Interventi |
VERSACI Fabio (Presidente) Il punto 27 della Capogruppo Montalbano, lo discute, vero? "Proposta di revisione Legge Regionale 3/2010, in materia di requisiti per il conseguimento dell'assegnazione di alloggi di Edilizia Sociale Pubblica" VERSACI Fabio (Presidente) Prego. MONTALBANO Deborah Grazie, Presidente. Ma allora parliamo di famiglie in emergenza abitativa e di famiglie in emergenza abitativa, quindi non solo coloro che hanno priorità, o comunque necessità di effettuare il bando generale per il diritto all'assegnazione del possibile alloggio popolare, ma proprio anche di quelle famiglie che si trovano già in una condizione di perdita o di assenza della casa. La Regione Piemonte, attraverso la Commissione competente, l'istituzione di un tavolo tecnico, si è impegnata recentemente a sviluppare un lavoro d'osservazione e discussione riguardo alle prerogative della Legge Regionale 3/2010 per l'individuazione di possibili modifiche da apportare alla legge stessa. La legge stessa, appunto, all'articolo 3, comma 1, lettera A, indica tra i requisiti prescritti, per il conseguimento del diritto all'assegnazione di alloggi di Edilizia Sociale Pubblica, essere residente o prestare attività lavorativa da almeno tre anni nel comune che emette il bando di concorso, questo per il bando generale, ma esattamente funziona nella stessa situazione per quanto riguarda le famiglie che sono già in una condizione di assenza o di perdita dell' alloggio, oppure sotto sfratto. L'attuale quadro normativo lascia, comunque, ampia discrezionalità ai comuni nel decidere se tenere i tre anni come termine minimo, oppure se allargarsi alle ai cinque anni. Allora, come abbiamo già discusso in Commissione, abbiamo osservato come sono cambiati anche i flussi migratori nell'arco degli anni, e quindi come le famiglie non effettuano più quel grandi viaggi da Sud a Nord per intercettare nuove proposte lavorative, ma come invece oggi ci si tende a muovere lo stesso, ma comunque in territori molto più ristretti, e quindi da un comune all'altro all'interno dell'area della Città Metropolitana, oppure all'interno del territorio regionale. Questo è dovuto, appunto, sia alla trasformazione dei flussi migratori, sia alla sensibilità del mondo del lavoro e dell'impiego precario, e devo dire che sotto questi fronti sono diventati degli elementi, questi, che hanno portato un certo interessante incremento del fenomeno in cui poi si ritrovano queste famiglie. Purtroppo, come abbiamo anche avuto modo di affrontare in Commissione, non tutti i territori sono strutturati nel poter accogliere e affrontare le famiglie che si trovano in queste condizioni a causa di diversità territoriali, di diversità di domanda e di investimenti rispetto a costruire strumenti che vadano a incidere sotto questo fronte, ma anche proprio per inadeguatezza, talvolta, di quelli che sono gli strumenti di sostegno di cui i territori dispongono, e quindi queste famiglie spesso si trovano in una condizione di sospensione d'inerzia. Si viene a creare un vuoto legislativo, non può avvenire la presa in carico tra i diversi comuni e queste famiglie non riescono ad avere un'istituzione che possa farsi carico di queste esigenze e quindi poter supportare le famiglie stesse. In funzione di questo, e anche in funzione del fatto che in Regione questa è una discussione aperta, non solo questa per quanto riguarda tutta la Legge 3 regionale, abbiamo sottoscritto questo Ordine del Giorno dove si sollecita la Sindaca e la Giunta, appunto, a interfacciarsi con quella che è la Regione Piemonte, la Commissione competente, la Città Metropolitana, per definire nuovi criteri in materia di residenza e quindi, sostanzialmente, la revisione di questo articolo di legge che possa permettere, e ci tengo, come ho già fatto in Commissione, anche a ribadire qui, che all'interno dell'atto non ho voluto io inserire una proposta definitiva, proprio per non limitare la votazione sull'atto, ma si chiede semplicemente di rivedere la legge per poter intervenire e far sì che queste famiglie possono avere una risposta da parte delle istituzioni, poi che sia l'ultimo comune di residenza, piuttosto che il primo comune di residenza, piuttosto che il comune che ha accumulato un, diciamo così, un periodo più intenso e più duraturo nel tempo fra i vari comuni dove è avvenuto il passaggio di questi nuclei familiari, con i cambi di residenza, questo lo lascio, insomma, decidere e lo lascio al pieno confronto di quella che è la discussione aperta in Consiglio Regionale. A noi interessa definire il bisogno che queste famiglie hanno nel non ritrovarsi più senza una tutela, e quindi di definire il diritto di ristabilire per queste famiglie una possibile risposta legislativa. Secondo punto, di garantire ai medesimi il nucleo l'accesso, appunto, a strumenti di sostentamento e reti sociali idonee e promuovere ed aprire una discussione - su questo si è anche un po' argomentato in Commissione - una discussione in merito a quelle che sono le problematiche sopra evidenziate, quindi valutando anche la possibilità