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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 22 Ottobre 2018 ore 14,00
Paragrafo n. 18
ORDINE DEL GIORNO 2018-04146
(ODG N. 7/2018) "DECRETO LEGGE IMMIGRAZIONE E SICUREZZA" PRESENTATA IN DATA 28 SETTEMBRE 2018 - PRIMA FIRMATARIA TISI. [Testo coordinato]
Interventi
VERSACI Fabio (Presidente)
Passerei al punto 14 del nostro Ordine del Giorno, è una proposta di ordine del giorno
presentata dalla Consigliera Tisi ed altri:

"Decreto Legge immigrazione e sicurezza"

VERSACI Fabio (Presidente)
Sono presenti anche degli emendamenti, prego, Consigliera Tisi.

TISI Elide
Sì, grazie, Presidente. Allora, questo ordine del giorno è stato approfondito già in un
paio di Commissioni peraltro anche con il coinvolgimento e la raccolta di elementi
oggettivi che sono stati forniti sia dagli uffici che da altri enti come la Prefettura peraltro
anche attraverso delle audizioni di soggetti, di associazioni direttamente parte in causa.
Io vorrei però illustrarlo nel merito perché credo che questo ordine del giorno meriti
un'attenzione particolare da parte di questo Consiglio in quanto impegna, chiede un
impegno da parte della Sindaca e dell'Amministrazione nel richiedere da parte del
Ministero degli Interni una sospensione di quelli che sono gli effetti...

VERSACI Fabio (Presidente)
Scusate, colleghi, per favore.

TISI Elide
Posso proseguire, Presidente?

VERSACI Fabio (Presidente)
Prego.

TISI Elide
Dicevo, credo che quest'ordine del giorno richieda un'attenzione particolare da parte del
Consiglio e ripeto proprio perché evidenza quelli che rischiano di essere degli effetti di
questo Decreto Legge sulla Città di Torino e dunque chiede un impegno da parte
dell'Amministrazione Comunale nel richiedere una sospensione di questi effetti, in
particolare faccio riferimento ad alcune situazioni che oggettivamente hanno buone
possibilità di realizzarsi, intanto il venir meno dei permessi di soggiorno umanitario
anche per le persone già presenti sul territorio in fase di rinnovo o di scadenza rischia di
aumentare le persone in situazioni di legalità e non soltanto evidentemente quelle sul
territorio cittadino, ma anche le persone che si trovano in altri territori dell'area
piemontese per le quali la Città naturalmente rappresenta un'attrattiva e dunque su
Torino rischia davvero di gravare un numero importante di persone in situazione di
legalità. L'altro tema è l'interruzione di percorsi anche virtuosi avviati di integrazione,
credo che questo sia un elemento importante perché il Decreto Legge vanifica, riduce,
rende molto meno significativi i progetti SPRAR come è noto, i progetti SPRAR sono il
sistema nazionale che è stato negli anni passati dal 2013 messo a dura prova da un
numero di sbarchi molto significativo, ma che oggi attraverso questo decreto rischia
davvero di perdere la sua significatività non potendo più accogliere richiedenti asilo e
riducendosi in modo importante a vantaggio delle grandi aggregazioni dei centri di
accoglienza straordinari di cui tutti abbiamo rilevato gli elementi critici. Inoltre sulla
Città rischiano di ricadere i costi non soltanto sociali, ma anche economici della
mancanza della possibilità di prosieguo all'interno dello SPRAR di minori al
compimento del diciottesimo anno di età che dunque richiederanno il prosieguo
amministrativo gravando in toto sui costi e sui Servizi Sociali della Città, il venir meno
dell'accoglienza delle persone cosiddette vulnerabili, le persone malate, oggi abbiamo
visto dai dati che ci sono stati forniti, la Città di Torino riceve dal Ministero circa mezzo
milione di euro proprio per questa tipologia d'accoglienza di cui dunque dovrebbe farsi
carico senza questi interventi e credo che dunque tutti questi effetti debbano
preoccuparci sia per appunto le tensioni sociali che possono generare, per le mancate
integrazioni ed anche per il venir meno di una cultura dell'accoglienza diffusa, a Torino
peraltro molto spesso realizzata anche con la collaborazione di piccoli centri di famiglie,
quindi il venir meno di una cultura di integrazione, ma soprattutto anche per le ricadute
negative che su Torino e vorrei dire sulle grandi città questo provvedimento rischia di
effettuare. Io vorrei evidenziare anche come da parte di molte grandi città si sono
segnalate queste problematiche perché certamente coinvolgono in misura maggiore
proprio i grandi centri anche se anche le piccole città non sono immuni e dunque credo
che sia davvero importante che Torino segnali questa problematica, chieda di
sospendere questi effetti che abbiamo verificato anche con i lavori in Commissione, già
oggi si stanno verificando, abbiamo già delle situazioni di ragazzi diciottenni che o
finisco in strada o come dicevo rischiano di gravare in toto sui bilanci della Città, quindi
ritengo particolarmente importante per questo Consiglio esprimersi in questa direzione
perché certamente le leggi e i disegni di legge, noi abbiamo questi 60 giorni ormai
molto meno, ahimè, in cui questo provvedimento dovrà essere convertito e credo che sia
importante che proprio da Torino si alzi un segnale importante, un segnale di realismo,
un segnale di concretezza, ma un segnale di preoccupazione perché non credo sia questa
la direzione verso la quale la nostra Città, i nostri cittadini, le persone che accogliamo in
modo positivo vogliono andare, grazie.

VERSACI Fabio (Presidente)
Grazie a lei. Prego, Capogruppo Tresso.

