Interventi |
GIUSTA Marco (Assessore) Grazie, Presidente, provo a rispondere ad alcune delle tematiche che ho sentito affrontare in quest'Aula e se da un alto mi vedono concorde, dall'altro mi stupiscono un po'. C'è una narrazione che, diciamo, come diceva bene il Consigliere Carretto, descrive come spazi della città che in qualche maniera vengono chiusi e molto spesso questa narrazione dà, diciamo così, responsabilità all'Amministrazione della chiusura di determinati spazi. Normalmente, quando si parla di questo tema viene fatto un elenco, questo elenco viene fatto girare: "È stato chiuso il Samo, è stato chiuso il CAP, è stato chiuso Officine Corsare, è stato chiuso il Bunker, è stato chiuso l'Imbarchino", eccetera, eccetera, eccetera. Poi, andando a vedere, magari, invece di una narrazione dominante i singoli fatti, scopriamo che il Samo aveva 800 persone con una capienza di 200; che il CAP 10100 non è stato chiuso dall'Amministrazione comunale, ma è stato chiuso dalla Circoscrizione 8; che Officine Corsare non è chiuso, ma ha riaperto con altre modalità, grazie anche a un Accordo di Servizio tra Comune e Regione Piemonte, che ci sono altre iniziative, altre attività; c'è stata un'interpellanza sull'Imbarchino, poche settimane fa, che ha dato risposte anche in quella direzione. È chiaro che noi abbiamo un problema che è derivante dalla concentrazione degli spazi. Io su questo sono sempre stato molto chiaro, non ho un approccio securitario, né un approccio punitivo nei confronti dei giovani, con i quali, sì, ci sono stati dei Tavoli di incontro, ci sono state delle possibilità di ragionamento, ci sono state delle visioni. Da alcune di queste visioni sono nati anche i Punti Verdi, perchè uno dei punti principali che i giovani di questa città in qualche maniera raccontano, è la possibilità di poter uscire la sera e con 2 Euro provare tranquillamente a bersi una birra in spazi, anche, tranquilli della città, non necessariamente degli spazi di movida, non necessariamente dove ci sia un concentramento così forte, perché il concentramento e gli atteggiamenti che in qualche maniera vengono attivati e che non fanno parte di tutti i giovani e non fanno parte solo dei giovani, in qualche maniera sono quelli che determinano un po' la difficoltà complessiva di questa convivenza. E allora, da un lato, noi abbiamo la necessità di tranquillità, una necessità di riposo - giustissima - da parte dei residenti e sulla quale si è intervenuto l'anno scorso già con alcune ordinanze e che quest'anno viene ampliato anche in altre situazioni, come diceva correttamente il Consigliere Carretto. Altre questioni invece sono più legate ad una programmazione, secondo me, che dovrà avvenire in tempi futuri rispetto all'utilizzo degli spazi, ed è per questo che questo Assessorato ha richiesto alla Regione Piemonte un fondo proprio in un'ottica strutturale per la riapertura e la riorganizzazione degli spazi, ed è per questo che questo Assessorato sta scrivendo, a partire anche dalle sollecitazioni che arrivano dal territorio, una delibera che porti un accompagnamento in maniera più semplice sulla riapertura e sull'ottenimento delle licenze di pubblico spettacolo che, in qualche maniera, toccano non solo gli spazi aggregativi, ma anche i centri del protagonismo giovanile, ed è per questo motivo che abbiamo provato anche, come dicevo prima, a fare i Punti Verdi, sui quali io ho fatto una critica, un'autocritica molto netta: siamo arrivati tardi, siamo partiti tardi, ma abbiamo costruito un lavoro che sarà possibile fare per il prossimo anno senza grossi problemi, perchè tutta l'attività di verifica, tutta l'attività di analisi dei territori, in qualche maniera, è già stata portata a casa e l'abbiamo in qualche maniera consolidata. Mi si permetta, perciò, visto che anche dopo faremo una trattazione rispetto alla delibera, come è stato suggerito dalla Capogruppo Artesio, una piccola definizione, però: alcune tematiche, come potevano essere, ad esempio, l'orario in cui un suonatore di strada suona, se dalle 5 e mezza alle 7 e mezza, se ogni volta le vogliamo passare in Consiglio, se ogni volta, in qualche maniera, abbiamo questa necessità di rivederci e ridiscuterne, vuol dire che stiamo paralizzando la città. Io allora mi permetto di dire che, normalmente, visto che il compito del Consiglio è quello di dare un indirizzo politico e verificare le linee di programmazione di una Giunta, che questa Giunta può agire all'interno di questa visione nel momento in cui riceve un incarico dal Consiglio Comunale e questa situazione è la situazione che vedremo successivamente, anche dall'altra delibera e io non ci vedo nulla di male che sia la Giunta a occuparsi in determinate situazioni, e in determinate specifiche, che sono più connaturate al proprio incarico, al proprio ruolo. Questa è un po' l'impressione che ne ho, in forma generale. Detto questo, io credo che noi a Torino viviamo anche una situazione un po' complicata dal punto di vista ideologico, la movida è fatta solo di alcool? La movida è fatta solo per restare per strada a bere, la sera, fino ad un determinato orario? Oppure, la movida è anche altro? È anche cultura, è anche iniziative, è anche possibilità di stare insieme; diciamocelo anche in maniera un po' più netta, è anche la possibilità per i giovani di conoscersi, di incontrarsi, di scambiare relazioni, eccetera, eccetera, e tutto quello che ne consegue. Quindi, da questo punto di vista, io, davvero, mi permetto anche di fare una piccola riflessione di tipo politico; da questo punto di vista, se davvero il problema è che non si può bere, se davvero lo vogliamo inquadrare all'interno di questa difficoltà, cosa che non è vera, perché questo regolamento ci dà la possibilità, appunto, di normare determinati tipi di azioni, determinati tipi di comportamenti, noi non possiamo però limitarci al tema dell'alcool e al tema del bere in giro. Noi dobbiamo poter cominciare a ragionare sull'apertura di spazi che in qualche maniera vadano in una direzione altra, anche in qualche maniera in controtendenza rispetto a quello che io temo sia stato un po' lasciato negli ultimi anni - non è una critica alla Consiliatura della Giunta precedente - ma è proprio un trend che in qualche maniera si è avviato, sul lasciare all'alcool la possibilità di sostituire determinati rapporti sociali e determinate capacità di relazioni che in questo momento, in un momento di estremo individualismo stanno venendo meno e quindi questo regolamento pone un freno a determinati tipi di comportamenti, a determinati tipi di situazioni, nel frattempo occorre costruire un'altra risposta, e su questo ci stiamo impegnando e stiamo lavorando. |