Città di Torino

Consiglio Comunale

Città di Torino > Consiglio Comunale > VERBALI > Torna indietro

Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 2 Luglio 2018 ore 14,00
Paragrafo n. 26
MOZIONE 2018-02193
(MOZIONE N. 36/2018) "CARTA DEI DIRITTI FONDAMENTALI NEL LAVORO DIGITALE IN CONTESTO URBANO" PRESENTATA IN DATA 4 GIUGNO 2018 - PRIMA FIRMATARIA ARTESIO.
Interventi
RUSSI Andrea
Grazie Presidente. Prima di tutto ringrazio la Consigliera Artesio per aver presentato
questa mozione che tra l'altro traduce in un atto formale la sensibilità comune alla sua
forza politica e alla Maggioranza, su un tema molto attuale, come quello dei diritti dei
lavoratori digitali. Nei primi mesi di mandato avevo infatti portato all'attenzione della
Commissione la protesta dei riders della compagnia tedesca Foodora, simbolo di una
generazione senza tutele e a volte senza nemmeno un contratto, bisogna anche dire,
convocando in audizione i lavoratori e i vertici dell'azienda. La stessa Consigliera
Artesio poi aveva presentato un ordine del giorno sul tema, votato, tra l'altro, a
maggioranza dal Consiglio Comunale. Le nuove tecnologie, ma anche purtroppo le
nuove normative sul lavoro, leggasi Jobs Act, hanno introdotto nuove forme di contratto
subordinato, creando il terreno fertile per la cosiddetta gig economy, che è l'economia
dei lavoretti, i cui numeri cominciano a diventare anche piuttosto importanti, infatti
un'indagine della Fondazione Rodolfo De Benedetti aveva stimato una forza lavoro
dalle 700.000 a 1 milione di unità, con una quota di 200.000 lavoratori che hanno eletto
i lavoretti a loro unica fonte di entrate e questo è anche sintomatico. Senza una
regolamentazione condivisa, però, vi è un'eccessiva incertezza sulle norme applicabili e
solitamente a pagare il prezzo dell'incertezza normativa sono quasi sempre le parti più
deboli della contrattazione, che in questo caso sono i lavoratori, il rischio, dunque, è
quello di avere notevoli problemi in tema di tutela della dignità della persona e del
lavoro e diventa così necessario arrivare a un normale settore, è così necessario che il
Ministro, il neo Ministro del Lavoro e Attività Produttive, Luigi Di Maio, ne ha fatto
una delle priorità del suo dicastero, inaugurando il suo mandato proprio con un incontro
sul precariato, insieme ai riders e alle imprese del settore delivery. La prima bozza del
cosiddetto: "Decreto dignità", infatti contiene alcuni punti fondamentali relativi alla gig
economy, i lavoratori del settore, infatti, sono classificati finora come autonomi,
vengono considerati prestatori di lavoro subordinato, cioè dipendenti, ai sensi
dell'articolo 2094 del Codice Civile, anche se le direttive sono fornite a mezzo di
applicazioni informatiche, a prescindere dalla titolarità degli strumenti attraverso cui si è
espletata la prestazione. Ed è su questa linea che si spiegano tutte le altre prescrizioni
del decreto, l'abolizione dell'articolo 2 del Jobs Act renziano, che stabiliva i confini fra
collaborazione e subordinazione, l'obbligo di fornire un trattamento economico minimo,
da parametrare a seconda dei minimi del contratto collettivo di categoria, il divieto di
pagare a cottimo i lavoratori svolti per piattaforme, applicazioni, e algoritmi elaborati
dal datore di lavoro per suo conto, l'istituzione di un'indennità di disponibilità divisa in
quote orarie, oltre al diritto a ferie, malattia e maternità. Inoltre l'articolo 6 introduce il
diritto alla disconnessione, in pratica il datore di lavoro non può inviare comunicazioni
a mezzo di piattaforme digitali per un periodo di almeno 11 ore consecutive ogni 24 ore
con sanzioni pecuniarie anche abbastanza importanti. C'è da aspettarsi, ovviamente, che
la fase di trattativa tra aziende, Ministero e lavoratori ammorbidirà alcune di queste
posizioni, questa è solo una bozza, ma i punti salienti della bozza comunque richiamano
allo spirito della Carta di Bologna, che è citata e che è oggetto di questa mozione che ci
apprestiamo a votare e che ho provveduto a far mettere a disposizione a tutti i
commissari di III Commissione sul cruscotto. La Carta di Bologna che, tra l'altro, è il
primo grande accordo metropolitano in Europa sui temi della gig economy. Purtroppo la
Carta di Bologna non è mai stata sottoscritta dai giganti del delivery, che hanno invece
preferito attendere un confronto a livello nazionale, che, tra l'altro, proprio oggi era in
corso, oggi pomeriggio, mentre noi stiamo discutendo qua in Consiglio Comunale,
quindi sono anche curioso di sapere gli esiti di questo confronto. In ogni caso sono
contento che finalmente si inizi a parlare dei diritti di tutti i lavoratori digitali ed è
giusto che su questo tema si inizi un dibattito che abbia l'obiettivo di regolamentare le
piattaforme digitali. La Città di Torino, che è stata il simbolo della protesta dei riders,
deve continuare ad essere un esempio per quanto riguarda la tutela della dignità del
lavoro. Dunque, come Maggioranza, sosteniamo con forza quest'atto che richiede alla
Giunta di istituire un tavolo di confronto per la redazione della Carta Torinese dei Diritti
e del Lavoro in ambito di economia digitale. Allo stesso tempo, ovviamente, chiediamo
alle minoranze di sostenete l'azione del Governo nei punti del Decreto Dignità relativi
alla gig economy, quindi portate anche voi la voce in Parlamento, grazie.

Copyright © Comune di Torino - accesso Intracom Comunale (riservato ai dipendenti)