'atto non abbiamo sentito e che
invece qui sono fortemente protagoniste, mi pare di capire. Ora, altri colleghi che, sono
certa, interverranno dopo di me, aumenteranno la lista delle perplessità in termini di
fattibilità dell'atto. Quindi, per scrivere qualche cosa che poi non è fattibile, Presidente,
io credo che sia più onesto intellettualmente che andiamo a riparametrare, siccome il
sentimento mi sembra comune, e nessuno si è trovato in disaccordo, né con le premesse,
né con gli obiettivi da raggiungere, ciascuno li esprime come può, io magari in modo
più povero e più, come dire, ordinario, rispetto alla proponente, ma certamente c'è una
ampia condivisione di obiettivi. Bisogna che si trovi certezza negli strumenti, perché
altrimenti potremmo essere tacciati di malafede…, potremmo essere tacciati di
malafede, cosa c'è di così sconvolgente? Potremmo essere tacciati di malafede, tutti
quanti, qualora non fossimo in grado di andare a determinare preliminarmente la nostra
capacità di dare concretezza ad un atto che facilmente si scrive, ma, pare, difficilmente
si attua. Potremmo, Collega, io spero di no. Siccome voglio essere certa della
possibilità, votando favorevolmente ad un atto del genere, di non essere tacciata di
malafede, di qualunquismo, di populismo, io non voglio. Poi, ribadisco, ciascuno
compie le sue scelte. Avevo chiesto, Presidente, di tenere fermo l'atto in Aula, come già
è stato fatto con i miei atti; viene fatto quasi sempre, per ottenere un approfondimento e
magari poter riparametrare l'impegna e poter dare delle certezze di fattibilità. Questa
richiesta è caduta nel vuoto; io, Presidente, la reitero in Aula e quindi chiedo
formalmente che l'atto venga ritirato e che torni in Commissione per trovare la più
ampia condivisione - visto che c'è la condivisione degli intenti - per metterci nelle
condizioni, o perlomeno mettere nelle condizioni chi come me vuole questo elemento di
certezza, di poter votare favorevolmente. Grazie.

VERSACI Fabio (Presidente)
Grazie a lei. Prego, Capogruppo Tresso, ne ha facoltà per cinque minuti.