TRESSO Francesco
Grazie, Presidente. Ma aggiungo degli elementi anche di considerazione personale su
quanto ha già abbondantemente raccontato la Consigliera Tisi e che è alla base
dell'ordine del giorno che convintamente ho firmato. A mio modo di vedere il Decreto
Sicurezza non risponde ai problemi veri che in questo momento si stanno ponendo in
merito alla (incomprensibile) per l'Italia. Proprio l'impianto del Decreto denota un
approccio che, di fatto, riduce il fenomeno migratorio a considerare solo l'immigrazione
forzata ed introduce ancora misure sanzionatorie e di fatto precarie che rendono precario
diciamo il diritto di asilo, il diritto di asilo e anche il diritto di cittadinanza. Io credo che
l'obiettivo dell'ordine del giorno che è appunto quello di sospendere l'effetto
dell'applicazione almeno nel corso dell'iter parlamentare di approvazione sia necessario
proprio per consentire alle città e Torino sicuramente si colloca ai primi posti tra le
realtà urbane che hanno fatto di un certo tipo di accoglienza un percorso interessante
che ha coinvolto anche un periodo piuttosto lungo della storia cittadina per un dialogo
col Governo che mette in evidenza una serie di problematiche che necessariamente
avrebbero un impatto forte sulle città. Provo velocemente a riassumere alcuni aspetti
che ha già in parte toccato anche la Consigliera Tisi, intanto c'è questo aspetto di
narrare tutto secondo un criterio di straordinarietà, non per nulla si fa ricorso ai CAS,
che sono appunto Centri di Accoglienza Straordinari e mi sembra che questo sia in
controtendenza con quello che oggettivamente sono i dati anche sugli sbarchi che ci
dimostrano essere calati dell'80% anche solo a partire da quest'anno, quindi è un po'
come davvero volessimo accanirci con un trattamento terapeutico, con dare degli
antibiotici ad un malato con un raffreddore che di fatto è già in fase comunque di
miglioramento e di guarigione. Perché chiudere l'esperienza dei sistemi di protezione
SPAR? È un modello che anche a Torino in realtà come la nostra Città ha saputo
generare dell'integrazione e favorire un'accoglienza decentrata che ha creato rapporti
virtuosi tra privati ed enti pubblici e anche ha, tutto sommato, sviluppato delle
possibilità anche di generare lavoro, case affittate e servizi a supporto diciamo per la
ricerca di abitazioni e appunto di lavoro stesso. Ancora l'articolo 13 del Decreto
prevede che i richiedenti non possano iscriversi all'anagrafe e quindi in quanto tale non
possono accedere alla residenza. Questo oltre ad andare, diciamo così, a sopprimere
quello che è stato anche un po' un percorso, una conquista degli ultimi anni, non
consente più anche di avere una mappatura di queste persone e che quindi l'ultima
analisi si traduce anche con un'ulteriore mancanza di possibilità di avere sotto controllo
un certo tipo di fenomeno e quindi di sicurezza. Tra l'altro anche non accedere ai servizi
anagrafici vuol dire proprio rimanere esclusi da tutta una serie di servizi che a questo
sono connessi. Abbiamo già detto appunto sul mantenimento di grandi centri per i
richiedenti asilo e anche vengono introdotte nuove ipotesi di trattenimento secondo tre
differenti possibilità, ai fini integrati negli hotspot o questi regional hub così nominati,
in strutture idonee in disponibilità dell'autorità pubblica o ancora in locali idonei di
frontiera dove però il termine idoneo non è specificato, quindi anche qui bisogna capire
e fissare degli standard minimi da rispettare per la detenzione e anche per capire se poi
le realtà urbane hanno in disponibilità in centri che siano a tutti gli effetti idonei, ricordo
che Torino è l'unica Città del nord Italia al momento in cui sia attivo un CAS. Trovo
ancora semplicistico diciamo un po' il ragionamento che, secondo me, c'è anche dietro
l'impostazione del Decreto che sottende il fatto che con misure così più restrittive si
potrà di fatto far funzionare meglio la situazione generale nazionale per gli italiani, in
realtà il vero tema come è già stato detto è che i clandestini in qualche modo
continueranno ad arrivare, ma anzi se si calcola ad esempio che a livello regionale dai
dati che sono stati forniti sono oltre 10.000 le persone che al momento sono coinvolte in
progetti SPRAR di questi si valuta che più della metà ne rimarrebbero fuori e che
necessariamente sono destinati a rimanere quindi in una situazione di invisibilità che di
fatto non sarà facile pensare di proiettare tutti su dei possibili rimpatri perché questo
sappiamo non è sicuramente facile e non è altrettanto conveniente, quindi è del tutto
probabile che queste persone rimangono abbandonate a se stesse al di fuori di qualsiasi
percorso di inserimento e non vadano a fare altro che aumentare potenziali di
manodopera per microcriminalità organizzata o comunque per quelle zone più marginali
della nostra Città che concorrono di nuovo ad aumentare aree di illegalità.

VERSACI Fabio (Presidente)
La invito a concludere.

TRESSO Francesco
Sì, ho finito, vorrei ancora ricordare un ultimo aspetto che forse è meno di impatto, ma
che secondo me è comunque utile richiamare che anche il Decreto richiama il concetto
che la cittadinanza di fatto venga interpretata come una sorta di regalia che si può
concordare e altrettanto si può riprendere, questo mi sembra un concetto che comunque
è anche molto borderline rispetto ad un criterio di costituzionalità e che quindi ci tengo
a sottolineare che anche su questi aspetti bisognerà porre molta attenzione, grazie.

VERSACI Fabio (Presidente)
Grazie a lei. Prego, Capogruppo Ricca.

