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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 23 Luglio 2018 ore 14,00
Paragrafo n. 3
INTERPELLANZA 2018-02741
"QUANDO PENSO CHE NON ? COS? LA CITT? CHE VORREI!" PRESENTATA IN DATA 29 GIUGNO 2018 - PRIMO FIRMATARIO MAGLIANO.
Interventi
LAPIETRA Maria (Assessora)
Sì, in questa interpellanza si parla ancora una volta, qui in Consiglio Comunale, degli
stalli riservati per persone con disabilità, degli stalli ad personam. Nell'interpellanza in
particolare si tratta di un caso specifico di una persona, caso specifico che è stato risolto
in data 28 giugno, quindi non vorrei parlare del caso specifico, ma vorrei parlare ancora
una volta, mi sembra giusto rifarlo, di quanto riguarda gli stalli ad personam. Non tutte
le città hanno le stesse normative e non tutte le città dedicano alle persone con disabilità
degli stalli ad personam; Torino sì, Torino lo fa dal 2003, è stata rivista proprio la
delibera, abbiamo chiesto anche questo ad ANCI di fare un lavoro univoco per riuscire
ad avere almeno nelle grandi città la stessa normativa che riguarda anche gli stalli ad
personam come tante altre questioni legate alla mobilità e al trasporto di persone con
difficoltà. Cosa dice questa delibera? Appunto diceva nel 2003 e quindi diceva che tutte
le persone che hanno un'autovettura propria o la patente di guida e che quindi utilizzano
l'auto tutti i giorni e hanno delle disabilità hanno diritto ad avere lo stallo sotto casa
dedicato a loro e tutte le persone che per motivi di lavoro o di salute si recavano -
adesso non mi ricordo il numero - comunque tot volte al mese per motivi quindi di
lavoro o di salute una decina di volte, si mi ricordavo, più o meno tali, potevano avere
lo stallo dedicato. Negli anni precedenti, quindi prima che arrivassimo noi con la
precedente Giunta anche lì un caso singolo, perché poi in realtà i casi singoli fanno
parlare però poi non risolvono il problema, un caso singolo portato sempre da una
ragazza ha portato alla precedente Giunta il problema e cioè questa ragazza diceva: "Io
non vado a lavoro, non vado per motivi di salute 10 volte all'ospedale, ma ho diritto di
andare al cinema se voglio, ai giardinetti, al parco, se voglio fare un giro anche io ho
diritto alla mobilità". Giustissimo. Quindi la Giunta precedente alla nostra prese una
decisione, cambiò questa delibera dicendo: "Togliamo il vincolo dell'uscita delle 10
volte al mese per motivi di salute o di lavoro, ma introduciamo un vincolo in più e cioè
che chi accompagna questa persona, quindi chi è munito di patente e di autovettura deve
risiedere con la persona disabile". Questo è stato cambiato, questa delibera, ad aprile, è
stata resa attuativa da aprile 2016, io sono arrivata a luglio, quindi hanno incominciato a
togliere i primi stalli ad personam quando sono arrivata io scatenando l'inferno perché
molte persone con disabilità incominciarono a dirmi: "Ma come, io ho cercato
l'indipendenza, vivo da solo, magari i miei parenti hanno comprato casa vicino a me pur
di starmi vicino, ma non vivere con me e adesso non abbiamo più diritto allo stallo",
quindi si è aperto di nuovo un discorso molto complesso che però, ripeto, non abbiamo
cercato di risolvere col caso personale perché se no non ne uscivamo, ma con le
associazioni delle persone con disabilità. Quindi al tavolo delle persone con disabilità,
che non era ancora allora un tavolo di concertazione, ma era il tavolo che avevo
ereditato dalla precedente Amministrazione, abbiamo esacerbato il problema; ci
abbiamo messo mesi e mesi per cercare una soluzione perché non è facile perché o si dà
a tutti, ed è impossibile per problemi di spazi, o si dovrà trovare una soluzione. Quindi
la soluzione che è stata trovata quindi a ..., adesso non mi ricordo esattamente quando,
ma nel 2017, abbiamo trovato la soluzione di dire quindi togliamo il vincolo di recarsi
per forza in un ospedale o comunque a lavoro 10 giorni, chi ha l'auto propria di
proprietà ha diritto ad avere lo stallo ad personam, chi ha un parente che vive con la
persona con disabilità ha diritto ad avere uno stallo ad personam; le persone che
vengono accompagnate, quindi occasionalmente, ma anche tutti i giorni da qualche
parente o qualche amico hanno diritto ad avere uno stallo in prossimità, quindi in
delibera abbiamo scritto meno di 50 metri dalla porta di casa, ma è uno stallo libero;
deve essere libero perché il parente, e qui parliamo sempre anche della coscienza di
tutti, e quindi il parente che va, porta o va a prendere una persona con disabilità non
deve stallare lì, deve usarlo semplicemente per andare ad accompagnare o a prendere.
