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VERSACI Fabio (Presidente) Prego, Consigliera Paoli. PAOLI Maura Io sono molto dispiaciuta di cosa è successo oggi, perché speravo finalmente in un confronto oggi, dato che durante le Commissioni il PD ha fatto scena muta, speravo che si preparassero almeno per il Consiglio, e invece niente, delusione. E pensare che oggi volevo ammettere che Chiara ha provato a farci ragionare, anzi, vi dirò di più, dopo gli ultimi accorati e disinteressati appelli, abbiamo voluto mettere tutte le nostre convinzioni in discussione e ragionare insieme. Non avevamo moltissimi dati da confrontare, purtroppo, perché tutte le volte che abbiamo cercato dei dati a supporto dell'opera, non ci è stato fornito granché. Come sapete, abbiamo proposto un Consiglio aperto, proprio per confrontare i dati, quelli del "Sì" a prescindere, con quelli del "Perché No". Dopo aver insistito per un anno, non avendo i numeri per convocare da soli un Consiglio aperto, solo la Consigliera Artesio aveva accettato immediatamente, si apre uno spiraglio dal resto della Minoranza, proprio dal PD, che però ci dice: "Che noia i tecnici. Basta parlare di dati". Invitiamo invece al Consiglio aperto la società civile, Confindustria, Unione Industriale, Associazioni Ambientaliste, eccetera, e questo però andava a verificare l'obiettivo del Consiglio, che era proprio mettere a confronto quei noiosissimi dati in cui in questi anni non si era mai discusso, e non le opinioni, che per quanto autorevoli, sempre opinioni restano. Così abbiamo fatto le nostre proposte per portare in Aula dei tecnici. Per il "No" non abbiamo avuto problemi, sono tanti cittadini che hanno a cuore il nostro Paese e le nostre Valli e alcuni di loro sono anche molto preparati sui dati, come i professori della Commissione Tecnica della Città di Torino. Anche per il "Sì" avevamo individuato dei tecnici autorevoli, come gli architetti Foglietta e Virano, per l'Osservatorio e TELT, e l'ingegnere Gentile per RFI. Abbiamo proposto più date, abbiamo chiesto di mandare dei sostituti se proprio non fossimo stati degni di stare al loro cospetto. Niente, non è stato possibile concordare una data. E allora con Chiara abbiamo dovuto ragionare sulle informazioni presenti sui Quaderni dell'Osservatorio e sulle dichiarazioni dei giornali, così parliamo anche di opinioni. Una delle prime cose su cui abbiamo ragionato è come siano mutate in questi anni le scuse, no, le valutazioni dei proponenti per giustificare l'opera. All'inizio erano i passeggeri, innumerevoli passeggeri desiderosi di andare da Lione a Torino e da Torino a Lione, mega metropoli europee che sarebbero cresciute a dismisura nell'arco di pochissimi anni. Durò poco. C'è da dire che i proponenti furono sfortunati, chi mai avrebbe potuto immaginare l'arrivo dei voli low cost e quindi il crollo del traffico dei passeggeri? Fu facile dimostrare con i dati che la linea esistente veniva sfruttata per il 40%, e il TGV era, ed è, ancora un'ottima alternativa. Allora si disse le merci, ma pure le mirabolanti previsioni dei proponenti sulle merci furono smentite dai fatti, come anche i proponenti stessi hanno dovuto ammettere nell'ultimo Quaderno dell'Osservatorio. E niente, meglio parlare d'altro, sviluppo, posti di lavoro, fatturati. Non potendo contare sui dati, si passò la palla a Confindustria, che chiede buon senso, realismo e pragmatismo, e su questa richiesta noi non possiamo che essere d'accordo. Si parla di un impatto tra i 9 e gli 11 miliardi nel documento presentato dal gruppo classe all'Unione industriale. Ma come può essere in attivo un'opera che va a influire su un mercato che è destinato a morire, come testimoniano i dati, nessuno se lo chiede. Forse prima di spendere fiumi di soldi in infrastrutture, una riflessione sulla loro utilità sarebbe utile, ma forse no, se l'obiettivo vero è il consenso politico, invece dell'utilità della spesa. È anche poco educato mettere in dubbio il progresso, soprattutto quando ci sono le penali da pagare, milioni di miliardi di penali da pagare a Francia e Unione Europea. In questo caso lo sforzo del nostro ragionamento è stato duro e faticoso, abbiamo cercato dappertutto accordi internazionali tra Italia e Francia che prevedessero esborso di penali, niente, nessun documento. Abbiamo ragionato sul funzionamento dei contributi europei, come funzionano e quali penali prevedono. Niente, nessuna penale. E mentre ragionavamo su questo, ci siamo imbattuti in un documento che invece ci ha scioccato, il documento di programmazione degli investimenti francesi sui trasporti, in cui leggiamo che non solo la Francia ha rinviato a dopo il 2038 ogni decisione in merito alla Torino-Lione, ma che progetti come il TAV saranno posti in coda agli investimenti per migliorare gli spostamenti quotidiani dei francesi, come il rimodernamento di una buona parte della linea Digione-Modane. "Sovversivi e populisti, po, po, po, cambiare tattica"… VERSACI Fabio (Presidente) Scusi, però, Consigliera Paoli, la invito a tenere un contegno in Aula, grazie. PAOLI Maura I tunnel storici. Ma voi davvero pensate di lanciare il futuro attraverso tunnel del 1800? Tunnel pericolosissimi, assolutamente non adeguati alle norme di sicurezza europee, costosissimi da confermare, tanto da rendere la spesa per metterli in sicurezza inutile. Rappezzare, ad esempio, la distanza tra Torino e Modane, è scellerato. Caspita, ma se la situazione è così drammatica, qualcuno si prenda la responsabilità di chiuderli tutti e subito. Abbiamo ragionato a lungo, e siamo arrivati alla conclusione che noi contro il progresso non ci vogliamo proprio andare. Ma che cos'è il progresso? Secondo l'Illuminismo è l'impegno a servirsi