Interventi |
TRESSO Francesco Cronaca di un'esplosione annunciata. Credo che sia questa la sintesi, Sindaca, di questa vicenda. Vede, la questione Olimpica ha messo in luce in maniera evidente tutti i limiti di questa Amministrazione, ma, temo, soprattutto i suoi limiti, perché l'essere stati esclusi dalla candidatura è proprio il suggello dell'immagine di una Giunta che non sa governare, perché da un lato è incapace di visione, e dall'altro, nei momenti che contano, è ostaggio della sua stessa Maggioranza. È stata una conduzione disastrosa, diciamocelo, un insieme di leggerezza e anche di supponenza, se mi permette, perché, davvero, lei ha rifiutato il dialogo con le altre forze politiche. Ha convocato noi Capigruppo in una unione tardiva, proprio prima di entrare in Aula, e anche quando le abbiamo fatto notare che non ottemperare a quanto richiesto dal CONI poteva essere pericoloso; lei, cocciutamente, ha voluto andare avanti, e quindi dire: " Le due regole qui le detto io", un po' come entrare in campo per giocare a pallone e dire: "Io gioco con le mani, perché così mi va". Non parliamo poi del fatto, appunto, di andare a richiamare Commissioni di Indagini a 12 anni di trascorsi e altre amenità come quelle che state raccontate. Lei ha preferito, in fondo, non solo non stare a sentire le altre forze politiche, ma non ha neanche voluto stare a sentire, né confrontarsi con le altre espressioni del territorio. Ha preferito dare ascolto ad una base contraddittoria, che sempre ha dimostrato tentennamenti, e mai ci ha messo entusiasmo. È prevalsa la logica dei paletti, piuttosto di quella delle opportunità; questo fin dall'inizio, fin da subito. E le devo dire, anche nei confronti della sua Maggioranza, ha dimostrato tutta la sua debolezza, tutta l'incapacità di avere carisma e di poter imporsi anche nei momenti in cui contava, ma invece ha delegato le scelte che davvero sono strategiche per la Città, ad un gruppo sparuto di Consiglieri recalcitranti che non rappresentano, in realtà, per nulla il livello dei cittadini, visto che l'85% dei torinesi era favorevole a questo evento, quindi si è dimostrata anche incapace a rappresentare la Città nel suo insieme. Non sono bastati gli aiuti chiesti a Di Maio e a Grillo, né le minacce paventate di mandare tutti a casa, quasi questo fosse poi l'argomento politico su cui basarsi. Invece noi staremo a guardare, in nome di questa decrescita infelice, che non si capisce bene a chi gioverà. Anche sotto il profilo della coerenza, che lei ci ha richiamato prima, secondo me si è mossa, invece, in maniera contraddittoria, prima ha fatto votare una delibera, che comunque non accettava le condizioni, poi, come ci ha detto anche, ha dovuto in qualche modo obtorto collo rimangiarsi questa affermazione e venire a più miti consigli, anche nei confronti del Ministero del CONI, ma sempre senza mai crederci fino in fondo. Lei dice che il modello era quello proposto, e quello era l'unico vincente, e non c'erano certezze. Io temo che le certezze siano proprio quelle di non sapere gestire trasformazioni e grandi eventi, o grandi possibilità, di voler mantenere tutto sotto un profilo molto più basso, molto più piccolo, per poterlo coordinare e valutare meglio, senza esporsi, senza avere un po' di visione e di possibilità anche di dare futuro. Paura, fondamentalmente. E il risultato di queste inclusioni ci rimanda l'immagine di una città sostanzialmente triste, ferma, una città che è incapace di gestire i suoi problemi, come vediamo in questi periodi, dall'anagrafe che va in tilt, alle code gli sportelli della GTT, per cui lei è costretta a chiedere scusa in Aula, ma soprattutto incapace di vedere un futuro, di vedere uno sviluppo, è questo che più rattrista e che sicuramente preoccupa i torinesi. Poi è stato detto, ha dimostrato anche di contare ben poco a livello nazionale, perché anche il suo mezzo Governo amico, da Grillo a Di Maio, poi, nel momento in cui contava, l'hanno abbandonata. I giochi sono andati ad est di Milano, dove forse i rapporti con Roma sono più forti, più pesanti, e io già da subito dissi: "Perché non possiamo invece spostare il baricentro più ad ovest di Milano", perché davvero quella poteva essere un'opportunità grossa, un hub importante anche da gestire con la città lombarda e noi bilanciare…, in fondo il brand: "Torino città Olimpica", lo avevamo già venduto, ma invece consorziarsi ed essere noi il baricentro tra Milano e le Valli Olimpiche poteva essere un'opportunità, che però andava perseguita fin dall'inizio, andava capita, colta, e cercata di seguire. E meno male che lei, Appendino, doveva essere la Sindaca a misura di giovani, la Sindaca piena di opportunità per il futuro, temo invece che rischiamo un triste isolamento nel nostro angolo nord-occidentale e saremo sempre più periferia di Milano, periferia dell'Europa e non credo che essere periferia in questo modo fosse proprio quello che si intendeva quando in campagna elettorale lei citava l'attenzione alle periferie. Torino oggi è un po' più piccola, ma non perché abbiamo perso le Olimpiadi, credo che sia un po' più piccola perché sa di non poter contare sulla capacità di questa Amministrazione di avere una progettazione e una progettualità e una capacità di visione per il suo futuro. |