Interventi |
ARTESIO Eleonora Anch'io condivido il documento che è stato presentato dalla Consigliera Tisi e che, ascoltando gli interventi, sarà unanimemente, o perlomeno a maggioranza, sostenuto in questo Consiglio Comunale. Io distinguo il mio intervento su due aspetti: il primo punto, l'obiettivo preciso e puntuale al quale mira questo documento, vale a dire quello di far pervenire al Parlamento la preoccupazione del Comune di Torino, di intesa con molti altri Comuni italiani, rispetto al ridimensionamento, per non parlare di smantellamento, del sistema SPRAR e, viceversa, rendere visibile con documentazione sugli esiti, quanto invece questo sistema abbia ben operato negli anni. Molti colleghi hanno già sottolineato il significato positivo, prodotto dai percorsi di inclusione organizzati intorno a comunità di piccoli numeri, strutturati intorno alla ricerca di relazione positiva tra la sede dell'accoglienza e il contesto di quartiere e urbano, quindi molte esperienze positive si sono descritte illustrando questo documento. Però io vorrei sottolineare un aspetto di questa preoccupazione che gli amministratori avanzano. Il primo aspetto è quello riferito alla valorizzazione, che deriva ad un territorio dalla possibilità di realizzare un progetto SPRAR. Abbiamo detto fino a questo momento di quanto siano positive quelle qualità dell'accoglienza e benedire, proprio perché parliamo di integrazione, quanto positivo sia anche per l'economia locale poter contare su percorsi di ospitalità e di regolarizzazione dei migranti, che riescono a innervare un tessuto locale molto spesso sacrificato su alcuni valori economici, perché quel tessuto locale non riusciva più a farvi fronte. In questi giorni, in queste ultime settimane si è parlato molto del modello Riace, io vorrei soltanto dire che quel modello, che viene non considerato tale nemmeno da chi l'ha promosso, chi l'ha promosso parla di un'esperienza positiva che è stata compiuta; quella esperienza positiva appartiene esattamente alla logica delle tante esperienze positive delle istituzioni locali, che lavorando nella prossimità, hanno saputo costruire legami e interventi utili e di successo. Ora, è un po' curioso che proprio laddove si ragioni anche a livello governativo nella valorizzazione delle esperienze dei territori, si ragioni in nome della partecipazione, si ragioni in nome del popolo, poi dopo si possa pensare che sia un organo centrale a determinare le capacità e le competenze dei territori, anche in quelle misure, come queste dello SPRAR, dove sono stati i territori a fare progettazione, dove sono i territori che conoscono le persone, dove sono i territori che hanno costruito capacità di conoscerci reciprocamente, di darsi valore reciprocamente. Quindi il primo tema è che SPRAR significa capacità delle autonomie locali di organizzare la sicurezza e la vivibilità e l'inclusione nei propri territori. La seconda questione che io vorrei sottolineare è invece un aspetto che dovrebbe preoccupare le comunità politiche tutte. Io sono abbastanza sicura che moltissime delle parole d'ordine che vengono utilizzate per difendere, da parte di chi li difende, il decreto sulla sicurezza, mostreranno la corda nei tempi medi e nei tempi lunghi. Sono abbastanza sicura che il rischio paventato da molti giuristi, da molti operatori del settore, secondo il quale restringere il riconoscimento della condizione di protezione umanitaria e di diritto d'asilo produrrà l'irregolarità, e l'irregolarità aumenterà l'insicurezza, lo si vedrà manifestato, purtroppo, nei dati. Sono abbastanza sicura che questa proiezione, che anche qui veniva richiamata dal collega che mi precedeva, rispetto ai rimpatri, si scontrerà con i protocolli internazionali e con le misure e i costi necessari a sostenere rimpatri. Sono abbastanza sicura che la realtà sarà più forte della velleità, ed è per questo che io credo che accanto ad un obiettivo importante istituzionalmente, quello di far arrivare la voce del Comune e dei Comuni mentre si discute del decreto sicurezza, per rappresentare tutte le modalità ragionevoli e positive di mantenere il sistema SPRAR, altrettanto si debba, come comunità politica, continuare a ribadire quelli che sono, da un lato, i rischi di violazione dell'articolo 10 della nostra Costituzione e dell'articolo 23 della Convenzione di Ginevra, come puntualmente ha voluto ricordare il Presidente della Repubblica, rinviando il testo del decreto alle due Camere; dall'altro lato continuare a tenere con quella dovizia di documentazione su cui siamo stati richiamati per approvare questo documento, dall'altro lato continuare a mantenere alta la capacità di rappresentare le conseguenze negative per le persone e per le comunità, di una volontà politica che sceglie più il clamore dei propri annunci mediatici, che non la profondità e la complessità di questo tema. Se ho esondato rispetto al richiamo e alla concretezza sul documento, mi scuso con il resto del Consiglio Comunale, ma non credo che sarà certo il mio uscire dal pragmatismo per tornare a questioni di principio, quello che modificherà il clima dell'Aula. |