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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 16 Luglio 2018 ore 14,00
Paragrafo n. 15
DELIBERAZIONE DI INIZIATIVA CONSILIARE 2018-03006
GIOCHI OLIMPICI E PARALIMPICI 2026.
Interventi
APPENDINO Chiara (Sindaca)
Grazie, Presidente. Ringrazio tutti i Consiglieri e le Consigliere che sono intervenute e
intervenuti. Lunedì scorso abbiamo fatto un lungo dibattito in quest'Aula, se non ricordo
male 4-5 ore assolutamente costruttive in cui, sostanzialmente, ci siamo confrontati. Io
anche in quella sede sono rimasta per tutto il tempo, com'è giusto che sia, e ricordo che
lunedì scorso in quest'Aula, sostanzialmente, tutti dicevamo, in particolare, devo dire, le
Minoranze, che i 12 punti su cui la Maggioranza, e non solo, si era spesa, erano
sostanzialmente condivisibili, cosa che mi sembra sia stata ripetuta anche oggi. La
delibera, sostanzialmente, riprende esattamente quanto era stato detto già lunedì scorso
anche dalla sottoscritta. Si parla di un'analisi costi-benefici, si parla di no sul debito
degli Enti Locali ma - permettetemi di dire, e qui in poi farò una valutazione, che tra
l'altro ho già fatto anche la prima volta che abbiamo discusso qua in Aula sulle
Olimpiadi - le condizioni dal 2006 al 2026 sono cambiate. Cioè, se noi oggi siamo in
una situazione di piano di rientro, non voglio entrare in quell'ottica, è impossibile per
noi oggi impegnarci anche in modo trasparente nei confronti del CONI, del CIO e dire:
"Facciamo debito", perché non saremo credibili. Allora, io quello che trovo in qualche
modo davvero un po' strano da parte delle Minoranze è che oggi questi 12 punti siano
ritenuti, in qualche modo, inaccettabili e lo dico perché, quando si parla di controllo
della spesa, è assolutamente legittimo che ci sia una preoccupazione rispetto al fatto del
controllo della spesa. Anch'io voglio citare Giancarlo Giorgetti che ho letto oggi nella
sua intervista su Gazzetta, lui dice, testualmente: "Io ho intenzione di allestire qui
un'unità che si occupi di eventi sportivi per vigilare sull'organizzazione. Non è normale
che si ottengano grandi eventi, si chieda un contributo al Governo, alla fine si spenda il
doppio. Ma chi vuole organizzare un grande evento deve sottoporci un progetto
credibile, con un piano di fattibilità analitico di tipo industriale, voce per voce; noi
faremo un controllo costante prima, durante e dopo la manifestazione. Prendiamo
proprio i mondiali di ciclismo di Vicenza 2020. Ci chiedono 8.5 milioni di euro. Noi
possiamo anche metterli, ma per fare cosa, se poi la spesa diventa 15? Dico che non è
possibile; tutte le volte si replica inesorabilmente questo schema. Qui ci sarà chi vigilerà
su ogni singolo costo". Bene, io credo che questo sia assolutamente in linea rispetto a
quello che questo Consiglio Comunale, in particolare questa Maggioranza, ma credo in
modo assolutamente condiviso, stia ponendo come questione. Io credo che in realtà in
questa delibera si stia ponendo nuovamente con forza quello che è il modello in cui noi
crediamo, e permettetemi un ragionamento: io credo che sia un punto di forza di questa
candidatura. Questa è l'unica Città Metropolitana che ha fatto un lavoro davvero molto
complesso e condiviso con i singoli Sindaci, in modo anche pubblico e trasparente, io
credo che sia un valore aggiunto. Lo dico perché in qualsiasi città, in qualsiasi comune,
e guardate anche ad esempio Calgary, che è l'ultima che sto seguendo, perché sappiamo,
giustamente, che poi il CIO dovrà valutare rispetto anche ad altre città candidate. Esiste
un comitato, esiste qualcuno che legittimamente si oppone o comunque pone delle
preoccupazioni rispetto ad un grande evento. Allora sapete quello che onestamente
penso sia un valore aggiunto rispetto a questa delibera e al lavoro che è stato fatto qui:
che si è fatto sintesi e si sono poste, sostanzialmente, alcune risposte a delle legittime
preoccupazioni che emergono in tutte le città che si stanno candidando, anche a livello
internazionale, ed è legittimo che ci sia questa preoccupazione. Allora, la forza che sta
in questa candidatura, dal mio punto di vista, e che io porto avanti - non ho paura di
portare avanti, Consigliere Fassino, assolutamente - è proprio di provare a dare risposte
rispetto a quelle legittime preoccupazioni che esistono e continueranno ad esistere
quando giustamente un territorio s'impegna rispetto ad un evento molto importante.
