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VERSACI Fabio (Presidente) Passerei al punto 14 del nostro Ordine del Giorno, è una proposta di ordine del giorno presentata dalla Consigliera Tisi ed altri: "Decreto Legge immigrazione e sicurezza" VERSACI Fabio (Presidente) Sono presenti anche degli emendamenti, prego, Consigliera Tisi. TISI Elide Sì, grazie, Presidente. Allora, questo ordine del giorno è stato approfondito già in un paio di Commissioni peraltro anche con il coinvolgimento e la raccolta di elementi oggettivi che sono stati forniti sia dagli uffici che da altri enti come la Prefettura peraltro anche attraverso delle audizioni di soggetti, di associazioni direttamente parte in causa. Io vorrei però illustrarlo nel merito perché credo che questo ordine del giorno meriti un'attenzione particolare da parte di questo Consiglio in quanto impegna, chiede un impegno da parte della Sindaca e dell'Amministrazione nel richiedere da parte del Ministero degli Interni una sospensione di quelli che sono gli effetti... VERSACI Fabio (Presidente) Scusate, colleghi, per favore. TISI Elide Posso proseguire, Presidente? VERSACI Fabio (Presidente) Prego. TISI Elide Dicevo, credo che quest'ordine del giorno richieda un'attenzione particolare da parte del Consiglio e ripeto proprio perché evidenza quelli che rischiano di essere degli effetti di questo Decreto Legge sulla Città di Torino e dunque chiede un impegno da parte dell'Amministrazione Comunale nel richiedere una sospensione di questi effetti, in particolare faccio riferimento ad alcune situazioni che oggettivamente hanno buone possibilità di realizzarsi, intanto il venir meno dei permessi di soggiorno umanitario anche per le persone già presenti sul territorio in fase di rinnovo o di scadenza rischia di aumentare le persone in situazioni di legalità e non soltanto evidentemente quelle sul territorio cittadino, ma anche le persone che si trovano in altri territori dell'area piemontese per le quali la Città naturalmente rappresenta un'attrattiva e dunque su Torino rischia davvero di gravare un numero importante di persone in situazione di legalità. L'altro tema è l'interruzione di percorsi anche virtuosi avviati di integrazione, credo che questo sia un elemento importante perché il Decreto Legge vanifica, riduce, rende molto meno significativi i progetti SPRAR come è noto, i progetti SPRAR sono il sistema nazionale che è stato negli anni passati dal 2013 messo a dura prova da un numero di sbarchi molto significativo, ma che oggi attraverso questo decreto rischia davvero di perdere la sua significatività non potendo più accogliere richiedenti asilo e riducendosi in modo importante a vantaggio delle grandi aggregazioni dei centri di accoglienza straordinari di cui tutti abbiamo rilevato gli elementi critici. Inoltre sulla Città rischiano di ricadere i costi non soltanto sociali, ma anche economici della mancanza della possibilità di prosieguo all'interno dello SPRAR di minori al compimento del diciottesimo anno di età che dunque richiederanno il prosieguo amministrativo gravando in toto sui costi e sui Servizi Sociali della Città, il venir meno dell'accoglienza delle persone cosiddette vulnerabili, le persone malate, oggi abbiamo visto dai dati che ci sono stati forniti, la Città di Torino riceve dal Ministero circa mezzo milione di euro proprio per questa tipologia d'accoglienza di cui dunque dovrebbe farsi carico senza questi interventi e credo che dunque tutti questi effetti debbano preoccuparci sia per appunto le tensioni sociali che possono generare, per le mancate integrazioni ed anche per il venir meno di una cultura dell'accoglienza diffusa, a Torino peraltro molto spesso realizzata anche con la collaborazione di piccoli centri di famiglie, quindi il venir meno di una cultura di integrazione, ma soprattutto anche per le ricadute negative che su Torino e vorrei dire sulle grandi città questo provvedimento rischia di effettuare. Io vorrei evidenziare anche come da parte di molte grandi città si sono segnalate queste problematiche perché certamente coinvolgono in misura maggiore proprio i grandi centri anche se anche le piccole città non sono immuni e dunque credo che sia davvero importante che Torino segnali questa problematica, chieda di sospendere questi effetti che abbiamo verificato anche con i lavori in Commissione, già oggi si stanno verificando, abbiamo già delle situazioni di ragazzi diciottenni che o finisco in strada o come dicevo rischiano di gravare in toto sui bilanci della Città, quindi ritengo particolarmente importante per questo Consiglio esprimersi in questa direzione perché certamente le leggi e i disegni di legge, noi abbiamo questi 60 giorni ormai molto meno, ahimè, in cui questo provvedimento dovrà essere convertito e credo che sia importante che proprio da Torino si alzi un segnale importante, un segnale di realismo, un segnale di concretezza, ma un segnale di preoccupazione perché non credo sia questa la direzione verso la quale la nostra Città, i nostri cittadini, le persone che accogliamo in modo positivo vogliono andare, grazie. VERSACI Fabio (Presidente) Grazie a lei. Prego, Capogruppo Tresso. TRESSO Francesco Grazie, Presidente. Ma aggiungo degli elementi anche di considerazione personale su quanto ha già abbondantemente raccontato la Consigliera Tisi e che è alla base dell'ordine del giorno che convintamente ho firmato. A mio modo di vedere il Decreto Sicurezza non risponde ai problemi veri che in questo momento si stanno ponendo in merito