della ragione al fine di migliorare la vita singola e associata dell'uomo. E cosa migliorerebbe la vita singola e associata dell'uomo? Costruire un tunnel che i dati ci dimostrano inutile, per far andare le merci un po' più veloci, che garantirebbe poco lavoro, precario, di manodopera, giusto per il periodo degli scavi, con capitali totalmente pubblici affidati ai privati, togliendo risorse alla ricerca, all'innovazione, all'adeguamento del trasporto pubblico quotidiano, alla sicurezza delle infrastrutture, gli espropri, le linee abbandonate, le falde prosciugate, migliorerebbero la vita singola e associata dell'uomo? Progresso è una parola positiva, ma non deve essere confusa con crescita infinita, è una parola che ci insegna a comprendere che esistono limiti fisici alla smania di costruire, ci insegna a ottimizzare, rendere più efficiente e durevole ciò che già esiste, non è un capriccio di pochi, ma un investimento di tutti. Il TAV rappresenta l'esatto contrario a questa impostazione, e proprio perché abbiamo a cuore il progresso di questo Paese, per noi è un'opera inaccettabile e siamo sicuri della nostra posizione, tanto da metterla in discussione, e sospendere i lavori in attesa dell'analisi costi-benefici, perché è questo che chiediamo, Consigliere Rosso, perché a noi, le analisi costi-benefici paura non ne fa. VERSACI Fabio (Presidente) Grazie. Ho iscritto a parlare il Capogruppo Morano, ne ha facoltà per 6 minuti. MORANO Alberto Lo scellerato ordine del giorno che oggi è presentato dei Consiglieri 5 Stelle per esprimere la loro contrarietà e quella di Di Maio alla Torino-Lione, e che siamo chiamati a votare impone alcune riflessioni di natura politica, con particolare riferimento, da un lato, alla presenza in Consiglio dei Presidenti di tutte le Associazioni di Imprese e dei lavoratori, e dall'alto alla contestuale assenza del Sindaco. Iniziamo dal primo aspetto, è la prima volta in tanti anni che tutte le organizzazioni imprenditoriali e produttive della Città fanno sentire forte e chiara la loro voce, è un messaggio univoco, un segno di unità importante di fronte ad un ordine del giorno che mette in gioco il destino della Città, la Città si mobilità, e lo fa con serietà e lo stile che contraddistinguono Torino, anche nei momenti più difficili. Io che da anni assisto quasi impotente ad un Consiglio Comunale incapace di affrontare i problemi di Torino, e che porta la Città verso un disastro annunciato, posso solo dire: "Era ora", finalmente la Città si è accorta del vuoto assoluto, della mancanza di visione e strategia di una Maggioranza e di una Giunta che vogliono, con arroganza, sacrificare sull'altare di una presunta ideologia, il futuro e il destino di una Città e di una Regione. Il secondo profilo che vorrei sottolineare, è l'assenza, oggi, come peraltro altre volte, del Sindaco, assenza che risulta ancor di più di fronte alla presenza della Città e segnala plasticamente la distanza e la frattura tra la Torino che lavora e produce, e il Governo 5 Stelle. Rappresentanti della Maggioranza 5 Stelle hanno provato ad obiettare, da un lato, che vi era la concomitanza come il Forum di Finanza Islamica, decisivo, e faccio fatica a non sorridere alla parola "decisivo", per i destini di Torino, e dall'altro che la Sindaca è notoriamente "No TAV". Obiezioni risibili, vi è, infatti, innanzitutto, un profilo di opportunità politica che sembra sfuggire al Sindaco e che avrebbe dovuto suggerire il rinvio della discussione ad altra data. E in secondo luogo vi è un evidente mancanza di coraggio che si sostanzia nella paura del Sindaco di partecipare a un dibattito che metterebbe in luce e inequivocabilmente la distanza tra Maggioranza 5 Stelle e gli interessi di Torino. Il Sindaco si sottrae a questo dibattito per paura, confermandosi sempre di più agli occhi dei torinesi, una figura a metà tra Re Tentenna e Don Abbondio. In tante occasioni ho sottolineato l'incapacità del Sindaco e della Giunta e la loro totale assenza di visione sul futuro di Torino, per cui non mi dilungo oltre, evidenzio solo come sia illusorio e velleitario sperare che consegnare le chiavi della Città a chi nella vita nulla ha fatto, possa portare a risultati positivi. Se non si hanno esperienze, bagaglio culturale di una storia alle spalle che parla, e si diventa improvvisamente responsabili dei disegni di una Città con quasi 5 milioni di abitanti e oltre 5 miliardi di debiti, sperare che poi le cose vadano bene, è perlomeno ingenuo, è come affidare la guida di una Ferrari ad un bambino di 5 anni, il risultato è inevitabile, ci si schianta e che Torino sia affidata a persone con l'esperienza di un bambino di 5 anni, senza alcuna capacità di gestione dei problemi, emerge chiaramente da quanto è stato fatto dalla Giunta in questi due anni, e trova conferma nella lettura dei curriculum di chi ci amministra. Mi limito a due persone, il Sindaco e l'Assessore di punta, il presunto trait d'union nel mondo imprenditoriale. L'esperienza più significativa del Sindaco nel mondo del lavoro è stato lo stage alla Juventus, a cui ha unito 5 anni in Consiglio Comunale, nel corso dei quali, pur rivestendo la carica di Vicepresidente della Commissione Bilancio, non si è accorto dello stato dei conti di Torino. Ancor più debole è il curriculum dell'Assessore al Commercio, che gli anglosassoni definirebbero benevolmente "not notable", e che vanta forse qualche esperienza come organizzatore di eventi, e poco altro. Queste sono le persone che rappresentano Torino al Forum di Finanza Islamica che si tiene a Dubai e che dovrebbero convincere investitori arabi ad investire su Torino, ma che certamente si dimenticheranno i dire loro che arrivare a Torino non è così