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PAOLI Maura Io sono molto dispiaciuta di cosa è successo oggi, perché speravo finalmente in un confronto oggi, dato che durante le Commissioni il PD ha fatto scena muta, speravo che si preparassero almeno per il Consiglio, e invece niente, delusione. E pensare che oggi volevo ammettere che Chiara ha provato a farci ragionare, anzi, vi dirò di più, dopo gli ultimi accorati e disinteressati appelli, abbiamo voluto mettere tutte le nostre convinzioni in discussione e ragionare insieme. Non avevamo moltissimi dati da confrontare, purtroppo, perché tutte le volte che abbiamo cercato dei dati a supporto dell'opera, non ci è stato fornito granché. Come sapete, abbiamo proposto un Consiglio aperto, proprio per confrontare i dati, quelli del "Sì" a prescindere, con quelli del "Perché No". Dopo aver insistito per un anno, non avendo i numeri per convocare da soli un Consiglio aperto, solo la Consigliera Artesio aveva accettato immediatamente, si apre uno spiraglio dal resto della Minoranza, proprio dal PD, che però ci dice: "Che noia i tecnici. Basta parlare di dati". Invitiamo invece al Consiglio aperto la società civile, Confindustria, Unione Industriale, Associazioni Ambientaliste, eccetera, e questo però andava a verificare l'obiettivo del Consiglio, che era proprio mettere a confronto quei noiosissimi dati in cui in questi anni non si era mai discusso, e non le opinioni, che per quanto autorevoli, sempre opinioni restano. Così abbiamo fatto le nostre proposte per portare in Aula dei tecnici. Per il "No" non abbiamo avuto problemi, sono tanti cittadini che hanno a cuore il nostro Paese e le nostre Valli e alcuni di loro sono anche molto preparati sui dati, come i professori della Commissione Tecnica della Città di Torino. Anche per il "Sì" avevamo individuato dei tecnici autorevoli, come gli architetti Foglietta e Virano, per l'Osservatorio e TELT, e l'ingegnere Gentile per RFI. Abbiamo proposto più date, abbiamo chiesto di mandare dei sostituti se proprio non fossimo stati degni di stare al loro cospetto. Niente, non è stato possibile concordare una data. E allora con Chiara abbiamo dovuto ragionare sulle informazioni presenti sui Quaderni dell'Osservatorio e sulle dichiarazioni dei giornali, così parliamo anche di opinioni. Una delle prime cose su cui abbiamo ragionato è come siano mutate in questi anni le scuse, no, le valutazioni dei proponenti per giustificare l'opera. All'inizio erano i passeggeri, innumerevoli passeggeri desiderosi di andare da Lione a Torino e da Torino a Lione, mega metropoli europee che sarebbero cresciute a dismisura nell'arco di pochissimi anni. Durò poco. C'è da dire che i proponenti furono sfortunati, chi mai avrebbe potuto immaginare l'arrivo dei voli low cost e quindi il crollo del traffico dei passeggeri? Fu facile dimostrare con i dati che la linea esistente veniva sfruttata per il 40%, e il TGV era, ed è, ancora un'ottima alternativa. Allora si disse le merci, ma pure le mirabolanti previsioni dei proponenti sulle merci furono smentite dai fatti, come anche i proponenti stessi hanno dovuto ammettere nell'ultimo Quaderno dell'Osservatorio. E niente, meglio parlare d'altro, sviluppo, posti di lavoro, fatturati. Non potendo contare sui dati, si passò la palla a Confindustria, che chiede buon senso, realismo e pragmatismo, e su questa richiesta noi non possiamo che essere d'accordo. Si parla di un impatto tra i 9 e gli 11 miliardi nel documento presentato dal gruppo classe all'Unione industriale. Ma come può essere in attivo un'opera che va a influire su un mercato che è destinato a morire, come testimoniano i dati, nessuno se lo chiede. Forse prima di spendere fiumi di soldi in infrastrutture, una riflessione sulla loro utilità sarebbe utile, ma forse no, se l'obiettivo vero è il consenso politico, invece dell'utilità della spesa. È anche poco educato mettere in dubbio il progresso, soprattutto quando ci sono le penali da pagare, milioni di miliardi di penali da pagare a Francia e Unione Europea. In questo caso lo sforzo del nostro ragionamento è stato duro e faticoso, abbiamo cercato dappertutto accordi internazionali tra Italia e Francia che prevedessero esborso di penali, niente, nessun documento. Abbiamo ragionato sul funzionamento dei contributi europei, come funzionano e quali penali prevedono. Niente, nessuna penale. E mentre ragionavamo su questo, ci siamo imbattuti in un documento che invece ci ha scioccato, il documento di programmazione degli investimenti francesi sui trasporti, in cui leggiamo che non solo la Francia ha rinviato a dopo il 2038 ogni decisione in merito alla Torino-Lione, ma che progetti come il TAV saranno posti in coda agli investimenti per migliorare gli spostamenti quotidiani dei francesi, come il rimodernamento di una buona parte della linea Digione-Modane. "Sovversivi e populisti, po, po, po, cambiare tattica"… PAOLI Maura I tunnel storici. Ma voi davvero pensate di lanciare il futuro attraverso tunnel del 1800? Tunnel pericolosissimi, assolutamente non adeguati alle norme di sicurezza europee, costosissimi da confermare, tanto da rendere la spesa per metterli in sicurezza inutile. Rappezzare, ad esempio, la distanza tra Torino e Modane, è scellerato. Caspita, ma se la situazione è così drammatica, qualcuno si prenda la responsabilità di chiuderli tutti e subito. Abbiamo ragionato a lungo, e siamo arrivati alla conclusione che noi contro il progresso non ci vogliamo proprio andare. Ma che cos'è il progresso? Secondo l'Illuminismo è l'impegno a servirsi della ragione al fine di migliorare la vita singola e associata dell'uomo. E cosa migliorerebbe la vita singola e associata dell'uomo? Costruire un tunnel che i dati ci dimostrano inutile, per far andare le merci un po' più veloci, che garantirebbe poco lavoro, precario, di manodopera, giusto per il periodo degli scavi, con capitali totalmente pubblici affidati ai privati, togliendo risorse alla ricerca, all'innovazione, all'adeguamento del trasporto pubblico quotidiano, alla sicurezza delle infrastrutture, gli espropri, le linee abbandonate, le falde prosciugate, migliorerebbero la vita singola e associata dell'uomo? Progresso è una parola positiva, ma non deve essere confusa con crescita infinita, è una parola che ci insegna a comprendere che esistono limiti fisici alla smania di costruire, ci insegna a ottimizzare, rendere più efficiente e durevole ciò che già esiste, non è un capriccio di pochi, ma un investimento di tutti. Il TAV rappresenta l'esatto contrario a questa impostazione, e proprio perché abbiamo a cuore il progresso di questo Paese, per noi è un'opera inaccettabile e siamo sicuri della nostra posizione, tanto da metterla in discussione, e sospendere i lavori in attesa dell'analisi costi-benefici, perché è questo che chiediamo, Consigliere Rosso, perché a noi, le analisi costi-benefici paura non ne fa. |