alla (incomprensibile) per l'Italia. Proprio l'impianto del Decreto denota un approccio che, di fatto, riduce il fenomeno migratorio a considerare solo l'immigrazione forzata ed introduce ancora misure sanzionatorie e di fatto precarie che rendono precario diciamo il diritto di asilo, il diritto di asilo e anche il diritto di cittadinanza. Io credo che l'obiettivo dell'ordine del giorno che è appunto quello di sospendere l'effetto dell'applicazione almeno nel corso dell'iter parlamentare di approvazione sia necessario proprio per consentire alle città e Torino sicuramente si colloca ai primi posti tra le realtà urbane che hanno fatto di un certo tipo di accoglienza un percorso interessante che ha coinvolto anche un periodo piuttosto lungo della storia cittadina per un dialogo col Governo che mette in evidenza una serie di problematiche che necessariamente avrebbero un impatto forte sulle città. Provo velocemente a riassumere alcuni aspetti che ha già in parte toccato anche la Consigliera Tisi, intanto c'è questo aspetto di narrare tutto secondo un criterio di straordinarietà, non per nulla si fa ricorso ai CAS, che sono appunto Centri di Accoglienza Straordinari e mi sembra che questo sia in controtendenza con quello che oggettivamente sono i dati anche sugli sbarchi che ci dimostrano essere calati dell'80% anche solo a partire da quest'anno, quindi è un po' come davvero volessimo accanirci con un trattamento terapeutico, con dare degli antibiotici ad un malato con un raffreddore che di fatto è già in fase comunque di miglioramento e di guarigione. Perché chiudere l'esperienza dei sistemi di protezione SPAR? È un modello che anche a Torino in realtà come la nostra Città ha saputo generare dell'integrazione e favorire un'accoglienza decentrata che ha creato rapporti virtuosi tra privati ed enti pubblici e anche ha, tutto sommato, sviluppato delle possibilità anche di generare lavoro, case affittate e servizi a supporto diciamo per la ricerca di abitazioni e appunto di lavoro stesso. Ancora l'articolo 13 del Decreto prevede che i richiedenti non possano iscriversi all'anagrafe e quindi in quanto tale non possono accedere alla residenza. Questo oltre ad andare, diciamo così, a sopprimere quello che è stato anche un po' un percorso, una conquista degli ultimi anni, non consente più anche di avere una mappatura di queste persone e che quindi l'ultima analisi si traduce anche con un'ulteriore mancanza di possibilità di avere sotto controllo un certo tipo di fenomeno e quindi di sicurezza. Tra l'altro anche non accedere ai servizi anagrafici vuol dire proprio rimanere esclusi da tutta una serie di servizi che a questo sono connessi. Abbiamo già detto appunto sul mantenimento di grandi centri per i richiedenti asilo e anche vengono introdotte nuove ipotesi di trattenimento secondo tre differenti possibilità, ai fini integrati negli hotspot o questi regional hub così nominati, in strutture idonee in disponibilità dell'autorità pubblica o ancora in locali idonei di frontiera dove però il termine idoneo non è specificato, quindi anche qui bisogna capire e fissare degli standard minimi da rispettare per la detenzione e anche per capire se poi le realtà urbane hanno in disponibilità in centri che siano a tutti gli effetti idonei, ricordo che Torino è l'unica Città del nord Italia al momento in cui sia attivo un CAS. Trovo ancora semplicistico diciamo un po' il ragionamento che, secondo me, c'è anche dietro l'impostazione del Decreto che sottende il fatto che con misure così più restrittive si potrà di fatto far funzionare meglio la situazione generale nazionale per gli italiani, in realtà il vero tema come è già stato detto è che i clandestini in qualche modo continueranno ad arrivare, ma anzi se si calcola ad esempio che a livello regionale dai dati che sono stati forniti sono oltre 10.000 le persone che al momento sono coinvolte in progetti SPRAR di questi si valuta che più della metà ne rimarrebbero fuori e che necessariamente sono destinati a rimanere quindi in una situazione di invisibilità che di fatto non sarà facile pensare di proiettare tutti su dei possibili rimpatri perché questo sappiamo non è sicuramente facile e non è altrettanto conveniente, quindi è del tutto probabile che queste persone rimangono abbandonate a se stesse al di fuori di qualsiasi percorso di inserimento e non vadano a fare altro che aumentare potenziali di manodopera per microcriminalità organizzata o comunque per quelle zone più marginali della nostra Città che concorrono di nuovo ad aumentare aree di illegalità. VERSACI Fabio (Presidente) La invito a concludere. TRESSO Francesco Sì, ho finito, vorrei ancora ricordare un ultimo aspetto che forse è meno di impatto, ma che secondo me è comunque utile richiamare che anche il Decreto richiama il concetto che la cittadinanza di fatto venga interpretata come una sorta di regalia che si può concordare e altrettanto si può riprendere, questo mi sembra un concetto che comunque è anche molto borderline rispetto ad un criterio di costituzionalità e che quindi ci tengo a sottolineare che anche su questi aspetti bisognerà porre molta attenzione, grazie. VERSACI Fabio (Presidente) Grazie a lei. Prego, Capogruppo Ricca. RICCA Fabrizio Grazie, Presidente. Ma io capisco da parte di una certa Sinistra il sentirsi in dovere di andare a difendere l'indifendibile, tanto che poi sono costretti a presentare un emendamento dove vanno a relazionare qual è l'effetto del lavoro del Ministro Salvini in questo Governo, dove vanno a