Interventi |
CANALIS Monica Sì, grazie, Presidente. Beh, io sono contenta che il dottor Alberti si renda conto che c'è stata, come lui la definisce, una rapidità di informazione, ma io una telefonata fatta il venerdì per dire che il lunedì tutti i computer dovevano essere staccati e tutte le stanze dovevano essere liberate lo definirei qualcosa in più di una rapidità, sembra quasi uno smantellamento da fuga. Io sono fortemente critica verso quanto è accaduto. Critica, innanzitutto, perché non capisco perché non ci sia stata da un lato una miglior programmazione di questo spostamento, laddove lo spostamento fosse ritenuto necessario, perché non si sia previsto un percorso partecipato e poi sono ulteriormente critica perché noi non stiamo parlando di pazienti qualsiasi. Noi stiamo parlando di un Centro diurno per persone che vivono un disagio psichico. In questo Centro diurno di via Gorizia nell'arco di questi anni sono state attivate molte attività diverse: dalla pet therapy, al gruppo dei familiari, alle terapie brevi, all'arteterapia; cioè, di concerto con gli operatori dell'ASL le famiglie e il terzo settore hanno messo in piedi tutta una rete di servizi che hanno consentito a queste persone di avviare dei percorsi di vita, e di terapia, molto positivi e molto virtuosi. Spostare, all'improvviso, delle persone che vivono un disagio come questo, che già di per sé hanno stati d'ansia, attacchi di panico, senza che un percorso come questo sia accompagnato nei tempi e non lasciato alla buona volontà degli operatori, che hanno fatto i salti mortali in queste settimane per evitare disastri, ma che poteva essere fatto molto meglio, io credo che sia assolutamente inaccettabile. La malattia psichica nella nostra società è spesso rimossa, viene considerata uno stigma, motivo di vergogna per i pazienti stessi e per le loro famiglie. Che l'ASL, cioè l'ente che dovrebbe aiutare queste persone ad accettare la loro condizione e a migliorarla, invece, sia responsabile di un aggravamento di queste condizioni credo che sia abbastanza riprovevole e credo che sicuramente renda necessario un approfondimento in Commissione, che già il dottor Alberti ha detto di voler fare. Però, io mi chiedo anche noi come Città che cosa vogliamo fare di fronte a questo comportamento dell'ASL perché nel momento in cui è stato comunicato che il Centro diurno di via Gorizia sarebbe stato repentinamente chiuso, non è che quello di via Nomis fosse già pronto. Il Centro di via Nomis non è pronto neanche oggi a distanza di un mese, quindi, in questo mese di ottobre queste persone, in certi momenti, sono addirittura state portate al bar a fare le attività. Io mi chiedo ma questo è il servizio che offriamo? Oggi che piove, io non lo so dove sono andati i 120 pazienti del Centro diurno di via Gorizia. Io, l'altro giorno ho incontrato le loro famiglie ed erano disperate, non solo nel vedere che i loro figli, i loro fratelli, i loro congiunti non volevano più uscire di casa, ma erano disperati perché questo trattamento peggiora l'inserimento sociale sia dei pazienti, sia delle famiglie; si sono sentiti, ancora una volta, schiacciati perché tanto chi ha un disagio psichico non va in piazza a protestare. Questo non va bene; non va assolutamente bene. Se c'è qualcosa che funziona in una Città e si presenta la necessità di spostarne la sede, andrebbe avviato un percorso partecipato. Peraltro, la sede che è stata individuata non è ideale, perché come ha detto anche lei, Assessora, nella risposta che ci ha letto, quella è una zona che ha anche alcuni problemi sociali, quindi non è detto che tutti i pazienti saranno disponibili a recarvisi. Noi faremo delle richieste: una maggiore illuminazione, un surplus di attenzioni, perché non è possibile che si debba subire quello che si è subìto e che in risposta a questo trattamento ci arrivi una lettera di dieci righe. Nulla contro la Casa del fanciullo che dovrà sorgere in via Gorizia, però non possiamo creare delle guerre tra poveri, tra le esigenze dei minori ed esigenze dei malati psichiatrici. Quindi, io chiederei l'approfondimento in Commissione. Mi spiace non vedere in Aula il Presidente Iaria; chiedo che questo approfondimento avvenga in tempi rapidi e se è possibile anche con la possibilità di ascoltare gli operatori e le associazioni dei familiari. |