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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 2 Luglio 2018 ore 14,00
Paragrafo n. 26
MOZIONE 2018-02193
(MOZIONE N. 36/2018) "CARTA DEI DIRITTI FONDAMENTALI NEL LAVORO DIGITALE IN CONTESTO URBANO" PRESENTATA IN DATA 4 GIUGNO 2018 - PRIMA FIRMATARIA ARTESIO.
Interventi
VERSACI Fabio (Presidente)
Il Punto 19:

"Carta dei diritti fondamentali nel lavoro digitale in contesto urbano"

VERSACI Fabio (Presidente)
Capogruppo Artesio.

ARTESIO Eleonora
Presento e ho presentato in Commissione questo testo che è già stato adottato presso il
Comune di Bologna, in una risoluzione ben più avanzata di questo percorso che io
invece qui individuo e che qui annuncio, in termini di predisposizione e già anche stato
dato dal Comune di Milano e probabilmente anche da quello di Roma. Tutti noi
conosciamo e ovviamente è argomento di massima attualità, specialmente in questi
giorni, la questione relativa alla deregolamentazione dei rapporti di lavoro, che quando
avviene solitamente è ai danni dei soggetti più deboli, cioè dei prestatori d'opera e in
modo particolare conosciamo il contesto nel quale si realizzano molti lavori della
cosiddetta green economy, dove non è chiaro, né il livello di autonomia, né il livello di
dipendenza degli operatori, i quali operatori vengono reclutatati attraverso una App, i
quali operatori sono obbligati a rendersi proprietari responsabili dei mezzi di produzione
del proprio lavoro. Quindi una condizione, che seppure presentata con le caratteristiche
della modernità dell'economia, richiama in causa molti livelli di insicurezza delle
condizioni di lavoro e di non riconoscimento della dignità di lavoro che abbiamo,
purtroppo, vissuto in passato. Si tratta di dare una regolamentazione a queste condizioni,
probabilmente lo farà una legge nazionale. Nel livello territoriale ci sono proposte di
iniziativa legislativa regionale, tra cui quella piemontese. Quello che si propone con la
carta dei diritti dei lavoratori dell'economia digitale, è di promuovere un percorso che
veda coinvolti gli attori della situazione, quindi in modo particolare sia le forme
organizzate o autorganizzate dei lavoratori dell'economia digitale, penso in particolare
ai rider, ma anche le Organizzazioni Sindacali di rappresentanza e le eventuali parti
datoriali disponibili, per arrivare alla sottoscrizione di una carta, la carta, quella di
Bologna, come quella che, eventualmente, scaturirà da questo nostro percorso, non
potrà, evidentemente, entrare in maniera prescrittiva sui rapporti di lavoro che sono
regolati da contratti di natura privata, ma potrà svolgere un'azione di moral suasion su
comportamenti poco rispettosi del lavoro, o di promozione dei comportamenti molto
rispettosi. In questo senso il Comune di Bologna, che è riuscito ad aggregare
esattamente queste rappresentanze, ha prodotto una sorta di carta etica che è stata
sottoscritta da due piattaforme digitali, non le maggiori, non quelle che operano nella
nostra città, ma per la loro realtà, quelle che impegnano il maggior numero di dipendenti
e che viene pubblicizzata dal Comune di Bologna come esempio di responsabilità
sociale delle imprese, rendendo così tutti, compresi gli acquirenti di questi servizi,
consapevoli del fatto che possano avere a che fare con imprese che hanno diversi stili di
organizzazione del proprio lavoro. Quello che si propone con questa mozione è
semplicemente di avviare il percorso, non si sta chiedendo di adottare il contenuto della
carta bolognese, né il contenuto della carta di alcuna altra città, semplicemente di
avviare questo percorso che anche laddove fosse approvata una legge nazionale non può
che essere di supporto e di ulteriore stimolo a fare in modo che il tema della dignità del
lavoro e di questi lavori, sia un tema di interesse pubblico e non soltanto di rapporti di
forza simmetrici.

VERSACI Fabio (Presidente)
Grazie, ho iscritto a parlare il Consigliere Russi, prego.

