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ARTESIO Eleonora Grazie. Bene. Sicuramente il tempo da quando i Sindaci delle Valli alpine e le rappresentanze organizzate delle principali categorie di questa Città le hanno proposto la candidatura delle Olimpiadi forse è stato breve, certo però che in questo tempo breve lei, Sindaca, è riuscita a costruire la tempesta perfetta. Di fronte a quell'istanza avrebbe potuto rispondere di no, avrebbe confermato gli indirizzi, la cultura, le critiche che la sua Maggioranza e forse parti di opinione pubblica avevano svolto nei confronti del modello di sviluppo introdotto dalla vicenda olimpica del 2006 e dalle ricadute di quella fase e quelle successive, ma non poteva rispondere di no, non poteva rispondere di no perché le organizzazioni che le chiedono le Olimpiadi sono le stesse organizzazioni che hanno proposto le Olimpiadi in passato e sono le stesse organizzazioni che le hanno consentito il successo a questo ballottaggio, non è un'analisi politica che faccio oggi, è un'analisi politica che ho condotto ad un anno da queste elezioni quando ho cominciato a sostenere che ci fosse sommerso e via più visibile un passaggio del cosiddetto sistema Torino dalle precedenti Amministrazioni a quella attuale. Oppure avrebbe potuto rispondere di sì, ma con l'orgoglio e la rivendicazione di quella differenza che vuole essere il tratto distintivo della sua cultura politica e della sua Maggioranza e avrebbe fin dal primo momento potuto rivendicare la diversità della versione delle Olimpiadi in abito 5 Stelle, peraltro io l'ho persino suggerito perché quando abbiamo discusso in questo Consiglio Comunale la mozione del Partito Democratico che dalle Circoscrizioni il Consiglio Comunale sosteneva la candidatura della Città di Torino le ho segnalato una serie di preoccupazioni e obiezioni non solo di carattere economico, non solo sulla possibilità di non prevedere fin dall'inizio l'esposizione economica, non solo sul fatto che esiste una situazione per la quale i contributi che vengono attesi dal CIO non sono contributi in finanziamenti diretti, ma casomai accesso alle entrate per diritti di concessione sul fatto che i finanziamenti governativi non sarebbero stati certi nonostante il fatto che le Olimpiadi torinesi avessero registrato allora uno sforamento inferiore a tutti gli sforamenti registrati dalle altre Olimpiadi, quindi avendo gestito evidentemente in maniera sufficientemente virtuosa quell'evento, ma le avevo segnalato accanto agli elementi di carattere economico e finanziario anche quelli ambientali non tanto riferiti ai trasporti dalla Città alle Valli olimpiche, quanto piuttosto riferiti alle caratteristiche delle Valli alpine alla sostenibilità in un tempo concentrato, in un ambiente limitato di eventi di quel livello. Lo avevo suggerito e la risposta è stata "ma non è questo il momento della discussione", qui siamo nella fase di costruzione del pre- dossier per la candidatura, avremo tutto il tempo di approfondire questi aspetti fino al 2019 e quindi anziché rivendicare orgogliosamente la sua presunta diversità, ha preferito chiudere la preparazione del pre-dossier sotto la "segretezza" del fatto che si trattasse di un mandato assegnato dalla Città Metropolitana, quella Città Metropolitana di cui qui raramente si parla, pensi l'abbiamo salvata da prendere una posizione come Città Metropolitana quando proponevo l'istituzione del difensore civico che sarebbe dovuto passare per la Città Metropolitana, invece la Città Metropolitana le è stata funzionale moltissimo quando ha potuto sottrarre dal dibattito di quest'Aula quello sulle Olimpiadi e trasferirlo nell'Aula della Città Metropolitana, quindi quella era la motivazione per cui non si potesse in allora discutere dei contenuti di quel dossier e quindi, signora Sindaca, la tempesta perfetta tra il no, il sì condizionato è stata proprio prodotta da questo atteggiamento. Io non so se il Comitato CONI avrà la forza e la volontà di procedere nelle operazioni necessarie a proporre il referendum consultivo, so che se si farà lei comunque lo avrà già perso perché se l'esito sarà il no come è stato ad Innsbruck