TRESSO Francesco
Grazie, Presidente. Dunque, devo fare una premessa: io mi scuso perché, purtroppo,
oggi per motivazioni, Presidente, impegni, non ho potuto partecipare alla Commissione,
e quindi esprimo qua dei dubbi forti che ho su questo atto, che trovo un atto costruito -
abbia pazienza, Consigliera - onestamente male, con una retorica che, veramente, non
riesce a cogliere poi nell'incisività delle proposizioni che sono, francamente, poco chiare
e poco efficaci. Intanto lei ci parla di una progettualità, ma francamente, ecco, non è
questo il tipo di progettualità di cui abbiamo bisogno, quello proprio del villaggio di
Heidi che si autoproduce la frutta e di preparare mozioni del ramassin. Cioè, qui siamo
veramente all'apoteosi, proprio. Cioè, siamo reduci da un weekend in cui si dice: "C'è
mancanza di visione, c'è mancanza di progettualità", e lei esce con questo tipo di
mozione, che si chiama: "Ruralizzazione della città: frutteti a Torino". Io non so,
francamente, se questo è il tipo di risposta, meno male che la Sindaca ha lasciato le
porte aperte: ci sono orde di cittadini che verranno qui con i ramassin in mano, a
tirarglieli, però, credo, perché francamente non credo sia… Proseguo, allora passiamo
però sulla concettualizzazione proprio di quest'atto. Lei fa, vede, un'enorme confusione,
come - abbia pazienza - spesso le capita di fare, su quelli che sono dei temi, che sono:
l'educazione ad un'alimentazione consapevole, su cui troverà tutti assolutamente, e il
sottoscritto Capogruppo in primis, fortemente convinti che bisogna incentivarla, bisogna
curarla e trovare tutti i modi per svilupparla; e l'utilizzo a fini agricoli delle zone,
diciamo, urbane per un'agricoltura che lei vede di tipo produttivo. Ma legga un po' qua,
che, insomma, siamo veramente anacronistici nel voler produrre quello, ma andava bene
nel Medioevo, forse. Ora cerchiamo di aiutare chi fa professionalmente questo lavoro:
stabiliamo delle filiere corte per utilizzare al meglio prodotti, anche biologici, va bene,
ma non possiamo pensare che nelle nostre periferie, nelle aree a gerbido andiamo a fare
la frutticoltura, peraltro con, le cito delle parti che lei dice: "Attivare coltivazioni che
privilegino coltivazioni di varietà autoctone antiche o resistenti che non necessitano di
cure chimiche". Ma non è che i contadini sono felici di usare i fungicidi o i pesticidi: è
che purtroppo trovare a priori delle coltivazioni, come dice lei, autoctone, che non
necessitino di cure chimiche e che non siano soggette ad attacchi parassitari, è un falso
storico, proprio, che lei sta proponendo, non esistono. Cioè, voglio dire, si vada a
frequentare un corso, visto che lei è sapiente di tutto, ma vada a frequentare un corso
all'Università anche di agricoltura. Peraltro, anche sul tema della collaborazione con
l'Università, ma è già in essere, c'è un progetto H2020, che si chiama: "Progireg", in cui
sono coinvolti l'Ordine degli Agronomi insieme all'Università. Allora forse là è lo
spazio giusto in cui andare ad approfondire queste tematiche e avere anche sotto il
profilo scientifico quello che lei oggi cerca, invece, di darci qua, in quest'Aula, ma
francamente con un po' più scarsi risultati. Quindi, davvero, stiamo facendo una
confusione enorme di temi. C'è tutto un tema molto importante, assolutamente
condivisibile, che è quello, invece, dell'utilizzo degli orti urbani, tra l'altro esiste già una
regolamento. Qui che addirittura si dica di scriverne uno nuovo per i frutti, per i
ramassin, ma veramente, ma i regolamenti sono fatti per essere modificati,
eventualmente, ma facciamo il regolamento ramassin, anche questo, benissimo,
facciamo anche il regolamento e qui diamo la progettualità. Però, davvero, l'utilizzo
sociale degli orti urbani, ma, guardi, io ne ho progettati, sono il primo a dirglielo, è
quello un utilizzo sociale di agricoltura urbana, che ha tutta una sua funzione,
multifunzionale, il verde urbano, eccetera, ma non possiamo fare un'agricoltura
produttiva. Questo, davvero, è fermo al villaggio di Heidi, forse, ma non è quello di cui
ha bisogno Torino. Chiudo, ancora con una cosa che però io ho già detto più volte,
anche quando abbiamo votato, e lì abbiamo fatto, invece, un lavoro concertato, su
proposta del Consigliere Gosetto, sul riattivare la Commissione agricoltura e di che
lavoro fare; ma non diciamo che andiamo anche qui, è proprio lessicalmente sbagliato:
"realizzare nelle Circoscrizioni di Torino spazi dedicati", ma non si realizzano gli spazi.
Gli spazi ci sono e si possono utilizzare. Partiamo da un censimento, ma questo
l'abbiamo già detto nell'ambito della Commissione agricoltura: partiamo da una
ricognizione, da un censimento. Esistono già gli studi, peraltro, e quindi non è che
dobbiamo fare molto. Oggi i tecnici ci dicono: "Facciamo di nuovo dell'agricoltura di
un certo tipo: l'agricoltura per scopi di reinserimento, urbani, di orti, socializziamo", e
tutto; ma per favore, la frutta, facciamo in modo che ci arrivi la frutta di filiera corta: la
frutta biologica, la frutta coltivata a Saluzzo, da chi lo fa professionalmente, e non
andiamo a cercare di togliere posti anche a chi lo fa, perché lei probabilmente sarà felice
di andare la domenica a sporcarsi le mani con la terra, come ci piace dire in quest'Aula:
ma sporchiamoci tutti le mani! Però lasciamo fare a chi le mani se le sporca perché deve
anche tirare a casa uno stipendio, e forse sarà meglio. Noi le mani ce le teniamo anche
un pochino più pulite e siamo più contenti, francamente, se loro lavorano e lavorano
bene. Grazie.

VERSACI Fabio (Presidente)
Prego, Consigliere Gosetto.

