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MORANO Alberto Lo scellerato ordine del giorno che oggi è presentato dei Consiglieri 5 Stelle per esprimere la loro contrarietà e quella di Di Maio alla Torino-Lione, e che siamo chiamati a votare impone alcune riflessioni di natura politica, con particolare riferimento, da un lato, alla presenza in Consiglio dei Presidenti di tutte le Associazioni di Imprese e dei lavoratori, e dall'alto alla contestuale assenza del Sindaco. Iniziamo dal primo aspetto, è la prima volta in tanti anni che tutte le organizzazioni imprenditoriali e produttive della Città fanno sentire forte e chiara la loro voce, è un messaggio univoco, un segno di unità importante di fronte ad un ordine del giorno che mette in gioco il destino della Città, la Città si mobilità, e lo fa con serietà e lo stile che contraddistinguono Torino, anche nei momenti più difficili. Io che da anni assisto quasi impotente ad un Consiglio Comunale incapace di affrontare i problemi di Torino, e che porta la Città verso un disastro annunciato, posso solo dire: "Era ora", finalmente la Città si è accorta del vuoto assoluto, della mancanza di visione e strategia di una Maggioranza e di una Giunta che vogliono, con arroganza, sacrificare sull'altare di una presunta ideologia, il futuro e il destino di una Città e di una Regione. Il secondo profilo che vorrei sottolineare, è l'assenza, oggi, come peraltro altre volte, del Sindaco, assenza che risulta ancor di più di fronte alla presenza della Città e segnala plasticamente la distanza e la frattura tra la Torino che lavora e produce, e il Governo 5 Stelle. Rappresentanti della Maggioranza 5 Stelle hanno provato ad obiettare, da un lato, che vi era la concomitanza come il Forum di Finanza Islamica, decisivo, e faccio fatica a non sorridere alla parola "decisivo", per i destini di Torino, e dall'altro che la Sindaca è notoriamente "No TAV". Obiezioni risibili, vi è, infatti, innanzitutto, un profilo di opportunità politica che sembra sfuggire al Sindaco e che avrebbe dovuto suggerire il rinvio della discussione ad altra data. E in secondo luogo vi è un evidente mancanza di coraggio che si sostanzia nella paura del Sindaco di partecipare a un dibattito che metterebbe in luce e inequivocabilmente la distanza tra Maggioranza 5 Stelle e gli interessi di Torino. Il Sindaco si sottrae a questo dibattito per paura, confermandosi sempre di più agli occhi dei torinesi, una figura a metà tra Re Tentenna e Don Abbondio. In tante occasioni ho sottolineato l'incapacità del Sindaco e della Giunta e la loro totale assenza di visione sul futuro di Torino, per cui non mi dilungo oltre, evidenzio solo come sia illusorio e velleitario sperare che consegnare le chiavi della Città a chi nella vita nulla ha fatto, possa portare a risultati positivi. Se non si hanno esperienze, bagaglio culturale di una storia alle spalle che parla, e si diventa improvvisamente responsabili dei disegni di una Città con quasi 5 milioni di abitanti e oltre 5 miliardi di debiti, sperare che poi le cose vadano bene, è perlomeno ingenuo, è come affidare la guida di una Ferrari ad un bambino di 5 anni, il risultato è inevitabile, ci si schianta e che Torino sia affidata a persone con l'esperienza di un bambino di 5 anni, senza alcuna capacità di gestione dei problemi, emerge chiaramente da quanto è stato fatto dalla Giunta in questi due anni, e trova conferma nella lettura dei curriculum di chi ci amministra. Mi limito a due persone, il Sindaco e l'Assessore di punta, il presunto trait d'union nel mondo imprenditoriale. L'esperienza più significativa del Sindaco nel mondo del lavoro è stato lo stage alla Juventus, a cui ha unito 5 anni in Consiglio Comunale, nel corso dei quali, pur rivestendo la carica di Vicepresidente della Commissione Bilancio, non si è accorto dello stato dei conti di Torino. Ancor più debole è il curriculum dell'Assessore al Commercio, che gli anglosassoni definirebbero benevolmente "not notable", e che vanta forse qualche esperienza come organizzatore di eventi, e poco altro. Queste sono le persone che rappresentano Torino al Forum di Finanza Islamica che si tiene a Dubai e che dovrebbero convincere investitori arabi ad investire su Torino, ma che certamente si dimenticheranno i dire loro che arrivare a Torino non è così facile, stante la carenza di collegamenti, e domani sarà anche più difficile, e che forse dovranno dotarsi di biciclette per spostarsi da una parte all'altra della Città, che i 5 Stelle sognano senza autovetture. Una parola la merita però un poco anche l'ambiguità di una parte della Maggioranza di Governo, che a Torino, sul dibattito "Sì TAV", "No TAV", ha assunto posizioni ondivaghe, mi riferisco alle diverse dichiarazioni dell'amico Ricca, di Molinari, di Benvenuto, di Maccanti, il classico colpo al cerchio e alla botte. Agli amici della Lega dico che devono fare chiarezza, non si può sacrificare i destini di Torino e del Piemonte per tenere in piedi una Maggioranza di Governo che sulle questioni importanti sembra non esistere. Infine, sull'importanza della Torino-Lione, si sono spese molte parole. In questa sede credo sia sufficiente ricordare come la realizzazione della TAV darà un contributo economico importante al Piemonte, evitando, nel contempo, il pagamento di penali che potrebbero risultare più alti dei costi connessi al compimento dell'opera. Chiudo facendo mie le parole delle Associazioni di Impresa: "Non è possibile tarpare così la possibilità di crescita del nostro sistema economico, la Torino-Lione non è un capriccio di pochi, ma un investimento per il futuro di tutti". |