Interventi |
CHESSA Marco Grazie Presidente. Il grande evento rappresenta un punto di incontro, un punto di confronto e anche un punto di scontro tra il mondo globale e quello locale, oggi ne stiamo avendo la prova. Viviamo però in un mondo urbano sempre più competitivo, quindi direi di smetterla con liti campanilistiche, con le provocazioni e cominciare a correre nuovamente. Questa è una città che ha bisogno di un nuovo obiettivo da rincorrere: le Olimpiadi sono una tappa del percorso che porta in un futuro migliore per la nostra Città. Per me, non dovremmo riproporre plasticamente i Giochi del 2006, che ha avuto esperienza di successo, come il policentrismo, ma ha avuto esperienze fallimentari, come quella del debito, è innegabile. Però è risaputo che una Città che ospita un grande evento, si trova di fronte a molte opportunità, ma anche a diversi problemi da affrontare e penso che riuscire a trarre vantaggi locali da un evento globale non è scontato, né semplice, ma Torino ha bisogno di crescere sotto il profilo della consapevolezza, dell'immagine e dell'economia, deve ricompattarsi dietro un'idea di Città. Noi proponiamo Torino 2030 e i Giochi sono una tappa di avvicinamento in questo percorso. Milano - io ci ho lavorato per tanto anni - Presidente, devo dire che non guarda le persone, guarda le idee, lavora tanto, davvero tanto, e soprattutto ha una forte consapevolezza. Io credo che un grande evento è, come dice il Consigliere Ricca, è davvero tante risorse, però io penso che un grande evento sia una vetrina, un'occasione di investimenti, il momento per trasformare ed utilizzare la nostra città, credo che possa essere il modo per individuare, accelerare, realizzare gli obiettivi di sviluppo della città. Noi abbiamo un vantaggio, che è quello di sapere dove e come intervenire. Credo che possiamo rafforzare il legame tra il pubblico e il privato, credo che sia l'occasione per migliorare l'entità e l'immagine della città con un incremento della popolazione, un incremento degli investimenti, un incremento del commercio. Il nostro tessuto locale, sfilacciato, abbiamo l'occasione per provare a ricucirlo. Possiamo espandere ulteriormente il turismo culturale e urbano, studiare l'economia collegata ad esso e provare a incrementare la ricchezza del territorio. La base è quel +13% di presenze di turisti in città nell'ultimo mese, e - checché ne dica qualcun altro - è un'occasione di accessibilità, trasporti e collegamenti e servizi per i territori svantaggiati della città, come Torino Nord; è occasione per allargare la base di praticanti di sport meno diffusi, ma soprattutto, infine, avremo un aumento della capacità della città a gestire progetti di questa portata. Ma, questi giochi saranno un evento di successo solamente se la Città saprà utilizzare al massimo questo territorio, ma soprattutto se saprà farlo diventare proprio. Torino ha le risorse storiche, culturali e sociali per farlo diventare un successo, ma un evento è catastrofico se non ha un disegno ben preciso. Noi, come Gruppo Consiliare abbiamo posto dei suggerimenti ragionevoli con una visione e una responsabilità amministrativa e politica. Io credo che, a queste condizioni, le Olimpiadi si possano e debbano fare. Credo che l'analisi costi-benefici sia imprescindibile per tutti coloro che vogliono ospitare i Giochi Olimpici: è un atto di responsabilità verso il Paese e anche verso la nostra città. Quindi io dico, Consiglieri e cara Giunta, cerchiamo per una volta di remare tutti insieme nella stessa direzione; da domani avremo la possibilità di fare qualcosa di importante per Torino e i torinesi. Cara Sindaca, vada avanti, anche se fosse l'ultima cosa che deve fare, credo che con benaltrismo e provocazioni non si amministra una Città, nemmeno guardando solamente indietro, né coltivando il proprio orticello. Torino ha bisogno di un futuro, grazie. |