Interventi |
LAPIETRA Maria (Assessora) Sì, in questa interpellanza si parla ancora una volta, qui in Consiglio Comunale, degli stalli riservati per persone con disabilità, degli stalli ad personam. Nell'interpellanza in particolare si tratta di un caso specifico di una persona, caso specifico che è stato risolto in data 28 giugno, quindi non vorrei parlare del caso specifico, ma vorrei parlare ancora una volta, mi sembra giusto rifarlo, di quanto riguarda gli stalli ad personam. Non tutte le città hanno le stesse normative e non tutte le città dedicano alle persone con disabilità degli stalli ad personam; Torino sì, Torino lo fa dal 2003, è stata rivista proprio la delibera, abbiamo chiesto anche questo ad ANCI di fare un lavoro univoco per riuscire ad avere almeno nelle grandi città la stessa normativa che riguarda anche gli stalli ad personam come tante altre questioni legate alla mobilità e al trasporto di persone con difficoltà. Cosa dice questa delibera? Appunto diceva nel 2003 e quindi diceva che tutte le persone che hanno un'autovettura propria o la patente di guida e che quindi utilizzano l'auto tutti i giorni e hanno delle disabilità hanno diritto ad avere lo stallo sotto casa dedicato a loro e tutte le persone che per motivi di lavoro o di salute si recavano - adesso non mi ricordo il numero - comunque tot volte al mese per motivi quindi di lavoro o di salute una decina di volte, si mi ricordavo, più o meno tali, potevano avere lo stallo dedicato. Negli anni precedenti, quindi prima che arrivassimo noi con la precedente Giunta anche lì un caso singolo, perché poi in realtà i casi singoli fanno parlare però poi non risolvono il problema, un caso singolo portato sempre da una ragazza ha portato alla precedente Giunta il problema e cioè questa ragazza diceva: "Io non vado a lavoro, non vado per motivi di salute 10 volte all'ospedale, ma ho diritto di andare al cinema se voglio, ai giardinetti, al parco, se voglio fare un giro anche io ho diritto alla mobilità". Giustissimo. Quindi la Giunta precedente alla nostra prese una decisione, cambiò questa delibera dicendo: "Togliamo il vincolo dell'uscita delle 10 volte al mese per motivi di salute o di lavoro, ma introduciamo un vincolo in più e cioè che chi accompagna questa persona, quindi chi è munito di patente e di autovettura deve risiedere con la persona disabile". Questo è stato cambiato, questa delibera, ad aprile, è stata resa attuativa da aprile 2016, io sono arrivata a luglio, quindi hanno incominciato a togliere i primi stalli ad personam quando sono arrivata io scatenando l'inferno perché molte persone con disabilità incominciarono a dirmi: "Ma come, io ho cercato l'indipendenza, vivo da solo, magari i miei parenti hanno comprato casa vicino a me pur di starmi vicino, ma non vivere con me e adesso non abbiamo più diritto allo stallo", quindi si è aperto di nuovo un discorso molto complesso che però, ripeto, non abbiamo cercato di risolvere col caso personale perché se no non ne uscivamo, ma con le associazioni delle persone con disabilità. Quindi al tavolo delle persone con disabilità, che non era ancora allora un tavolo di concertazione, ma era il tavolo che avevo ereditato dalla precedente Amministrazione, abbiamo esacerbato il problema; ci abbiamo messo mesi e mesi per cercare una soluzione perché non è facile perché o si dà a tutti, ed è impossibile per problemi di spazi, o si dovrà trovare una soluzione. Quindi la soluzione che è stata trovata quindi a ..., adesso non mi ricordo esattamente quando, ma nel 2017, abbiamo trovato la soluzione di dire quindi togliamo il vincolo di recarsi per forza in un ospedale o comunque a lavoro 10 giorni, chi ha l'auto propria di proprietà ha diritto ad avere lo stallo ad personam, chi ha un parente che vive con la persona con disabilità ha diritto ad avere uno stallo ad personam; le persone che vengono accompagnate, quindi occasionalmente, ma anche tutti i giorni da qualche parente o qualche amico hanno diritto ad avere uno stallo in prossimità, quindi in delibera abbiamo scritto meno di 50 metri dalla porta di casa, ma è uno stallo libero; deve essere libero perché il parente, e