Interventi |
CANALIS Monica Sì, grazie, Presidente. Rettifico quanto ha detto l'Assessore Finardi, si tratta proprio del Baldracco, questa interpellanza non è la prima che faccio su questo argomento, ne avevo già fatta una lo scorso 6 giugno che era stata discussa in aula il 10 luglio con la risposta dell'Assessora Schellino e poi quell'interpellanza era stata approfondita in Commissione a gennaio, quindi la correggo, si tratta proprio del Baldracco, al suo interno il Baldracco ha diversi spazi, alcuni che erano adibiti ad aule ed altri adibiti a laboratorio, si trattava infatti di un istituto tecnico per formare dei tecnici (incomprensibile), ma tutto l'immobile è chiamato Baldracco e aveva questo titolo, quindi è proprio il Baldracco. Sappiamo che dal primo novembre del 2015 questa struttura che si trova in corso Ciriè è stata oggetto di un'occupazione, già a quel tempo la stima delle persone che si erano andate a collocare in questo immobile era poco più di 100 persone e si ravvisava tra di esse la presenza di minori e di donne perlopiù straniere, da questo è sorta una preoccupazione che con il tempo si è fatta crescente rispetto alle condizioni di questi minori e di queste donne perché sappiamo che ci sono dei volontari che frequentano la struttura e che probabilmente sono in contatto con i Servizi Sociali del Comune come lei ci ha detto, ma un conto è avere l'apporto, il sopralluogo di soggetti volontari, tutt'altro conto è quello di avere una verifica da parte di operatori specializzati dipendenti del Comune, quindi io chiaramente non mi posso accontentare del numero che lei mi ha oggi fornito di 120 persone perché non so chi abbia fatto questa stima e alla luce di quale tipo di valutazione. Quindi ad oggi noi non sappiamo quante persone ci siano dentro il Baldracco e soprattutto in quali condizioni vivano, la mia preoccupazione non è soltanto legata al tema della legalità di un immobile che è di proprietà del nostro Comune, è anche legata al tema delle condizioni umane in cui versano queste persone, chiederei alla Consigliera di non interloquire in questo momento con l'Assessore visto che sto interloquendo io a verbale, grazie. Quindi la preoccupazione è duplice, non è soltanto sicurataria, legalitaria, ma è prettamente sociale, anche perché non si tratta di un'occupazione spontanea circondata da un eventuale aiuto di associazioni caritative e benefiche, ma si tratta di un'occupazione effettuata grazie alla regia di organizzazioni che sono ai margini della legalità, questo è quello che noi sappiamo e quindi questo desta a noi preoccupazione perché questo tipo di regia rende assolutamente impossibile oggi capire che cosa stia succedendo all'interno di questo immobile, con il passare dei mesi noi abbiamo portato avanti e parlo al plurale, adesso vi dirò perché, un'attenzione intorno a questa occupazione per cercare di capire come il terzo settore torinese, le realtà che hanno vissuto storicamente il Baldracco e che hanno a cuore questa struttura potessero eventualmente dare un contributo per la sua riqualificazione. Come ho scritto nell'interpellanza lo scorso 6 di marzo ci siamo ritrovati in una riunione privata con alcuni ex docenti di questo istituto per verificare se fosse possibile almeno in una parte di questo immobile promuovere un progetto anche minimale inizialmente di riqualificazione, in seguito in Città Metropolitana siamo andati avanti, vi aggiorno in diretta perché proprio pochi giorni fa il dirigente all'Edilizia Scolastica, il dottor Claudio Schiari, mi ha trasmesso e se non l'ha fatto anche con voi sarò mia cura chiedere di farlo una relazione molto dettagliata sui due aspetti che noi avevamo sollecitato in Città Metropolitana che erano da un lato le condizioni strutturali e fisiche dell'immobile e dall'altro la proprietà dei beni che sono contenuti in esso. C'è una relazione dettagliata che vi girerò sulle condizioni fisiche, chiaramente sarebbe necessario per introdurre in questo immobile delle associazioni un adeguamento normativo antincendio e alcuni altri interventi non indifferenti devo dire, sulla parte invece relativa ai beni l'intervento è molto semplice, nel senso che l'interlocuzione con la dirigente scolastica a cui oggi fa capo il Baldracco è andata molto avanti e la dirigente ha affermato che i beni contenuti all'interno del Baldracco non sono più di interesse della scuola, non sono più necessari alla finalità didattica. CANALIS Monica E quindi è ben disponibile a fare quell'unico passaggio che manca perché il Baldracco torni compiutamente al Comune, ricordiamo che è di proprietà del Comune, ma era in uso alla Città Metropolitana perché era adibito a scuola superiore, quest'unico passaggio è una nota di intenti in cui la scuola ceda questi beni o al Comune o a delle realtà associative che siano interessate a prendere in gestione l'immobile, però la dirigente che cosa dice? Che per poter fare questo documento di cessione è necessaria una ricognizione sul posto e quindi torniamo al punto di partenza, io sono felice che il tema del Baldracco sia stato sollevato dall'Assessore alla sicurezza nell'ambito del comitato per l'ordine e la sicurezza provinciale che è la sede deputata a questo tipo di problemi, non ho però capito, Assessore, qual è stata la reazione alla sua richiesta, nel senso che è chiaro che ad una prima richiesta non viene data immediatamente una data di conclusione... CANALIS Monica E questa data non viene neanche resa pubblica per ovvie ragione, però chiaro è che se noi siamo in una situazione in cui la scuola ha sbloccato l'iter, l'associazione degli ex docenti e degli ex allievi si è formalmente costituita e ha presentato una lettera ufficiale di manifestazione di interesse per avviare un dialogo, a questo punto veramente l'unico nodo che manca è il sopralluogo per capire come andare avanti. CANALIS Monica Sì, la relazione della Città Metropolitana è davvero di pochissimi giorni fa, 2 o 3 giorni fa, chiederò che venga trasmessa anche al Comune così come a questo punto la lettera formale di richiesta sia al Comune, sia alla Prefettura per essere accompagnati nel sopralluogo e quindi procedere nella progettazione. Io chiuderei qui l'interpellanza, anzi no, facciamo così, mandiamola in approfondimento in Commissione, in quella sede io porterei avanti il discorso con l'associazione, grazie. |