facile, stante la carenza di collegamenti, e domani sarà anche più difficile, e che forse dovranno dotarsi di biciclette per spostarsi da una parte all'altra della Città, che i 5 Stelle sognano senza autovetture. Una parola la merita però un poco anche l'ambiguità di una parte della Maggioranza di Governo, che a Torino, sul dibattito "Sì TAV", "No TAV", ha assunto posizioni ondivaghe, mi riferisco alle diverse dichiarazioni dell'amico Ricca, di Molinari, di Benvenuto, di Maccanti, il classico colpo al cerchio e alla botte. Agli amici della Lega dico che devono fare chiarezza, non si può sacrificare i destini di Torino e del Piemonte per tenere in piedi una Maggioranza di Governo che sulle questioni importanti sembra non esistere. Infine, sull'importanza della Torino-Lione, si sono spese molte parole. In questa sede credo sia sufficiente ricordare come la realizzazione della TAV darà un contributo economico importante al Piemonte, evitando, nel contempo, il pagamento di penali che potrebbero risultare più alti dei costi connessi al compimento dell'opera. Chiudo facendo mie le parole delle Associazioni di Impresa: "Non è possibile tarpare così la possibilità di crescita del nostro sistema economico, la Torino-Lione non è un capriccio di pochi, ma un investimento per il futuro di tutti". VERSACI Fabio (Presidente) Grazie, ho iscritto a parlare la Capogruppo Artesio, ne ha facoltà per 6 minuti, prego. ARTESIO Eleonora Grazie. Non sono neutrale nel dibattito, non lo sono perché la Lista Civica di Sinistra "Torino in Comune" ha al proprio interno organizzazioni politiche e persone che hanno condiviso negli anni le ragioni e le mobilitazioni del Movimento "No TAV", e quindi ho un trasporto storico rispetto a questa questione. Ma se non avessi quel tipo di appartenenza, e fossi del tutto agnostica, ascoltando le relazioni della Commissione Tecnica avvenuta in due Commissioni Consiliari, sarei sicuramente molto orientata, non a desiderare, ma a pretendere che gli argomenti che sono stati apportati dalla Commissione Tecnica possano essere confutati da coloro che sostengono la necessità dell'opera. Non ho sentito ancora confutare questi argomenti, e li richiamo, fingendo che in questo Consiglio si stia discutendo sulla base dei dati di evidenza. Ma dirò dopo che sembra che così non sia, e i dati di evidenza sono i seguenti. La prima motivazione, lo ricordava la Consigliera Paoli, si ragionava sull'aumento dei passeggeri, l'affermazione non era motivata, è stata smentita dei fatti, da 2.000 a 20.000 al giorno in una decina di anni, si diceva negli anni '90. Poi l'aumento del traffico merci, e su questo il Quaderno 1 dell'Osservatorio ha già rivisto la sua posizione. Poi ancora che la colpa del mancato incremento fosse attribuibile all'inadeguatezza della linea storica, però succedeva contestualmente ai nostri confini, ad esempio in Svizzera, che prima di qualunque intervento infrastrutturale, il traffico ferroviario aumentasse del 43%, mentre il nostro diminuiva di altrettanto. E quindi anche questo dato non era sostenibile, tant'è che poi il Quaderno 10 dell'Osservatorio rivede la posizione ottimistica sull'aumento del traffico, e infine l'ultimo nato, cioè la motivazione della sicurezza del tunnel del Frejus, che è comparabile in termini di sicurezza con altri collegamenti alta velocità, che sono anch'essi a canna singola. Tutte queste argomentazioni, che a un neofita desideroso di misurarsi sui dati di evidenza potrebbero essere confrontati con altre documentazioni, fino ad ora altre argomentazioni non abbiamo ascoltato, così come non abbiamo ascoltato un dibattito, un confronto sull'altra affermazione, "non si può tornare indietro". Ma è vero, o non è vero, che fino ad oggi sono state realizzate esclusivamente solo attività preparatorie? È vero, o non è vero, che buona parte del cronoprogramma degli interventi, non soltanto da parte italiana, ma da parte francese, è stata rimessa in discussione, che da parte dell'Unione Europea non vi è mai stata alcuna decisione definitiva in merito al finanziamento complessivo dell'opera e che, peraltro, quando i finanziamenti sono europei, questi vengono erogati sulla base dello stato delle cose fatte, quindi non sarebbe ragionevole immaginare una penale per opere che non sono ancora state fatte? Ma si sa che le penali, o la conoscenza sulle penali, sembra in questi giorni essere molto opinabile. Anche questi sono tutti elementi e riflessioni che sarei personalmente curiosa di vedere confrontati con chi ha altre visioni di questa prospettiva, sperando che la visione non sia solo la modernità in quanto tale, perché dovrebbe essere supportata da dati di evidenza. Però quel che mi ha stupito in tutta questa discussione è l'incredibile energia che si è sviluppata intorno a questo ordine del giorno. Ma come mai nessuno si è accorto che il 5 dicembre del 2016 questo Consiglio Comunale ha votato una mozione che diceva cose ben più impegnative che non questo ordine del giorno? Tant'è che io mi domando perché i 5 Stelle abbiano presentato questo ordine del giorno a pochi mesi di distanza dall'altro, perché quello del 5 dicembre diceva, e fu votato anche con il mio voto, di manifestare la contrarietà della Città di Torino alla realizzazione dell'opera. Quello di oggi dice: " Rendere pubblici e verificabili criteri, le procedure, le modalità…", e come mai ci si stupisce, allora? In quello del 5 dicembre la Sindaca era presente e votava a favore. Alcuni dei Consiglieri che oggi non possono partecipare per improvvida espulsione del Presidente, mai espellere, mai limitare la democrazia, non erano nemmeno presenti al momento del voto, tanto ritenevano fondamentale quella argomentazione del 5 dicembre. Quindi