Interventi |
ARTESIO Eleonora Anch'io sottolineo, come hanno fatto i colleghi precedenti, non tanto il valore della continuità, quanto il valore della conservazione della destinazione sociale di questi immobili, per due ragioni, stiamo parlando di patrimoni che sono pervenuti alla competenza dell'Amministrazione comunale in seguito a trasferimenti patrimoniali, anche da parte di altri Enti, come nel caso della Provincia di Torino, e in funzione di una eredità storica di esercizio di attività assistenziali. Quindi, a fronte della difficoltà che abbiamo incontrato nel tempo, anche con questa Giunta, a rilevare come questi patrimoni vengano conservati per le finalità originarie, loro, o il loro valore economico, a proposito, ad esempio, di tutte le situazioni IPAB, il fatto che qua si verifichi una conferma della destinazione sociale, non può che essere un elemento di apprezzamento. In merito alla modalità operativa esiste, come mi pare, evidente a qualunque lettore dell'atto deliberativo, un problema di equilibrio tra la necessità di remunerare il capitale dell'eventuale candidato, e quindi comprendere quale tipo di investimento originario venga richiesto ai candidati rispetto a questo strumento di Avviso Pubblico, e la necessità conseguente di consentire un tempo di recupero sufficiente. Effettivamente il periodo che viene contemplato all'interno di questo atto deliberativo, vale a dire la costituzione di una proprietà superficiaria di diritto di superficie settantennale, è un periodo di grande astensione temporale ed è un periodo di grande estensione temporale all'interno del quale non ci vuole, evidentemente, la sfera di cristallo per comprendere l'evoluzione e il cambiamento dei bisogni sociali. In modo particolare, quello che è considerato, e io condivido, un valore, cioè aver introdotto all'interno di questo atto deliberativo, per la quota parte destinata alla risposta dell'emergenza abitativa, anche dei parametri di carattere tariffario e per la quota parte che è invece riferita all'accoglienza di persone in difficoltà, ma non in carico e quindi definire canoni di locazione che siano compatibili con fasce e famiglie che non possono stare sul mercato, è sicuramente un'attenzione sociale da sottolineare. Sottolineo, però anche, che le modalità con le quali l'Amministrazione riserva la propria possibilità di discutere la convenzione in atto, è quella di un periodo molto lungo di tempo, se non mi sbaglio, parliamo di una possibilità di ridiscussione della convenzione in atto, pensando ai parametri di questa convenzione, ogni tre anni a partire dal primo decennio della concessione stessa e questo, evidentemente, è un lasso di tempo molto lungo rispetto al quale si può presumere che il soggetto titolare del diritto di superficie, avrà sicuramente, nell'ambito dell'applicazione della delibera, una grande autonomia nel determinare i livelli della compatibilità economica, dell'investimento originario, delle modalità con le quali recluterà i diversi utilizzatori. Quindi, da questo punto di vista, io mi associo alla sottolineatura positiva della scelta di conservazione delle finalità e anche del tentativo di controllare l'esercizio di queste finalità. Esprimo qualche riserva, rispetto al fatto che le modalità di relazione tra proprietario, Amministrazione Comunale e titolare pro tempore della concessione superficiaria, sono molto dilatate nel tempo e quindi non sono così a garanzia degli obiettivi sociali che si vogliono raggiungere. Comunque, trattandosi di, come dire, di espressione di una preoccupazione, che al momento non può essere dimostrata, anch'io mi associo al voto favorevole sulla deliberazione. |