RUSSI Andrea
Grazie Presidente. Prima di tutto ringrazio la Consigliera Artesio per aver presentato
questa mozione che tra l'altro traduce in un atto formale la sensibilità comune alla sua
forza politica e alla Maggioranza, su un tema molto attuale, come quello dei diritti dei
lavoratori digitali. Nei primi mesi di mandato avevo infatti portato all'attenzione della
Commissione la protesta dei riders della compagnia tedesca Foodora, simbolo di una
generazione senza tutele e a volte senza nemmeno un contratto, bisogna anche dire,
convocando in audizione i lavoratori e i vertici dell'azienda. La stessa Consigliera
Artesio poi aveva presentato un ordine del giorno sul tema, votato, tra l'altro, a
maggioranza dal Consiglio Comunale. Le nuove tecnologie, ma anche purtroppo le
nuove normative sul lavoro, leggasi Jobs Act, hanno introdotto nuove forme di contratto
subordinato, creando il terreno fertile per la cosiddetta gig economy, che è l'economia
dei lavoretti, i cui numeri cominciano a diventare anche piuttosto importanti, infatti
un'indagine della Fondazione Rodolfo De Benedetti aveva stimato una forza lavoro
dalle 700.000 a 1 milione di unità, con una quota di 200.000 lavoratori che hanno eletto
i lavoretti a loro unica fonte di entrate e questo è anche sintomatico. Senza una
regolamentazione condivisa, però, vi è un'eccessiva incertezza sulle norme applicabili e
solitamente a pagare il prezzo dell'incertezza normativa sono quasi sempre le parti più
deboli della contrattazione, che in questo caso sono i lavoratori, il rischio, dunque, è
quello di avere notevoli problemi in tema di tutela della dignità della persona e del
lavoro e diventa così necessario arrivare a un normale settore, è così necessario che il
Ministro, il neo Ministro del Lavoro e Attività Produttive, Luigi Di Maio, ne ha fatto
una delle priorità del suo dicastero, inaugurando il suo mandato proprio con un incontro
sul precariato, insieme ai riders e alle imprese del settore delivery. La prima bozza del
cosiddetto: "Decreto dignità", infatti contiene alcuni punti fondamentali relativi alla gig
economy, i lavoratori del settore, infatti, sono classificati finora come autonomi,
vengono considerati prestatori di lavoro subordinato, cioè dipendenti, ai sensi
dell'articolo 2094 del Codice Civile, anche se le direttive sono fornite a mezzo di
applicazioni informatiche, a prescindere dalla titolarità degli strumenti attraverso cui si è
espletata la prestazione. Ed è su questa linea che si spiegano tutte le altre prescrizioni
del decreto, l'abolizione dell'articolo 2 del Jobs Act renziano, che stabiliva i confini fra
collaborazione e subordinazione, l'obbligo di fornire un trattamento economico minimo,
da parametrare a seconda dei minimi del contratto collettivo di categoria, il divieto di
pagare a cottimo i lavoratori svolti per piattaforme, applicazioni, e algoritmi elaborati
dal datore di lavoro per suo conto, l'istituzione di un'indennità di disponibilità divisa in
quote orarie, oltre al diritto a ferie, malattia e maternità. Inoltre l'articolo 6 introduce il
diritto alla disconnessione, in pratica il datore di lavoro non può inviare comunicazioni
a mezzo di piattaforme digitali per un periodo di almeno 11 ore consecutive ogni 24 ore
con sanzioni pecuniarie anche abbastanza importanti. C'è da aspettarsi, ovviamente, che
la fase di trattativa tra aziende, Ministero e lavoratori ammorbidirà alcune di queste
posizioni, questa è solo una bozza, ma i punti salienti della bozza comunque richiamano
allo spirito della Carta di Bologna, che è citata e che è oggetto di questa mozione che ci
apprestiamo a votare e che ho provveduto a far mettere a disposizione a tutti i
commissari di III Commissione sul cruscotto. La Carta di Bologna che, tra l'altro, è il
primo grande accordo metropolitano in Europa sui temi della gig economy. Purtroppo la
Carta di Bologna non è mai stata sottoscritta dai giganti del delivery, che hanno invece
preferito attendere un confronto a livello nazionale, che, tra l'altro, proprio oggi era in
corso, oggi pomeriggio, mentre noi stiamo discutendo qua in Consiglio Comunale,
quindi sono anche curioso di sapere gli esiti di questo confronto. In ogni caso sono
contento che finalmente si inizi a parlare dei diritti di tutti i lavoratori digitali ed è
giusto che su questo tema si inizi un dibattito che abbia l'obiettivo di regolamentare le
piattaforme digitali. La Città di Torino, che è stata il simbolo della protesta dei riders,
deve continuare ad essere un esempio per quanto riguarda la tutela della dignità del
lavoro. Dunque, come Maggioranza, sosteniamo con forza quest'atto che richiede alla
Giunta di istituire un tavolo di confronto per la redazione della Carta Torinese dei Diritti
e del Lavoro in ambito di economia digitale. Allo stesso tempo, ovviamente, chiediamo
alle minoranze di sostenete l'azione del Governo nei punti del Decreto Dignità relativi
alla gig economy, quindi portate anche voi la voce in Parlamento, grazie.

VERSACI Fabio (Presidente)
Grazie. Prego Consigliera Tisi.

TISI Elide
Grazie Presidente, ma soltanto per associarmi al ringraziamento alla Capogruppo
Artesio per aver presentato questa mozione, certamente c'è bisogno di garantire delle
maggiori tutele e credo uscire un po' dalle dimensioni propagandistiche per entrare nel
concreto di un'economia che sta cambiando in modo molto rapido e conseguentemente
anche le necessità del lavoro cambiano in modo altrettanto rapido, credo, dunque, che le
regole del sistema e del mercato del lavoro si debbano adeguare e ritengo che il
problema non sia tanto e non solo quello del lavoro dipendente, come ricordava il
Consigliere Russi, ma viceversa credo molto in quello del cosiddetto mercato delle
Partite IVA, che , ahimè, si va sempre più diffondendo. Quindi io credo che l'impegno
ad avviare un percorso, perché mi pare che questo sia l'intento della mozione, a partire
dalla Carta di Bologna, che può rappresentare semplicemente un riferimento di un
modello di percorso che deve essere poi realizzato per ogni territorio, anche sulla base
della storia, delle peculiarità di quel territorio, può essere sicuramente uno stimolo a
questa Amministrazione e a lavorare in questa direzione, pertanto io ritengo di potermi
unire nella votazione, favorevole, evidentemente, a questa mozione, grazie.

VERSACI Fabio (Presidente)
Grazie a lei, se non ci sono altri interventi, pongo in votazione la mozione.
Prego Consiglieri, votate.
Se tutti i colleghi hanno votato, dichiaro chiusa la votazione.
Presenti 26, favorevoli 26, dichiaro la mozione approvata.
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