testimoniare loro, ma almeno hanno la bontà di ammetterlo come gli sbarchi nel 2016 erano 144.500, nel 2017 108.000, nel 2018 21.000. Quindi questo fa capire che, oltre essere cambiato il vento, è cambiata è anche forse una certa visione d'accoglienza e io sorrido, perché, diciamo, il Sindaco Appendino, dopo aver incontrato, non una volta, ma ben due volte il Ministro Salvini, con lui ha concordato tutta una serie di azioni, ma questi sono nella cronaca che abbiamo letto tutti, dove ci sarà lo sgombero della palazzina, della seconda palazzina dell'ex MOI, dove c'è una linea condivisa su tutto quello che è la sicurezza, per quanto riguarda certi negozi etnici, e c'è una condivisione totale, addirittura anche nel Consiglio dei Ministri di sabato di sabato sera è stato ribadito che tra Lega e Movimento 5 Stelle, per tutto quello che riguarda il contratto di governo da lì non si scappa e pure fatevene una ragione perché questo è nel Contratto di Governo, da lì non si scappa, e fatevene una ragione, perché è nel Contratto di Governo, questo è quello che si farà, e se non vi piace, io mi dispiaccio, vi ricordo che avete avuto 5 anni per fare le cose, e queste cose non le avete fatte, che tra il Ministro Salvini e il Sindaco Appendino c'è totale sintonia di intenti per quanto riguarda il lavoro sulla sicurezza della Città di Torino, e mi permetto di dire che non credo che il Sindaco vada contro il Governo, andando a mettere in discussione un Decreto voluto dall'intero Consiglio dei Ministri. Quindi io capisco questa volontà di provare a creare un po' di tensione, ma di questo ordine del giorno facciamo una bellissima pallina e la lanciamo nel cestino, perché l'Italia ha bisogno di sicurezza, sicurezza che il Partito Democratico al Governo non è stato in grado di garantire. L'Italia ha bisogno di fermare questa immigrazione incontrollata, che io ci tengo a ricordare, che solamente l'8% dei richiedenti asilo poi riceve l'asilo, quindi il 92% delle persone che chiede l'asilo, non ricevendo l'asilo, è illegale sul territorio nazionale, ed è per questo che il sistema dell'accoglienza, che dai 144.000 del 2016, passando ai 20.000 del 2018, convinti che nel 2019 questo numero tenda ancora a scendere, non abbiamo più bisogno di accogliere nessuno, perché le persone che sono arrivate nel 2016 avranno la richiesta vagliata, se avranno la richiesta, la richiesta sarà positiva, potranno rimanere, sennò verranno gentilmente accompagnati da dove sono venuti. Quindi io ringrazio la Consigliera Tisi per aver stimolato questo simpaticissimo dibattito, e mi permetto di dire che respingiamo al mittente questa proposta, nonostante la vostra Leopolda, le cose non cambiano. Grazie. VERSACI Fabio (Presidente) Grazie a lei. Capogruppo Sganga, prego. SGANGA Valentina Grazie, Presidente. La nostra Amministrazione è posta davanti alla prospettiva di un ridimensionamento della possibilità di accoglienza umanitaria e a una profonda ristrutturazione del progetto SPRAR, che, come abbiamo avuto modo di apprendere grazie agli approfondimenti fatti in IV Commissione, ospita a Torino circa 478 persone, con uno stanziamento di fondi ministeriali di oltre 6,5 milioni di euro. Lo SPRAR è da sempre considerato un modello virtuoso, un modello dove fondi pubblici vengono gestiti da un sistema pubblico che vede in prima linea gli Enti Locali, in collaborazione con il Terzo Settore, Terzo Settore che è stato anche ospite della nostra Commissione. È virtuoso perché è in grado di fornire più servizi rispetto alla pratica dei CAS, è virtuoso perché capace di realizzare quel modello di accoglienza integrata di cui abbiamo tanto sentito parlare, sia per i migranti inseriti, appunto, in percorsi di autonomia individuale, sia per i Comuni che li accolgono. A questo modello inevitabilmente si contrappone quello delle concentrazioni in grandi numeri nei Centri di Accoglienza Straordinaria gestiti da enti profit e no profit, cioè da privati, privati che gestiscono fondi pubblici su assegnazione delle Prefetture. La reciproca collaborazione tra questa Amministrazione, da un lato, e la Prefettura e le Forze dell'Ordine non è mai mancata, ma il modello a cui aspiriamo è indubbiamente quello di un'accoglienza qualificata e controllata, un modello che esce inevitabilmente ridimensionato dalle disposizioni in materia di immigrazione contenute nel Decreto Sicurezza. Per queste ragioni il voto del Movimento 5 Stelle sarà a favore di questo ordine del giorno. Riteniamo che la nostra presa di posizione, peraltro in sintonia con gli atti in materia che abbiamo votato negli anni passati, possa essere da stimolo per migliorare il provvedimento in sede di discussione parlamentare. So che sono stati proposti numerosi emendamenti e, appunto, auspichiamo che vadano in un'ottica di miglioramento del provvedimento. Chiudo con due considerazioni politiche, la prima è che il nostro obiettivo è solo ed unicamente quello di tutelare la città e il destino di chi la abita, in forza anche delle sue specificità. Questo provvedimento rischia di ridurre gli strumenti e le risorse per contrastare l'illegalità, e riteniamo che i problemi di ordine pubblico, che indubbiamente ci sono, vadano affrontati con percorsi integrativi. Questo è il modello Torino, questo è il modello che stiamo utilizzando anche per l'ex MOI, e questo è il modello che porteremo avanti, e lo specifico perché non vorrei che fosse data importanza, non fosse data importanza a queste preoccupazioni, ma a strumentalizzazioni mediatiche, politiche, di