mi stupisco che un testo edulcorato susciti tutte queste reazioni, di opinione pubblica, di mobilitazione. L'unica cosa che suggerirei ai colleghi che hanno presentato il testo è di non cedere il fianco, non prestare il fianco a strumentalizzazioni. Cosa c'è di troppo che nulla cambia della sostanza? Il punto 6 e il punto 7, la revoca degli incarichi, perché questo è un pochino inutile, perché andando avanti l'analisi costi-benefici, in base a quello che risulterà, si proseguirà sulla determinazione dell'Osservatorio e sugli incarichi, oppure no. E quindi l'esito, la famosa evidenza alla quale io mi richiamo, che determina il risultato, che si fa fare pure la parte del martire a chi già conclude il proprio mandato a dicembre. Quindi questi due punti sono un po' ineleganti, non aggiungono nulla nel contenuto. Ma, in sostanza, il tema è questo, troviamo il modo di continuare a ragionare sull'evidenza, altrimenti il modo diventa non politico, perché i dati di evidenza tecnici danno sempre alla politica le possibilità di ragionare, ma politicista, infatti perché oggi ci si occupa tanto di questo documento più debole di quello di alcuni mesi fa? Perché oggi i 5 Stelle sono al Governo e oggi l'intervento più atteso sarà quello del collega Ricca, cioè sapere che cosa fa a Torino la Maggioranza Giallo-Verde, alla faccia di tutti i dati di evidenza, di tutte le buone ragioni di mobilitazione, di tutto il sentire e il voler partecipare delle popolazioni, della Valle e di quella di Torino. VERSACI Fabio (Presidente) Grazie. Capogruppo Artesio, comunque anch'io la penso come lei, infatti ho dato la possibilità ai Consiglieri espulsi di rientrare. Ovviamente ognuno prenderà le sue decisioni, possono fare quello che meglio credono. Prego, Consigliera Pollicino. POLLICINO Marina Grazie, Presidente. "Nihil sub sole novi", è proprio il caso di dire: "Niente di nuovo sotto il sole". Il documento che abbiamo presentato si limita a ribadire una linea che abbiamo sempre seguito e divulgato sulla base di dati fattuali, ridiscutere dati e prospettive che affondano le loro radici in un dibattito della fine del secolo scorso, peraltro senza che queste prospettive o i dati reali si siano minimamente modificati, se non in peggio, sia per le prospettive di traffico, sia per le prospettive economiche e le criticità tecniche, ha un amaro retrogusto di stantio. Ma a quale livello di innovazione e ottimizzazione, mi domando, potremmo giungere con quest'opera, quando in Svezia in Germania, e timidamente anche in Italia, si sperimenta l'elettrificazione delle autostrade, le e-highways, lì, veramente, modificando le prospettive sul flusso delle merci e sul risparmio energetico, e dimostrando che esiste un mondo imprenditoriale che investe nella ricerca e nello sviluppo, perché ha compreso che restare competitivi sul mercato significa anche puntare sul fattore ambientale. La valutazione costi-benefici va perseguita assolutamente ed è il compito che si è assunto l'attuale Governo, ed è esattamente la direzione in cui si muove l'ordine del giorno delle Consigliere Ferrero e Paoli. Scorciatoie verso un'opera che si rivelasse obsoleta, se non dannosa non sono sostenibili per la condizione attuale del Paese, né sarebbero in grado di garantire risultati condivisibili. Quindi, niente di nuovo sotto il sole, neppure in una giornata come questa, dove le emergenze e le fragilità ambientati del Paese spuntano come funghi ai primi temporali autunnali, e su cui faremmo meglio a focalizzare la nostra attenzione e le nostre energie. Grazie. VERSACI Fabio (Presidente) Grazie a lei. Ho iscritto a parlare il Capogruppo Ricca, ne ha facoltà per 6 minuti. RICCA Fabrizio Grazie, Presidente. Io capisco che il Partito Democratico l'unico modo che abbia per poter dire qualcosa è fare queste sceneggiate, però a tutti dico: "State tranquilli, perché c'è la Lega, non vi preoccupate". Sarebbe per me anche molto facile oggi dire che il Sindaco, che non è presente, ma la sua posizione l'ha espressa molte volte, e per me non è niente di nuovo il fatto che non sia in Aula, vada in giro per il Mondo a caccia di investimenti, il problema sarebbe, qualora questi fossero trovati, e magari ci sarebbe da fare qualche opera importante per poter portare a termine questi investimenti, e rischiamo di nuovo di trovarci di fronte a un muro che a questi investimenti potrebbe dire "no", ma questo non lo dirò, parleremo di cose più importanti. Innanzitutto dico che la Lega è da sempre, e continua ad essere oggi, a favore dell'opera. Il Piemonte non può essere tagliato fuori dai corridoi commerciali, il Piemonte non può permettersi di restare isolato commercialmente dall'Europa. È anche vero, però, che oggi questo atto, di fronte a quello che è il Contratto di Governo, è una fuga in avanti del Movimento 5 Stelle che non ci saremmo aspettati, anche stiamo tutti aspettando da parte del Ministro Toninelli, ormai da mesi, da quando si è insediato, la famosa analisi costi-benefici e nel Contratto di Governo è espressamente scritto che si deve attendere un'analisi costi- benefici, e solo dopo si potrà rivalutare i termini della realizzazioni, se modificarne i tempi, ma il fatto che vada conclusa, non dovrebbe neanche essere messo in discussione, perché non c'è scritto. Detto questo, io credo che questa di oggi sia una presa di posizione puramente ideologica, perché inutile, perché questo ordine del giorno sarà considerato come tanti altri ordini del giorno, non credo che Salvini e Di Maio abbiano in questo momento tempo per ascoltare Appendino sull'ordine del giorno della TAV. Io credo che il Governo, che è nato dal Patto di Governo, il Governo del cambiamento, che sta dando la possibilità a questo