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LO RUSSO Stefano Grazie, Presidente. Questo ordine del giorno chiede, che è stato firmato in maniera trasversale da tutte le Minoranze, chiede una cosa piuttosto semplice, e che cioè il Governo possa ripristinare nell'ambito della Legge Finanziaria del DEF, che è in discussione in questo momento in Parlamento, la piena copertura del Piano Periferie. Origina dalla decisione assunta dal governo a guida grillina e leghista di stornare 1,6 miliardi di Euro dal precedente finanziamento a suo tempo accordato, in esaurimento della graduatoria che, fondamentalmente, era stata stipulata a valle della presentazione dei progetti del Piano Periferie, appunto, presentato dal precedente Governo, che aveva in qualche modo selezionato una lunga lista di progettualità dei comuni italiani. La cosa è piuttosto antipatica, è piuttosto grave, perché il meccanismo di storno e di rimozione dei fondi in realtà è avvenuto ex post, una serie di procedure che i comuni italiani, e tra questi anche la Città Metropolitana di Torino, la cosa non riguarda direttamente la Città di Torino, ma riguarda molti comuni contermini, avevano in qualche modo già avviato, in alcuni casi addirittura erano già stati individuati, non solo i responsabili dei procedimenti di impiego delle risorse, ma anche, addirittura, già i progettisti attraverso gare a evidenza pubblica. La decisione del Governo di stornare questi fondi ha innescato una dura, e per certi versi, trasversale reazione dell'ANCI, che in più occasioni ha interloquito con il Governo, e in particolar modo con il Presidente del Consiglio Conte, chiedendo il ripristino, non solo per una ragione etica e politica, cioè che le periferie continuano ad essere il cuore di un'iniziativa governativa, ma anche banalmente per una questione squisitamente amministrativa, in quanto molti comuni sono stati lasciati davvero in così dette braghe di tela. Ci risulterebbe che a parole il Governo ha detto, avrebbe detto, proprio in occasione dell'Assemblea Nazionale dell'ANCI, che si è tenuta la settimana scorsa, che queste risorse sarebbero state ripristinate. Tuttavia riteniamo utile che il Consiglio Comunale di Torino possa con un proprio atto riconfermare la richiesta che nell'ambito del documento economico-finanziario, insieme a condono fiscale per gli evasori fiscali, insieme al condono edilizio per le case di Ischia, insieme al debito e lo spread oltre 300 per finanziare il reddito di cittadinanza, si ricordasse che esistono le periferie italiane e che, almeno sulle cose che sono in corso, se anche proprio non le distruggiamo e non le roviniamo, facciamo un buon servizio. Per questa ragione, e peraltro con un testo che è stato adeguatamente espunto nei termini rispetto a quello che invece l'ANCI ha adottato come ANCI, io ricordo all'Aula che molti comuni hanno avviato il ricorso in Corte Costituzionale relativamente a questo tipo di procedura, e, a nostro modo di vedere, votabile anche dall'attuale Maggioranza, in quanto stabilisce un principio, che cioè, che è anche un principio di certezza del diritto, è che se io attribuisco delle risorse, e poi le procedure dei comuni vanno avanti, si suppone che questi comuni non vengano lasciati col cerino in mano, senza poter andare né avanti, né indietro, aprendo a migliaia di contenziosi. Quindi ci sembra, come dire, di poter chiedere il voto unanime dell'Aula, ovviamente è un ordine del giorno, non ha alcuna valenza, se non una valenza squisitamente politica, però a nostro modo di vedere, segna il punto. Peraltro, l'ordine del giorno ANCI è stato anche sostenuto da parecchi Sindaci del Movimento 5 Stelle, soprattutto, e non solo i Sindaci dei 96 comuni che sono stati esclusi, ma anche Sindaci che, per una ragione di appartenenza, diciamo così, non alla casta, ma all'insieme degli Amministratori Locali, si rende conto del principio, ci aspettiamo che anche il Movimento 5 Stelle di Torino, oltre che ovviamente la Lega, che però è assente, possano sostenere questa causa. LO RUSSO Stefano Grazie. Io ho letto adesso l'emendamento presentato dalla Maggioranza che, di fatto, sinceramente, non ho molto ben capito, confesso alla collega Sganga, nel senso che lo scopo politico dell'ordine del giorno era quello di sollecitare il Governo a ripristinare le risorse del Piano Periferie per intero. Allora, questi incisi, cioè di ripristinare le risorse solo per gli interventi per cui è stata approvata la progettazione definitiva, sono piuttosto ambigui, nel senso che lo stato di attuazione della progettazione nei 96 comuni, perché questo ordine del giorno probabilmente non ha attinenza solamente al tema della Città Metropolitana di Torino, è un atto di indirizzo politico generale, comunque hanno in ogni caso avviato delle procedure, anche nei casi in cui non hanno, in qualche modo, raggiunto il livello di progettazione definitiva, nel senso che noi abbiamo fatto…, la situazione ad oggi è che ci sono parecchi comuni, anzi, la maggioranza dei comuni che ha fatto delle gare a evidenza pubblica, e queste gare non sono ancora perfezionate. Conseguentemente il tema è che i responsabili unici dei procedimenti sono sostanzialmente nel limbo di non capire se possono andare avanti, e quindi provocare un danno erariale, perché non hanno più la copertura finanziaria, oppure devono, in qualche modo, fermare e conseguentemente esporsi a eventuali ricorsi. E siccome vengono lasciati col cerino in mano i funzionari, e non i politici, lo scopo era quello, come dire, di dare un segnale. Il secondo elemento è che, sotto questo profilo, quindi, diventa oggettivamente, a nostro modo di vedere, difficilmente sostenibile la tesi per cui si metta una chiara distinzione tra i progetti definitivi già approvati e invece tutto quello che è stato montato, perché sono pochissimi i comuni in queste condizioni. Mi verrebbe da fare, dopo questa considerazione sul merito, una battuta di carattere politico, cioè senza farla tanto complicata, il tema è più semplice di così, ed è: c'erano delle risorse che sono state stanziate, queste risorse sono state tolte, chiediamo un ripristino, fine, cioè senza stare, onestamente, a verificare se il livello di attuazione è o non è quello di approvazione del progetto definitivo, perché mi verrebbe da dire che un progetto preliminare approvato, come dire, è tanto degno quanto un progetto definitivo. Per cui noi non condividiamo, e soprattutto non ne capiamo la ragione, anche perché, ribadisco, il testo, così come è stato presentato, ne do lettura: "Richiede al Governo e al Parlamento di ripristinare quanto prima le risorse per la riqualificazione delle periferie, rese non più disponibili con il Decreto Legge 91/2018, consentendo in tal modo il completamento delle procedure in essere, siano esse preliminari, definitive, o in alcuni casi addirittura di appalto dei lavori". |