di aprire delle nuove riflessioni in ambito territoriale per quanto riguarda la competenza della Città Metropolitana che a livello territoriale è sicuramente competente ed è, comunque, interessata a una possibile riflessione di questo tipo. Presidente, intervengo già anche sugli emendamenti, così…, sì, so che sono stati presentati 2 emendamenti da parte della Consigliera Tisi, sono stati concordati insieme a me, quindi non ho alcun problema nel riceverli; non vanno a cambiare l'impatto dell'atto, quindi, anzi, sostanzialmente, precisano anche alcuni aspetti, quindi assolutamente li recepisco. Invece, per quanto riguarda la Maggioranza, magari poi se vuole intervenire il Presidente della Commissione, visto come si era rimasti d'accordo in Commissione, però magari interviene il Presidente stesso. Grazie. VERSACI Fabio (Presidente) Grazie. Prego, Consigliera Tisi. TISI Elide Sì, grazie, ma io aggiungerò pochissimi elementi. La Legge Regionale 3 del 2010 in questi anni ha avuto già tutta una serie di modifiche e vorrei dire adeguamenti, perché sicuramente il problema abitativo è molto cambiato ed è in evoluzione continua. Certamente quest'atto, che è un atto d'indirizzo, quindi evidentemente lascia la possibilità alla Giunta di interagire, dandogli più forza, con la Regione, in una fase in cui c'è in discussione una ulteriore revisione proprio di questa Legge. Intercetta, a mio parere, due problemi, fondamentalmente che nella pratica si sono rivelati essere importanti: il primo è il vincolo dei tre anni continuativi, che spesso sono un paletto importante, soprattutto laddove ci sono, per l'appunto, delle famiglie che per motivi diversi, oggi sempre più spesso, vivono una situazione anche di mobilità sul territorio; l'altro, evidentemente, richiama, dal mio punto di vista, soprattutto il tema di una necessaria continuità nell'assunzione, diciamo così, di problematiche delle persone che abbia, sì, una valenza abitativa, ma laddove necessario, anche di tipo sociale, e quindi il riferimento agli ambiti che sono anche ambiti sociosanitari, in riferimento alla responsabilità dei comuni dell'area metropolitana, anche in questa definizione, che può anche essere più ampia di quella attuale, ma che tenga conto della necessità di superare, per l'appunto, alcuni vincoli, nella fattispecie questo della continuatività della residenza dei tre anni su un unico territorio. Credo sia un indirizzo interessante da fornire alla Regione come elemento per questa fase di revisione, grazie. VERSACI Fabio (Presidente) Grazie, Consigliera. Prego, Consigliere Iaria. IARIA Antonino Grazie. Ringrazio la firmataria, anche la Consigliera Tisi per l'emendamento. Io devo dire che…, ho detto in Commissione che avrei provato a proporre un emendamento, però che andava forse troppo nello specifico e quindi, come ha già detto anche la Consigliera Montalbano, lasciando un impegna che con un indirizzo più ampio permette di continuare il lavoro che l'Assessora Schellino sta già facendo in questo Tavolo con la Regione Piemonte per la modifica della Legge 3 regionale, proprio per andare nell'ottica dell'affrontare questo tema della residenza, in primis, residenza continuativa, come avete già ben spiegato voi, che è veramente un problema che crea molti problemi - scusate il gioco di parole – alle molte persone che richiedono, appunto, di avere una casa popolare. L'unica cosa che vorrei precisare è di non confondere la Città Metropolitana come Ente, come area metropolitana. La Città Metropolitana non ha nelle sue funzioni la gestione di assegnazione, eccetera, può fare a livello politico, sicuramente, un'operazione di moral suasion alla Regione per considerare l'ambito metropolitano come un ambito, ormai, più che altro un ambito della conurbanizzazione torinese, cioè tutti i comuni limitrofi, eccetera, come ambito esteso dove poter ottimizzare la gestione delle persone che cercano casa. In fondo, abitare - faccio un esempio proprio banale - abitare a Venaria, o a abitare a Torino non è che cambia tantissimo dal punto di vista, diciamo, dell'utilizzo di servizi o di altro, e quindi non fossilizzarsi solo nei confini comunali, ma fare un discorso più ampio di possibilità di case popolari. Chiaramente la gestione delle case all'interno della Città Metropolitana è diversa se molti comuni si sono organizzati in consorzi per poter affrontare il tema dell'assegnazione, però diciamo che abbiamo come idea comune, la faccio breve, abbiamo la stessa idea comune. Volevo solo ribadire che l'Assessora Schellino sta già portando avanti, certo, un atto del Consiglio che darà più forza a questo tipo di…, il Consiglio Comunale di Torino darà più forza al lavoro che si sta già facendo, quindi, per chiudere, indicazioni di voto: sì all'emendamento della Consigliera Tisi e favorevole alla mozione. VERSACI Fabio (Presidente) Okay, quindi propongo di votare il testo coordinato. Prego, Consiglieri, votiamo il testo coordinato. Okay, se tutti i colleghi hanno votato, dichiaro chiusa la votazione. Presenti 25, favorevoli 25, dichiaro l'ordine del giorno approvato. |