Paese di uscire dal baratro che i 5 anni di governo del Partito Democratico hanno portato, debba andare avanti, debba continuare senza queste inutili sceneggiate, perché, lo ribadisco, è importante pensare al nostro territorio, è importante pensare al nostro Piemonte, e ad oggi arriva, e questo anche mi rassicura, una dichiarazione del sottosegretario Giorgetti, che inaugurando la tangenziale di Morbegno, dice: "Le decisioni implicano anche delle polemiche", perché in quel frangente lì si erano create le stesse identiche…, chiaramente vanno parametrate alla grandezza dell'opera, ma lo stesso tipo di problematiche. Però dice anche: "C'è senso di responsabilità nel Governo, le cose che devono essere fatte, si fanno". Quindi io mi permetto di dire che lasciamo lavorare il Governo, non immischiamoci in cose che non ci competono, proviamo ad ascoltare quella Maggioranza silenziosa che finalmente oggi si è svegliata, perché da tutto questo dibattito viene fuori che c'è una Maggioranza silenziosa, al di là di quelli che manifestano per il "No TAV", esiste, che se ci fosse un referendum, esattamente come sulle Olimpiadi, i torinesi sarebbero a favore della TAV, gli unici a non averlo capito siete voi. Il 30% che avete preso alle elezioni comunali non era sulla TAV, era su mandare a casa chi ha distrutto Torino e il sistema che si è portato dietro, quindi vi chiedo di pensare esclusivamente ad amministrare questa Città, perché di questo la Città ha bisogno, niente di più. Grazie. VERSACI Fabio (Presidente) Grazie a lei. Prego, Capogruppo Montalbano, ne ha facoltà per 6 minuti. MONTALBANO Deborah Grazie, Presidente. Oggi, devo essere sincera, ho passato un pomeriggio in Consiglio e l'ho anche detto a qualcuno, ho la sensazione di essere proprio un po' sconnessa, la parola giusta è sconnessa, nel senso che non comprendo da una parte le eccessive preoccupazioni che, legittimamente, per carità, però si sono manifestate da una parte, quindi una realtà, una parte della realtà della Città, come non comprendo anche nello stesso tempo e nello stesso momento l'eccessivo entusiasmo che ho tradotto da alcuni degli interventi che la stessa Maggioranza nel presentare l'ordine del giorno ha, diciamo così, dichiarato, sviluppato. Allora, poniamo una questione, io sono andata a rileggermi l'impegna dell'ordine del giorno, perché un certo punto ho detto: "Ma io l'ho letto bene? L'ho capito bene?", perché forse mi è sfuggito qualcosa. E allora, oggi ho visto…, abbiamo parlato di tante cose, abbiamo fatto anche incontri, sospeso il Consiglio, espulsioni, ma di che cosa parla questo ordine del giorno? Allora, primo punto, "di rendere pubblici e verificabili i criteri, le procedure e le modalità di attuazione di una rigorosa Analisi Costi-Benefici...", cioè quando sarà conclusa l'analisi costi-benefici, rendiamola pubblica e abbiate modo di condividerla, eccetera, eccetera, "...da avviare sull'ipotesi di una Nuova Linea Ferroviaria Torino-Lione". I "No TAV" sono per l'abolizione dell'opera, l'interruzione immediata dell'opera, vorrei ricordarlo. Poi "di valutare, in alternativa a tali nuove opere, la promozione dell'utilizzo dell'intera linea esistente tra Torino e Modane; di sospendere qualunque operazione indirizzata all'avanzamento dell'opera finché non sia terminata la suddetta Analisi Costi- Benefici;", cioè chiediamo la sospensione, non l'abolizione, finché non sarà finito il lavoro di analisi costi-benefici. Laddove finisce questo lavoro, cade il Governo e ne arriva un altro, tolgono la sospensione e procedono. Potrei andare avanti, alcuni punti li ha esposti anche molto bene la Consigliera Artesio sulla revoca delle nomine per quanto riguarda il Direttore Generale, piuttosto che il ruolo di Commissario Straordinario del Governo, ma laddove la forza di Governo è contro la TAV e vuole l'abolizione dell'opera, abolendo l'opera, non si va neanche più a discutere su quelle che sono le revoche delle nomine, perché verrebbe a decadere il ruolo di quello che è l'Osservatorio. L'unico punto "8) di destinare i fondi attualmente previsti dal Governo per la Torino-Lione (sia per la parte internazionale che per la parte italiana) per la mobilità collettiva e sostenibile nel territorio della Città Metropolitana e della Regione Piemonte", quindi comunque di trasferire questi fondi nel territorio della Città Metropolitana e della Regione Piemonte, quindi comunque arriverebbero dei fondi. Ma, insomma, io sono due anni, più o meno, qualcosina in più che sono qui, in Consiglio Comunale e di ordini del giorno ne avremo licenziati una marea, e lo sappiamo tutti qui qual è l'incidenza di un ordine del giorno, tra l'altro votato in assenza della Sindaca, quindi solo dal Gruppo Consiliare di Maggioranza, per quanto riguarda l'incisione su quella che può essere l'azione politica a livello centrale, sia da una parte, che dall'altra, è pari a meno che zero, è un ordine del giorno. Io, come ho detto in Commissione, voterò questo ordine del giorno, ma se vado a leggere l'impegna e la posizione che in questi ultimi mesi abbiamo sentito anche da alcune dichiarazioni, anche se ogni tanto ritratte, poi di nuovo riconfermate dal Ministro Toninelli, cioè, siamo all'analisi costi-benefici, che signori miei, è fuffa, vuol dire prendere tempo, perché ne sono state fatte a decine in questi anni. Il problema è che questo Ordine del Giorno, per quanto lo voterò, ma io lo dico chiaramente, io do questo voto in solidarietà a quelle che sono tutte le realtà dei "No TAV", anche "No TAP", perché oggi ci metto anche i "No TAP", perché sicuramente i "No TAV", daranno battaglia e lotta insieme a tutti i cittadini che sono contro la TAP, e quindi in solidarietà loro, però è la configurazione, la