Interventi |
APPENDINO Chiara (Sindaca) Grazie, Presidente. Ringrazio i Consiglieri e le Consigliere per l'interpellanza, mi permette di ripercorrere un po' le tappe di questa vicenda. Sicuramente tutti ricorderemo la scadenza del 31 marzo 2018 che, come previsto peraltro dalle linee guida definite dal CIO, ed eseguite dal CONI, chiedevano, sostanzialmente, alle città di mandare una manifestazione di interesse entro tale scadenza, e così la Città ha fatto. C'è stata poi una delibera di Giunta conseguente e in seguito, insieme agli altri Comuni che erano evidentemente interessati dalla candidatura, abbiamo lavorato per produrre quello che era, sostanzialmente, il nostro modello di Olimpiadi e il dossier con cui poi ci siamo presentati rispettando le scadenze definite dal CONI. Ricordo bene, anche visto il dibattito che è stato fatto in quest'Aula, quali erano i presupposti che ci hanno accompagnato nel definire questa ipotesi di dossier Olimpico, quindi di candidatura. Ricordo il dibattito che era stato fatto qui, anche in quest'Aula, più volte, in cui si poneva al centro la questione che poteva essere un'occasione, io l'ho detto più volte, lo ribadisco sia qui, sia in Città Metropolitana, sia in pubblico, per, come dire, riprendere in mano quella che era stata la gestione del post Olimpico, che in parte aveva funzionato, e in parte no, poteva essere l'occasione di utilizzare un modello alternativo, quindi che recuperava sostanzialmente gli impianti, quindi permetteva di procedere con un grande evento a un basso costo, non solo dal punto di vista economico, ma anche dal punto di vista ambientale. Ricordo bene che abbiamo discusso più volte in quest'Aula rispetto al fatto che poteva essere un'opportunità per riqualificare alcune aree della nostra città, penso al dibattito su Torino Nord che vedeva Thyssen e Manifattura Tabacchi anche in parte in contrapposizione rispetto alla possibilità di un Villaggio Olimpico, o la parte, ovviamente, invece di Torino Sud, penso proprio qui alla gestione del post Olimpico e cosa rappresentavano le palazzine del MOI, che sono abbandonate, su cui stiamo intervenendo in questo momento grazie all'aiuto di molti soggetti, da, ovviamente, la Prefettura, alla Regione, alla Città Metropolitana, alla Diocesi, al Ministero. Alla luce di questa discussione, con qualche difficoltà, lo ammetto, anche con un dibattito molto serrato, con alcune perplessità che sono state poste più volte, si era deciso di procedere con questo modello, che, dal mio punto di vista, lo ribadisco, continuo a dirlo, poteva essere un'occasione per il Paese per dimostrare che effettivamente se si vuole fare un grande evento così impegnativo come sono Olimpiadi, lo si può fare a basso costo riutilizzando e non cementificando, quindi anche a basso costo ambientale. E con questo spirito noi ci siamo candidati rispetto a quello che era sostanzialmente la possibilità di percorrere e di vincere un'eventuale candidatura per le Olimpiadi Invernali. Eravamo evidentemente l'unica Città, con le sua Valli Olimpiche, che poteva presentare queste carte. Quindi in quest'ottica, ribadisco, abbiamo rispettato i tempi, abbiamo inviato sostanzialmente quello che era il dossier, poi ricordiamo benissimo, ci fu una discussione in Aula, che il 12 luglio il CONI deliberò, sostanzialmente, una serie di provvedimenti a cui dovevamo adempiere, tra cui c'era un tema che io personalmente non ho mai condiviso nella sostanza, nel merito, di cui abbiamo anche dibattuto in Aula, che era peraltro un indirizzo del Governo, e cioè di creare sinergie tra i territori. Questo era all'interno della delibera, sostanzialmente, del CONI, che prevedeva e chiedeva ai Comuni, in tal senso, di procedere con una serie di adempimenti, tra cui anche una delibera di Consiglio. Nel frattempo sono iniziate le audizioni, per cui, ovviamente, l'Assessore Finardi e anche altri interlocutori, tra cui anche altri Sindaci, hanno iniziato a interloquire con il CONI, alla luce dei tre dossier, perché ricordiamoci che in realtà il CONI e il CIO chiesero alle città di proporre dei modelli singolarmente, quindi c'è stato chiesto di costruire un nostro modello Olimpico, su cui noi ovviamente ci siamo messi al lavoro, e anche in quelle sedi più volte abbiamo ribadito che, sostanzialmente, noi ritenevamo che il modello Torino e le sue Valli fosse il modello vincente per i motivi che ho detto più volte, in cui continuo a credere. Arriviamo quindi al 31 luglio, dove viene chiesto, peraltro siamo stati convocati in quella sede, se non ricordo male, io e il