qui parliamo sempre anche della coscienza di tutti, e quindi il parente che va, porta o va a prendere una persona con disabilità non deve stallare lì, deve usarlo semplicemente per andare ad accompagnare o a prendere. Poi io vi racconto sempre i casi che sono successi a me, ci sono due fratelli che mi hanno chiesto due stalli generici sotto casa perché avevano la madre disabile, questo ve l'ho già raccontato tante volte, quindi gli abusi che si hanno per quanto riguarda gli stalli e anche questi abusi stiamo cercando di risolvere, e ve l'ho detto anche l'altra volta in Consiglio, e anche qui facendo un lavoro con ANCI, col Ministero di avere un chip, chip on paper sui permessi europei di disabili ci aiuterà ad infrastrutturare i disabili con dei sensori per riuscire a verificare che veramente le persone che utilizzano gli stalli dei disabili abbiano diritto ad utilizzarli. Quindi miglioreremo di sicuro l'abuso di questi stalli, però ripeto tutto questo percorso che è stato fatto non è stato fatto dal giorno alla notte, è durato mesi con le varie associazioni e abbiamo trovato questa soluzione. LAPIETRA Maria (Assessora) Beh sì, innanzitutto vorrei correggere delle cose inesatte perché se no diamo una cattiva informazione; questa ragazza, di cui non volevo parlare perché, ripeto, è un caso particolare, fa parte di un progetto che si chiama, adesso non vorrei sbagliarmi, ma proprio ... "Vita indipendente", è stato detto a lei e ai genitori da subito che questo progetto di "Vita Indipendente" non sarebbe stato toccato dal fatto che un parente risiedeva insieme a lei oppure no, quindi non erano in correlazione e in contrapposizione, stallo ad personam e progetto "Vita indipendente". Quindi la ragazza continua il progetto di "Vita indipendente, continua ad essere erogato a lei l'assegno, mi sembra di 800 euro al mese, per portare avanti il suo progetto di vita indipendente. Questo è fondamentale dirlo in Consiglio perché se no si crea un po' di confusione. Altra cosa invece è il problema di non creare confusione invece proprio sugli stalli. Allora lei mi dice, se noi togliamo lo stallo ad personam poi gliene mettiamo uno generico da un'altra parte magari non nella stessa posizione, condizione lei ha bisogno di spazio per poter salire; giustissimo, ed è per questo che alle persone che avevano lo stallo ad personam e gli è stato tolto è stato semplicemente tolto il numero, ma rimane esattamente lo stesso stallo nella stessa posizione, quindi se lei mi dice, e veramente non facciamo polemica su questo se no non ne usciamo più, se lei mi dice in piazza della Repubblica tutti occupano gli stalli senza guardare, senza essere multati, senza nessuna attenzione verso gli altri, che ci sia scritto il numero della persona o no non è quello il problema. La ragazza continua ad avere lo stesso stallo nello stesso posto nelle stesse condizioni, semplicemente non ha quel numero. E perché non ha quel numero? Questo è un accordo anche con l'ASL perché il parente che ha le gambe, non ha difficoltà motorie, una volta che ha accompagnato ed è andato a prendere la persona con disabilità si sposta, si deve spostare, questo in tutta la città, in tutte le città perché gli accompagnatori si devono spostare dallo stallo. Le uniche persone che hanno diritto veramente in tutte le città allo stallo ad personam e la Città di Torino fa un passo di più, ma in tutte le città allo stallo ad personam ne hanno diritto quelli che hanno l'autovettura propria e la guidano perché io disabile che ho difficoltà motorie, che non riesco a fare 100 metri da solo senza un ausilio, devo riuscire a salire nella mia macchina perché non ho l'aiuto di un parente che può prendere un'auto da lontano, portarla sotto casa e venirmi a prendere. Quindi l'unica cosa su cui dobbiamo fare la lotta vera è che vengano invece sanzionate le persone che abusano ed occupano gli spazi gialli ed è per questo che dico quello che c'è da fare veramente è riuscire ad infrastrutturare la città con dei sensori che addirittura suonano se vengono utilizzati da persone non col tagliandino europeo delle disabilità. Questo è importante, per me, portare avanti. |