RICCA Fabrizio
Grazie, Presidente. Ma io capisco da parte di una certa Sinistra il sentirsi in dovere di
andare a difendere l'indifendibile, tanto che poi sono costretti a presentare un
emendamento dove vanno a relazionare qual è l'effetto del lavoro del Ministro Salvini in
questo Governo, dove vanno a testimoniare loro, ma almeno hanno la bontà di
ammetterlo come gli sbarchi nel 2016 erano 144.500, nel 2017 108.000, nel 2018
21.000. Quindi questo fa capire che, oltre essere cambiato il vento, è cambiata è anche
forse una certa visione d'accoglienza e io sorrido, perché, diciamo, il Sindaco
Appendino, dopo aver incontrato, non una volta, ma ben due volte il Ministro Salvini,
con lui ha concordato tutta una serie di azioni, ma questi sono nella cronaca che
abbiamo letto tutti, dove ci sarà lo sgombero della palazzina, della seconda palazzina
dell'ex MOI, dove c'è una linea condivisa su tutto quello che è la sicurezza, per quanto
riguarda certi negozi etnici, e c'è una condivisione totale, addirittura anche nel Consiglio
dei Ministri di sabato di sabato sera è stato ribadito che tra Lega e Movimento 5 Stelle,
per tutto quello che riguarda il contratto di governo da lì non si scappa e pure fatevene
una ragione perché questo è nel Contratto di Governo, da lì non si scappa, e fatevene
una ragione, perché è nel Contratto di Governo, questo è quello che si farà, e se non vi
piace, io mi dispiaccio, vi ricordo che avete avuto 5 anni per fare le cose, e queste cose
non le avete fatte, che tra il Ministro Salvini e il Sindaco Appendino c'è totale sintonia
di intenti per quanto riguarda il lavoro sulla sicurezza della Città di Torino, e mi
permetto di dire che non credo che il Sindaco vada contro il Governo, andando a
mettere in discussione un Decreto voluto dall'intero Consiglio dei Ministri. Quindi io
capisco questa volontà di provare a creare un po' di tensione, ma di questo ordine del
giorno facciamo una bellissima pallina e la lanciamo nel cestino, perché l'Italia ha
bisogno di sicurezza, sicurezza che il Partito Democratico al Governo non è stato in
grado di garantire. L'Italia ha bisogno di fermare questa immigrazione incontrollata, che
io ci tengo a ricordare, che solamente l'8% dei richiedenti asilo poi riceve l'asilo, quindi
il 92% delle persone che chiede l'asilo, non ricevendo l'asilo, è illegale sul territorio
nazionale, ed è per questo che il sistema dell'accoglienza, che dai 144.000 del 2016,
passando ai 20.000 del 2018, convinti che nel 2019 questo numero tenda ancora a
scendere, non abbiamo più bisogno di accogliere nessuno, perché le persone che sono
arrivate nel 2016 avranno la richiesta vagliata, se avranno la richiesta, la richiesta sarà
positiva, potranno rimanere, sennò verranno gentilmente accompagnati da dove sono
venuti. Quindi io ringrazio la Consigliera Tisi per aver stimolato questo simpaticissimo
dibattito, e mi permetto di dire che respingiamo al mittente questa proposta, nonostante
la vostra Leopolda, le cose non cambiano. Grazie.

VERSACI Fabio (Presidente)
Grazie a lei. Capogruppo Sganga, prego.

SGANGA Valentina
Grazie, Presidente. La nostra Amministrazione è posta davanti alla prospettiva di un
ridimensionamento della possibilità di accoglienza umanitaria e a una profonda
ristrutturazione del progetto SPRAR, che, come abbiamo avuto modo di apprendere
grazie agli approfondimenti fatti in IV Commissione, ospita a Torino circa 478 persone,
con uno stanziamento di fondi ministeriali di oltre 6,5 milioni di euro. Lo SPRAR è da
sempre considerato un modello virtuoso, un modello dove fondi pubblici vengono
gestiti da un sistema pubblico che vede in prima linea gli Enti Locali, in collaborazione
con il Terzo Settore, Terzo Settore che è stato anche ospite della nostra Commissione. È
virtuoso perché è in grado di fornire più servizi rispetto alla pratica dei CAS, è virtuoso
perché capace di realizzare quel modello di accoglienza integrata di cui abbiamo tanto
sentito parlare, sia per i migranti inseriti, appunto, in percorsi di autonomia individuale,
sia per i Comuni che li accolgono. A questo modello inevitabilmente si contrappone
quello delle concentrazioni in grandi numeri nei Centri di Accoglienza Straordinaria
gestiti da enti profit e no profit, cioè da privati, privati che gestiscono fondi pubblici su
assegnazione delle Prefetture. La reciproca collaborazione tra questa Amministrazione,
da un lato, e la Prefettura e le Forze dell'Ordine non è mai mancata, ma il modello a cui
aspiriamo è indubbiamente quello di un'accoglienza qualificata e controllata, un
modello che esce inevitabilmente ridimensionato dalle disposizioni in materia di
immigrazione contenute nel Decreto Sicurezza. Per queste ragioni il voto del
Movimento 5 Stelle sarà a favore di questo ordine del giorno. Riteniamo che la nostra
presa di posizione, peraltro in sintonia con gli atti in materia che abbiamo votato negli
anni passati, possa essere da stimolo per migliorare il provvedimento in sede di
discussione parlamentare. So che sono stati proposti numerosi emendamenti e, appunto,
auspichiamo che vadano in un'ottica di miglioramento del provvedimento. Chiudo con
due considerazioni politiche, la prima è che il nostro obiettivo è solo ed unicamente
quello di tutelare la città e il destino di chi la abita, in forza anche delle sue specificità.
Questo provvedimento rischia di ridurre gli strumenti e le risorse per contrastare
l'illegalità, e riteniamo che i problemi di ordine pubblico, che indubbiamente ci sono,
vadano affrontati con percorsi integrativi. Questo è il modello Torino, questo è il
modello che stiamo utilizzando anche per l'ex MOI, e questo è il modello che porteremo
avanti, e lo specifico perché non vorrei che fosse data importanza, non fosse data
importanza a queste preoccupazioni, ma a strumentalizzazioni mediatiche, politiche, di
chi vorrebbe contrapporci al governo del Paese, votando questo ordine del giorno.
Un'ultima considerazione è un ringraziamento a chi ha colto durante le Commissioni
che si sono svolte sul tema, l'invito a trattare il tema rimanendo nel merito, quindi con
un approccio pragmatico. È un invito che noi abbiamo fatto alla Minoranza e ho molto
apprezzato anche l'atteggiamento della Consigliera Tisi su questo. Grazie.

