Interventi |
GIUSTA Marco (Assessore) Grazie, Presidente. Faccio la verifica, appunto, dell'attuazione di questo ordine del giorno, del novembre del 2017, in cui ci sono due temi che, secondo me, sono abbastanza rilevanti, uno, il tema del segnalato, che, in qualche maniera, faceva riferimento a frequenti situazioni in cui erano regolarmente organizzate, sotto forma di assemblee, o spontaneamente, proposte, si istiga la cittadinanza a reazioni dirette contro i residenti dei campi rom e l'impegna è relativamente alla costituzione di uno sportello, di un servizio, di un osservatorio sull'espressione di odio e istigazione alla discriminazione rilevanti alla città, eventualmente di concerto e in coordinamento con altre iniziative esistenti, o pubblico, o privato. Diciamo che la risposta a questa mozione arriva con una specie di combinato disposto, che in qualche maniera vede, da un lato, la non più assegnazione a organizzazioni che non si riconoscono all'interno dei valori della costituzione degli spazi pubblici e questo è un tema; la seconda è anche le linee guida che sono state messe dal Procuratore Capo Spataro che, appunto, definisce che i magistrati tratteranno come prioritari tutti i procedimenti che riguardano reati di discriminazione e odio etnico, nazionale, razziale e religioso, con rapide indagini necessarie all'attuazione dei responsabili. In ultimo, il completamento quasi definitivo del progetto G3 Plus che prevede, appunto, attraverso la valorizzazione di buone pratiche individuate in Irlanda del Nord e in Finlandia, coniugate con l'approccio di prossimità adottato dalla Polizia Municipale di Torino, a migliorare la capacità delle Forze dell'Ordine, delle Istituzioni di reagire a crimini d'odio e di stampo razzista. Nei mesi di febbraio e aprile si sono svolti a Torino i primi due moduli di informazione coprogettazione. Al modulo di informazione dello scorso aprile hanno partecipato, oltre le Forze dell'Ordine presenti e su questo, ci tengo a dirlo, Polizia Municipale, Polizia di Stato, Polizia Penitenziaria, Guardia di Finanza, Carabinieri e Uffici del Pubblico Ministero, anche diversi servizi comunali e realtà della società civile. Il 29 settembre prossimo venturo, verrà fatto, invece, un lavoro molto interessante attraverso un Community Events per permettere alle associazioni di comunità di incontrare le Forze dell'Ordine, per definire insieme delle strategie e dei piani di azione. Il quartiere che è stato individuato e che verrà anche oggetto di una prossima trattazione all'interno del Consiglio è il quartiere Aurora, e quindi è un quartiere per molti motivi da mesi al centro dell'attenzione pubblica e mediatica e in qualche modo hanno…, all'interno di questo quartiere abbiamo analizzato che si sono creati e rafforzati dei processi di diffidenza reciproca tra comunità e Forze dell'Ordine, xenofobia diffusa nei confronti delle persone con aspetto migrante in sovrapposizione mediatica fra il fenomeno della migrazione e quello della criminalità. Tutto questo non fa che limitare il discorso dei crimini d'odio e, quindi, questo obiettivo che ci siamo posti, è quello di creare un momento di dialogo facilitato tra le Forze dell'Ordine e le associazione di comunità presenti sul territorio, per favorire la conoscenza reciproca e, importantissimo, lo scambio di contatti, e facilitare l'emersione dei processi che rendono difficili i rapporti tra le Forze dell'Ordine e le comunità e individuare, quindi, percorsi per la risoluzione positiva degli stessi, partendo proprio da Aurora come esperienza pilota, da esportare poi su un'altra città. L'ultimo pezzo che verrà poi implementato è la costituzione di una rete tra diversi soggetti per il contrasto al razzismo. Quindi, il tema, diciamo così, che in qualche maniera c'era stato indicato anche all'interno di questa mozione, è quello proprio di arrivare alla costituzione di una rete che possa supportare, magari attraverso anche l'apertura degli sportelli, oppure ci possiamo anche appoggiare ai nodi provinciali della rete UNAR o anche ad articolazioni, diciamo così, dall'Osservatorio contro le discriminazioni della Regione Piemonte. Ma per facilitare questo processo occorre ristabilire, ricostruire, quella fiducia tra le comunità di riferimento e le Forze di Polizia, per permettere la denuncia di questi crimini. Quindi, in questa direzione stiamo lavorando per ricollegare, diciamo così, il territorio e le comunità, in attesa poi di avere una rete stabile fissa sul territorio e magari l'apertura di sportelli o di iniziative analoghe. GIUSTA Marco (Assessore) Lo spazio dove vengono denunciati i reati di odio e di razzismo sono quelli che vengono presidiati dalle Forze dell'Ordine. Se non si costruisce un senso di dove poter andare, dove poter essere accolti, alcuni episodi non verranno mai denunciati e non emergeranno mai da un panorama, ecco, appunto. Questo è sviluppo di comunità applicato a dei percorsi di procedura dove vengono, si può denunciare dei reati, dove si costruiscono delle alleanze tra le Forze dell'Ordine e le comunità residenti sul territorio. Questo, in qualche maniera, ci dà la possibilità di costruire quella risposta e costruisce già quella risposta in cui le persone possono ottenere determinati risultati. Se a questo vogliamo poi lanciare degli altri ragionamenti, delle altre progettualità, che vadano in un percorso diverso sul tema, magari, dell'inclusione sociale, del contrasto al razzismo, eccetera, anche attraverso delle campagne pubbliche, molto volentieri, però la mozione chiedeva l'istituzione di un osservatorio e di spazi dove poter fare le denunce. Gli spazi ci sono, sono le Caserme dei Vigili, sono le Caserme della Polizia e dei Carabinieri. Non solo, racconto anche un altro pezzettino, nella costruzione di questo tema, ci siamo resi conto che su alcune tematiche di formazione relativamente alla violenza di genere alle persone con disabilità e ad altre tematiche, le formazioni che erano state fatte in passato non hanno più quella presa, non hanno più quella capacità di incidere nella vita delle persone. Anche per questo stiamo lavorando proprio per andare a ricostruire, a riconnettere degli spazi dove le persone, nel momento in cui fanno la denuncia, sanno di poter denunciare, sanno che quella denuncia avrà un risultato poi, da un punto di vista procedurale, della magistratura, e sanno che non verranno mandate via solo perché stanno denunciando delle cose per cui normalmente le persone cercano di minimizzare determinati fatti accaduti. Questo io penso sia il lavoro assolutamente importante. Se la Consigliera Artesio non è d'accordo su questo tema, mi spiace, però questo è il lavoro che stiamo facendo e stiamo portando avanti, secondo me, con ottimi risultati. |