Presidente Chiamparino, e sostanzialmente ci viene proposto, per la prima volta, in modo formale, di procedere con una candidatura unica, quindi che vedeva Cortina, Milano e Torino insieme. Ricordo, come ho detto più volte, quindi non dico nulla di nuovo, anche perché c'è stato un grandissimo dibattito pubblico sulla vicenda, che in quella sede non c'è mai stato presentato, mai, e dico mai, prima ovviamente della decisione definitiva, uno studio di fattibilità, un'analisi costi benefici, ma anche solo i dettagli di cosa fosse quest'operazione a tre, motivo per cui, per grande rispetto istituzionale, ho deciso, peraltro alla luce delle 24 ore che erano state concesse a me, in prima persona, di rispondere alla lettera del CONI in cui chiedeva una disponibilità rispetto a un'Olimpiade a tre, quindi ho risposto in quella lettera, che è stata diffusa a mezzo stampa, quindi non dico nulla di nuovo, che per quanto mi riguardava quel modello non mi convinceva, ma per rispetto istituzionale, e anche credo sia doveroso farlo, avevo intenzione di comprendere, vedere le carte e capire quale fosse questa tipologia di candidatura, e con questo spirito mi sono seduta al tavolo e sono percorsi, sostanzialmente, circa due mesi. Purtroppo le criticità che ho più volte sollevato, sia in sede pubblica, sia in sede di incontri, quindi con CONI e anche con altri soggetti, non sono mai state risolte, cioè penso al fatto di come e quale fosse il costo di questo dossier a tre; penso a quale fosse il costo ambientale di questo dossier a 3; penso al fatto di come si potesse gestire un evento su un'area così ampia; penso al fatto che la dislocazione delle gare non era assolutamente soddisfacente; penso al fatto che rispetto al nostro modello non c'era nessuna trasformazione urbanistica, sostanzialmente, che sarebbe in qualche modo partita; penso al fatto che non ci fosse nessuna trasparenza su chi finanziasse che cosa e chi si prendesse i costi, quindi gestisse questo evento nell'iter e arriviamo quindi al venerdì ore 18.00, in cui mi viene mandata, sostanzialmente, una bozza di Protocollo d'Intesa in cui nessuno dei nodi politici era sciolto da parte del Sottosegretario Giorgetti, e mi si chiede entro lunedì di rispondere. Ora, lunedì io rispondo con una lettera in cui allego gli atti formali che c'erano, quindi la delibera approvata dal Consiglio Comunale e la lettera che era stata inviata al CONI. Ne consegue che il Governo dichiara a mezzo stampa, e non solo in sede, come dire, ufficiale, ovviamente a Roma, che non ci sarebbe stato il finanziamento dello Stato rispetto all'evento Olimpico. Questi sono i fatti. Ora, io credo, l'ho detto più volte in quest'Aula, l'ho detto anche in tante altre occasioni, io ho detto più volte e continuo a sostenere che l'evento Olimpico può essere un'occasione, l'ho detto qui, l'ho ribadito in tutti questi mesi, per essere un'occasione però deve essere, come dire, un progetto in cui i costi, ribadisco, sono minori delle opportunità e quando parlo di costi intendono non solo, ovviamente, l'investimento iniziale, ma intendo il ritorno per il territorio, intendo il modello in cui possiamo credere o non credere, intendo il fatto che il modello a tre, per quanto mi riguarda, non era assolutamente convincente, e aggiungo che in questi due mesi che sono passati io ho cercato di chiedere chiarezza rispetto a una serie di fattori perché io ritengo, ma credo di poter essere…, poi si può condividere, o non condividere, che un'Amministrazione seria non possa intraprendere un percorso così impegnativo, come può essere la gestione di un evento Olimpico, senza avere certezza su tutta una serie di elementi, perché, guardate, lo sappiamo bene, un evento di questo tipo ha sicuramente dei ritorni, e ce li ha, ma sicuramente anche dei costi. Allora io credo che tutti gli elementi di incertezza legati a questo evento Olimpico a tre, di cui io, personalmente, l'ho detto più volte, non ne faccio mistero, in tutte le sedi, non ne condivido sostanzialmente la ratio, però che questo evento a tre non sono stati assolutamente sciolti i nodi. Allora, un'Amministrazione seria va a vedere le carte, che è il motivo per cui mi sono presa responsabilità, sì, di dire: "Voglio vedere e voglio provare a partecipare", ma nel momento in cui non ci sono le condizioni, se quelle condizioni non ci sono, si assume la responsabilità di alcune scelte. Allora, se Torino avesse potuto, e ci abbiamo provato fino in fondo, portare avanti un evento Olimpico da sola, e se effettivamente quel modello Olimpico poteva basarsi sul