chi vorrebbe contrapporci al governo del Paese, votando questo ordine del giorno. Un'ultima considerazione è un ringraziamento a chi ha colto durante le Commissioni che si sono svolte sul tema, l'invito a trattare il tema rimanendo nel merito, quindi con un approccio pragmatico. È un invito che noi abbiamo fatto alla Minoranza e ho molto apprezzato anche l'atteggiamento della Consigliera Tisi su questo. Grazie. VERSACI Fabio (Presidente) Grazie. Ho iscritto a parlare il Consigliere Iaria, prego. IARIA Antonino Grazie, sarò breve perché la Capogruppo ha spiegato molto bene, diciamo, le motivazioni del nostro voto favorevole. Ma, io insisterei proprio…, scusate la voce, insisterei proprio sul fattore che esclude proprio tutta una deriva, diciamo, buonista, o ideologica del trattare questo tema. Noi parliamo come Città e parliamo come questo decreto possa, diciamo, aiutarci o meno a risolvere delle situazioni. In questo caso non era solo una cosa della Città di Torino, è un problema sollevato da tutti i Comuni italiani, dall'ANCI, eccetera. Questo decreto, come già è stato detto, ci potrebbe creare delle difficoltà difficilmente gestibili, difficoltà che poi sarebbero in carico soltanto al…, diciamo, anche alle finanze della città, al Comune come gestione dei servizi sociali e anche andrebbe a chiederci di dover utilizzare delle risorse per risolvere dei problemi specifici delle persone, appunto, che non saranno inserite nel CIE., oppure che diventeranno in un certo senso clandestini, e magari senza tetto, eccetera, eccetera. Quindi l'approccio è pragmatico, ma anche molto diretto a cercare di modificare un decreto che, negli intenti, dovrebbe aumentare la sicurezza, ma che nella pratica… VERSACI Fabio (Presidente) Vuole un po' d'acqua? Non riesce a parlare? La vedo in difficoltà. IARIA Antonino Ma spero che si capisca. VERSACI Fabio (Presidente) Si capisce, però mi sto preoccupando… IARIA Antonino Ragazzi, ho parlato troppo in due giorni a Italia 5 Stelle; ho parlato, e ho anche fumato. No, dicevo che…, grazie di avermi interrotto, stavo dicendo, appunto, che il problema si riverserà sulle città e sulla gestione della comunità e la gestione dei servizi sociali. Quindi la mozione chiede, nell'impegna, di sospendere in via transitoria…, il nuovo emendamento chiede nell'impegna di sospendere in via transitoria il decreto fino alla conclusione dell'iter parlamentare. Siamo consci che non possiamo chiedere di sospendere un decreto perché ha effetto immediato, però abbiamo cercato, e devo dire è stato un ottimo lavoro, abbiamo cercato di portare dei temi sul piatto che interessano tutti, non è una questione ideologica. Grazie. VERSACI Fabio (Presidente) Grazie. Prego, Consigliera Canalis, ne ha facoltà per tre minuti CANALIS Monica Grazie, Presidente. Di fronte a un'ideologia, non credo che si debba rispondere con una contro ideologia, soprattutto quando in ballo ci sono delle persone e delle vite umane, perché contrapporre una ideologia a un'altra ideologia sarebbe una logica da stadio, che farebbe di noi dei tifosi, e invece noi non siamo dei tifosi, e sull'immigrazione non bisogna che ci dividiamo in tifoserie, ma bisogna che facciamo politica. E la politica non è solo pragmatismo, è anche avere la capacità, in alcuni momenti, di saper fare dei ragionamenti, quindi non solo di contrapporre degli assiomi, che per ciascuno di noi sono intoccabili, ma anche saper dialogare da posizioni diverse, da punti di vista diversi, e trovare, attraverso il ragionamento, la razionalità, e quindi non solo la pancia, l'emotività, dei punti di incontro. Io credo che in parte questo noi lo abbiamo fatto in queste settimane, anche dandoci dei tempi più lunghi di quelli che ci attendevamo. Quando c'è un'ideologia, bisogna cercare delle soluzioni praticabili, lucide e sempre tenendo presente che al di sopra di tutto c'è il rispetto dei diritti umani e c'è l'umanità. Nel momento in cui noi, anche grazie all'atto presentato dalla Consigliera Tisi, siamo scesi nel merito di quello che poteva accadere alla nostra città, perché il nostro perimetro di responsabilità è la nostra città, ci siamo resi conto che il provvedimento proposto a livello nazionale, al di là delle nostre rispettive appartenenze, avrà, se non ci saranno dei correttivi, un impatto probabilmente molto negativo sulla nostra città. Noi crediamo, noi che abbiamo presentato l'atto, che l'accoglienza non vada mai disgiunta dall'integrazione, che l'accoglienza e l'integrazione debbano sempre andare di pari passo. E noi crediamo che per fare veramente integrazione, e quindi, come diceva il Consigliere Iaria, non essere semplicemente buonisti, ma essere buoni, buoni politici; per fare integrazione servono dei progetti il più possibile diffusi, piccoli e in stretto coordinamento tra il Terzo Settore e gli Enti Pubblici. Questi, secondo noi, sono i progetti più efficaci. Quindi riteniamo che il CAS. in questi anni non sia stato efficace, mentre nella maggior parte dei casi lo sia stato lo SPRAR, proprio perché si tratta di progetti più seri, più rigorosi, più diffusi e piccoli. Inoltre noi, attraverso questo atto, suggeriamo che rispetto alle politiche dell'immigrazione, si adotti non un approccio detentivo, punitivo, coercitivo, o esclusivamente sanzionatorio nei confronti dei migranti, ma si adotti un approccio progettuale, perché noi pensiamo che una materia come la politica migratoria non debba essere appannaggio esclusivo di un Ministro degli Interni. Questa è una materia sociale, com'è possibile