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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 2 Luglio 2018 ore 14,00
Paragrafo n. 14

Comunicazioni della Sindaca su "Organizzazione per la candidatura di Torino ai Giochi Olimpici 2026 e del pre-dossier di cui si è avuto notizia tramite gli organi di stampa”.
Interventi
PAOLI Maura
Grazie Presidente. Ma, non è un segreto, sono più di sei mesi che vivo in uno stato
paradossale, proprio nel letterale significato del termine, ovvero in contrasto con le più
elementari norme del buon senso, inaccettabile sul piano ideologico, pratico e morale.
Tutta quest'avventura olimpica è imbarazzante, è imbarazzante come è stata gestita, è
imbarazzante l'affidamento diretto per la redazione del pre-dossier, è imbarazzante il
pre-dossier che domani verrà inviato al CONI, nonostante il grande lavoro del nostro
Gruppo Consiliare, che ha provato a migliorarlo e che voglio ringraziare. Ed è
imbarazzante che oggi, leggendo la stampa, mi trovi perfettamente d'accordo con le
parole del Governatore della nostra Regione, che dice, riguardo ai punti presentati dal
nostro Gruppo: "Se uno avesse l'umiltà di andare a leggere, scoprirebbe che molte cose
invocate oggi sono già state fatte all'epoca, non c'era l'ANAC a vigilare sugli appalti,
ma un Alto Comitato di Sorveglianza; c'era un Comitato di Controllo sulle spese, il
TOROC che ha chiuso con un avanzo di 10 milioni, l'Agenzia Torino 2006 ha chiuso
con un avanzo significativo. A dire che sono stati sprecati dei soldi, non si racconta la
verità, e ci si dà pure la zappa sui piedi". Tutto vero o quasi, certo, alcuni dettagli sono
stati sorvolati, ma io, che sono una persona molto umile, sono andata a recuperarli. Un
dettaglio, ad esempio, è che i costi complessivi siano quadruplicati; c'è chi dice che
siano 7 volte tanto, a fronte delle previsioni, ma forse questo è dipeso dal fatto che non
esiste alcun documento redatto prima dell'avventura Olimpica 2006, che preparasse
un'analisi dei costi complessivi. Un altro dettaglio, che è il Bilancio di esercizio del
TOROC, reperibile tramite il Registro delle Imprese: si chiuse, stando al conto
economico, con una perdita di 24 milioni di euro, e Agenzia Torino 2006, l'unico Ente
Pubblico alle dipendenze operative di due Enti privati, il TOROC e il CIO, ha speso
quasi 2 miliardi di euro pubblici. Forse questo è stato causato dal fatto che nel 2006 non
fu distinta la contabilità del Comitato organizzatore, privato, da quello degli Enti
Pubblici. I fondi privati risultarono insufficienti per i gravi errori di gestione, resi
possibili dalla certezza dell'impunità contabile e dalla mancanza di un'analisi ex ante.
Ciò causò il grave deficit finanziario per il TOROC che a fine 2004 fece valere una
clausola del contratto del CIO, che nel 2005 autorizzava eccezionalmente la copertura
statale di un deficit privato: 300 milioni di lire, ma sono dettagli. E non teniamo conto
neanche dei costi pubblici nascosti o della sopravvalutazione delle entrate, a fronte di
una previsione di 850 milioni di euro, ne sono stati accertati 164, ma meno male che nel
2006 c'era il Comitato di Controllo sulle spese. Peccato, però, un altro piccolo dettaglio:
l'inesistenza di uffici preposti a conservare i documenti contabili e finanziari; l'assenza
di un bilancio complessivo e la moltitudine di soggetti diversi che si accollarono le
spese relative ai Giochi. Documenti talmente inesistenti che non abbiamo potuto
ottenerli neanche facendo un accesso agli atti. Conclusione, un evento che doveva
concludersi in attivo finisce, invece, in deficit, senza evidenti prove di redditività
sportiva, economica e sociale, dettagli. Ma le Olimpiadi sono una grande occasione e i
cittadini le vogliono, anche a costo di rinunciare ad altri, meno importanti, servizi
essenziali, o forse no, o forse nemmeno lo sanno. L'unica cosa di questa storia che mi
conforta è l'analisi costi-benefici, che con grande sforzo siamo riusciti a proporre e far
accettare, non alla Città, purtroppo, ma al Governo, e sono convinta che un'analisi costi-
benefici seria non permetterà mai all'Italia di spendere soldi in un evento in perdita,
senza alcun beneficio concreto. E se invece l'analisi dovesse essere positiva, confido nei
45 punti redatti con i miei colleghi, anche se in cuor mio so che un evento del genere
calpesta ogni tipo di buona volontà e di visione e, come nel 2002, con una semplice
delibera si modificò il dossier del '98, anche quello un bellissimo libro dei sogni, sarà
molto facile superare i nostri paletti. Ma la mia personalissima speranza è che i nostri
paletti inducano prima il CONI e poi il CIO a non sceglierci. Ma voglio trovare una nota
positiva per tutta questa esperienza: finalmente si apre il dibattito. Mi aspetto grandi
assemblee pubbliche, mi aspetto che finalmente si possa fare un'informazione puntuale
affinché tutti i cittadini e gli Amministratori capiscano la portata e le conseguenze di
questo grande evento. La vittoria, per ora, è aver fatto capire al Governo che non si può
dire un sì a prescindere, ma si deve prendere in considerazione che le Olimpiadi in Italia
non si facciano proprio.

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