riuso, il recupero, il riutilizzo, e un impatto ambientale molto più basso rispetto a un evento a tre, ribadisco, dove non si capisce neanche ancora, sul modello a tre, poi è diventato un modello a due, chi finanzia, come viene finanziato, come pensano di collegare le aree, come pensano di gestire, ad esempio, le Medals Plaza, tre Medals Plaza, tre Casa Canada, cioè, è veramente complicato, chi ha fatto le Olimpiadi lo sa, soprattutto chi ha il know-how rispetto alle Olimpiadi lo sa, bene, quel modello lì, dal mio punto i vista, non era credibile, e a me dispiace, lo ribadisco, l'ho detto più volte, che non si sia voluto, non si sia voluto, invece intraprendere una strada che sarebbe stata, per la prima volta in Italia, il caso di un'Olimpiade dove, oggettivamente, le facevi dove era già stato fatto, perfettamente in coerenza con il principio di legacy del CIO. Quindi il percorso che ha fatto la Città è stato coerente sin dall'inizio; poi il dibattito politico c'è stato anche qui, in quest'Aula, qualcuno può legittimamente pensare, io la rispetto come opinione politica, che sia meglio fare un'Olimpiade condividendo con altre città, che sia meglio fare un'Olimpiade con dei rischi finanziari, perché non è chiaro il quadro, che sia meglio fare un'Olimpiade diffusa sul territorio, lo comprendo, io non lo condivido, ma lo comprendo, oppure si può pensare invece che sia più giusto e più corretto andare avanti su un modello, e insistere su un modello, cosa che io ho fatto, che peraltro era anche l'indirizzo del Consiglio, c'era stato questo dibattito anche qui, rispetto a un modello che provasse ad avere meno impatto ambientale ed economico. Questa è la strada che noi abbiamo scelto e che io ho scelto assumendomene la responsabilità, ma il dibattito politico è lì, peraltro si era anche visto, devo dire, in Consiglio Comunale quando abbiamo dibattuto e bocciato un emendamento che prevedeva invece di creare sinergie. Quello è il punto politico. Io rispetto chi la pensa diversamente, chi pensa che fosse opportuno intraprendere la strada delle Olimpiadi a tre; non lo condivido, ma lo rispetto, però questa città, dal primo momento, dal poter mandare quella manifestazione di interesse, ha tentato in tutti i modi, in tutti i modi, con i Comuni Olimpici di portare avanti un modello in cui credeva, e su questo non ha mai mollato. Poi, ribadisco, massimo rispetto per opinioni diverse dal punto di vista politico e anche di visione di grandi eventi, massimo rispetto, ma è diverso dal dire che non si è provato a portare a casa la partita, dipende qual era la partita che volevi portare a casa. Io, personalmente ho giocato sin dall'inizio per cercare di portare avanti quella che era l'Olimpiade di Torino che si basava su principi diversi dalle Olimpiadi a tre. Non so cosa accadrà, non è ancora chiaro, devo dire, se il Governo stanzierà le risorse, oppure no, capite che anche in un contesto di non stanziamento di risorse è molto complicato portare avanti un modello dove in Lombardia e Veneto si stanno ponendo delle Regioni che legittimamente dicono di poter stanziare le risorse, di poter contare su, come dire, una forte spinta imprenditoriale del territorio, mentre dall'altra parte noi abbiamo una situazione, parlo, ovviamente, di Enti, quindi di capacità di finanziare come Comune, come Regione, che è assoluta diversa rispetto alla Lombardia e Veneto. È un peccato, sicuramente sì, è un peccato, per quanto mi riguarda, che Torino sia lì candidata con le sue Valli,;per me sì, è un peccato, però abbiamo giocato la partita come potevamo e fino in fondo. Grazie. APPENDINO Chiara (Sindaca) In realtà, velocemente, anche perché mi sembra che le cose che abbiamo detto oggi in quest'Aula sono esattamente le stesse cose che abbiamo detto quando abbiamo discusso la delibera consiliare, su cui legittimamente ci siamo espressi, ciascuno secondo indicazioni, e peraltro, dire oggi che la candidatura, come dire, è saltata perché non abbiamo accettato un emendamento delle Minoranze, ma in realtà l'emendamento più forte delle Minoranze - come giustamente è stato ricordato dal Capogruppo Lo Russo - era proprio sul tema, cioè della posizione politica diversa rispetto a un evento Olimpico diffuso sul territorio, concentrato su un territorio. Io oggi ho chiarissima qual è la posizione della Maggioranza su questo punto, che peraltro condivido; non mi è chiarissima, onestamente, però, sicuramente, perché non l'ho percepito io, perché ci sono probabilmente, anche, come dire, credo, in modo legittimo, sfumature diverse, qual è la posizione