fotografia della posizione del "ni", non più del "no". E un'altra cosa, non c'è ordine del giorno che può andare in deroga a quello che è il Contratto di Governo, signori miei, bisognava ribellarsi prima, il Contratto di Governo non prevede l'abolizione della TAV, e allora si passa al "ni", poi si passa al "ma", poi si passa al "se", poi magari ci ritroveremo una nuova formula che cambia qualche piccola tratta di tutto il percorso della Torino-Lione e facciamo magari una piccola riduzione di costi, e facciamo passare anche la TAV, perché di questo stiamo parlando, è questa la paura. E questo ordine del giorno manifesta, mio avviso, il fatto che si è ritenuto necessario rassicurare quelli che erano i territori, e soprattutto le realtà "No TAV", che per anni hanno appoggiato, che abbiamo appoggiato, scusate, tutti convinti che se mai si andava al Governo, la prima donna che si faceva era l'interruzione completa, l'abolizione completa di quest'opera, questo è. Quindi io voterò favorevolmente, anche se da "No TAV" non è che posso dire che sono soddisfatta di questa impegna, non posso dire…, è un "ni", non è un "no", è un "ni", non è un "no". (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Io non ho interrotto nessuno, Consigliere Fornari, anche se non le piace quello che le dico… VERSACI Fabio (Presidente) Per cortesia, la richiamo all'ordine ancora una volta, non interrompa i Consiglieri. MONTALBANO Deborah Perché poi la coerenza, mi rendo conto, è difficile da mantenere in politica, però, detto questo, mi ascolti come io ascolto lei tante volte, stringendo i denti. Presidente, voterò questo ordine del giorno, ma, ripeto, la mia solidarietà ai "No TAV", e a tutte le realtà del territorio, ai "No TAP" del Salento, ma andiamo avanti, non ci arrendiamo. VERSACI Fabio (Presidente) Grazie. Ho iscritta a parlare la Capogruppo Sganga, prego, ne ha facoltà. SGANGA Valentina Grazie, Presidente. Avendo colto appieno l'invito a ragionare, che è arrivato da più parti, già i giorni scorsi dal Presidente Chiamparino, vorrei rendere partecipi i Consiglieri presenti dell'assunto da cui partirò per questo ragionamento. Il progetto dell'alta velocità Torino-Lione, da un punto di vista trasportistico, non ha più alcun senso, questo dato, in realtà, ci viene fornito non già dall'analisi costi-benefici sull'opera, che, appunto, l'attuale Governo sta realizzando, ma ancor prima da un documento che è stato adottato dal Consiglio dei Ministri il 10 novembre 2017, ho qui il documento, 10 novembre 2017, ovvero Governo Gentiloni, e adottava questo documento "Adeguamento dell'asse ferroviario Torino-Lione, verifica del modello di esercizio per la tratta nazionale lato Italia". E cosa dice questo documento? Dice, sostanzialmente, che il progetto era basato, A) su stime sbagliate, B) su previsioni infondate e lo leggiamo, appunto a pagina 58, dove leggiamo, leggo: "Le previsioni di traffico sono oggi inevitabilmente diverse. La capacità della linea storica, in termini di capacità di competere con la strada e le altre direttrici ferroviarie, è l'opposto a quanto inizialmente ipotizzato. Anche altri parametri utilizzati in questi anni, sono stati oggetto di studi e di valutazioni con esiti differenti da quanto inizialmente ipotizzato", cioè questo lo diceva questo documento adottato dal Governo Gentiloni, e poi aggiungeva: "Lo scenario attuale è quindi molto diverso da quello in cui sono state prese a suo tempo le decisioni e nessuna persona di buon senso e di buona fede può stupirsi di ciò. Occorre quindi lasciare agli studiosi di storia economica la valutazione se le decisioni a suo tempo assunte, potevano essere diverse". E questo è l'assunto, ovvero stiamo discutendo di un progetto che per le motivazioni date sinora, non riesce ad essere giustificato neanche da chi quest'opera la vuole, giustamente, la difende. E arriviamo il ragionamento, in questi giorni, ma soprattutto oggi, ho avuto modo di leggere e di sentire con le mie orecchie, perché il gruppo Consiliare del Movimento 5 Stelle li ha accolti e poi li ha accolti anche la Capigruppo, di ascoltare gli appelli di parte del mondo industriale, cooperativo e sindacale, a difesa dell'opera. Ecco, io ho avuto modo di dirlo anche a loro, in quegli appelli ci ho visto poco coraggio e forse ci ho visto anche una certa rassegnazione culturale, e questo mi è molto dispiaciuto, perché, e credo sia giusto sottolinearlo, e voglio sottolinearlo con forza, nessuno di noi qui è nemico del progresso o auspica un futuro di decrescita economica e di isolamento del territorio, il nostro avversario è invece la coazione a ripetere errori di valutazione strategica, compiuti nei decenni passati. Parto da un dato, attualmente sul TAV Torino-Lione lavorano circa 800 persone tra Italia e Francia, e sono stati spesi 1,5 miliardi di Euro, compresa ovviamente la quota di progettazione. Questo cosa ci dice? Ci dice che il TAV è un investimento ad alta intensità di capitali e a scarsa intensità di lavoro, e questa è una condizione incontrovertibile, legata a tutte le grandi opere, costano una montagna di soldi, ma generano poco lavoro. E allora il punto è questo, questo Paese, questa Regione… (INTERVENTO FUORI MICROFONO). I dati lo dicono, non dovrei interagire, ma i dati lo dico. Allora, il punto è questo, questo Paese, questa Regione, e soprattutto questa Città, hanno bisogno di investimenti pubblici, e quello che noi chiediamo e che abbiamo sempre chiesto, è il denaro dell'opera rimanga sul principio dell'investimento pubblico, ma venga spostato su investimenti, sempre sul nostro territorio, che hanno effetti moltiplicatori maggiori. Quali sono? Sono, per esempio, il potenziamento delle infrastrutture locali, oppure