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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 29 Ottobre 2018 ore 14,00
Paragrafo n. 26
ORDINE DEL GIORNO 2018-03401
(ODG N. 10/2018) "IPOTESI DI NUOVA LINEA FERROVIARIA TORINO LIONE" PRESENTATA IN DATA 31 LUGLIO 2018 - PRIMA FIRMATARIA FERRERO.
Interventi
PAOLI Maura
Io sono molto dispiaciuta di cosa è successo oggi, perché speravo finalmente in un
confronto oggi, dato che durante le Commissioni il PD ha fatto scena muta, speravo che
si preparassero almeno per il Consiglio, e invece niente, delusione. E pensare che oggi
volevo ammettere che Chiara ha provato a farci ragionare, anzi, vi dirò di più, dopo gli
ultimi accorati e disinteressati appelli, abbiamo voluto mettere tutte le nostre
convinzioni in discussione e ragionare insieme. Non avevamo moltissimi dati da
confrontare, purtroppo, perché tutte le volte che abbiamo cercato dei dati a supporto
dell'opera, non ci è stato fornito granché. Come sapete, abbiamo proposto un Consiglio
aperto, proprio per confrontare i dati, quelli del "Sì" a prescindere, con quelli del
"Perché No". Dopo aver insistito per un anno, non avendo i numeri per convocare da
soli un Consiglio aperto, solo la Consigliera Artesio aveva accettato immediatamente, si
apre uno spiraglio dal resto della Minoranza, proprio dal PD, che però ci dice: "Che
noia i tecnici. Basta parlare di dati". Invitiamo invece al Consiglio aperto la società
civile, Confindustria, Unione Industriale, Associazioni Ambientaliste, eccetera, e questo
però andava a verificare l'obiettivo del Consiglio, che era proprio mettere a confronto
quei noiosissimi dati in cui in questi anni non si era mai discusso, e non le opinioni, che
per quanto autorevoli, sempre opinioni restano. Così abbiamo fatto le nostre proposte
per portare in Aula dei tecnici. Per il "No" non abbiamo avuto problemi, sono tanti
cittadini che hanno a cuore il nostro Paese e le nostre Valli e alcuni di loro sono anche
molto preparati sui dati, come i professori della Commissione Tecnica della Città di
Torino. Anche per il "Sì" avevamo individuato dei tecnici autorevoli, come gli architetti
Foglietta e Virano, per l'Osservatorio e TELT, e l'ingegnere Gentile per RFI. Abbiamo
proposto più date, abbiamo chiesto di mandare dei sostituti se proprio non fossimo stati
degni di stare al loro cospetto. Niente, non è stato possibile concordare una data. E
allora con Chiara abbiamo dovuto ragionare sulle informazioni presenti sui Quaderni
dell'Osservatorio e sulle dichiarazioni dei giornali, così parliamo anche di opinioni. Una
delle prime cose su cui abbiamo ragionato è come siano mutate in questi anni le scuse,
no, le valutazioni dei proponenti per giustificare l'opera. All'inizio erano i passeggeri,
innumerevoli passeggeri desiderosi di andare da Lione a Torino e da Torino a Lione,
mega metropoli europee che sarebbero cresciute a dismisura nell'arco di pochissimi
anni. Durò poco. C'è da dire che i proponenti furono sfortunati, chi mai avrebbe potuto
immaginare l'arrivo dei voli low cost e quindi il crollo del traffico dei passeggeri? Fu
facile dimostrare con i dati che la linea esistente veniva sfruttata per il 40%, e il TGV
era, ed è, ancora un'ottima alternativa. Allora si disse le merci, ma pure le mirabolanti
previsioni dei proponenti sulle merci furono smentite dai fatti, come anche i proponenti
stessi hanno dovuto ammettere nell'ultimo Quaderno dell'Osservatorio. E niente,
meglio parlare d'altro, sviluppo, posti di lavoro, fatturati. Non potendo contare sui dati,
si passò la palla a Confindustria, che chiede buon senso, realismo e pragmatismo, e su