che sia lasciata completamente nelle mani di chi si occupa di ordine e sicurezza? Perché non coinvolgiamo anche i Ministeri che si occupano di welfare e di politiche sociali? Perché l'immigrazione non è solo ordine e sicurezza, è prima di tutto avere a che fare con delle persone con le quali costruire dei progetti, perché l'integrazione avvenga e queste persone non restino coinvolte invece in fenomeni di criminalità. Noi crediamo che, se il decreto rimane così com'è, condannerà all'invisibilità molte persone e questo, da un lato, è una negazione della realtà, perché queste persone non svaniranno il minuto dopo. Dall'altro temiamo che questo processo nasconda, comunque, una volontà di creazione e di tensione sociale, invece di creare ordine, e poi espone queste persone, attraverso l'invisibilità, a un rischio maggiore di cadere nella criminalità. Quindi noi, attraverso questo atto, invitiamo a entrare maggiormente nel merito di cosa vuol dire fare accoglienza e integrazione. L'atto di Salvini ci sembra sia stato frettoloso, o volutamente, o non volutamente, non sta a noi giudicare, e quindi, dal punto di vista di un Ente Locale, ritenendo che sarà una bomba per tutti gli Enti Locali e in particolar modo per le grandi città, riteniamo che sai necessario un supplemento di lavoro per evitare danni che potrebbero verificarsi. VERSACI Fabio (Presidente) Grazie. Capogruppo Artesio, prego. ARTESIO Eleonora Anch'io condivido il documento che è stato presentato dalla Consigliera Tisi e che, ascoltando gli interventi, sarà unanimemente, o perlomeno a maggioranza, sostenuto in questo Consiglio Comunale. Io distinguo il mio intervento su due aspetti: il primo punto, l'obiettivo preciso e puntuale al quale mira questo documento, vale a dire quello di far pervenire al Parlamento la preoccupazione del Comune di Torino, di intesa con molti altri Comuni italiani, rispetto al ridimensionamento, per non parlare di smantellamento, del sistema SPRAR e, viceversa, rendere visibile con documentazione sugli esiti, quanto invece questo sistema abbia ben operato negli anni. Molti colleghi hanno già sottolineato il significato positivo, prodotto dai percorsi di inclusione organizzati intorno a comunità di piccoli numeri, strutturati intorno alla ricerca di relazione positiva tra la sede dell'accoglienza e il contesto di quartiere e urbano, quindi molte esperienze positive si sono descritte illustrando questo documento. Però io vorrei sottolineare un aspetto di questa preoccupazione che gli amministratori avanzano. Il primo aspetto è quello riferito alla valorizzazione, che deriva ad un territorio dalla possibilità di realizzare un progetto SPRAR. Abbiamo detto fino a questo momento di quanto siano positive quelle qualità dell'accoglienza e benedire, proprio perché parliamo di integrazione, quanto positivo sia anche per l'economia locale poter contare su percorsi di ospitalità e di regolarizzazione dei migranti, che riescono a innervare un tessuto locale molto spesso sacrificato su alcuni valori economici, perché quel tessuto locale non riusciva più a farvi fronte. In questi giorni, in queste ultime settimane si è parlato molto del modello Riace, io vorrei soltanto dire che quel modello, che viene non considerato tale nemmeno da chi l'ha promosso, chi l'ha promosso parla di un'esperienza positiva che è stata compiuta; quella esperienza positiva appartiene esattamente alla logica delle tante esperienze positive delle istituzioni locali, che lavorando nella prossimità, hanno saputo costruire legami e interventi utili e di successo. Ora, è un po' curioso che proprio laddove si ragioni anche a livello governativo nella valorizzazione delle esperienze dei territori, si ragioni in nome della partecipazione, si ragioni in nome del popolo, poi dopo si possa pensare che sia un organo centrale a determinare le capacità e le competenze dei territori, anche in quelle misure, come queste dello SPRAR, dove sono stati i territori a fare progettazione, dove sono i territori che conoscono le persone, dove sono i territori che hanno costruito capacità di conoscerci reciprocamente, di darsi valore reciprocamente. Quindi il primo tema è che SPRAR significa capacità delle autonomie locali di organizzare la sicurezza e la vivibilità e l'inclusione nei propri territori. La seconda questione che io vorrei sottolineare è invece un aspetto che dovrebbe preoccupare le comunità politiche tutte. Io sono abbastanza sicura che moltissime delle parole d'ordine che vengono utilizzate per difendere, da parte di chi li difende, il decreto sulla sicurezza, mostreranno la corda nei tempi medi e nei tempi lunghi. Sono abbastanza sicura che il rischio paventato da molti giuristi, da molti operatori del settore, secondo il quale restringere il riconoscimento della condizione di protezione umanitaria e di diritto d'asilo produrrà l'irregolarità, e l'irregolarità aumenterà l'insicurezza, lo si vedrà manifestato, purtroppo, nei dati. Sono abbastanza sicura che questa proiezione, che anche qui veniva richiamata dal collega che mi precedeva, rispetto ai rimpatri, si scontrerà con i protocolli internazionali e con le misure e i costi necessari a sostenere rimpatri. Sono abbastanza sicura che la realtà sarà più forte della velleità, ed è per questo che io credo che accanto ad un obiettivo importante istituzionalmente, quello di far arrivare la voce del Comune e dei Comuni mentre si discute del decreto sicurezza, per rappresentare tutte le modalità ragionevoli e positive di mantenere il sistema