GOSETTO Fabio
Grazie, Presidente. Allora, io condivido, condivido con la Maggioranza l'intenzione e lo
spirito di questa mozione, che ovviamente va presa, diciamo, in senso largo, in generale.
Ovviamente, ci saranno delle specificità che non sono totalmente condivise
dall'Opposizione. Mi sembra che la Consigliera, comunque, abbia già modificato il testo
nelle sue varie parti, anche nell'impegna e quindi recependo quelle che erano,
comunque, le richieste. Io ho chiesto, appunto, che la Consigliera Ferrero recepisse e
modificasse alcune parti del testo, anche dell'impegnativa, il punto 3, in modo
particolare, che erano state indicate dalla Consigliera Foglietta. Io credo che questa
mozione parta da molto lontano, nel senso che riprende già delle cose che esistono già
sul territorio; ad esempio stamattina abbiamo parlato degli orti alti della Parella. Quindi,
non è che andiamo a fare qualcosa che non esiste; sostanzialmente andiamo solo a
rafforzare quello che già è stato portato avanti nelle passate Consiliature. Io penso che
anche tutti i punti dell'impegnativa siano condivisibili, perché sia il punto 1, dove
sostanzialmente richiede, comunque, il coinvolgimento della Circoscrizione, perchè
secondo me non può essere diversamente, perché, comunque, se si andrà a svolgere e
attuare il punto 3, e quindi redigere una modifica dell'attuale Regolamento degli orti
urbani, una sua integrazione, ovviamente avrà una ricaduta anche nelle Circoscrizioni
con le quali, dovremmo relazionarci e che dovranno recepire quello che sarà il punto di
modifica di integrazione. Anche il punto 2, secondo me, il fatto di privilegiare delle
coltivazioni, varietà autoctone, è stato anche già citato questa mattina dalla parte
tecnica. Il punto 3, ovviamente, è stato modificato, quindi dovremmo…, il regolamento
attuale dovrà essere modificato, recepire le modifiche. Io, giusto per dare uno spunto
ulteriore, mi prendo la totale responsabilità, giusto anche per invogliare l'Opposizione a
votare questo atto che, secondo me, in ordine linea generale, può essere totalmente
condiviso e che, diciamo, utilizzo anche le parole citate dalla Consigliera Grippo, che
comunque condivide in linea generale questa mozione. Mi assumo la responsabilità
anche, diciamo, nella fase attuativa del recepimento di questa mozione da parte degli
Uffici e della Giunta di interloquire continuamente anche con l'Opposizione, quindi fare
un percorso insieme affinché tutto quello che è scritto in questo mozione venga attuato.
Grazie.

VERSACI Fabio (Presidente)
Prego, Consigliera Tisi.

TISI Elide
Grazie, Presidente. Mi pare che dagli interventi che stanno susseguendosi nel corso di
questo Consiglio e dai contenuti, emerga come probabilmente questo atto - come
peraltro richiesto questa mattina in Commissione - avrebbe avuto proprio bisogno di
avere un ulteriore approfondimento in sede di Commissione; perché anche questa
mattina è stata espressa una sostanziale condivisione nel merito degli obiettivi che si
vogliono raggiungere sul tema, sicuramente, degli orti urbani e anche dell'ampliamento
delle opportunità di questo tipo, in città, che accompagnino anche dei processi culturali,
evidentemente, e non soltanto operativi, c'è stata una convergenza. Mi spiace rilevare
che solo in Aula, di fatto, abbiamo potuto prendere atto della presentazione di
emendamenti che sono stati richiesti anche dalle Minoranze, a verbale, questa mattina,
di cui io ho preso ora visione e contezza e quindi, sinceramente, non so se vanno nella
direzione dell'accoglimento di quelli che erano, le abbiamo viste ora, e quindi, come
dire, ne prendo atto. Francamente faccio un po' fatica a comprendere il perché di questa
fretta di portare in Aula un atto che avrebbe potuto avere, sicuramente, una maggiore
condivisione; avrebbe potuto vedere un approfondimento con le Circoscrizioni e, forse,
attraverso quell'approfondimento non da fare dopo, da fare prima, si poteva, magari,
anche avere un contributo di arricchimento per la realizzazione poi concreta, perché mi
pare che il tema sia di non fare un indirizzo, di non fare un atto di indirizzo che poi,
come dire, rischia nella pratica di non riuscire ad avere gambe. E a questo proposito, io,
anche nel corso della Commissione di questa mattina, ho segnalato come un
ampliamento di attività di questa natura richiede anche la necessità di avere delle risorse
di accompagnamento, perché certamente: bene l'auto-organizzazione dei cittadini sul
territorio, ma io credo che, come sempre, la sussidiarietà preveda che ci sia sicuramente
una pregevole auto-organizzazione che, però, deve essere sostenuta
dall'Amministrazione Pubblica e credo che il nostro sostegno, in questo caso, possa
essere e sostanziarsi anche in una messa a disposizione di risorse. Certamente, è stato
confermato anche dai tecnici, che tutto quanto riguarda il tema delle piantumazioni e
della gestione delle aree verdi necessita anche poi di accompagnamento in termini di
manutenzione ordinaria e straordinaria e, quindi, chiedo alla proponente se, da questo
punto di vista, non ritenga che questo atto debba anche essere accompagnato da un
indirizzo o un auspicio, quantomeno alla Giunta, di sostenerlo anche attraverso delle
risorse.

VERSACI Fabio (Presidente)
Grazie. Prego, Vicepresidente Lavolta.

LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario)
Grazie, Presidente. Piantare alberi da frutto in città non è una novità introdotta dalla
Consigliera Ferrero, lo fanno le città da tempo, lo ha fatto anche la Città di Torino. In
passato la Città di Torino non ha scomodato agronomi giapponesi. Ha scomodato
risorse del territorio: l'Università degli Studi di Torino, la facoltà di Scienze Forestali e
Ambientali; ha scomodato gli operatori del territorio nel più ampio piano di
trasformazione del territorio e lo ha scomodato nel senso esattamente opposto a quello
che citava lei, perché, guardi, per piantare i 230, forse sono qualcuno in più, alberi, tra
cui molti.., la frutta in piazza Marmolada, in piazza Marmolada lì si è dovuto bonificare
un'area di 35.000 metri quadrati, cioè, si è dovuto fare esattamente l'opposto di lasciare
le cose così come stanno. Masanobu Fukuoka, l'agronomo giapponese da lei citato e
rappresentante dell'agricoltura naturale, è il rappresentante perfetto della vostra
impostazione politica, culturale. Infatti io, che non lo conoscevo, ho dovuto
documentarmi e ho scoperto che è definibile l'agricoltura naturale proprio come
l'agricoltura del non fare. Guardate, è esattamente quello che vi rappresenta meglio. Io
ho già detto questa mattina in Commissione Consigliare, cara Consigliera Ferrero, che
non voterò questo atto per un semplice motivo, perché tra tutte le cose, oltre all'ipocrisia
straordinaria che è rappresentata da questo documento, questa vuota retorica per cui
dobbiamo necessariamente fare riferimento a esperti mondiali, guardate, ci sono tanti
esperti anche su questo territorio che possono essere coinvolti, ma la cosa che più mi dà
fastidio è che pochi anni fa, era il 2014, gliel'ho già detto stamattina, quando la Città di
Torino stava piantando nella zona Sud della Città di Torino, Parco Piemonte, alcuni
alberi, tra cui alcuni alberi da frutta, un Movimento - guarda caso, proprio il Movimento
5 Stelle - definì l'Amministrazione all'epoca, "assassina". Cioè voi, in un'assemblea
pubblica, il Movimento 5 Stelle disse che piantare degli alberi da frutta al Parco
Piemonte era da assassini, perché il Parco Piemonte insisteva nell'area di influenza
dell'impianto di termovalorizzazione del Gerbido. E allora, che cosa è successo dal
2014 ad oggi, oltre al fatto che siete arrivati al Governo? Che cosa è successo,
Consigliera? Perché al punto 3 della sua proposta di mozione, anzi al punto 4, dice
proprio: di piantare degli alberi, ad esempio, da frutta, ad esempio, nel Parco del
Sangone? Cioè, proprio lì dove nel 2014 non bisognava farlo perché era da assassini.
Glielo dico io che cosa è successo. È successo che avete capito che quell'impianto non è
così impattante, così come dicevate all'epoca, e che l'impianto di termovalorizzazione
del Gerbido, che è accompagnato da un piano di sorveglianza sanitaria, da un
contenimento delle emissioni, non è così pericoloso come dicevate, terrorizzando,
terrorizzando quei cittadini. Anzi, le dico di più - e che lo sappiano i cittadini di quella
zona - la differenza vera è che nel 2014 la Città di Torino, questo territorio, bruciava
350.000 tonnellate di rifiuti al Gerbido, oggi ne ha più di 500.000. Quindi, se era
pericoloso all'epoca, Consigliera Ferrero, dovrebbe esserlo - se foste coerenti, ma non lo
siete - dovrebbe esserlo ancora di più oggi. Allora io dico questo, e concludo,
Presidente: a me non piace un atto che è straordinariamente retorico, che non parte dal
presupposto che le aree della Città di Torino, per essere oggetto di queste attenzioni
devono essere bonificate, e per essere bonificate bisogna lavorare, bisogna trasformarle
quelle aree. Le faccio tre esempi: piazza Marmolada, il viale della frutta di Parella e
400.000 metri quadrati di parco a Nord della Città di Torino a Falchera. Per arrivare a
questi tre risultati la Città di Torino si è rimboccata le maniche e non ha aspettato
l'agricoltura naturale. Ci si è rimboccati le maniche insieme agli operatori privati,
insieme agli esperti della Città di Torino e si sono intercettate le risorse necessarie per
trasformarle, quelle aree, e per mettertele a disposizione anche di progetti di agricoltura
urbana e agricoltura sociale e l'abbiamo fatto senza tutta questa retorica internazionale,
senza avere la presunzione di risolvere i problemi della fame nel mondo; l'abbiamo fatto
con la concretezza e la serietà di chi pensa che l'agricoltura urbana, l'agricoltura sociale
possa innestarsi all'interno della strategia di sviluppo, senza retorica, ma con dei fatti.