VERSACI Fabio (Presidente)
Grazie. Ho iscritto a parlare il Consigliere Iaria, prego.

IARIA Antonino
Grazie, sarò breve perché la Capogruppo ha spiegato molto bene, diciamo, le
motivazioni del nostro voto favorevole. Ma, io insisterei proprio…, scusate la voce,
insisterei proprio sul fattore che esclude proprio tutta una deriva, diciamo, buonista, o
ideologica del trattare questo tema. Noi parliamo come Città e parliamo come questo
decreto possa, diciamo, aiutarci o meno a risolvere delle situazioni. In questo caso non
era solo una cosa della Città di Torino, è un problema sollevato da tutti i Comuni
italiani, dall'ANCI, eccetera. Questo decreto, come già è stato detto, ci potrebbe creare
delle difficoltà difficilmente gestibili, difficoltà che poi sarebbero in carico soltanto
al…, diciamo, anche alle finanze della città, al Comune come gestione dei servizi sociali
e anche andrebbe a chiederci di dover utilizzare delle risorse per risolvere dei problemi
specifici delle persone, appunto, che non saranno inserite nel CIE., oppure che
diventeranno in un certo senso clandestini, e magari senza tetto, eccetera, eccetera.
Quindi l'approccio è pragmatico, ma anche molto diretto a cercare di modificare un
decreto che, negli intenti, dovrebbe aumentare la sicurezza, ma che nella pratica…

VERSACI Fabio (Presidente)
Vuole un po' d'acqua? Non riesce a parlare? La vedo in difficoltà.

IARIA Antonino
Ma spero che si capisca.

VERSACI Fabio (Presidente)
Si capisce, però mi sto preoccupando…

IARIA Antonino
Ragazzi, ho parlato troppo in due giorni a Italia 5 Stelle; ho parlato, e ho anche fumato.
No, dicevo che…, grazie di avermi interrotto, stavo dicendo, appunto, che il problema si
riverserà sulle città e sulla gestione della comunità e la gestione dei servizi sociali.
Quindi la mozione chiede, nell'impegna, di sospendere in via transitoria…, il nuovo
emendamento chiede nell'impegna di sospendere in via transitoria il decreto fino alla
conclusione dell'iter parlamentare. Siamo consci che non possiamo chiedere di
sospendere un decreto perché ha effetto immediato, però abbiamo cercato, e devo dire è
stato un ottimo lavoro, abbiamo cercato di portare dei temi sul piatto che interessano
tutti, non è una questione ideologica. Grazie.

VERSACI Fabio (Presidente)
Grazie. Prego, Consigliera Canalis, ne ha facoltà per tre minuti

CANALIS Monica
Grazie, Presidente. Di fronte a un'ideologia, non credo che si debba rispondere con una
contro ideologia, soprattutto quando in ballo ci sono delle persone e delle vite umane,
perché contrapporre una ideologia a un'altra ideologia sarebbe una logica da stadio, che
farebbe di noi dei tifosi, e invece noi non siamo dei tifosi, e sull'immigrazione non
bisogna che ci dividiamo in tifoserie, ma bisogna che facciamo politica. E la politica
non è solo pragmatismo, è anche avere la capacità, in alcuni momenti, di saper fare dei
ragionamenti, quindi non solo di contrapporre degli assiomi, che per ciascuno di noi
sono intoccabili, ma anche saper dialogare da posizioni diverse, da punti di vista diversi,
e trovare, attraverso il ragionamento, la razionalità, e quindi non solo la pancia,
l'emotività, dei punti di incontro. Io credo che in parte questo noi lo abbiamo fatto in
queste settimane, anche dandoci dei tempi più lunghi di quelli che ci attendevamo.
Quando c'è un'ideologia, bisogna cercare delle soluzioni praticabili, lucide e sempre
tenendo presente che al di sopra di tutto c'è il rispetto dei diritti umani e c'è l'umanità.
Nel momento in cui noi, anche grazie all'atto presentato dalla Consigliera Tisi, siamo
scesi nel merito di quello che poteva accadere alla nostra città, perché il nostro
perimetro di responsabilità è la nostra città, ci siamo resi conto che il provvedimento
proposto a livello nazionale, al di là delle nostre rispettive appartenenze, avrà, se non ci
saranno dei correttivi, un impatto probabilmente molto negativo sulla nostra città. Noi
crediamo, noi che abbiamo presentato l'atto, che l'accoglienza non vada mai disgiunta
dall'integrazione, che l'accoglienza e l'integrazione debbano sempre andare di pari
passo. E noi crediamo che per fare veramente integrazione, e quindi, come diceva il
Consigliere Iaria, non essere semplicemente buonisti, ma essere buoni, buoni politici;
per fare integrazione servono dei progetti il più possibile diffusi, piccoli e in stretto
coordinamento tra il Terzo Settore e gli Enti Pubblici. Questi, secondo noi, sono i
progetti più efficaci. Quindi riteniamo che il CAS. in questi anni non sia stato efficace,
mentre nella maggior parte dei casi lo sia stato lo SPRAR, proprio perché si tratta di
progetti più seri, più rigorosi, più diffusi e piccoli. Inoltre noi, attraverso questo atto,
suggeriamo che rispetto alle politiche dell'immigrazione, si adotti non un approccio
detentivo, punitivo, coercitivo, o esclusivamente sanzionatorio nei confronti dei
migranti, ma si adotti un approccio progettuale, perché noi pensiamo che una materia
come la politica migratoria non debba essere appannaggio esclusivo di un Ministro
degli Interni. Questa è una materia sociale, com'è possibile che sia lasciata
completamente nelle mani di chi si occupa di ordine e sicurezza? Perché non
coinvolgiamo anche i Ministeri che si occupano di welfare e di politiche sociali? Perché
l'immigrazione non è solo ordine e sicurezza, è prima di tutto avere a che fare con delle
persone con le quali costruire dei progetti, perché l'integrazione avvenga e queste
persone non restino coinvolte invece in fenomeni di criminalità. Noi crediamo che, se il
decreto rimane così com'è, condannerà all'invisibilità molte persone e questo, da un lato,
è una negazione della realtà, perché queste persone non svaniranno il minuto dopo.
Dall'altro temiamo che questo processo nasconda, comunque, una volontà di creazione e
di tensione sociale, invece di creare ordine, e poi espone queste persone, attraverso
l'invisibilità, a un rischio maggiore di cadere nella criminalità. Quindi noi, attraverso
questo atto, invitiamo a entrare maggiormente nel merito di cosa vuol dire fare
accoglienza e integrazione. L'atto di Salvini ci sembra sia stato frettoloso, o
volutamente, o non volutamente, non sta a noi giudicare, e quindi, dal punto di vista di
un Ente Locale, ritenendo che sarà una bomba per tutti gli Enti Locali e in particolar
modo per le grandi città, riteniamo che sai necessario un supplemento di lavoro per
evitare danni che potrebbero verificarsi.