di tutte le Minoranze. In Consiglio Metropolitano, la Consigliera Canalis sicuramente se lo ricorda, addirittura mi è stato detto che avrei dovuto non accettare la candidatura a tre, ritirare, praticamente, Torino prima, ma capisco, è un processo molto complesso. Quindi io rivendico semplicemente - poi tutte le critiche sono sempre accette, politiche - il fatto che abbiamo, ribadisco, corso per un risultato sicuramente difficile. Io, come dire, non mi pento di averci provato, poi uno poteva anche fare una valutazione di opportunità, e dire: "Ci giochiamo delle carte dove sicuramente non partivamo vincitori", lo sappiamo benissimo, ricordiamoci quante volte in quest'Aula lo abbiamo detto, l'ha rivendicato anche Sala personalmente, quindi, voglio dire, credo che avesse tutto il modo di dirlo, lo avesse detto in modo trasparente che Milano aveva iniziato a lavorare molto prima di Torino, quindi anche in accordo col CONI.. Quindi noi ci siamo inseriti in un percorso che era partito dove probabilmente si puntava su un'altra città. Abbiamo giocato, ribadisco, fino in fondo, con tutte le nostre forze; Torino non è riuscita a portare a casa la candidatura da sola, con le sue Valli, ma, ritorno a dire che il dibattito politico, più che su un metodo, dal mio punto di vista, per carità, io mi assumo sempre la responsabilità di quello che avviene in questa città, e lo ribadisco anche su questa candidatura, però, più che questione di metodo, il tema, ribadisco, è sempre il merito, è sempre lo stesso nodo che discutiamo qui, cioè: è vero che la città e i torinesi all'85% volevano le Olimpiadi, io l'ho sempre detto e lo ribadisco, non sono altrettanto convinta, ma questo non è, come dire, il motivo per cui ho fatto una certa scelta, che tutti quei torinesi vorrebbero le Olimpiadi a tre, ma non è questo il punto, ovviamente, su cui uno decide, o non decide, qui non è il tema: hai scontentato il 15, quindi, hai accontentato l'85%; il tema è se una candidatura di quel tipo, che era totalmente diversa rispetto al percorso su cui noi abbiamo iniziato, fosse un'opportunità, oppure no, e quali fossero le condizioni. Aggiungo solo su…, anche perché, peraltro, Consigliere Morano, anche il Sindaco Sala aveva una delibera di Consiglio che poneva dei paletti. Cortina neanche aveva la delibera di Consiglio. Quindi, voglio dire, tutto il percorso che ha portato ad ottemperare a quanto aveva posto il CONI è svanito nel momento in cui il CONI ha proposto una candidatura a tre, che era ancora diversa rispetto quello che aveva deliberato il CONI stesso quando aveva chiesto alle città di farsi avanti. Quindi, voglio dire, è iniziata una seconda fase, evidentemente, anche su input del Governo, che io personalmente non ho condiviso, e non condivido, e l'ho detto anche pubblicamente, quindi non ho nulla da nascondere in quel senso. Solo due temi: a me dispiace che, come dire, si voglia anche strumentalizzare in senso, come dire, largo, questa vicenda, però, Consigliere Fassino, lei ha posto due esempi che proprio non stanno né in cielo, né in terra, perché sulla seconda Linea della Metropolitana - la invito anche a partecipare perché mi dicono che non c'era, alla Commissione del 25 ottobre , dove si affronterà il tema specifico - siamo assolutamente nei tempi rispetto al bando che voi avete iniziato e rispetteremo quei tempi, e con i risparmi, peraltro stiamo lavorando per partire con la fase 2. Quindi, mi si può fare una critica rispetto al fatto che abbiamo cambiato idea? Questa, legittima, politica, ma sul fatto che non si sta andando avanti, mi dispiace, la respingo al mittente, perché lo dicono gli atti, la stessa cosa la diceva il Vicesindaco sulle trasformazioni urbanistiche. Quindi, sicuramente si può fare un dibattito se Torino va avanti o non va avanti, però le assicuro che ha scelto due esempi che proprio mi sento di, come dire, assolutamente confutare, perché i fatti la smentiscano. Detto ciò, io mi auguro, appunto, che il Consiglio, le Commissioni, possano continuare a dibattere anche sui temi che sono stati posti in quest'Aula e ringrazio nuovamente tutti i Consiglieri e le Consigliere che sono intervenuti anche con, come dire, decisioni, o meglio, sensibilità politiche diverse, che poi, ribadisco, e su questo chiudo, mi sembra evidente che ci sia una parte di questo Consiglio che legittimamente, magari anche una parte della Maggioranza, sostenevano le Olimpiadi a tre; c'è chi, invece, non sosteneva le Olimpiadi a tre, e le Olimpiadi a uno, e su questo, sostanzialmente, si è giocata la partita. Grazie. |