VERSACI Fabio (Presidente)
Prego, Capogruppo Lo Russo.

LO RUSSO Stefano
Innanzitutto ci tenevo a ringraziare la Consigliera Ferrero che ci regala costantemente
queste perle, e che, oggettivamente, ci danno anche il modo di rimanere fino a quest'ora
a discutere di "Ruralizzazione della città: frutteti a Torino". C'è una dotta citazione,
abbastanza recente, peraltro, che lei nella narrativa riporta, che: "una città si ammala
quando comincia a pensare alla terra solo come superficie che vale in quanto
edificabile", che è un lavoro piuttosto recente, del 1919 ed effettivamente questo direi
che traduce in maniera plastica qual è l'impostazione culturale che sottende anche, in
qualche modo, il vostro modello di città che, correttamente, io lo dico con franchezza,
veramente, rinnovo l'invito a esternare; cioè voi, vi invito a produrre e a sentirvi liberi di
poter raccontare a tutta la città che cosa avete in mente di fare per Torino. Dopo averlo
detto, come dire, sulle grandi opere, le grandi infrastrutture, i grandi eventi, in una
chiave contrappositiva, adesso, finalmente, avete, come dire, vi siete strappati dalle
catene della mancata..., della censura comunicativa e ci producete, e producete
all'attenzione dell'Aula, il vostro vero modello di città, che prevede, appunto, i frutteti
come chiave di sviluppo di Torino. Ora, senza nulla togliere ai ramassin e alle prugne e
alle albicocche, che io apprezzo almeno tanto quanto lei, Consigliera Ferrero, è chiaro
che mi viene, non me ne voglia, la battuta: se lei pensa che a piantare i frutti, a
raccogliere i frutti dai frutteti debbano andarci i disperati, gli anziani disinformati, e le
madamin che non hanno niente da fare e che dopo aver sorseggiato il loro tè, guardando
non si sa bene che cosa, magari un serial televisivo su una rete a pagamento, perchè
essendo ricche, possono permetterselo: "Che dici, cara, andiamo a raccogliere i
ramassin nel frutteto in periferia'", "Certo, andiamo". Ecco, questo modello che,
sostanzialmente, lei oggi propone di introdurre, è un modello che noi, pur capendolo e
che è assolutamente coerente, Assessora Ferrero; eh, scusi, vede, l'ho già promossa,
anche perché davvero, con questa impostazione, mi chiedo come fa a stare solamente in
Consiglio Comunale. Io, fossi nella Sindaca Appendino, essendo lei, onestamente, non
me ne vogliano i suoi Colleghi, la più reale interprete del modello che addirittura viene
evocato nel 1919 di questo Hughes che, sostanzialmente, nel 1919 spiegava qual era la
prospettiva delle città; 1919, ci permetta, come dire, di non avere proprio lo stesso
afflato, per le ragioni dette dal Collega Lavolta che, come dire, fu sostanzialmente
impallinato, allora era Assessore all'Ambiente, per aver osato dire di piantare qualche
albero da frutto in un parco. Siccome c'era l'aria inquinata diventava un assassino di
bambini. E voi, senza colpo ferire, il Movimento 5 Stelle, Consigliera Ferrero, aveva
definito il collega Enzo Lavolta, quasi, non so se assassino, quasi assassino, perché
aveva deciso, senza nulla togliere, senza avere la speranza di cambiare il modello di
sviluppo della città con quell'operazione, ma banalmente perché è una roba di buon
senso. Allora, io apprendo da lei, oggi, che il nostro regolamento impedisce di piantare
gli alberi da frutto, invece permette di piantare i cavoli, no? Perché uno dei punti
dell'impegnativa è: "Cambiamo il regolamento, perché se io pianto il susino o il
ramassin, sono contro la legge; invece se pianto l'insalata, la verza o la melanzana,
evidentemente, sono nella legge". Quindi, questo elemento, come dire, è corretto; lei lo
pone correttamente: perché bloccare i ramassin, se possiamo piantare i cavoli o
l'insalata, o la verza? Apriamo ai ramassin, alle prugne e alle pesche. Ed è corretto che,
Consigliera Ferrero, lei si faccia parte attiva di questo progressivo sviluppo della città.
Allora noi, che invece, purtroppo, abbiamo, come dire, un pochino a cuore il futuro
della città, dal nostro punto di vista, che è diverso dal vostro - e poi non lo dico più -
continuate ad esternarlo. Tutto, dove potete, sui social, con questi atti, uscite
liberamente, parlate alla città, che vi viene dietro e che vi ascolta. Da questo punto di
vista non ce ne voglia, Consigliera Ferrero, se pur condividendo l'importanza degli
alberi da frutto nella città di Torino, non voteremo questo atto. Però la invitiamo,
davvero, a farsi - visto che l'atto passerà - a farsi parte attiva e diligente perché tutti i
punti di questa impegnativa possano trovare davvero una loro collocazione. Oltretutto,
l'attuale Assessore all'Ambiente, che è il vostro vecchio Capogruppo, l'Assessore Unia,
sono certo che, come dire, farà sue le istanze relative alla diffusione di questo tipo di
pratiche agronomiche. Tutto ciò premesso, le esprimiamo, tuttavia, e gliela faccio in
conclusione di questo mio intervento, solidarietà umana per gli attacchi che ha subito su
Facebook a valle della sua esternazione in cui insultava i torinesi che hanno partecipato
alla manifestazione di sabato, definendoli: dei disperati, degli anziani disinformati e
delle madamin. Noi le esprimiamo a nome del Gruppo del Partito Democratico la
solidarietà umana. Da questo punto di vista il clima d'odio che è stato instaurato sui
social non ci appartiene. Condanniamo fermamente qualunque azione che vada
nell'ottica del clima d'odio e la invitiamo, però, caldamente, magari, la prossima volta, a
riflettere un attimino prima di insultare i torinesi che partecipano a una manifestazione
democratica.

