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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 24 Settembre 2018 ore 14,00
Paragrafo n. 25
MOZIONE 2018-02040
(MOZIONE 52/2018) "CAMBIO DENOMINAZIONE RESIDENZA FITTIZIA PER I SENZA FISSA DIMORA, DA 'CASA COMUNALE' A 'VIA CASA COMUNALE - LIA VARESIO'" PRESENTATA IN DATA 25 MAGGIO 2018 - PRIMO FIRMATARIO LAVOLTA. [Testo coordinato]
Interventi
ARTESIO Eleonora
Dunque, io sono lieta che il Consiglio Comunale sia arrivato, lo vedremo
prossimamente con il voto, a determinare una posizione, seppur di maggioranza, non
unanime, nella direzione indicata dalla mozione. Vorrei fare soltanto due osservazioni,
spero non compromettendo il clima al quale si è pervenuti. La prima, cito la collega
Ferrero: "rendere complicate le cose facili", è esattamente però quello che è avvenuto in
tutto il tempo che è intercorso dalla presentazione della mozione al momento in cui la
mozione è pervenuta in Aula, perché io sono d'accordo sempre nel rispetto
dell'autonomia tecnica degli uffici, e mi sembra persino pleonastico che un
emendamento del Consiglio ricordi la distinzione dei ruoli tra l'indirizzo politico e
l'applicazione professionale e tecnica. Ma si sarebbe potuto comprendere facilmente con
un'adeguata consultazione nel tempo intercorso degli uffici anagrafici, degli uffici delle
politiche sociali, quali potranno essere le eventuali operazioni di carattere formale che
dovranno essere adottate dalle strutture e quali debbano essere i tempi intermedi di
latenza tra la vecchia determinazione e definizione e la nuova definizione che
arriveremo ad assumere questa sera. Quindi, mi sembra che l'ufficio complicazioni
affari semplici abbia agito al posto nostro, al posto delle intenzioni dei presentatori di
questa mozione. Comunque, con tutta l'adeguata definizione di tempi e di modi che gli
uffici verificheranno, sono lieta che si arrivi a questa soluzione. La seconda questione è
invece una questione di carattere, chiamiamolo più squisitamente culturale, rispetto alla
presunta contrapposizione tra particolare e generale che veniva sollecitata prima
dall'intervento della consigliera Ferrero, vale a dire, che riferire il ricordo di Lia Varesio
esclusivamente alla tematica delle persone senza fissa dimora sia una diminutio della
necessità che l'intera comunità, cioè tutta la città, sia corresponsabilizzata rispetto alle
questioni delle persone più vulnerabili e a rischio di emarginazione, quali le persone
senza fissa dimora. Io non oso immaginare, avendola conosciuta, cosa direbbe Lia
Varesio se fosse nelle condizioni di assistere alla nostra discussione oggi, perché tutto di
Lia si potrebbe dire, meno delle piccole cose, anche silenziose, Consigliera Ferrero,
perché urlava. Quanto la Lia Varesio nel suo fisico minuto, quanto urlava Lia Varesio, e
soprattutto quanto urlava per rendere di tutti un problema di pochi, a cominciare dalla
scelta di vita fatta nell'abbandonare un'attività professionale remunerata e riconosciuta,
quale quella del servizio sociale all'interno della più grande industria della città di
Torino, per venire a lavorare, su chiamata del sindaco Novelli, a costituire, appunto,
l'ufficio dei senza fissa dimora. Quindi vorrei ricordare questo, si possono avere tutte le
valutazioni, tutti gli orientamenti, ma rispettando anche le modalità con le quali le
persone che vogliamo ricordare hanno condotto la propria vita, il proprio impegno
civico, la propria competenza professionale, perché si tratta non soltanto di valorizzare
una disponibilità d'animo e un atteggiamento solidaristico compiuto nei gesti e nella
vita, ma anche di valorizzare una competenza tecnica che è stata introdotta cambiando
profondamente l'organizzazione degli uffici che non prevedevano al loro interno questa
particolare dedizione, questa particolare attenzione e attraverso la costituzione di
quell'ufficio e di quel ruolo di Lia Varesio, hanno contaminato tutta la politica
dell'Amministrazione Comunale verso l'attenzione alle fasce deboli. Quindi, pur
avendo, in qualche modo, nella soluzione di mediare, caldeggiato anche presso il primo
firmatario l'eventuale possibilità di una subordinata, laddove la Maggioranza non si
fosse orientata in questa direzione, mi fa piacere, da un lato, che il Consigliere Lavolta
abbia tenuto la posizione, che tenendo la posizione si siano trovate le mediazioni
necessarie, ma mi premeva anche sottolineare che c'è stata una forte caratterizzazione
dell'impegno politico di Lia Varesio, che era esattamente quello per il quale occuparsi
degli ultimi non significa occuparsi delle condizioni di marginalità, ma significa
occuparsi delle condizioni generali, perché le marginalità si possono prevenire. Quindi,
questa contrapposizione tra particolare e generale è quella che mi ha ridotto ad
intervenire, rispettando le sensibilità specifiche, ma anche accogliendo con questo
spirito l'intenzione che il Consiglio vorrà adottare con il voto.

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