questa richiesta noi non possiamo che essere d'accordo. Si parla di un impatto tra i 9 e
gli 11 miliardi nel documento presentato dal gruppo classe all'Unione industriale. Ma
come può essere in attivo un'opera che va a influire su un mercato che è destinato a
morire, come testimoniano i dati, nessuno se lo chiede. Forse prima di spendere fiumi di
soldi in infrastrutture, una riflessione sulla loro utilità sarebbe utile, ma forse no, se
l'obiettivo vero è il consenso politico, invece dell'utilità della spesa. È anche poco
educato mettere in dubbio il progresso, soprattutto quando ci sono le penali da pagare,
milioni di miliardi di penali da pagare a Francia e Unione Europea. In questo caso lo
sforzo del nostro ragionamento è stato duro e faticoso, abbiamo cercato dappertutto
accordi internazionali tra Italia e Francia che prevedessero esborso di penali, niente,
nessun documento. Abbiamo ragionato sul funzionamento dei contributi europei, come
funzionano e quali penali prevedono. Niente, nessuna penale. E mentre ragionavamo su
questo, ci siamo imbattuti in un documento che invece ci ha scioccato, il documento di
programmazione degli investimenti francesi sui trasporti, in cui leggiamo che non solo
la Francia ha rinviato a dopo il 2038 ogni decisione in merito alla Torino-Lione, ma che
progetti come il TAV saranno posti in coda agli investimenti per migliorare gli
spostamenti quotidiani dei francesi, come il rimodernamento di una buona parte della
linea Digione-Modane. "Sovversivi e populisti, po, po, po, cambiare tattica"…

PAOLI Maura
I tunnel storici. Ma voi davvero pensate di lanciare il futuro attraverso tunnel del 1800?
Tunnel pericolosissimi, assolutamente non adeguati alle norme di sicurezza europee,
costosissimi da confermare, tanto da rendere la spesa per metterli in sicurezza inutile.
Rappezzare, ad esempio, la distanza tra Torino e Modane, è scellerato. Caspita, ma se la
situazione è così drammatica, qualcuno si prenda la responsabilità di chiuderli tutti e
subito. Abbiamo ragionato a lungo, e siamo arrivati alla conclusione che noi contro il
progresso non ci vogliamo proprio andare. Ma che cos'è il progresso? Secondo
l'Illuminismo è l'impegno a servirsi della ragione al fine di migliorare la vita singola e
associata dell'uomo. E cosa migliorerebbe la vita singola e associata dell'uomo?
Costruire un tunnel che i dati ci dimostrano inutile, per far andare le merci un po' più
veloci, che garantirebbe poco lavoro, precario, di manodopera, giusto per il periodo
degli scavi, con capitali totalmente pubblici affidati ai privati, togliendo risorse alla
ricerca, all'innovazione, all'adeguamento del trasporto pubblico quotidiano, alla
sicurezza delle infrastrutture, gli espropri, le linee abbandonate, le falde prosciugate,
migliorerebbero la vita singola e associata dell'uomo? Progresso è una parola positiva,
ma non deve essere confusa con crescita infinita, è una parola che ci insegna a
comprendere che esistono limiti fisici alla smania di costruire, ci insegna a ottimizzare,
rendere più efficiente e durevole ciò che già esiste, non è un capriccio di pochi, ma un
investimento di tutti. Il TAV rappresenta l'esatto contrario a questa impostazione, e
proprio perché abbiamo a cuore il progresso di questo Paese, per noi è un'opera
inaccettabile e siamo sicuri della nostra posizione, tanto da metterla in discussione, e
sospendere i lavori in attesa dell'analisi costi-benefici, perché è questo che chiediamo,
Consigliere Rosso, perché a noi, le analisi costi-benefici paura non ne fa.

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