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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 29 Ottobre 2018 ore 14,00
Paragrafo n. 24
ORDINE DEL GIORNO 2018-03401
(ODG N. 10/2018) "IPOTESI DI NUOVA LINEA FERROVIARIA TORINO LIONE" PRESENTATA IN DATA 31 LUGLIO 2018 - PRIMA FIRMATARIA FERRERO. Versaci, Ferrero, Rosso
Interventi
FERRERO Viviana
Grazie, Presidente. Oggi si vota un ordine del giorno a prima firma Ferrero e Paoli,
indirizzato al Governo Nazionale sulla linea ferroviaria Torino-Lione. Non posso non
tradire emozione per essere arrivata qui oggi a parlare come portavoce, per essere
arrivati fin qui come movimenti, comitati, cittadini attivisti e mondo culturale,
università libere, società civile, un movimento civile che si è sviluppato in Val di Susa
partendo dalla difesa del territorio per sfociare nella più ampia concezione di battaglia
di sostenibilità economica, sociale, ambientale, la più grande battaglia ambientale degli
ultimi 29 anni, la più coerente applicazione dell'articolo 9 della Costituzione sulla tutela
del paesaggio, la madre… (INTERVENTO FUORI MICROFONO).

FERRERO Viviana
La madre di tante battaglie poi diffusasi sul territorio nazionale e transnazionale, 29
lunghi anni per arrivare, come Comune di Torino, a dire no a quel tipo di treno e di
tracciato, un'operazione non ideologica, ma di dati, di comparazioni, di studi
approfonditi e di risultanze evidenti.
In questa Città sono state dette per un'infinità di anni bugie sulla Torino-Lione, omessi
dati, pubblicizzati slogan, criminalizzate legittime proteste. Questo ordine del giorno
vuole fare trasparenza, vuole ripartire da dati certi, anche contenuti nell'Osservatorio,
nei suoi quaderni, vuole rendere pubblici e verificabili i criteri, le procedure, le modalità
per attuare quella che ormai per la nostra Amministrazione è un mantra, l'analisi dei
costi e dei benefici, perché in un momento di risorse scarse, di bilanci in rosso, di tagli
di tutto, non possiamo più permetterci il lusso di sbagliare. 0% dell'opera in 29 anni è il
risultato della politica sorda che non ha ascoltato i cittadini; è il risultato di una politica
sorda che ha aggiustato nel tempo, ha fatto qualche modifica di tracciato, 7 modifiche di
tracciato. Sono stati realizzati 7 chilometri a canna singola su 57 a doppia canna, quindi
su 110 chilometri dal 2003 abbiamo realizzato 7 chilometri, non dell'opera principale.
La scellerata tenaglia tra lo Stato e i grandi interessi di multinazionali di tipo
economico-privato. Chiediamo pertanto di valutare le alternative. Sono vent'anni che la
Val di Susa ci dice che l'ammodernamento della linea storica esistente tra Torino e
Modane sia il metodo meno costoso, più efficace, per rendere efficiente la linea
ferroviaria, di fermare operazioni che comprometterebbero una serena analisi, come le
spese previste nella delibera CIPE. Lo stato francese, inoltre, è sempre stato tiepido nel
realizzare questo tipo di linea ferroviaria. Gli accordi Italia-Francia, sappiamo, pur di
realizzare l'opera, erano sfavorevoli all'Italia. E chiediamo che vadano, rivisti,
ridiscussi, anche in caso di ammodernamento della linea esistente. E poi non si
chiedono di revocare incarichi in TELT o all'Osservatorio straordinario del Governo per
la Torino-Lione, ma di ridefinire concetti, obiettivi e funzioni per i quali questi Direttori
e Commissari non sono più necessari, e questo per arrivare ad una visione che è davvero
rivoluzionaria, che parte davvero dai cittadini e dalle popolazioni per intercettare i loro
reali bisogni, le evidenti necessità. E come lo facciamo? Lo facciamo destinando tutti i
fondi previsti per la Torino-Lione, parte internazionale e parte italiana, alla mobilità
collettiva, alternativa e sostenibile dei territori della Città Metropolitana, di Torino, della
Regione Piemonte e oggi però vorrei anche ripercorrere un po' di quella esperienza
politica attiva che ci ha fatto arrivare fin qui, all'esempio di lunga resistenza data dalla
Valle di Susa, parlare dei presidi territoriali che nacquero in Valle, da Borgone, a
Bruzolo, a Venaus, ripercorrere con la mente le giornate passate in quei presisi, dove
passarono tanti esponenti della cultura italiana, da Dario Fo, a Franca Rame, a
Imposimato, a Erri De Luca, a quel laboratorio di partecipazione di cittadinanza attiva,
raccontare per sommi capi le tante marce pacifiche che sono partite dagli abitanti del
luogo per approdare a marce di tanti cittadini, anche fuori dalla nostra Regione. La
Valle non aveva identità, la Val di Susa ha assunto identità. Il percorso di laboratorio
politico è un esperimento che ha dato frutti che hanno formato genti, che ha aperto una
strada diversa, in cui, e da cui, non si può tornare indietro; ha messo in crisi il rapporto
dialettico tra Stato e privati, dove il privato più forte, che possiede capitali, determina
l'indirizzo politico del pubblico, indicando attori e comparse. La maggior parte dei
decisori istituzionali, degli uomini politici dei Paesi Occidentali dipendono in grande
misura da gruppi capaci di finanziarli. La Val di Susa, i suoi abitanti, le tante anime che
hanno sostenuto la causa "No TAV" non hanno solo cercato di fermare un treno, ma un
modello di economia contemporanea, che ha trasferito il potere dal pubblico, tutti noi,
ad alcuni soggetti privati. La contrarietà alla grande opera "No TAV" è la punta di un
iceberg più grande, ma è il senso di ingiustizia di una comunità che ci ha aperto gli
occhi sul modello che si stava sviluppando. E in questo momento voglio ringraziare
personalmente proprio Alberto e Bianca Perino come simbolo di quella umanità che non
ha mai smesso di credere a un modello diverso, e ringraziare i tecnici della
Commissione Tecnica Torino-Lione, senza nominarli, ma con un ringraziamento
singolo ad ognuno di loro per aver portato avanti, con determinazione, la forza dei
numeri. Il TAV non è più un'emergenza dopo 29 anni, il Governo si prenda tutto il
tempo per fare con serenità, e senza pressioni economiche, le sue valutazioni, basandosi
sulle evidenze e non sulle indicazioni dei poteri economici. Grazie, Presidente.

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