sono le opere che coinvolgono il tessuto produttivo su una filiera più corta, sono i servizi, sono la formazione, la ricerca, l'alta tecnologia, il trasporto locale, un trasporto locale efficace, sostenibile, sono la seconda linea di metropolitana, ad esempio. Allora invecchiamo questi soldi, investiamoli, ma non per qualcosa che c'è già, non per un doppione,. spendiamoli per qualcosa che oggi crea lavoro e domani sarà al passo con l'economia che ci attende. Che senso ha, ci chiediamo, spendere decine di miliardi per un'opera che, quando sarà completata, languirà in un'economia che sarà totalmente smaterializzata e miniaturizzata. E quindi, o si ha la forza di guardare seriamente al futuro, oppure è inutile venirci a dire e a raccontare che per questa Città non ci sono speranze. Allora, io voglio rivolgermi di nuovo direttamente al mondo industriale, cooperativo e sindacale, trovate con noi il coraggio, noi su questo non mancheremo, per chiedere nuovi modelli di investimento pubblici, ma in una nuova concezione della spesa pubblica, pretendere, secondo me, il ripetersi di un modello storico ed economico finito, non necessita di alcun coraggio, e questa Città ha bisogno di coraggio. La Torino, che senza TAV diventa una Città di disoccupati e di anziani, come è stato detto in questi giorni, è un artifizio retorico, lo è già, Torino è già così. Nel 2016, quando ancora non governavamo questo Comune, il rapporto Rota scriveva che eravamo, e leggo: "Una delle Città del pianeta con meno giovani, dove si registra un tasso di disoccupazione giovanile tra i più elevati d'Europa". E allora, è su questo che per la nostra forza politica ha senso dire: "No al TAV", "No al TAV" significa "Sì alle priorità, sì alle reali esigenze del territorio". E la priorità oggi non è un investimento faraonico che ha una resa limitata non è un'opera, che quando sarà terminata, nel 2030, nel 2040, non si sa, non sarà che un mausoleo a un modello economico finito. La priorità oggi deve essere cercare dei modelli di sviluppo che non peggiorino una condizione in essere. Chiudo rispondendo direttamente al Presidente Gallina, che vorrebbe organizzare, come ho avuto modo di leggere sui giornali, una nuova edizione della "Marcia dei Quarantamila" in chiave "Pro TAV". Ecco, io, come tutti coloro che siedono nei banchi della Maggioranza, come tanti cittadini, ho partecipato personalmente ad almeno 10 "Marce degli Ottantamila" in Val Susa, a Torino, a Roma, e quindi noi rispettiamo, ma alle legittime manifestazione di dissenso, a queste ci siamo aperti, noi ci siamo confrontati, le rispettiamo, ma chiediamo una cosa, e questa, è ora di arrivare a questa cosa, si prenda atto che, ad oggi, a Torino, come in Italia, il "No" al TAV, il "No" alla Torino-Lione ha una piena legittimazione democratica. Grazie. VERSACI Fabio (Presidente) Grazie a lei. Prego, Assessore Unia, ne ha facoltà per 5 minuti. UNIA Alberto (Assessore) Sì, grazie, Presidente. Ma innanzitutto per esprimere anche a nome della Giunta il parere positivo a questo ordine del giorno. Io, onestamente, mi ero preparato, Presidente, oggi mi ero preparato un discorso da fare, che però reputo un po' superato dalla discussione, superato soprattutto perché mi rendo conto che la maggior parte degli interventi delle minoranze, ad esclusione della Consigliera Artesio, non hanno letto l'ordine del giorno. Io consiglierei a tutti di leggere questo ordine del giorno, perché questo ordine del giorno dice delle cose molto semplici, abbiamo bisogno di dati, abbiamo bisogno di dati e di sapere se c'è una sostenibilità economica dell'opera, costi- benefici, proprio perché, come diceva Consigliera Montalbano prima, quando poi non ci sarà più nessuno di noi qua, tra un po' di anni, ci sarà qualcun altro, cambiano i Governi, cambia tutto, se non abbiamo i dati, continua a essere una discussione strumentale e politica. Noi abbiamo bisogno di dare dei dati certi e avere delle risposte certe ai cittadini, i cittadini devono sapere di cosa stiamo parlando, e dobbiamo saperlo anche noi, questo è fondamentale. Poi si fa la discussione politica, dopo facciamo la discussione politica se sì se no, perché possiamo prendere una posizione, ma una posizione la possiamo prendere solo ed esclusivamente quando sappiamo esattamente di cosa stiamo parlando. Troppi sbagli in passato sono stati fatti prendendo le cose in maniera superficiale, per questo, a nome della Giunta, dico che siamo assolutamente favorevoli a questo ordine del giorno. VERSACI Fabio (Presidente) Prego, Vicesindaco, 5 minuti per lei. MONTANARI Guido (Vicesindaca) Grazie, Presidente. Confermo naturalmente le parole del collega Unia, ricordo anche che in Aula c'è presente buona parte della Giunta, c'è il Vicesindaco, quindi parlare di un'Aula abbandonata dal Sindaco, mi sembra abbastanza fuori luogo, quindi mi permetto di ricordare questo piccolo fatto. Nello specifico, io credo che tutte le manifestazioni dei cittadini, e particolarmente le manifestazioni di pensiero del mondo produttivo, siano da tenere in conto, sono straordinariamente importanti, e ringrazio quindi i cittadini che qui davanti hanno manifestato, sia favore, sia contro dell'opera. Però vorrei anche dire che pare un po' pelosa questo interesse così esagerato della stampa e degli organi e delle associazioni, intorno a un tema che trattiamo da anni, sui quali il Comune, la nostra Giunta, si è espressa già due anni fa, uscendo dall'Osservatorio, è andato avanti con altri interventi, e sembra un po' strano che il momento, così, pre elettorale, si coagulino forze che in qualche modo esprimono una posizione di attacco tout court alla Sindaca, alla nostra Giunta. Del resto i manifesti che sono stati