VERSACI Fabio (Presidente)
Consigliere Carretto.

CARRETTO Damiano
Sì, grazie. Io capisco la frustrazione di chi non conta più niente in questa Città, ma
dovrebbe cercare di usare dei toni un po' più rispettosi dei suoi Colleghi, e soprattutto
prima di lamentarsi dei toni degli altri Consiglieri, a pensare ai toni del suo Partito nei
confronti di chi per 30 anni ha manifestato contro un'opera, chiaro? Grazie. Detto
questo, non ha capito..., ma non capisce niente, come al solito. Allora, il discorso…
(INTERVENTI FUORI MICROFONO).

VERSACI Fabio (Presidente)
No, però, scusate…No, però, io ho pazienza, ho già sentito troppo. Anche prima quello
che ha detto lei, Capogruppo Lo Russo. Allora, se lei può dire tutto quello che vuole
qui, vale tutto. Allora, qui non ci capisce niente nessuno, perché quello che ha detto
lei…

CARRETTO Damiano
No, ma, cioè, io capisco la frustrazione, la capisco. Io credo che quest'atto, al di là delle
parole di scherno del Partito Democratico, che effettivamente in quei cinque anni
fantastici che ci hanno preceduto ha cambiato la città ,e non capisco come abbiano fatto
a essere mandati a casa, perché comunque loro hanno fatto tutto: hanno trovato le
risorse; hanno cambiato la città; hanno aumentato il verde; è aumentata la raccolta
differenziata, no., quello non l'ha fatto, Consigliere Lavolta; avete costruito centri
commerciali; varianti, cose. La Manifattura Tabacchi, finita, è già finita, Assessore
Montanari, è finita, Consigliere Russo, l'ha già finita la Manifattura Tabacchi. Signori,
io capisco, hanno fatto cinque anni in cui non hanno fatto niente, arrivano qua, perdono
le elezioni e passano due anni a fare i frustrati in Aula, ma lo capisco. Detto questo,
ripeto, questo tema è un tema che era già presente nella delibera programmatica. Io non
vedo nessun problema, e nessuna questione chissà quale complicata, nel portare avanti
una mozione che in realtà prosegue quanto già è approvato nella delibera
programmatica e quindi, personalmente, mi trova assolutamente favorevole. Credo che,
forse, non cambierà i destini della città, forse no, forse la migliorerà; peggiorarla è
difficile, per come ce l'avete lasciata, però magari la migliorerà. Credo che l'intento sia
ottimo. Io credo che sia una mozione a cui bisogna dare poi le gambe per essere attuata,
magari anche con l'utilizzo degli oneri derivanti da eventuali trasformazioni
urbanistiche nelle varie aree periferiche della città, quindi magari con anche interventi
di bonifica collegati ad aree che sono limitrofe a quelle in cui si va poi a fare gli
interventi, magari nei prossimi interventi di 106, se ce ne saranno, ma credo che ce ne
saranno, magari capire se si possono utilizzare parte dei proventi per questa attività. Io
credo che non peggiorerà di certo la nostra città, ma forse la migliorerà un pochino. Per
il resto, io chiudo il mio intervento, appunto, in realtà, un po' dispiacendomi per i toni
utilizzati, per gli attacchi personali, la denigrazione che parte da quest'Aula e poi si
riversa e sfocia in attacchi personali, minacce di morte, minacce sessiste. Ma io credo
che alcuni atteggiamenti che ho visto in quest'Aula ben si sposano con quello che poi
succede sui social; perché l'atteggiamento di alcuni Consiglieri nei confronti di alcune
persone di questo Consiglio sono abbastanza chiare e io credo, Presidente, glielo dico,
glielo dico come appunto: io mi ricordo di…, forse sempre con il Collega Lo Russo, che
ce l'ha un po' questa cosa, quando aveva dato della Biancaneve, forse ai tempi della
Giannuzzi, lo aveva dato forse a Lapietra; sì. Questo denigrare le Colleghe, questo
denigrare l'Assessore. Io glielo chiedo per favore: io capisco che non sappiano
rapportarsi e non abbiano l'educazione, probabilmente, non abbiano gli strumenti
neanche per capire quello che stanno dicendo, però le chiedo, Presidente, un po' più di
attenzione, un po' più di tutela nei confronti delle Consigliere presenti.