L'analisi costi-benefici non è surreale, è assolutamente corretto che quando si dice di
investire delle risorse qualcuno faccia un'analisi e verifichi se effettivamente quelle
risorse hanno un impatto e dico di più: un'analisi costi-benefici su un territorio come la
Città di Torino e i suoi comuni, dove sono stati già fatti gli eventi, ci sono infrastrutture,
probabilmente porterà a dire, dico probabilmente, che in termini di costi in senso stretto,
qua dovrebbero costare meno rispetto alle altre città però, però, ci tengo a sottolineare,
che il tema della doppia legacy, di cui abbiamo discusso più volte, io l'ho anche detto
più volte in conferenza stampa, guardate che non è possibile dire che tutto quello che è
successo nel 2006 è stato giusto, corretto, perfetto, perché abbiamo un esempio che,
peraltro, stiamo affrontando noi oggi, le palazzine del MOI sono l' esempio di che cosa
non ha funzionato nella gestione del post-olimpico; possiamo dircelo con onestà
intellettuale, tutti e tutte? Lo vediamo con i nostri occhi. Allora qual è il vantaggio forse
di questa candidatura rispetto ad altre: che noi quell'esperienza l'abbiamo effettivamente
già fatta e probabilmente grazie al fatto che l'abbiamo fatta, possiamo gestire il post-
olimpico in modo diverso, questo piace al CONI? Piace al CIO? Io non lo so, io non lo
so, però io ho il dovere, credo, come Amministratore di questo territorio metropolitano
e di questa Città, di non avere paura di candidarci - e non ho paura, ve lo assicuro - ma
anche di non aver paura di porre delle condizioni che per me sono tutelanti dei prossimi
anni delle generazioni future. È davvero strano dire: "No, non vogliamo fare debito
come Città di Torino per le condizioni in cui siamo"? Io credo che sia assolutamente
legittimo e anzi sia un punto di forza nei confronti del CONI, perché noi stiamo dicendo
le responsabilità, con responsabilità, quali sono le condizioni che noi possiamo porre,
che possiamo effettivamente rispettare. È irresponsabile dire che non vogliamo fare la
stampella di Milano? Io credo che sia responsabile farlo. Perché qua il punto politico e,
scusatemi, cosa è cambiato da oggi a lunedì scorso? È che il CONI si espresso; guardate
un po', il Coni si è espresso, legittimamente si espresso e ha posto alcune condizioni, ci
stanno bene o non ci stanno bene? Io ho il coraggio, io ho il coraggio di portare avanti la
candidatura di Torino, purché sia sostenibile. Ho il coraggio di portare avanti la
candidatura purché sia un progetto in cui credo perché, perdonatemi, per me fare la
candidatura con Torino e Cortina insieme è assolutamente non credibile e non
spendibile: aumentano i costi, aumentano i costi di gestione dal punto di vista della
sicurezza, non è sostenibile dal punto di vista ambientale, ma perché, quando Torino
potrebbe fare da sola, perché? Allora, io credo che quello che è cambiato da lunedì
scorso, quando molte Minoranze dicevano: "Sì, è tutto condivisibile", ad oggi, sia il
fatto che il CONI ha deliberato e, sì, stiamo prendendo una posizione, ma io mi sento di
assolutamente spendermi, assolutamente, convintamente, su questa posizione, perché
noi abbiamo un'esperienza grazie ai sindaci delle Valli, che sono anche qui, per poter
gestire da soli, perché se le facciamo da soli, costano di meno, perché se li facciamo da
soli sono più sostenibili: economicamente, ambientalmente. Allora, è questo il punto
politico vero che è cambiato da oggi alla settimana scorsa. Noi ci sentiamo di rischiare e
spenderci come Città Metropolitana da sola oppure no. Io credo di sì e credo che sia
rispettoso nei confronti, peraltro, dei torinesi, dei volontari, di tutti coloro che si stanno
spendendo per questa candidatura. L'esperienza del 2006; di nuovo, io penso che il
dibattito oggi e anche in quest'Aula, l'ho detto più volte, mi rendo conto che mi ripeto,
scusatemi, non sia il punto oggi che cosa è successo nel 2006, come, perché e quando.