sarà sconfessato il percorso fatto fino ad ora, se l'esito sarà sì le si potrà dire che è un esito ottenuto grazie alle altre mobilitazioni che hanno cercato o cercano di mettere un argine e un risultato migliore rispetto alla fase che stiamo attraversando, quindi a prescindere dal giudizio sul referendum e sulle Olimpiadi a Torino lei quel referendum lo avrà già perso. Ma a parte queste obiezioni quello che io le contesto e che contesto su un piano politico più gravemente che non ha ancora i primi due punti è il fatto che non si sia riusciti, lo diceva già parzialmente il Consigliere Tresso che mi precedeva, a proporre a questa Città un'altra prospettiva che non sia esattamente quella che era stata proposta nel 2006. Questa Città che si racconta ed è raccontata come una Città in depressione e che ha quindi avuto molto bisogno di prevedere ed immaginare un futuro diverso ed un futuro migliore e per questo bisogno probabilmente l'ha votata, l'ha votata anche sulla base di una retorica della partecipazione, dell'inclusione, dell'attenzione ai soggetti più deboli, della capacità di reagire ai poteri forti, di far emergere i soggetti le capacità, i talenti che erano stati oscurati, ebbene, a tutta questa Città il sogno che lei rappresenta è esattamente quello rappresentato con le Olimpiadi del 2006 ed è questo il tradimento politico di cui non dovrei preoccuparmi io che non ho sostenuto la sua candidatura, ma si dovrebbero preoccupare coloro che la sua candidatura hanno sostenuto e che forse lo hanno anche fatto immaginando che questa Maggioranza potesse garantire in questa Città quello che le Maggioranze precedenti forse non sarebbero più riuscite a garantire, cioè una certa pace sociale, mentre la dislocazione degli interessi delle visioni e dell'immagine di questa Città poteva continuare indisturbata, io non so quanto questa pace sociale potrà ancora essere garantita esclusivamente con la retorica delle periferie. Quindi questo è l'elemento di maggiore critica politica che mi sento di muovere nei suoi confronti in questa fase, dal mio punto di vista credo che la vicenda olimpica nella quale ci stiamo avventurando non sono un profeta, non ho le capacità e le conoscenze che hanno altri colleghi per riuscire a determinarne i risultati, ma certamente quali che siano gli esiti della presentazione della candidatura questa nostra Città da questa tempesta perfetta non esce evidentemente rafforzata e forse chi parla ha l'idea soltanto dei pensieri deboli, ha l'idea soltanto delle prospettive micro e in miniatura, non so, guardi, a me sarebbe piaciuto molto ad esempio approfondire in questa Città delle opzioni che pure sono emerse anche nel dibattito pubblico, mi interessa molto capire che cosa si immagina quando si pensa a Torino capitale della cultura perché ad esempio io da insegnante e da politica non ho mai creduto nei cartelli che esibiva in campagna elettorale avendo in una mano le code davanti ai musei e nell'altra le code davanti alle mense dei poveri perché da insegnante prima ancora che da politica ho sempre pensato che la liberazione dal bisogno passi anche attraverso l'accesso alla cultura e alla consapevolezza, mi interesserebbe molto vedere la nostra Città che come dice lei ha delle vocazioni storiche, essere ad esempio considerata come è avvenuto attualmente recentemente ad Ivrea un patrimonio dell'umanità per la sua costruzione in termini di sviluppo, ma soprattutto per la sua identità in termini di quella immaterialità di cultura che rende un territorio una comunità e mi toccherà accontentarmi a quelle prospettive con un piccolo elemento di conforto, non so come si svilupperanno là le programmazioni rispetto a questo riconoscimento, certo la Maggioranza che attualmente la governa non ha il merito di quella candidatura, sono solo rassicurata dal fatto che quella candidatura non sarà accompagnata dalla piattaforma Rousseau perché comunque se qui la situazione nella quale ci troviamo è quella di una mancata chiarezza tra una posizione certa e costante sul no ai grandi eventi e un pasticcio da tempesta perfetta quale quello che si è costruito mi resta soltanto di guardare e sperare altrove. |