VERSACI Fabio (Presidente)
Consigliere Iaria.

IARIA Antonino
Sì, guardi, io intervengo soltanto perché ho il sospetto che questa modalità, questo
accanimento verso una mozione di per sé molto, diciamo, tranquilla, ne abbiamo fatte
tantissime di mozioni del genere in cui, diciamo: salviamo il giardinetto, eccetera,
diventa un pretesto per dire che noi, come Maggioranza abbiamo una visione della città
di Torino che verrà salvata dalla piantumazione di alberi da frutto. Mi sembra scorretto,
mi sembra pretestuoso. Sono sicuro che qualche intervista e verrà fuori da questo
discorso di oggi. Si parlerà di questa mozione invece di parlare della variazione di
Bilancio che abbiamo fatto prima. Questo è il mondo dell'informazione e anche il claim
che state portando voi dal punto di vista comunicativo, forse avete cambiato la persona
che vi aiutava nella comunicazione. Io dico, appunto, anche al Consigliere Tresso che si
è accalorato tantissimo verso questa mozione, io non ho capito: è come se noi
Consiglieri di Maggioranza avessimo denigrato le sue proposte come aiuto alle
associazioni che fanno gli orti per strada, gli orti urbani; come se noi avessimo detto che
quelli sono dei vasoni con due cicorie sopra, non l'abbiamo mai fatto. Sono delle
operazione che sono molto, diciamo, molto poco impattanti sull'economia del territorio,
ma sono operazioni che, tra l'altro, fanno girare anche un po' di economia cittadina;
sono operazioni che piacciono alle persone, che danno un certo modo di apprezzare la
natura e altro. Tutte cose lodevoli, non cambieranno il mondo, ma continueranno anche
a fare un po' di informazione sul tema. Quindi ho capito bene il discorso. Prima me la
stavo prendendo sui toni, sulla presa in giro, effettivamente io ci sto ad essere preso in
giro. Io vi prendo in giro spesso, mi viene anche abbastanza facile, però, dico... Io vi
prendo in giro spesso, però io ho capito, proprio il tema fondamentale è questo: dare
un'idea che la nostra Maggioranza faccia cacate, faccia cavolate e invece…, sì, tanto io
ho ancora tre falli, uno me lo sono giocato con questa parola; dicevo, faccia, appunto,
queste cose semplici e non capisca, non capisca tutte le possibilità che la Città di Torino
ha e le stia perdendo. Questo è il discorso comunicativo che sta venendo fuori e in giro.
Quando si fanno cose importanti, però, nessuno le calcola, così non mi gioco il secondo
fallo. Grazie, io trovo che questa mozione non cambierà il mondo, sono alberi da frutto,
li ha fatti il Consigliere Lavolta che gli hanno dato dell'assassino. Io adesso non so se è
stato il Movimento 5 Stelle a dargli dell'assassino, mi sembra un po' forzato; a noi ci
danno di tutto e di più, non penso che facciamo ogni volta le vittime su Facebook,
perché, innanzitutto, io non ho mai fatto la vittima su tutti gli insulti che abbiamo
preso…

VERSACI Fabio (Presidente)
Però, scusate, non è quello, cioè…

IARIA Antonino
No, perché, chiaramente, è stato dato dell'assassino al Consigliere Lavolta, non mi
sembra; magari in un certo senso è stato poco produttivo, ma non assassino di sicuro.
Grazie, io dico che questo ordine del giorno, questa mozione, che sicuramente
cambierà; la nostra visione è dell'800 - sicuramente questo sarà il claim che verrà fuori
dalla comunicazione domani - tutte le altre cose saranno perse come lacrime nella
pioggia, oppure come una scorreggia in una bombola di metano.

