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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 22 Ottobre 2018 ore 14,00
Paragrafo n. 18
ORDINE DEL GIORNO 2018-04146
(ODG N. 7/2018) "DECRETO LEGGE IMMIGRAZIONE E SICUREZZA" PRESENTATA IN DATA 28 SETTEMBRE 2018 - PRIMA FIRMATARIA TISI. [Testo coordinato]
Interventi
ARTESIO Eleonora
Anch'io condivido il documento che è stato presentato dalla Consigliera Tisi e che,
ascoltando gli interventi, sarà unanimemente, o perlomeno a maggioranza, sostenuto in
questo Consiglio Comunale. Io distinguo il mio intervento su due aspetti: il primo
punto, l'obiettivo preciso e puntuale al quale mira questo documento, vale a dire quello
di far pervenire al Parlamento la preoccupazione del Comune di Torino, di intesa con
molti altri Comuni italiani, rispetto al ridimensionamento, per non parlare di
smantellamento, del sistema SPRAR e, viceversa, rendere visibile con documentazione
sugli esiti, quanto invece questo sistema abbia ben operato negli anni. Molti colleghi
hanno già sottolineato il significato positivo, prodotto dai percorsi di inclusione
organizzati intorno a comunità di piccoli numeri, strutturati intorno alla ricerca di
relazione positiva tra la sede dell'accoglienza e il contesto di quartiere e urbano, quindi
molte esperienze positive si sono descritte illustrando questo documento. Però io vorrei
sottolineare un aspetto di questa preoccupazione che gli amministratori avanzano. Il
primo aspetto è quello riferito alla valorizzazione, che deriva ad un territorio dalla
possibilità di realizzare un progetto SPRAR. Abbiamo detto fino a questo momento di
quanto siano positive quelle qualità dell'accoglienza e benedire, proprio perché parliamo
di integrazione, quanto positivo sia anche per l'economia locale poter contare su
percorsi di ospitalità e di regolarizzazione dei migranti, che riescono a innervare un
tessuto locale molto spesso sacrificato su alcuni valori economici, perché quel tessuto
locale non riusciva più a farvi fronte. In questi giorni, in queste ultime settimane si è
parlato molto del modello Riace, io vorrei soltanto dire che quel modello, che viene non
considerato tale nemmeno da chi l'ha promosso, chi l'ha promosso parla di un'esperienza
positiva che è stata compiuta; quella esperienza positiva appartiene esattamente alla
logica delle tante esperienze positive delle istituzioni locali, che lavorando nella
prossimità, hanno saputo costruire legami e interventi utili e di successo. Ora, è un po'
curioso che proprio laddove si ragioni anche a livello governativo nella valorizzazione
delle esperienze dei territori, si ragioni in nome della partecipazione, si ragioni in nome
del popolo, poi dopo si possa pensare che sia un organo centrale a determinare le
capacità e le competenze dei territori, anche in quelle misure, come queste dello
SPRAR, dove sono stati i territori a fare progettazione, dove sono i territori che
conoscono le persone, dove sono i territori che hanno costruito capacità di conoscerci
reciprocamente, di darsi valore reciprocamente. Quindi il primo tema è che SPRAR
significa capacità delle autonomie locali di organizzare la sicurezza e la vivibilità e
l'inclusione nei propri territori. La seconda questione che io vorrei sottolineare è invece
un aspetto che dovrebbe preoccupare le comunità politiche tutte. Io sono abbastanza
sicura che moltissime delle parole d'ordine che vengono utilizzate per difendere, da
parte di chi li difende, il decreto sulla sicurezza, mostreranno la corda nei tempi medi e
nei tempi lunghi. Sono abbastanza sicura che il rischio paventato da molti giuristi, da
molti operatori del settore, secondo il quale restringere il riconoscimento della
condizione di protezione umanitaria e di diritto d'asilo produrrà l'irregolarità, e
l'irregolarità aumenterà l'insicurezza, lo si vedrà manifestato, purtroppo, nei dati. Sono
abbastanza sicura che questa proiezione, che anche qui veniva richiamata dal collega
che mi precedeva, rispetto ai rimpatri, si scontrerà con i protocolli internazionali e con
le misure e i costi necessari a sostenere rimpatri. Sono abbastanza sicura che la realtà
sarà più forte della velleità, ed è per questo che io credo che accanto ad un obiettivo
importante istituzionalmente, quello di far arrivare la voce del Comune e dei Comuni
mentre si discute del decreto sicurezza, per rappresentare tutte le modalità ragionevoli e
positive di mantenere il sistema SPRAR, altrettanto si debba, come comunità politica,
continuare a ribadire quelli che sono, da un lato, i rischi di violazione dell'articolo 10
della nostra Costituzione e dell'articolo 23 della Convenzione di Ginevra, come
puntualmente ha voluto ricordare il Presidente della Repubblica, rinviando il testo del
decreto alle due Camere; dall'altro lato continuare a tenere con quella dovizia di
documentazione su cui siamo stati richiamati per approvare questo documento, dall'altro
lato continuare a mantenere alta la capacità di rappresentare le conseguenze negative per
le persone e per le comunità, di una volontà politica che sceglie più il clamore dei propri
annunci mediatici, che non la profondità e la complessità di questo tema. Se ho
esondato rispetto al richiamo e alla concretezza sul documento, mi scuso con il resto del
Consiglio Comunale, ma non credo che sarà certo il mio uscire dal pragmatismo per
tornare a questioni di principio, quello che modificherà il clima dell'Aula.

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