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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 15 Ottobre 2018 ore 14,00
Paragrafo n. 22
DELIBERAZIONE (Giunta: proposta e urgenza) 2018-03375
ZONA URBANA DI TRASFORMAZIONE "AMBITO 5.25 BOTTICELLI" - MODIFICA AL PROGRAMMA INTEGRATO (PR.IN.) IN VARIANTE AL P.R.G., AI SENSI DELL'ARTICOLO 89 DELLA L.R. N. 3/2013 E DEGLI ARTICOLI 40 COMMA 9 E 17 COMMA 5 DELLA L.U.R. N. 56/1977 E S.M.I. - ADOZIONE.
Interventi
CARRETTO Damiano
Sì, grazie. Allora io vorrei, appunto, ringraziare l'Assessore e gli uffici per questo lavoro
di ridisegno effettuato su questo intervento anche perché, obiettivamente, per chi avesse
contezza di quello che era prima il progetto - e non so quanti qui se lo ricordano - ma in
realtà basterebbe prendere la variante e guardare il confronto tra i render e credo che ci
si possa tranquillamente rendere conto, anche senza essere tecnici, della differenza di
impostazione del disegno urbano da quello che c'era prima, alla situazione attuale che
andiamo a votare oggi. Come dicevo prima, è un peccato, secondo me, dover andare
ogni volta a ridisegnare varianti già approvate, per mille motivi, alcune perché non
partono, alcune perché non hanno quello sviluppo che ci si attendeva, però questo mi dà
modo di fare una riflessione, e la colleghiamo al discorso di prima, in cui non sono
voluto intervenire, perché non l'ho ritenuto necessario. Però, se c'era tutta questa
visione, queste previsioni di sviluppo, queste idee di cambiamento della città, di
ridisegno delle aree industriali, di riutilizzo del territorio cittadino, dello sviluppo
dell'edilizia, dello sviluppo del commercio, dello sviluppo della residenza, io mi chiedo
perché continuiamo a trovarci di fronte a delle trasformazioni urbane che sono tutte da
rivedere, tutte da rivedere, tutte da ridisegnare, tutte con previsioni e cubature non
realistiche, non realizzabili, non utili alla città? Io credo che questo discorso dovremmo
farlo, ma dovremmo farlo tutti, ma in piena coscienza e in piena onestà intellettuale.
Dirci che la città disegnata anche solo 10, 5 anni fa, non è più quella, non può essere
quella, e va ripensata. Va ripensata nell'ottica non della quantità, non è più il tempo
dell'urbanistica in cui l'importante è concedere volumetria, l'importante è costruire,
l'importante è rendere appetibili finanziariamente gli interventi, i lotti. Quindi un lotto
deve generare una certa SLP di una certa categoria, perché quella categoria ha un
rendimento in termini finanziari che teoricamente sostiene l'intervento; ma si è visto
che, ora, la città deve andare nell'ottica del bello, della costruzione della città, una città
che deve essere bella, vivibile, verde - uso un termine che in realtà vuol dire poco e
niente, ma per i non tecnici si capisce - a misura d'uomo, creare luoghi e non creare dei
non luoghi, questa è la differenza tra creare dei luoghi e creare dei non luoghi. La città
fino ad ora, in molti interventi, era strutturata per creare dei non luoghi, e io penso a
Parco Dora, non quartiere Dora, a Parco Dora. Parco Dora è una trasformazione
urbanistica gigantesca che ha avuto l'unico risultato di creare una serie di non luoghi:
non ci sono servizi, non ci sono luoghi d'aggregazione, non ci sono scuole, non ci sono
tutti quei servizi e quei luoghi che rendono un quartiere un'area viva. È un grande
dormitorio, con tanti supermercati, questo è Parco Dora. E io credo che il ridisegnare la
città in questo modo - che piaccia, o non piaccia - è una visione, è un'idea di città, e può
piacere e non piacere, non si può dire che non c'è questa idea di città. È questa un'idea di
città bella, è una città in cui è piacevole uscire di casa e non trovarsi magari per forza 18
piani di condominio fatto ad alveare, con 3 supermercati e strade a 4, 8 corsie e via
dicendo, cioè questa è la città che immaginiamo. Io credo che un intervento del genere
vada esattamente in quella direzione: nel ridisegnare la città secondo il nostro modello,
ripeto, può piacere, o non piacere, ma è un modello.

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