SPRAR, altrettanto si debba, come comunità politica, continuare a ribadire quelli che sono, da un lato, i rischi di violazione dell'articolo 10 della nostra Costituzione e dell'articolo 23 della Convenzione di Ginevra, come puntualmente ha voluto ricordare il Presidente della Repubblica, rinviando il testo del decreto alle due Camere; dall'altro lato continuare a tenere con quella dovizia di documentazione su cui siamo stati richiamati per approvare questo documento, dall'altro lato continuare a mantenere alta la capacità di rappresentare le conseguenze negative per le persone e per le comunità, di una volontà politica che sceglie più il clamore dei propri annunci mediatici, che non la profondità e la complessità di questo tema. Se ho esondato rispetto al richiamo e alla concretezza sul documento, mi scuso con il resto del Consiglio Comunale, ma non credo che sarà certo il mio uscire dal pragmatismo per tornare a questioni di principio, quello che modificherà il clima dell'Aula. VERSACI Fabio (Presidente) Grazie. Prego, Assessora Schellino. SCHELLINO Sonia (Assessora) Grazie, buongiorno. Ma, poco aggiungo alle cose che sono già state dette, che naturalmente condivido. Il sistema SPRAR, vorrei fare solo qualche riflessione, il sistema SPRAR, in questi anni, ha consentito di avere una distribuzione sul territorio dei richiedenti asilo, dei rifugiati, che ha fatto un po' fronte anche a quelle che erano le paure delle persone, degli abitanti, molto spesso. Il fatto di non avere più le grandi concentrazioni, o di averle sempre meno, è stato un vantaggio sia per le persone ospitate, che hanno potuto usufruire di processi di integrazione molto più a misura d'uomo, anche banalmente dal punto di vista dell'apprendimento della lingua. Una grande concentrazione di persone che non parlano in italiano ci mette più tempo anche solo ad imparare l'italiano, ogni singolo individuo appartenente a quel raggruppamento. La piccola concentrazione ha fatto sì che in molti casi non si siano nemmeno accorti gli abitanti, se non dal punto di vista positivo, ci sono delle persone in più che entrano nei negozi, che consumano, che parlano coi cittadini, che partecipano a iniziative della comunità. Ci sono stati impatti molto bassi con il sistema SPRAR, perché, appunto, piccoli gruppi, persone più seguite, persone che hanno fatto in molti casi delle attività di restituzione alla comunità, anche in termini di volontariato sociale, e questo quindi è stato anche un sistema di controllo sociale efficace. I Prefetti hanno avuto in questi anni la possibilità, come sapete, di inserire anche attraverso i CAS, e i CAS sono stati, per esempio, molto più contestati, perché vengono aperti senza la concertazione con i Sindaci, e uno degli emendamenti che è stato..., uno dei primi emendamenti che è stato chiesto in sede ANCI è che, almeno se si prediligeranno i CAS. rispetto agli SPRAR, ci sia una concertazione con i Sindaci, perché altrimenti uno si trova aperta sul proprio territorio una struttura, anche magari di grandi dimensioni, senza avere nessuna possibilità di interagire, e quindi questo può crearci delle difficoltà in più. Senza parlare poi di tutte le cose che sono già state elencate del fatto che non essendoci più un sistema di riconoscimento del diritto con la protezione umanitaria, molte più persone rischiano di trovarsi in una condizione di illegalità. Allora quello che bisogna cercare di capire è come si fa fronte a tutto questo. Se ci saranno delle modifiche ai percorsi di accoglienza, bisogna capire che cosa succede. Solo questo stanno chiedendo…, solo, è una delle cose importati che chiedono i Comuni, capire e discutere, discutere con chi in questi anni ha lavorato all'accoglienza. Vogliamo essere un pochino coinvolti ad essere parte attiva di eventuali modifiche che possono essere prese in considerazione. Nessuno dice che i sistemi attuali non siano perfettibili, ma certamente la fretta rischia; la fretta senza la concertazione, senza la condivisione, senza l'esame di quelle che sono le buone pratiche, anche con l'onestà di riconoscere che non tutto è buona pratica, ci sono delle cose sicuramente da perfezionare, però teniamo presente che chi esce dallo SPRAR, quasi nella metà dei casi, è una persona indipendente, che ha magari un lavoro a tempo determinato, non necessariamente un lavoro stabile, ma un lavoretto, o ha un percorso ospite di un parente, che è un parente, un altro concittadino, o un piccolo lavoro che lo rende parzialmente autonomo, e questo quasi nella metà delle fuoriuscite dal sistema SPRAR. Molto meno nel caso dei CAS, anche perché sono più grandi, sono meno strutturati, sono meno condivisi con le città. Le città hanno utilizzato il modello SPRAR anche col metodo dell' accoglienza diffusa. Noi abbiamo sul nostro territorio degli esempi molto interessanti, gestiti insieme con la pastorale migranti, col mondo del volontariato, di persone che l'ultimo periodo del loro percorso di accoglienza, l'hanno passato in famiglie. E questo che cosa consente? Che se sei una persona abbastanza integrata, passi l'ultimo periodo di integrazione all'interno di una famiglia, quando poi il tuo percorso è completato, hai comunque dei riferimenti sul territorio, sei una persona con dei legami sociali, sei una persona inserita in un contesto di comunità, e il welfare di comunità, come sapete, non è solo una parola piacevole a dirsi o di moda, ma è effettivamente un modo di accogliere, che fa sì che le persone si inseriscano nei contesti sociali in modo più