Poi io vi racconto sempre i casi che sono successi a me, ci sono due fratelli che mi
hanno chiesto due stalli generici sotto casa perché avevano la madre disabile, questo ve
l'ho già raccontato tante volte, quindi gli abusi che si hanno per quanto riguarda gli
stalli e anche questi abusi stiamo cercando di risolvere, e ve l'ho detto anche l'altra
volta in Consiglio, e anche qui facendo un lavoro con ANCI, col Ministero di avere un
chip, chip on paper sui permessi europei di disabili ci aiuterà ad infrastrutturare i
disabili con dei sensori per riuscire a verificare che veramente le persone che utilizzano
gli stalli dei disabili abbiano diritto ad utilizzarli. Quindi miglioreremo di sicuro l'abuso
di questi stalli, però ripeto tutto questo percorso che è stato fatto non è stato fatto dal
giorno alla notte, è durato mesi con le varie associazioni e abbiamo trovato questa
soluzione.

LAPIETRA Maria (Assessora)
Beh sì, innanzitutto vorrei correggere delle cose inesatte perché se no diamo una cattiva
informazione; questa ragazza, di cui non volevo parlare perché, ripeto, è un caso
particolare, fa parte di un progetto che si chiama, adesso non vorrei sbagliarmi, ma
proprio ... "Vita indipendente", è stato detto a lei e ai genitori da subito che questo
progetto di "Vita Indipendente" non sarebbe stato toccato dal fatto che un parente
risiedeva insieme a lei oppure no, quindi non erano in correlazione e in
contrapposizione, stallo ad personam e progetto "Vita indipendente". Quindi la ragazza
continua il progetto di "Vita indipendente, continua ad essere erogato a lei l'assegno, mi
sembra di 800 euro al mese, per portare avanti il suo progetto di vita indipendente.
Questo è fondamentale dirlo in Consiglio perché se no si crea un po' di confusione.
Altra cosa invece è il problema di non creare confusione invece proprio sugli stalli.
Allora lei mi dice, se noi togliamo lo stallo ad personam poi gliene mettiamo uno
generico da un'altra parte magari non nella stessa posizione, condizione lei ha bisogno
di spazio per poter salire; giustissimo, ed è per questo che alle persone che avevano lo
stallo ad personam e gli è stato tolto è stato semplicemente tolto il numero, ma rimane
esattamente lo stesso stallo nella stessa posizione, quindi se lei mi dice, e veramente non
facciamo polemica su questo se no non ne usciamo più, se lei mi dice in piazza della
Repubblica tutti occupano gli stalli senza guardare, senza essere multati, senza nessuna
attenzione verso gli altri, che ci sia scritto il numero della persona o no non è quello il
problema. La ragazza continua ad avere lo stesso stallo nello stesso posto nelle stesse
condizioni, semplicemente non ha quel numero. E perché non ha quel numero? Questo è
un accordo anche con l'ASL perché il parente che ha le gambe, non ha difficoltà
motorie, una volta che ha accompagnato ed è andato a prendere la persona con disabilità
si sposta, si deve spostare, questo in tutta la città, in tutte le città perché gli
accompagnatori si devono spostare dallo stallo. Le uniche persone che hanno diritto
veramente in tutte le città allo stallo ad personam e la Città di Torino fa un passo di più,
ma in tutte le città allo stallo ad personam ne hanno diritto quelli che hanno
l'autovettura propria e la guidano perché io disabile che ho difficoltà motorie, che non
riesco a fare 100 metri da solo senza un ausilio, devo riuscire a salire nella mia
macchina perché non ho l'aiuto di un parente che può prendere un'auto da lontano,
portarla sotto casa e venirmi a prendere. Quindi l'unica cosa su cui dobbiamo fare la
lotta vera è che vengano invece sanzionate le persone che abusano ed occupano gli spazi
gialli ed è per questo che dico quello che c'è da fare veramente è riuscire ad
infrastrutturare la città con dei sensori che addirittura suonano se vengono utilizzati da
persone non col tagliandino europeo delle disabilità. Questo è importante, per me,
portare avanti.

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