VERSACI Fabio (Presidente)
Grazie. Capogruppo Artesio, prego.

ARTESIO Eleonora
Anch'io condivido il documento che è stato presentato dalla Consigliera Tisi e che,
ascoltando gli interventi, sarà unanimemente, o perlomeno a maggioranza, sostenuto in
questo Consiglio Comunale. Io distinguo il mio intervento su due aspetti: il primo
punto, l'obiettivo preciso e puntuale al quale mira questo documento, vale a dire quello
di far pervenire al Parlamento la preoccupazione del Comune di Torino, di intesa con
molti altri Comuni italiani, rispetto al ridimensionamento, per non parlare di
smantellamento, del sistema SPRAR e, viceversa, rendere visibile con documentazione
sugli esiti, quanto invece questo sistema abbia ben operato negli anni. Molti colleghi
hanno già sottolineato il significato positivo, prodotto dai percorsi di inclusione
organizzati intorno a comunità di piccoli numeri, strutturati intorno alla ricerca di
relazione positiva tra la sede dell'accoglienza e il contesto di quartiere e urbano, quindi
molte esperienze positive si sono descritte illustrando questo documento. Però io vorrei
sottolineare un aspetto di questa preoccupazione che gli amministratori avanzano. Il
primo aspetto è quello riferito alla valorizzazione, che deriva ad un territorio dalla
possibilità di realizzare un progetto SPRAR. Abbiamo detto fino a questo momento di
quanto siano positive quelle qualità dell'accoglienza e benedire, proprio perché parliamo
di integrazione, quanto positivo sia anche per l'economia locale poter contare su
percorsi di ospitalità e di regolarizzazione dei migranti, che riescono a innervare un
tessuto locale molto spesso sacrificato su alcuni valori economici, perché quel tessuto
locale non riusciva più a farvi fronte. In questi giorni, in queste ultime settimane si è
parlato molto del modello Riace, io vorrei soltanto dire che quel modello, che viene non
considerato tale nemmeno da chi l'ha promosso, chi l'ha promosso parla di un'esperienza
positiva che è stata compiuta; quella esperienza positiva appartiene esattamente alla
logica delle tante esperienze positive delle istituzioni locali, che lavorando nella
prossimità, hanno saputo costruire legami e interventi utili e di successo. Ora, è un po'
curioso che proprio laddove si ragioni anche a livello governativo nella valorizzazione
delle esperienze dei territori, si ragioni in nome della partecipazione, si ragioni in nome
del popolo, poi dopo si possa pensare che sia un organo centrale a determinare le
capacità e le competenze dei territori, anche in quelle misure, come queste dello
SPRAR, dove sono stati i territori a fare progettazione, dove sono i territori che
conoscono le persone, dove sono i territori che hanno costruito capacità di conoscerci
reciprocamente, di darsi valore reciprocamente. Quindi il primo tema è che SPRAR
significa capacità delle autonomie locali di organizzare la sicurezza e la vivibilità e
l'inclusione nei propri territori. La seconda questione che io vorrei sottolineare è invece
un aspetto che dovrebbe preoccupare le comunità politiche tutte. Io sono abbastanza
sicura che moltissime delle parole d'ordine che vengono utilizzate per difendere, da
parte di chi li difende, il decreto sulla sicurezza, mostreranno la corda nei tempi medi e
nei tempi lunghi. Sono abbastanza sicura che il rischio paventato da molti giuristi, da
molti operatori del settore, secondo il quale restringere il riconoscimento della
condizione di protezione umanitaria e di diritto d'asilo produrrà l'irregolarità, e
l'irregolarità aumenterà l'insicurezza, lo si vedrà manifestato, purtroppo, nei dati. Sono
abbastanza sicura che questa proiezione, che anche qui veniva richiamata dal collega
che mi precedeva, rispetto ai rimpatri, si scontrerà con i protocolli internazionali e con
le misure e i costi necessari a sostenere rimpatri. Sono abbastanza sicura che la realtà
sarà più forte della velleità, ed è per questo che io credo che accanto ad un obiettivo
importante istituzionalmente, quello di far arrivare la voce del Comune e dei Comuni
mentre si discute del decreto sicurezza, per rappresentare tutte le modalità ragionevoli e
positive di mantenere il sistema SPRAR, altrettanto si debba, come comunità politica,
continuare a ribadire quelli che sono, da un lato, i rischi di violazione dell'articolo 10
della nostra Costituzione e dell'articolo 23 della Convenzione di Ginevra, come
puntualmente ha voluto ricordare il Presidente della Repubblica, rinviando il testo del
decreto alle due Camere; dall'altro lato continuare a tenere con quella dovizia di
documentazione su cui siamo stati richiamati per approvare questo documento, dall'altro
lato continuare a mantenere alta la capacità di rappresentare le conseguenze negative per
le persone e per le comunità, di una volontà politica che sceglie più il clamore dei propri
annunci mediatici, che non la profondità e la complessità di questo tema. Se ho
esondato rispetto al richiamo e alla concretezza sul documento, mi scuso con il resto del
Consiglio Comunale, ma non credo che sarà certo il mio uscire dal pragmatismo per
tornare a questioni di principio, quello che modificherà il clima dell'Aula.