portati avanti in modo così scorretto dai Consiglieri del PD dicevano…, non erano neanche contro "Pro TAV", ma erano contro la nostra Amministrazione, quindi, evidentemente questo si sta cavalcando in modo assolutamente politico, ma assolutamente al di fuori dal senso di questo ordine del giorno, come è stato richiamato dal collega Unia, una legittima espressione di pensiero, che, come dire, non ha senso in questa situazione, e non solo, ma non solo non ha senso, ma crea un danno ancora una volta alla Città, perché io credo che oggi noi finiremo un po' prima i lavori per questo continuare ad andare avanti per le sceneggiate che ci sono state, e magari non voteremo alcune delibere invece che cittadini aspettano, che sono delibere intorno a trasformazioni urbanistiche, trasformazione del territorio, a iniziative per migliorare proprio concretamente, anche economicamente, la vita dei cittadini. Quindi, come dire, noi ci stiamo trovando di fronte a una immensa mistificazione intorno ai temi che stiamo discutendo. Si dice che con il voto "No TAV", o che con questo ordine del giorno noi bloccheremo l'economia, noi la blocchiamo con le sceneggiate che ha fatto il PD qui dentro, noi oggi forse non voteremo delle delibere che invece sarebbero utili per andare avanti. E ricordo che, dal mio punto di vista, Assessore all'Urbanistica, invece, le iniziative che abbiamo preso a livello di regolamenti, a livello di Piano Regolatore, a livello di pratica edilizia, a livello di avvio di urbanistica, di trasformazione, sono estremamente interessanti, proprio per sollecitare uno sviluppo di questa Città, quello sviluppo che, giustamente, le Associazioni professionali, la Confindustria e Sindacati ci chiedono, e che noi stiamo perseguendo, ma che certamente trovano degli intralci in operazioni così di basso livello com'è la polemica scatenata qui dentro a favore del TAV, polemica assolutamente fuori luogo, perché si basa su alcune affermazioni che costituiscono il nostro sentire comune, e cioè migliorare la connettività di Torino al resto del mondo, all'Europa, all'asse Ovest, migliorare il servizio dei trasporti, migliorare il passaggio dalla gomma, al treno, al ferro, che sono tutte operazioni che noi perseguiamo, sulle quali siamo totalmente d'accordo e sulle quali non si capisce perché si sta discutendo, perché noi stiamo discutendo banalmente, con questo ordine del giorno, intanto di verificare i costi e benefici di quell'opera, e se posso dire, nel momento in cui fosse dimostrato, come io penso, che i costi siano superiori ai benefici, che quel denaro, quei soldi, quei circa 10 miliardi, che poi sappiamo come succede alle nostre, purtroppo, opere pubbliche, che poi nel tempo aumentano esponenzialmente, bene, siano riversate sul nostro territorio, aiutino davvero lo sviluppo di questa Città, ci permettano di mettere in sicurezza le scuole, se n'è parlato prima, ci permettano di mettere in sicurezza le strade, ci permettano di rendere efficiente il trasporto pubblico, sia a livello cittadino, che a livello intercomunale, ci permettano di migliorare la qualità dell'aria, spingendo sul trasporto pubblico, e non sull'auto privata, uscendo da certe retoriche folli che io ho sentito. L'altro giorno leggevo un commento di un giornale che, per amor di Patria, non voglio ricordare, dove si diceva che noi non vogliamo fare la rotonda Maroncelli e neanche il collegamento in prossimità di Palazzo del Lavoro, per sostituire questi collegamenti con piste ciclabili. E poi qualcuno ci dirà che dopo non abbiamo fatto la pista ciclabile perché abbiamo cambiato idea. Guardate, è una logica perversa di un'informazione veramente deformata, dove si raccontano notizie false, e poi dopo si ricama sulla notizia falsa, per dire che noi inseguiamo i problemi. Noi vogliamo fare un trasporto pubblico efficiente, vogliamo dei servizi sul territorio che funzionino, vogliamo investimenti sul territorio. Io mi chiedo la giustissima preoccupazione degli industriali e delle varie associazioni professionali, dove erano quando il Governo, per anni ormai, almeno una decina, ha tagliato le risorse al trasporto locale, ha tagliato le risorse ai servizi locali, ha tagliato le risorse alle manutenzioni. Se noi riuscissimo soltanto in questi pochi anni che ci avanzano a far funzionare davvero le manutenzioni, a mettere investimenti, come dicevo prima, sugli 800 edifici pubblici che ne necessitano in modo straordinariamente importante, e su tutte le altre opere pubbliche, io penso che le associazioni professionali, i sindacati, le imprese edili, e tutte le imprese, ne avrebbe un beneficio straordinario. Se noi invece buttiamo i soldi dalla finestra, come stiamo facendo, come abbiamo fatto con i miliardi finora investiti nel nulla, nel nulla, perché qualcuno ci racconta che il TAV è già stato avviato, la galleria è già stata avviata, è falso, sono state avviate opere di sondaggio, opere preliminari all'opera, è falso, dunque. Se noi quei soldi, peraltro già buttati via, riusciamo finalmente a fermarli, a reinvestirli sul territorio, io penso che le associazioni che erano qui presenti oggi, e che comunque ringrazio per il loro intervento, sarebbero straordinariamente contente della nostra operazione. Quindi io ribadisco ancora una volta, noi non abbiamo nessuna relazione ideologica su questa questione, stiamo chiedendo con questo ordine del giorno, banalmente, che il sistema di costi-benefici sia compreso, sia approfondito, sia fatta una vera analisi, come si deve; lasceremo poi al Governo la scelta finale, ma noi siamo dell'idea che queste risorse dovrebbero ricadere sul nostro territorio, sulle nostre imprese, sui nostri lavoratori. Grazie. VERSACI Fabio (Presidente) Grazie. |