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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 15 Ottobre 2018 ore 14,00
Paragrafo n. 17
INTERPELLANZA 2018-04168
"GIOCHI OLIMPICI E PARALIMPICI 2026: COSA FAR? TORINO?" PRESENTATA IN DATA 28 SETTEMBRE 2018 - PRIMO FIRMATARIO LO RUSSO.
Interventi
TRESSO Francesco
Cronaca di un'esplosione annunciata. Credo che sia questa la sintesi, Sindaca, di questa
vicenda. Vede, la questione Olimpica ha messo in luce in maniera evidente tutti i limiti
di questa Amministrazione, ma, temo, soprattutto i suoi limiti, perché l'essere stati
esclusi dalla candidatura è proprio il suggello dell'immagine di una Giunta che non sa
governare, perché da un lato è incapace di visione, e dall'altro, nei momenti che
contano, è ostaggio della sua stessa Maggioranza. È stata una conduzione disastrosa,
diciamocelo, un insieme di leggerezza e anche di supponenza, se mi permette, perché,
davvero, lei ha rifiutato il dialogo con le altre forze politiche. Ha convocato noi
Capigruppo in una unione tardiva, proprio prima di entrare in Aula, e anche quando le
abbiamo fatto notare che non ottemperare a quanto richiesto dal CONI poteva essere
pericoloso; lei, cocciutamente, ha voluto andare avanti, e quindi dire: " Le due regole
qui le detto io", un po' come entrare in campo per giocare a pallone e dire: "Io gioco con
le mani, perché così mi va". Non parliamo poi del fatto, appunto, di andare a richiamare
Commissioni di Indagini a 12 anni di trascorsi e altre amenità come quelle che state
raccontate. Lei ha preferito, in fondo, non solo non stare a sentire le altre forze politiche,
ma non ha neanche voluto stare a sentire, né confrontarsi con le altre espressioni del
territorio. Ha preferito dare ascolto ad una base contraddittoria, che sempre ha
dimostrato tentennamenti, e mai ci ha messo entusiasmo. È prevalsa la logica dei paletti,
piuttosto di quella delle opportunità; questo fin dall'inizio, fin da subito. E le devo dire,
anche nei confronti della sua Maggioranza, ha dimostrato tutta la sua debolezza, tutta
l'incapacità di avere carisma e di poter imporsi anche nei momenti in cui contava, ma
invece ha delegato le scelte che davvero sono strategiche per la Città, ad un gruppo
sparuto di Consiglieri recalcitranti che non rappresentano, in realtà, per nulla il livello
dei cittadini, visto che l'85% dei torinesi era favorevole a questo evento, quindi si è
dimostrata anche incapace a rappresentare la Città nel suo insieme. Non sono bastati gli
aiuti chiesti a Di Maio e a Grillo, né le minacce paventate di mandare tutti a casa, quasi
questo fosse poi l'argomento politico su cui basarsi. Invece noi staremo a guardare, in
nome di questa decrescita infelice, che non si capisce bene a chi gioverà. Anche sotto il
profilo della coerenza, che lei ci ha richiamato prima, secondo me si è mossa, invece, in
maniera contraddittoria, prima ha fatto votare una delibera, che comunque non accettava
le condizioni, poi, come ci ha detto anche, ha dovuto in qualche modo obtorto collo
rimangiarsi questa affermazione e venire a più miti consigli, anche nei confronti del
Ministero del CONI, ma sempre senza mai crederci fino in fondo. Lei dice che il
modello era quello proposto, e quello era l'unico vincente, e non c'erano certezze. Io
temo che le certezze siano proprio quelle di non sapere gestire trasformazioni e grandi
eventi, o grandi possibilità, di voler mantenere tutto sotto un profilo molto più basso,
molto più piccolo, per poterlo coordinare e valutare meglio, senza esporsi, senza avere
un po' di visione e di possibilità anche di dare futuro. Paura, fondamentalmente. E il
risultato di queste inclusioni ci rimanda l'immagine di una città sostanzialmente triste,
ferma, una città che è incapace di gestire i suoi problemi, come vediamo in questi
periodi, dall'anagrafe che va in tilt, alle code gli sportelli della GTT, per cui lei è
costretta a chiedere scusa in Aula, ma soprattutto incapace di vedere un futuro, di vedere
uno sviluppo, è questo che più rattrista e che sicuramente preoccupa i torinesi. Poi è
stato detto, ha dimostrato anche di contare ben poco a livello nazionale, perché anche il
suo mezzo Governo amico, da Grillo a Di Maio, poi, nel momento in cui contava,
l'hanno abbandonata. I giochi sono andati ad est di Milano, dove forse i rapporti con
Roma sono più forti, più pesanti, e io già da subito dissi: "Perché non possiamo invece
spostare il baricentro più ad ovest di Milano", perché davvero quella poteva essere
un'opportunità grossa, un hub importante anche da gestire con la città lombarda e noi
bilanciare…, in fondo il brand: "Torino città Olimpica", lo avevamo già venduto, ma
invece consorziarsi ed essere noi il baricentro tra Milano e le Valli Olimpiche poteva
essere un'opportunità, che però andava perseguita fin dall'inizio, andava capita, colta, e
cercata di seguire. E meno male che lei, Appendino, doveva essere la Sindaca a misura
di giovani, la Sindaca piena di opportunità per il futuro, temo invece che rischiamo un
triste isolamento nel nostro angolo nord-occidentale e saremo sempre più periferia di
Milano, periferia dell'Europa e non credo che essere periferia in questo modo fosse
proprio quello che si intendeva quando in campagna elettorale lei citava l'attenzione alle
periferie. Torino oggi è un po' più piccola, ma non perché abbiamo perso le Olimpiadi,
credo che sia un po' più piccola perché sa di non poter contare sulla capacità di questa
Amministrazione di avere una progettazione e una progettualità e una capacità di
visione per il suo futuro.

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