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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 23 Luglio 2018 ore 14,00
Paragrafo n. 21

Verifica dello stato di attuazione della mozione mecc. 201703204 (MOZIONE N. 83/2017) "REPRESSIONE DEI CRIMINI DI ODIO" PRESENTATA DALLA CONSIGLIERA ARTESIO IN DATA 2 AGOSTO 2017
Interventi
GIUSTA Marco (Assessore)
Grazie, Presidente. Faccio la verifica, appunto, dell'attuazione di questo ordine del
giorno, del novembre del 2017, in cui ci sono due temi che, secondo me, sono
abbastanza rilevanti, uno, il tema del segnalato, che, in qualche maniera, faceva
riferimento a frequenti situazioni in cui erano regolarmente organizzate, sotto forma di
assemblee, o spontaneamente, proposte, si istiga la cittadinanza a reazioni dirette contro
i residenti dei campi rom e l'impegna è relativamente alla costituzione di uno sportello,
di un servizio, di un osservatorio sull'espressione di odio e istigazione alla
discriminazione rilevanti alla città, eventualmente di concerto e in coordinamento con
altre iniziative esistenti, o pubblico, o privato. Diciamo che la risposta a questa mozione
arriva con una specie di combinato disposto, che in qualche maniera vede, da un lato, la
non più assegnazione a organizzazioni che non si riconoscono all'interno dei valori della
costituzione degli spazi pubblici e questo è un tema; la seconda è anche le linee guida
che sono state messe dal Procuratore Capo Spataro che, appunto, definisce che i
magistrati tratteranno come prioritari tutti i procedimenti che riguardano reati di
discriminazione e odio etnico, nazionale, razziale e religioso, con rapide indagini
necessarie all'attuazione dei responsabili. In ultimo, il completamento quasi definitivo
del progetto G3 Plus che prevede, appunto, attraverso la valorizzazione di buone
pratiche individuate in Irlanda del Nord e in Finlandia, coniugate con l'approccio di
prossimità adottato dalla Polizia Municipale di Torino, a migliorare la capacità delle
Forze dell'Ordine, delle Istituzioni di reagire a crimini d'odio e di stampo razzista. Nei
mesi di febbraio e aprile si sono svolti a Torino i primi due moduli di informazione
coprogettazione. Al modulo di informazione dello scorso aprile hanno partecipato, oltre
le Forze dell'Ordine presenti e su questo, ci tengo a dirlo, Polizia Municipale, Polizia di
Stato, Polizia Penitenziaria, Guardia di Finanza, Carabinieri e Uffici del Pubblico
Ministero, anche diversi servizi comunali e realtà della società civile. Il 29 settembre
prossimo venturo, verrà fatto, invece, un lavoro molto interessante attraverso un
Community Events per permettere alle associazioni di comunità di incontrare le Forze
dell'Ordine, per definire insieme delle strategie e dei piani di azione. Il quartiere che è
stato individuato e che verrà anche oggetto di una prossima trattazione all'interno del
Consiglio è il quartiere Aurora, e quindi è un quartiere per molti motivi da mesi al
centro dell'attenzione pubblica e mediatica e in qualche modo hanno…, all'interno di
questo quartiere abbiamo analizzato che si sono creati e rafforzati dei processi di
diffidenza reciproca tra comunità e Forze dell'Ordine, xenofobia diffusa nei confronti
delle persone con aspetto migrante in sovrapposizione mediatica fra il fenomeno della
migrazione e quello della criminalità. Tutto questo non fa che limitare il discorso dei
crimini d'odio e, quindi, questo obiettivo che ci siamo posti, è quello di creare un
momento di dialogo facilitato tra le Forze dell'Ordine e le associazione di comunità
presenti sul territorio, per favorire la conoscenza reciproca e, importantissimo, lo
scambio di contatti, e facilitare l'emersione dei processi che rendono difficili i rapporti
tra le Forze dell'Ordine e le comunità e individuare, quindi, percorsi per la risoluzione
positiva degli stessi, partendo proprio da Aurora come esperienza pilota, da esportare
poi su un'altra città. L'ultimo pezzo che verrà poi implementato è la costituzione di una
rete tra diversi soggetti per il contrasto al razzismo. Quindi, il tema, diciamo così, che in
qualche maniera c'era stato indicato anche all'interno di questa mozione, è quello
proprio di arrivare alla costituzione di una rete che possa supportare, magari attraverso
anche l'apertura degli sportelli, oppure ci possiamo anche appoggiare ai nodi provinciali
della rete UNAR o anche ad articolazioni, diciamo così, dall'Osservatorio contro le
discriminazioni della Regione Piemonte. Ma per facilitare questo processo occorre
ristabilire, ricostruire, quella fiducia tra le comunità di riferimento e le Forze di Polizia,
per permettere la denuncia di questi crimini. Quindi, in questa direzione stiamo
lavorando per ricollegare, diciamo così, il territorio e le comunità, in attesa poi di avere
una rete stabile fissa sul territorio e magari l'apertura di sportelli o di iniziative
analoghe.

GIUSTA Marco (Assessore)
Lo spazio dove vengono denunciati i reati di odio e di razzismo sono quelli che vengono
presidiati dalle Forze dell'Ordine. Se non si costruisce un senso di dove poter andare,
dove poter essere accolti, alcuni episodi non verranno mai denunciati e non
emergeranno mai da un panorama, ecco, appunto. Questo è sviluppo di comunità
applicato a dei percorsi di procedura dove vengono, si può denunciare dei reati, dove si
costruiscono delle alleanze tra le Forze dell'Ordine e le comunità residenti sul territorio.
Questo, in qualche maniera, ci dà la possibilità di costruire quella risposta e costruisce
già quella risposta in cui le persone possono ottenere determinati risultati. Se a questo
vogliamo poi lanciare degli altri ragionamenti, delle altre progettualità, che vadano in un
percorso diverso sul tema, magari, dell'inclusione sociale, del contrasto al razzismo,
eccetera, anche attraverso delle campagne pubbliche, molto volentieri, però la mozione
chiedeva l'istituzione di un osservatorio e di spazi dove poter fare le denunce. Gli spazi
ci sono, sono le Caserme dei Vigili, sono le Caserme della Polizia e dei Carabinieri.
Non solo, racconto anche un altro pezzettino, nella costruzione di questo tema, ci siamo
resi conto che su alcune tematiche di formazione relativamente alla violenza di genere
alle persone con disabilità e ad altre tematiche, le formazioni che erano state fatte in
passato non hanno più quella presa, non hanno più quella capacità di incidere nella vita
delle persone. Anche per questo stiamo lavorando proprio per andare a ricostruire, a
riconnettere degli spazi dove le persone, nel momento in cui fanno la denuncia, sanno di
poter denunciare, sanno che quella denuncia avrà un risultato poi, da un punto di vista
procedurale, della magistratura, e sanno che non verranno mandate via solo perché
stanno denunciando delle cose per cui normalmente le persone cercano di minimizzare
determinati fatti accaduti. Questo io penso sia il lavoro assolutamente importante. Se la
Consigliera Artesio non è d'accordo su questo tema, mi spiace, però questo è il lavoro
che stiamo facendo e stiamo portando avanti, secondo me, con ottimi risultati.

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