efficace, e quindi siano dei problemi in meno, banalmente. Quindi non voglio neanche sottolineare gli aspetti più ideologici o politici di queste scelte. Mi rivolgo proprio più al senso pratico, se ne parli di più con le città, con chi in questi anni ha costruito dei percorsi efficienti, con senso critico, per quello che c'è da modificare e da migliorare, ma valorizzando e non sprecando quello che di buono è stato fatto. È questo che chiediamo, è per questo che chiediamo come comuni italiani di interagire col Ministero, per aprire proprio un tavolo da questo punto di vista. Grazie. VERSACI Fabio (Presidente) Grazie, Assessora. Prego, Capogruppo Rosso. ROSSO Roberto Io ho apprezzato il modo garbato, intelligente, quasi neutrale con cui i Consiglieri Tisi, Tresso e Canalis hanno affrontato questo ordine del giorno. La parte finale dell'ordine del giorno è apparentemente incontestabile, quanto più si discute su un problema che può determinare una coscienza negativa, tanto meglio è per tutti, approfondire è sempre un vantaggio, non è uno svantaggio. Però devo dire con sincera verità, non sono d'accordo con la parte invece di premessa, che è più motivata culturalmente e ideologicamente, e per questo probabilmente voterò contro, anzi, probabilmente, per questo voterò contro questo ordine del giorno, perché sono preoccupato di una cosa: io ritengo che l'azione del Governo sia stata incredibilmente meritoria, c'era già stato un uomo, Minniti, che nella fase precedente del Governo aveva dismesso le vesti buoniste del suo Presidente del Consiglio, che diceva, l'onorevole Renzi ricordava agli italiani, che non era possibile cambiare i flussi migratori all'interno di questo Paese, che era nostra unica intelligenza, la nostra unica attività sarebbe stata quella di gestire la modalità con cui l'immigrazione arrivava, non quella di fermarla. Si è dimostrato invece, prima con Minniti e poi soprattutto con Salvini, che questa azione è possibile fermarla; si è passati da 250.000 a 21.000 immigrati per barconi in questo Paese nell'arco dell'anno, è da notare che di questi 21.000, la quasi totalità è venuta prima che subentrasse Salvini come Ministro dell'Interno. Quindi, io personalmente ritengo che quest'uomo sia da appoggiare in tutti i modi, con tutte le forze, e anche non distogliere da una battaglia che mi sembra importante. Si potrà gestire bene l'immigrazione quando sarà ragionevole e quando sarà disciplinata secondo i canoni legislativi. La nostra Costituzione, la nostra Legge dice che è giusto accogliere i rifugiati, ma come ricordava prima Ricca, è altrettanto onesto dover dire che ad oggi questi rifugiati sono una quota minima di coloro che arrivano nel nostro Paese. Io nutro preoccupazione di uno snaturamento di questo Paese, ho ringraziato Dio per aver liberato l'Italia da Renzi, dal suo governo, perché veramente ho ritenuto che fosse delicatissimo quello che stava facendo quell'uomo in questo Paese. Credo che il nuovo Governo, che non è omogeneo su questi temi, io non penso che i 5 Stelle abbiano la stessa posizione della Lega, lo si è sentito anche in quest'Aula, attraverso la Giunta, attraverso il Consiglio, però il nuovo Governo sta affrontando questa questione in modo mirabile. E devo dire, la Consigliera Canalis diceva, giustamente, che non si può affrontare solo in termini sicuritari, però il Vicepremier di questo Governo è lui ad avere il welfare e il lavoro come delega, ed è lui che firma gli atti, ed è lui che sostiene questa politica. Io ci aggiungerei anche il Ministro della Famiglia Fontana, che credo potrebbe dare un contributo importante e intelligente all'incremento di queste iniziative. Ecco, questo per dire che, per quanto riguarda il Movimento 5 Stelle, che pure la sua posizione è probabilmente diversa, ha votato qui dentro addirittura la Carta di Palermo, quindi, voglio dire, capisco che ci siano delle posizioni un po' diverse da quelle che Salvini esprime, però ha l'onestà, il coraggio, la coerenza di perseguire una politica comprensibile dagli italiani. Io, che non condivido, ad esempio, le misure economiche e finanziarie che Salvini e Di Maio hanno portato in questa fase, ritengo che però questa politica di tranquillità sociale sia importante, perché ci sarà probabilmente anche il tempo per spiegare alla gente che non c'è pericolo nell'importare persone di pelle diversa, è chiaro che non ci sarà e non ci deve essere pericolo di questo, però bisogna anche comprendere le ragioni per cui così tanta gente esce in una posizione di drammaticità e di radicalità e di potenziale razzismo oggi in Italia. Noi dobbiamo evitare che i poveri diventino tutti razzisti, perché è quello che si sta verificando oggi. Oggi, la gran parte dei poveri in Italia è razzista, non è genericamente contro l'immigrazione, è razzista, cioè ritiene che il nero sia un pericolo per lei. Allora credo che bisognerà ricreare le condizioni per cui in Italia si possono ospitare persone di pelle diversa dalla nostra, di religioni diverse, di culture diverse, in maniera che sia integrabile anche alla luce di coloro che ne subiscono le conseguenze negative, perché coloro che perdono la casa popolare, coloro che perdono assistenza, coloro che non passano nei Pronto Soccorso perché sono intasati di immigrati, hanno diritto a essere ascoltati esattamente come gli altri che vengono da fuori. Per questa ragione, ritenendo che ciò che il Governo sta facendo, grillino, 5 Stelle e leghista sta facendo una cosa molto positiva per il nostro Paese, che possa essere