Interventi |
SCHELLINO Sonia (Assessora) Allora, dottoressa, abbiamo dedicato una certa di quantità di Commissioni Consiliari a questo tema; le cose che ha letto il Vicesindaca Montanari sono state illustrate, discusse, come giustamente ha detto lei, ho rilasciato parecchie interviste e la risposta è sempre quella. Se la sua intenzione è quella di portarmi all'esasperazione le comunico che non ce la farà perché la risposta è quella, le persone non vengono prese per i capelli, forzate e rinchiuse in luoghi dove non vogliono andare. Questo è quello che viene fatto da quest'Amministrazione, dalle Amministrazioni precedenti e da tutte le Amministrazioni che non abbiano un atteggiamento persecutorio diciamo di tipo carcerario nei confronti delle persone. Mi permetto di esasperare anche io un po' i toni così almeno per una volta lo faccio anche io. Le persone di piazza San Carlo a cui lei fa riferimento, non racconto niente di privato perché lo hanno scritto i giornali, erano due persone, una delle quali un uomo in tutela all'ASL, quindi il tutore per una volta non ero nemmeno io, ma era l'ASL, quindi il tutore si è premurato, insieme all'attività dei servizi sociali, di occuparsi di queste persone. La Città ha fatto un intervento di primo soccorso dando ospitalità all'interno del dormitorio, ma non era una soluzione definitiva perché si tratta di persone in carico ai Sert e che quindi vengono prese in carico dall'ASL in quanto organo competente che ha trovato una collocazione all'interno di una comunità per persone con tossicodipendenze e giusto questa mattina che ho incontrato per altre cose il direttore dell'ASL mi comunicava la soddisfazione di aver trovato una comunità per coppie, che come certamente lei sa non esistono praticamente più, non esistono comunità che accolgono una coppia, ma ci sono comunità maschili e comunità femminili ed è la ragione per cui queste persone in altre occasioni hanno ricevuto l'offerta di andare in comunità, ma separatamente, loro si rifiutavano e rimanevano in strada. Questa volta l'organo competente a trovare la comunità, cioè il suo tutore, ha trovato la comunità che ha accettato le due persone e loro, probabilmente anche un po' sollecitate dall'attenzione mediatica che hanno ricevuto, forse anche un po' scocciate ed infastidite di essere tutti i giorni con qualcuno che gli chiedeva: "Ma perché non vai in comunità? Ma perché stai...?", hanno accettato questa soluzione che speriamo sia anche l'inizio di un cammino verso il recupero dalla loro situazione non solo di marginalità, ma anche di dipendenza. Non tutte le persone che sono in strada sono ovviamente soggette a dipendenza, ma ce n'è un certo numero e dopodiché le confermo che se offriglielo oggi, offriglielo domani le persone non si vogliono spostare, continueremo ad offrirglielo, continueremo a fare delle azioni sempre più integrate con il Terzo Settore, con tutti coloro..., volontariato, con chiunque voglia lavorare insieme ai servizi, ma sicuramente non verranno prese a manganellate per portarle al dormitorio. Questa è una cosa che non facciamo di sicuro. Per quanto riguarda il gruppo di persone oggetto dell'interpellanza, nemmeno durante l'apertura straordinaria del dormitorio fatto a Porta Susa durante il periodo di massimo freddo hanno accettato di entrare, gli è stato offerto più volte, ma hanno detto sempre no e quindi ribadisco se uno ti dice di no ci provi in tutti i modi, ma non lo prendi con la forza. |