VERSACI Fabio (Presidente)
Grazie. Prego, Assessora Schellino.

SCHELLINO Sonia (Assessora)
Grazie, buongiorno. Ma, poco aggiungo alle cose che sono già state dette, che
naturalmente condivido. Il sistema SPRAR, vorrei fare solo qualche riflessione, il
sistema SPRAR, in questi anni, ha consentito di avere una distribuzione sul territorio dei
richiedenti asilo, dei rifugiati, che ha fatto un po' fronte anche a quelle che erano le
paure delle persone, degli abitanti, molto spesso. Il fatto di non avere più le grandi
concentrazioni, o di averle sempre meno, è stato un vantaggio sia per le persone
ospitate, che hanno potuto usufruire di processi di integrazione molto più a misura
d'uomo, anche banalmente dal punto di vista dell'apprendimento della lingua. Una
grande concentrazione di persone che non parlano in italiano ci mette più tempo anche
solo ad imparare l'italiano, ogni singolo individuo appartenente a quel raggruppamento.
La piccola concentrazione ha fatto sì che in molti casi non si siano nemmeno accorti gli
abitanti, se non dal punto di vista positivo, ci sono delle persone in più che entrano nei
negozi, che consumano, che parlano coi cittadini, che partecipano a iniziative della
comunità. Ci sono stati impatti molto bassi con il sistema SPRAR, perché, appunto,
piccoli gruppi, persone più seguite, persone che hanno fatto in molti casi delle attività di
restituzione alla comunità, anche in termini di volontariato sociale, e questo quindi è
stato anche un sistema di controllo sociale efficace. I Prefetti hanno avuto in questi anni
la possibilità, come sapete, di inserire anche attraverso i CAS, e i CAS sono stati, per
esempio, molto più contestati, perché vengono aperti senza la concertazione con i
Sindaci, e uno degli emendamenti che è stato..., uno dei primi emendamenti che è stato
chiesto in sede ANCI è che, almeno se si prediligeranno i CAS. rispetto agli SPRAR, ci
sia una concertazione con i Sindaci, perché altrimenti uno si trova aperta sul proprio
territorio una struttura, anche magari di grandi dimensioni, senza avere nessuna
possibilità di interagire, e quindi questo può crearci delle difficoltà in più. Senza parlare
poi di tutte le cose che sono già state elencate del fatto che non essendoci più un sistema
di riconoscimento del diritto con la protezione umanitaria, molte più persone rischiano
di trovarsi in una condizione di illegalità. Allora quello che bisogna cercare di capire è
come si fa fronte a tutto questo. Se ci saranno delle modifiche ai percorsi di accoglienza,
bisogna capire che cosa succede. Solo questo stanno chiedendo…, solo, è una delle cose
importati che chiedono i Comuni, capire e discutere, discutere con chi in questi anni ha
lavorato all'accoglienza. Vogliamo essere un pochino coinvolti ad essere parte attiva di
eventuali modifiche che possono essere prese in considerazione. Nessuno dice che i
sistemi attuali non siano perfettibili, ma certamente la fretta rischia; la fretta senza la
concertazione, senza la condivisione, senza l'esame di quelle che sono le buone
pratiche, anche con l'onestà di riconoscere che non tutto è buona pratica, ci sono delle
cose sicuramente da perfezionare, però teniamo presente che chi esce dallo SPRAR,
quasi nella metà dei casi, è una persona indipendente, che ha magari un lavoro a tempo
determinato, non necessariamente un lavoro stabile, ma un lavoretto, o ha un percorso
ospite di un parente, che è un parente, un altro concittadino, o un piccolo lavoro che lo
rende parzialmente autonomo, e questo quasi nella metà delle fuoriuscite dal sistema
SPRAR. Molto meno nel caso dei CAS, anche perché sono più grandi, sono meno
strutturati, sono meno condivisi con le città. Le città hanno utilizzato il modello SPRAR
anche col metodo dell' accoglienza diffusa. Noi abbiamo sul nostro territorio degli
esempi molto interessanti, gestiti insieme con la pastorale migranti, col mondo del
volontariato, di persone che l'ultimo periodo del loro percorso di accoglienza, l'hanno
passato in famiglie. E questo che cosa consente? Che se sei una persona abbastanza
integrata, passi l'ultimo periodo di integrazione all'interno di una famiglia, quando poi il
tuo percorso è completato, hai comunque dei riferimenti sul territorio, sei una persona
con dei legami sociali, sei una persona inserita in un contesto di comunità, e il welfare
di comunità, come sapete, non è solo una parola piacevole a dirsi o di moda, ma è
effettivamente un modo di accogliere, che fa sì che le persone si inseriscano nei contesti
sociali in modo più efficace, e quindi siano dei problemi in meno, banalmente. Quindi
non voglio neanche sottolineare gli aspetti più ideologici o politici di queste scelte. Mi
rivolgo proprio più al senso pratico, se ne parli di più con le città, con chi in questi anni
ha costruito dei percorsi efficienti, con senso critico, per quello che c'è da modificare e
da migliorare, ma valorizzando e non sprecando quello che di buono è stato fatto. È
questo che chiediamo, è per questo che chiediamo come comuni italiani di interagire col
Ministero, per aprire proprio un tavolo da questo punto di vista. Grazie.

