Interventi |
LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario) Grazie, Presidente. Grazie, Assessore. Innanzitutto chiedo se posso avere copia di questa risposta, perché ci sono dei dati e credo che anche il Consiglio Comunale meriti di poterli approfondire. Perché abbiamo voluto interpellare l'Assessore al Bilancio sulla situazione economica, in particolare sulla situazione debitoria nei confronti delle aziende che forniscono beni e servizi alla Città? Perché, tutte le statistiche a livello europeo, tra l'altro, definiscono l'incidenza della spesa pubblica della Pubblica Amministrazione sull'economia dei rispettivi territori in una percentuale che è intorno al 20%. Cioè, quando l'Amministrazione Pubblica compra beni e servizi sul proprio territorio condiziona l'economia di quel territorio in una percentuale che in alcuni casi supera il 20%, e questo è confermato anche nel nostro territorio, anche nel territorio torinese. Che cosa ci preoccupa? Ci preoccupa il fatto che, l'allegato 10 del Rendiconto di Bilancio, in modo molto chiaro, e le cifre lei le ha confermate, salvo qualche scostamento delle ultime settimane; in quell'allegato al nostro Bilancio i debiti verso i fornitori, così come vengono fotografati, sono passati da 366 milioni dell'anno 2016 a 434 milioni del 2017. Cioè, in soli 12 mesi da una fotografia all'altra, da un Rendiconto di Bilancio all'altro, la situazione è peggiorata di ben 70 milioni di Euro di debiti accumulati in soli 12 mesi nei confronti delle aziende del nostro territorio, cioè quelle che erogano beni e servizi per la Città di Torino. Ma non ci preoccupa solo l'incremento dell'esposizione finanziaria e quindi l'incremento del debito; ci preoccupa anche un altro dato che troviamo, che per legge l'Amministrazione, per obblighi di trasparenza deve evidenziarlo sul proprio sito, e da lì noi l'abbiamo ricavato, qual è il cosiddetto indicatore annuale di tempestività dei pagamenti. Allora, a me interessa poco rappresentare che cosa succedeva prima con l'Amministrazione Fassino, cosa succede adesso, però la fotografia anche in questo caso è chiara: l'indicatore annuale di tempestività dei pagamenti, cioè i giorni che impiega la Pubblica Amministrazione, cioè la Città di Torino a pagare i propri fornitori che erogano beni e servizi per la Città di Torino (la fotografia è sul sito della Città di Torino) vede: nell'anno 2015, indicatore annuale di tempestività di pagamenti era 29, vuol dire che l'Amministrazione impiegava 29 giorni a pagare i propri fornitori; nell'anno 2016, l'indicatore annuale di tempestività dei pagamenti è 42, vuol dire che si è incrementato il numero di giorni necessari all'Amministrazione, che la Città ritiene necessari, per poter pagare i propri fornitori. Se passiamo poi all'anno 2017 (l'anno 2016 sappiamo essere a cavallo tra due Amministrazioni) se passiamo all'anno 2017 arriviamo a 81 giorni; cioè nel 2015 l'indicatore annuale di tempestività di pagamenti era di 29, nel 2017 siamo arrivati a 81 giorni. Bene, perché siamo particolarmente preoccupati? Perché il trend è negativo, ma l'indicatore trimestrale di tempestività dei pagamenti nel 2018, cioè l'ultimo rilevato, l'ultimo esposto in termini in obblighi di trasparenza alla Città di Torino è arrivato a 103. Allora, se io sommo i due dati, cioè il totale del debito nei confronti dei fornitori della Città di Torino e l'incremento significativo dell'ultimo anno di quasi 70 milioni di Euro col fatto che la Città di Torino paga sempre più tardi, siamo passati, ripeto, dai 29 giorni nel 2015 a 103 nel 2018 (primo trimestre); spero che il secondo trimestre segni un..., un decremento rispetto a questi ritardi, beh, noi siamo particolarmente preoccupati, Assessore. Quindi, il tema non è quali strumenti avesse prima l'Amministrazione e il fatto che potesse utilizzare il cosiddetto sblocca crediti che sappiamo non essere debito, non essere, quindi, non avere impattato negativamente sul Bilancio della Città di Torino e se poi tra i debitori, o meglio, tra i creditori della Città di Torino consideriamo le società partecipate, in particolare IREN e AMIAT alle quali stiamo chiedendo come Città di Torino di realizzare degli investimenti utili a migliorare il servizio, ad esempio del trattamento rifiuti sul nostro territorio, a migliorare ad esempio la raccolta rifiuti. Se il dato che lei ci dice che ad oggi l'esposizione finanziaria sommando AMIAT e IREN è di 193 milioni di Euro, 193 milioni di Euro, è il dato più alto degli ultimi anni; la domanda che noi ci facciamo rispetto a questo dato clamoroso è: con quale serenità l'Amministrazione può nei confronti degli altri soci, ma anche nei confronti diretti della società stessa immaginare di guardare negli occhi quella società e chiedere di favorire degli investimenti? Cioè come possiamo, quando dobbiamo 193 milioni di Euro ad una società come IREN e ad una società come AMIAT, chiedere contemporaneamente a quelle società di fare quegli investimenti che riteniamo necessari per migliorare la gestione ambientale, ad esempio sul nostro territorio, per migliorare le prestazioni energetiche, per fare tutto ciò che, retoricamente, a questo punto solo retoricamente, i suoi colleghi di Giunta ci vengono a raccontare e a rappresentare nelle Commissioni Consiliari? Per quanto mi riguarda... LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario) Per quanto mi riguarda, sono grato all'Assessore per averci fornito questa fotografia, credo che sia particolarmente necessario, visto quanto da me affermato, e quanto anche detto dall'Assessore, svolgere un adeguato approfondimento nella Commissione Consiliare, guardo il Presidente della Commissione Bilancio, al fine di approfondire questi dati soprattutto continuare a monitorarli e magari insieme, lo dico al Presidente Fornari, magari provare a correggere un dato che, ripeto, danneggia l'economia del nostro territorio. |