integrato. Io comprendo le parole educate e intelligenti con cui i tre proponenti hanno mosso questa mozione, ma non ritengo di poterla condividere. VERSACI Fabio (Presidente) Grazie. Ci sono presenti due emendamenti, ma credo siano stati già affrontati. Vuole intervenire? Tisi, prego. TISI Elide Ma io, se possibile, brevemente illustrarli e poi chiederei il voto congiunto dell'ordine del giorno con gli emendamenti. Allora, molto velocemente, il primo emendamento, in cui io sono prima firmataria, richiama proprio dei dati oggettivi. I primi dati sono già stati richiamati dal Capogruppo Ricca, anche se mi dispiace deluderlo, ma il calo drastico degli sbarchi, è il 75% in meno iniziato nel secondo semestre del 2017, poi proseguito nel primo semestre del 2018. È chiaro che questi andamenti sono, come dire, suscettibili di quelle che sono le congiunture internazionali e anche gli accordi internazionali, e credo che dunque vada però richiamato questo elemento perché è evidente che 21.426 persone arrivate sulle nostre coste al 12 di ottobre del 2018, non giustificano un provvedimento d'urgenza com'è questo Decreto Legge, ma soprattutto giustificherebbero un potenziamento del sistema SPRAR, che nel frattempo è arrivato, con grande fatica da parte di tutti i Comuni italiani, a avere una disponibilità di circa 35.000 posti, quindi, come dire, in grado sostanzialmente di far fronte, senza sottrarre questa possibilità proprio ai Comuni, a quelli che oggi sono i numeri che si stanno presentando. Gli altri richiami sono a dei dati derivanti da, come dire, valutazioni e indicazioni di altri enti, ad esempio la stima di quelli che presumibilmente possono essere le persone che oggi sono presenti sul nostro territorio piemontese e che, a seguito di questo provvedimento, rischiano di essere cosiddette illegali. Sappiamo bene come i provvedimenti, sia di rimpatrio, è stato ricordato in Commissione come a fronte di una famiglia che ha chiesto volontariamente un rimpatrio, da tempo non si riesce a mettere in atto per mancanza di risorse. Questo evidentemente è ascrivibile al fatto che non sono previste sufficienti risorse per i rimpatri volontari, ma le espulsioni sappiamo bene quanto sono difficili, anche con un Paese come la Tunisia, che pure è un Paese amico, con il quale, da tantissimi anni, sono presenti accordi di questa natura, leggiamo dalle cronache, che i numeri in realtà sono residuali, quindi il problema, come è stato già ricordato, è che la presenza di persone in condizione di illegalità, sicuramente non agevola una buona convivenza sui territori, e soprattutto condizioni, appunto, di sicurezza e di legalità. L'altro richiamo è ai minori stranieri della città, circa 200, che al compimento dei 18 anni rischiano di ricadere, anche economicamente, col provvedimento di prosieguo amministrativo tutti sulla città. E in ultimo, questa è una valutazione ricavata dall'ANCI Nazionale, 280 milioni di euro i costi stimati per quanto riguarda la presa in carico da parte delle Amministrazioni locali di persone cosiddette vulnerabili, quindi le persone malate, o i nuclei familiari con minori. Io illustrerei solo questo emendamento, in cui sono prima firmataria, e chiedo che però la votazione sia unitaria. Grazie. VERSACI Fabio (Presidente) Grazie a lei. Consigliere Iaria, prego. IARIA Antonino Grazie. Sull'emendamento intervengo brevemente, anche perché, come abbiamo detto prima, è stato molto importante, in maniera congiunta, riportare dei dati. Vorrei anche ringraziare tutti per il dibattito che si sta effettuando oggi in Aula, anche l'ultimo intervento del Consigliere Rosso, che ha centrato proprio il punto; se noi parliamo di dati, evitiamo di affrontare il problema in maniera che venga frainteso, perché la comunicazione su questo tema è molto importante. Abbiamo detto, appunto, che a me non interessa di chi sia il merito, di questo Governo, di quello prima, che, diciamo, la situazione è cambiata. In questo momento forse abbiamo l'occasione di modificare un decreto in modo che questa situazione veramente poi possa essere affrontata con tranquillità. Volevo anche tranquillizzare la proponente sul fatto che votarlo oggi, chiaramente anche con questo dibattito, darà molta più importanza alla nostra posizione, ma che sia noi, come Gruppo di Maggioranza, sia anche la Sindaca e l'Assessora, hanno già, come dire, portato anche in varie sedi queste preoccupazioni, questa linea, sempre tenendo, appunto, il punto fermo che stiamo facendo l'interesse della città, l'interesse anche di un percorso che andrebbe magari a inficiare delle buone pratiche che ci sono già in atto. La Consigliera Tisi ha già spiegato chiaramente gli emendamenti nella premessa, che forse magari convinceranno il Consigliere Rosso a votare il provvedimento. Come ho già detto prima, nell'impegna abbiamo messo una modifica…, una modifica, appunto, che consiste nel sostituire la parola "sospendere", cioè dopo la parola "sospendere", aggiungere: "In via transitoria fino a conclusione dell'iter parlamentare". Ripeto, consci che non è nel nostro potere sospendere un decreto, ma, come abbiamo detto da più parti, il processo deve essere chiaramente concertato anche con i Comuni. Grazie. VERSACI Fabio (Presidente) Grazie a lei. Se non ci sono altri interventi, pongo in votazione l'ordine del giorno con il testo coordinato. Prego, Consiglieri, votate. Se tutti i colleghi hanno votato, dichiaro chiusa la votazione. Presenti 32, favorevoli 30, contrari 2, dichiaro l'ordine del giorno approvato. |