VERSACI Fabio (Presidente)
Grazie, Assessora. Prego, Capogruppo Rosso.

ROSSO Roberto
Io ho apprezzato il modo garbato, intelligente, quasi neutrale con cui i Consiglieri Tisi,
Tresso e Canalis hanno affrontato questo ordine del giorno. La parte finale dell'ordine
del giorno è apparentemente incontestabile, quanto più si discute su un problema che
può determinare una coscienza negativa, tanto meglio è per tutti, approfondire è sempre
un vantaggio, non è uno svantaggio. Però devo dire con sincera verità, non sono
d'accordo con la parte invece di premessa, che è più motivata culturalmente e
ideologicamente, e per questo probabilmente voterò contro, anzi, probabilmente, per
questo voterò contro questo ordine del giorno, perché sono preoccupato di una cosa: io
ritengo che l'azione del Governo sia stata incredibilmente meritoria, c'era già stato un
uomo, Minniti, che nella fase precedente del Governo aveva dismesso le vesti buoniste
del suo Presidente del Consiglio, che diceva, l'onorevole Renzi ricordava agli italiani,
che non era possibile cambiare i flussi migratori all'interno di questo Paese, che era
nostra unica intelligenza, la nostra unica attività sarebbe stata quella di gestire la
modalità con cui l'immigrazione arrivava, non quella di fermarla. Si è dimostrato
invece, prima con Minniti e poi soprattutto con Salvini, che questa azione è possibile
fermarla; si è passati da 250.000 a 21.000 immigrati per barconi in questo Paese
nell'arco dell'anno, è da notare che di questi 21.000, la quasi totalità è venuta prima che
subentrasse Salvini come Ministro dell'Interno. Quindi, io personalmente ritengo che
quest'uomo sia da appoggiare in tutti i modi, con tutte le forze, e anche non distogliere
da una battaglia che mi sembra importante. Si potrà gestire bene l'immigrazione quando
sarà ragionevole e quando sarà disciplinata secondo i canoni legislativi. La nostra
Costituzione, la nostra Legge dice che è giusto accogliere i rifugiati, ma come ricordava
prima Ricca, è altrettanto onesto dover dire che ad oggi questi rifugiati sono una quota
minima di coloro che arrivano nel nostro Paese. Io nutro preoccupazione di uno
snaturamento di questo Paese, ho ringraziato Dio per aver liberato l'Italia da Renzi, dal
suo governo, perché veramente ho ritenuto che fosse delicatissimo quello che stava
facendo quell'uomo in questo Paese. Credo che il nuovo Governo, che non è omogeneo
su questi temi, io non penso che i 5 Stelle abbiano la stessa posizione della Lega, lo si è
sentito anche in quest'Aula, attraverso la Giunta, attraverso il Consiglio, però il nuovo
Governo sta affrontando questa questione in modo mirabile. E devo dire, la Consigliera
Canalis diceva, giustamente, che non si può affrontare solo in termini sicuritari, però il
Vicepremier di questo Governo è lui ad avere il welfare e il lavoro come delega, ed è lui
che firma gli atti, ed è lui che sostiene questa politica. Io ci aggiungerei anche il
Ministro della Famiglia Fontana, che credo potrebbe dare un contributo importante e
intelligente all'incremento di queste iniziative. Ecco, questo per dire che, per quanto
riguarda il Movimento 5 Stelle, che pure la sua posizione è probabilmente diversa, ha
votato qui dentro addirittura la Carta di Palermo, quindi, voglio dire, capisco che ci
siano delle posizioni un po' diverse da quelle che Salvini esprime, però ha l'onestà, il
coraggio, la coerenza di perseguire una politica comprensibile dagli italiani. Io, che non
condivido, ad esempio, le misure economiche e finanziarie che Salvini e Di Maio hanno
portato in questa fase, ritengo che però questa politica di tranquillità sociale sia
importante, perché ci sarà probabilmente anche il tempo per spiegare alla gente che non
c'è pericolo nell'importare persone di pelle diversa, è chiaro che non ci sarà e non ci
deve essere pericolo di questo, però bisogna anche comprendere le ragioni per cui così
tanta gente esce in una posizione di drammaticità e di radicalità e di potenziale razzismo
oggi in Italia. Noi dobbiamo evitare che i poveri diventino tutti razzisti, perché è quello
che si sta verificando oggi. Oggi, la gran parte dei poveri in Italia è razzista, non è
genericamente contro l'immigrazione, è razzista, cioè ritiene che il nero sia un pericolo
per lei. Allora credo che bisognerà ricreare le condizioni per cui in Italia si possono
ospitare persone di pelle diversa dalla nostra, di religioni diverse, di culture diverse, in
maniera che sia integrabile anche alla luce di coloro che ne subiscono le conseguenze
negative, perché coloro che perdono la casa popolare, coloro che perdono assistenza,
coloro che non passano nei Pronto Soccorso perché sono intasati di immigrati, hanno
diritto a essere ascoltati esattamente come gli altri che vengono da fuori. Per questa
ragione, ritenendo che ciò che il Governo sta facendo, grillino, 5 Stelle e leghista sta
facendo una cosa molto positiva per il nostro Paese, che possa essere integrato. Io
comprendo le parole educate e intelligenti con cui i tre proponenti hanno mosso questa
mozione, ma non ritengo di poterla condividere.