VERSACI Fabio (Presidente)
Consigliere Iaria, per favore… Consigliera Ferrero.

FERRERO Viviana
Grazie, Presidente. Intanto, è un po' lunga, mi sono segnata tutto, però vorrei essere un
più chiara, non nella parte filosofica e in questo, mi scusi, Assessore Lo Russo, ma se io
cito Aristotele, non è che cito qualcosa che è di un periodo diverso; ognuno cita una
frase che giustamente è stata scritta e che rispetto al periodo in cui è stata scritta, non
cambia il significato, e questa è solo la premessa. Però io vorrei andare sul concreto.
Noi apponiamo in questa mozione semplicemente, e sono state riassunte come un
unico…, abbiamo riassunto tutte quelle che sono state le istanze di quella Commissione
in un'unica…, aspettate, scusate, in un unico emendamento di Commissione; c'è un
unico emendamento di Commissione che ha raccolto tutte le istanze. A questo punto, il
punto 3 era: "redigere un paragrafo specifico per l'assegnazione e gestione dei frutteti
sociali da inserire nel nuovo regolamento che quindi si chiamerà orti e frutteti urbani".
Quindi c'è già questa cosa, c'è già, però mancava un pezzetto, perché mancavano,
giustamente, gli alberi da frutto. Se il Consigliere Tresso non ha partecipato, mi rendo
conto che abbia un mucchio di perplessità e qualcuno gliela voglio andare a dissipare.
Allora, come facciamo ad avere gli orti e produrre frutta che la importiamo tutta? Beh, è
proprio questo il modello. Se noi una parte di frutta autoctona riusciamo a produrla,
avremo meno scambio e meno mezzi che girano per scambiarla. Esiste tutta una nuova
letteratura sul tipo di frutta che non ha bisogno di pesticidi. Non dico che non ci sia
della frutta che non ne ha bisogno, per esempio le ho nominato i pescheti, ne hanno
sicuramente bisogno. Addirittura quelli che coltivano i pescheti hanno bisogno di un
patentino per riuscire, comunque, a occuparsi di queste piante, ma esiste tutta una nuova
ricerca sulle piante autoctone: sulle mele, per esempio, di varietà antiche, che non hanno
necessità di queste cure così particolari. Quindi, potranno…, aspetti, eh, un'altra cosa
che lei mi chiede: le Circoscrizioni potranno gestire. Ecco, questa cosa delle
Circoscrizioni - questo è veramente il decentramento - potranno gestire e modulare
rispetto alle richieste dei cittadini. I cittadini faranno delle richieste, dicendo: "Siamo un
gruppo di cittadini, vorremmo…", perfetto e utilizzeremo magari anche quei terreni che
nella mozione a prima firma Gosetto avevamo chiesto di fare le sperimentazioni di
fitodepurazione e fitorisanamento dei terreni e quindi credo che questo non vada a
modificare assolutamente la struttura e le modalità, né semplifichi, assolutamente, col
tipo di richiesta che facciamo, la sua natura; quindi è un una parte che viene modificata
di un regolamento esistente. Mi sembra,veramente, un tentativo di fare ostruzionismo, si
chiama? Un pochettino ridicolo, su una mozione che non vuole avere magari nella
visione, nella visione, posso permettermi di citare anche Masanobu Fukuoka, ne
abbiamo anche sicuramente di…, abbiamo i nostri permacultori; possiamo sicuramente
invitarli e sentirli, ma questo non cambia il fatto che mancava la possibilità di coltivare
gli alberi da frutto, e questa mozione è solo in quell'ordine. Grazie.

VERSACI Fabio (Presidente)
Vicepresidente, è già intervenuto. No, non ci sono gli emendamenti. Sono emendamenti
di Commissione. Prego, Assessore Unia, voleva intervenire? Prego. Testo coordinato
dalla Commissione, mi è arrivato il testo coordinato. Non ho emendamenti di Consiglio.

UNIA Alberto (Assessore)
Posso intervenire, Presidente? Grazie. Okay. No, solo per due motivi: il primo era per
ringraziare di riuscire sempre a ricompattare la Maggioranza con questi splendidi
interventi, e il secondo di dare assolutamente, cioè, di essere assolutamente d'accordo
con la mozione presentata dalla Consigliera Ferrero, che ovviamente andremo a
incastrare col Piano del Verde che stiamo realizzando, cercando di integrarlo
correttamente, grazie.

VERSACI Fabio (Presidente)
Grazie. Pongo in votazione la mozione. Prego, Consiglieri, votate.
Se tutti i Consiglieri hanno votato, dichiaro chiusa la votazione.
Presenti 21, favorevoli 21, dichiaro la mozione approvata.
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