Io credo che il 2006, evidentemente, ha lasciato, come dicevo, delle eredità. A noi, a noi
la capacità di proporre un modello alternativo perché, guardate, che se portiamo il
modello 2006 al CIO non è che siamo molto credibili, sono passati vent'anni. Allora
abbiamo, evidentemente, una legacy, che sono le infrastrutture, su cui dobbiamo
intervenire con revamping, come è scritto peraltro nel dossier. Abbiamo un'eredità di
gestione, abbiamo imparato delle cose, queste sicuramente sono da mettere a frutto, ma
andiamo oltre, come peraltro fa il dossier. Io credo nel dossier che abbiamo presentato e
credo in quel dossier e spingerò su quel dossier e quello che contiene, e quel dossier non
contiene Torino-Milano. Quindi io credo, davvero, che oggi il dibattito sia stato utile,
credo che, davvero, provocare, stanzialmente, mettendo in dubbio la volontà, in
particolare la mia volontà di procedere, sia in realtà un modo, scusatemi, per non volersi
assumere la responsabilità di dire a che condizioni vogliamo candidarci, perché guardate
che porre delle condizioni, e qui chiudo, è in realtà un elemento di trasparenza e di
correttezza nei confronti di chi dovrà decidere e noi lo stiamo facendo adesso, perché c'è
stato chiesto di farlo e chiudo. È corretto che il CONI chieda al Consiglio Comunale di
esprimersi rispetto alla candidatura, è corretto, infatti lo stiamo facendo, lo sta facendo il
Consiglio Comunale perché è stato richiesto dal CONI che fosse il Consiglio Comunale
a farlo, e non la Giunta. Non è corretto, dal mio punto di vista, che si chieda di farlo in
modo incondizionato e, aggiungo, che nemmeno Milano ha deliberato in Giunta in
modo incondizionato. Milano ha deliberato che è pronta a collaborare con le altre città,
purché Milano sia capofila. E questo mi fa ancora più sorridere perché, perdonatemi,
rileggendo come ho già avuto modo di dire, tra l'altro qualcuno lo ha già detto, i paletti
che sono stati posti dal CONI nei confronti dei Consigli, anch'io quando ho letto, e non
sono la sola, però forse sono la persona che lo sta dicendo pubblicamente, anch'io in
quei punti ho letto, evidentemente, un vantaggio nei confronti di Milano. Significa che
noi dobbiamo dire no? No, significa che dobbiamo continuare a combattere, dal mio
punto di vista, sostenendo il nostro modello, sostenendo quelli che sono i punti in cui
noi crediamo e li stiamo ponendo al CONI e io sono convinta, sono convinta, che questo
lavoro meriti e sono convinta che il lavoro di sintesi che si è fatto, merita, perché,
guardate che in tutte le città, ribadisco, a livello internazionale, delle preoccupazioni
vengono poste. A noi la capacità, a noi la capacità, come Consiglio Comunale di
superare quelle preoccupazioni, legittime, che riguardano soprattutto le generazioni
future. Io credo che questa delibera lo faccia, e credo che, davvero, oggi ciascuno di noi
qui si deve chiedere e si debba chiedere a che condizioni vogliamo fare le Olimpiadi. Io,
personalmente, non ho mai sostenuto, e mai sosterrò che le Olimpiadi di debbano fare
sempre e comunque. Sostengo, come ho sempre fatto e continuo a fare, che siano
un'opportunità, purché siano fatte in un certo modo e siano coerenti rispetto ai piani di
sviluppo della Città e nel nostro dossier, non a caso, le Olimpiadi sono strumento, per
come le abbiamo costruite, per portare avanti il progetto di Torino 2030. Questo
significa, dal mio punto di vista, porsi come una candidatura forte nei confronti del
CONI e del CIO, non aver paura, sì, di dire, sostanzialmente, qual è il modello in cui
crediamo e sostenere quel modello fino a quando sarà possibile farlo e oggi, delle
persone: l'architetto Sasso, il Sindaco Marin e in particolare l'Assessore Finardi per la
Città, in questo momento, in questo esatto istante stanno presentando il dossier, nostro,
in cui crediamo proprio al CONI. Grazie.

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