VERSACI Fabio (Presidente)
Grazie. Ci sono presenti due emendamenti, ma credo siano stati già affrontati. Vuole
intervenire? Tisi, prego.

TISI Elide
Ma io, se possibile, brevemente illustrarli e poi chiederei il voto congiunto dell'ordine
del giorno con gli emendamenti. Allora, molto velocemente, il primo emendamento, in
cui io sono prima firmataria, richiama proprio dei dati oggettivi. I primi dati sono già
stati richiamati dal Capogruppo Ricca, anche se mi dispiace deluderlo, ma il calo
drastico degli sbarchi, è il 75% in meno iniziato nel secondo semestre del 2017, poi
proseguito nel primo semestre del 2018. È chiaro che questi andamenti sono, come dire,
suscettibili di quelle che sono le congiunture internazionali e anche gli accordi
internazionali, e credo che dunque vada però richiamato questo elemento perché è
evidente che 21.426 persone arrivate sulle nostre coste al 12 di ottobre del 2018, non
giustificano un provvedimento d'urgenza com'è questo Decreto Legge, ma soprattutto
giustificherebbero un potenziamento del sistema SPRAR, che nel frattempo è arrivato,
con grande fatica da parte di tutti i Comuni italiani, a avere una disponibilità di circa
35.000 posti, quindi, come dire, in grado sostanzialmente di far fronte, senza sottrarre
questa possibilità proprio ai Comuni, a quelli che oggi sono i numeri che si stanno
presentando. Gli altri richiami sono a dei dati derivanti da, come dire, valutazioni e
indicazioni di altri enti, ad esempio la stima di quelli che presumibilmente possono
essere le persone che oggi sono presenti sul nostro territorio piemontese e che, a seguito
di questo provvedimento, rischiano di essere cosiddette illegali. Sappiamo bene come i
provvedimenti, sia di rimpatrio, è stato ricordato in Commissione come a fronte di una
famiglia che ha chiesto volontariamente un rimpatrio, da tempo non si riesce a mettere
in atto per mancanza di risorse. Questo evidentemente è ascrivibile al fatto che non sono
previste sufficienti risorse per i rimpatri volontari, ma le espulsioni sappiamo bene
quanto sono difficili, anche con un Paese come la Tunisia, che pure è un Paese amico,
con il quale, da tantissimi anni, sono presenti accordi di questa natura, leggiamo dalle
cronache, che i numeri in realtà sono residuali, quindi il problema, come è stato già
ricordato, è che la presenza di persone in condizione di illegalità, sicuramente non
agevola una buona convivenza sui territori, e soprattutto condizioni, appunto, di
sicurezza e di legalità. L'altro richiamo è ai minori stranieri della città, circa 200, che al
compimento dei 18 anni rischiano di ricadere, anche economicamente, col
provvedimento di prosieguo amministrativo tutti sulla città. E in ultimo, questa è una
valutazione ricavata dall'ANCI Nazionale, 280 milioni di euro i costi stimati per quanto
riguarda la presa in carico da parte delle Amministrazioni locali di persone cosiddette
vulnerabili, quindi le persone malate, o i nuclei familiari con minori. Io illustrerei solo
questo emendamento, in cui sono prima firmataria, e chiedo che però la votazione sia
unitaria. Grazie.

VERSACI Fabio (Presidente)
Grazie a lei. Consigliere Iaria, prego.

IARIA Antonino
Grazie. Sull'emendamento intervengo brevemente, anche perché, come abbiamo detto
prima, è stato molto importante, in maniera congiunta, riportare dei dati. Vorrei anche
ringraziare tutti per il dibattito che si sta effettuando oggi in Aula, anche l'ultimo
intervento del Consigliere Rosso, che ha centrato proprio il punto; se noi parliamo di
dati, evitiamo di affrontare il problema in maniera che venga frainteso, perché la
comunicazione su questo tema è molto importante. Abbiamo detto, appunto, che a me
non interessa di chi sia il merito, di questo Governo, di quello prima, che, diciamo, la
situazione è cambiata. In questo momento forse abbiamo l'occasione di modificare un
decreto in modo che questa situazione veramente poi possa essere affrontata con
tranquillità. Volevo anche tranquillizzare la proponente sul fatto che votarlo oggi,
chiaramente anche con questo dibattito, darà molta più importanza alla nostra posizione,
ma che sia noi, come Gruppo di Maggioranza, sia anche la Sindaca e l'Assessora, hanno
già, come dire, portato anche in varie sedi queste preoccupazioni, questa linea, sempre
tenendo, appunto, il punto fermo che stiamo facendo l'interesse della città, l'interesse
anche di un percorso che andrebbe magari a inficiare delle buone pratiche che ci sono
già in atto. La Consigliera Tisi ha già spiegato chiaramente gli emendamenti nella
premessa, che forse magari convinceranno il Consigliere Rosso a votare il
provvedimento. Come ho già detto prima, nell'impegna abbiamo messo una
modifica…, una modifica, appunto, che consiste nel sostituire la parola "sospendere",
cioè dopo la parola "sospendere", aggiungere: "In via transitoria fino a conclusione
dell'iter parlamentare". Ripeto, consci che non è nel nostro potere sospendere un
decreto, ma, come abbiamo detto da più parti, il processo deve essere chiaramente
concertato anche con i Comuni. Grazie.

VERSACI Fabio (Presidente)
Grazie a lei. Se non ci sono altri interventi, pongo in votazione l'ordine del giorno con il
testo coordinato. Prego, Consiglieri, votate.
Se tutti i colleghi hanno votato, dichiaro chiusa la votazione.
Presenti 32, favorevoli 30, contrari 2, dichiaro l'ordine del giorno approvato.
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