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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 18 Giugno 2018 ore 14,00
Paragrafo n. 17
DELIBERAZIONE (Giunta: proposta e urgenza) 2018-01485
REGOLAMENTO DI POLIZIA URBANA. TUTELA DELLA QUIETE PUBBLICA E PRIVATA. INDIRIZZI A TUTELA DEL RIPOSO E DELLA VIVIBILIT? URBANA NELLE AREE CITTADINE INTERESSATE DA AFFLUSSO PARTICOLARMENTE RILEVANTE DI PERSONE. APPROVAZIONE NUOVO ARTICOLO 44 TER.
Interventi
VERSACI Fabio (Presidente)
Passerei al punto successivo, meccanografico lo 01485, avente per oggetto:

"Regolamento di Polizia Urbana. Tutela della quiete pubblica e privata.
Indirizzi a tutela del riposo e della vivibilità urbana nelle aree cittadine interessate da
afflusso particolarmente rilevante di persone. Approvazione nuovo articolo 44 ter"

VERSACI Fabio (Presidente)
È stata presentata anche una mozione di accompagnamento, che, ricordo, va discussa
congiuntamente, quindi chi vuole intervenire anche sulla mozione, deve intervenire nel
dibattito. Prego, Assessore Sacco.

SACCO Alberto (Assessore)
Questo è ormai un'introduzione di un articolo molto dibattuto sia in Commissione, che
sui giornali e nasce dall'Ordinanza contingibile e urgente dell'anno scorso de 7 giugno
2017, che vietava la vendita di bevande alcoliche e superalcoliche da asporto dalle ore
20 alle ore 6 in alcune zona della Città particolarmente San Salvario, Vanchiglia e
piazza Vittorio, le tre aree già note. Ovviamente era un'ordinanza contingibile e
urgente, quindi era riferita soltanto al periodo estivo, con finalità sperimentali, è stata
un'Ordinanza che, una volta spiegata bene, è stata, diciamo, accolta con favore dai
residenti e i commercianti e ha portato a dei risultati, direi certificati, in alcune aree
della città, perché l'ARPA, il 22 di gennaio ha presentato dei risultati dove l'emissione
acustica, in alcune zone della città era calata tra il 20 e il 55%. La relazione concludeva,
dicendo testualmente: "Il beneficio acustico non è più evidente ad Ordinanza cessata nel
periodo ottobre-dicembre 2017". Quindi abbiamo pensato di fare una modifica al
Regolamento Comunale di Polizia Urbana, introducendo un nuovo articolo, il 44 ter,
rubricato come: "Tutela del riposo, della salute e della vivibilità urbana in determinate
aree cittadine interessate ad afflusso particolarmente rilevante di persone". Questo
articolo ricalca in parte l'Ordinanza di cui ho parlato prima, ci sono state delle
modifiche che sono state frutto dei discorsi in Commissione, dei discorsi con tutte le
parti sociali, dei tanti tavoli sulla movida aperti con le singole zone. La modifica
principale è che l'orario in cui viene impedita la vendita da parte di negozi è dalle 21 e
non più dalle 20, quindi è stata aumentata di un'ora, come richiesto peraltro proprio
dalle associazioni di categoria. Sono state individuate delle deroghe, difatti è stata
consentita la vendita, il divieto di vendita, scusate, il divieto di vendita di bevande per
asporto non si applicherà più quando c'è la vendita, nei locali dove c'è la vendita di
alimenti preparati in loco da asporto, in abbinamento a questi locali, scusate, in
abbinamento a questi prodotti; sia altresì consentito il servizio a domicilio di bevande
alcoliche abbinate ad alimenti preparati per il consumo diretto fino alle 23. Sono state
ovviamente tutte illustrate, condivise con le associazioni di categoria queste modifiche,
nelle Commissioni Consiliari del 17 maggio e dell'11 giugno. Nel Regolamento di
Polizia Urbana sarà la Città, su proposta delle Circoscrizioni, a segnalare agli organi, in
base anche alle segnalazioni degli organi di Polizia, in base a queste segnalazioni sarà
poi la Giunta che stabilirà, dopo un'apposita Commissione quali sono le aree che
devono essere interessate da questa modifica, da questo divieto.

VERSACI Fabio (Presidente)
Prego, Consigliera Grippo.

GRIPPO Maria Grazia
Sì, grazie, Presidente. Allora, siccome io faccio un intervento e ho anche la mozione di
accompagnamento che lei citava, di cui sono prima firmataria, mi appello alla sua
pazienza, ma cercherò di stare nei tempi, Presidente.
Con l'introduzione dall'articolo 44 ter, nel Regolamento di Polizia Urbana la Giunta si
propone di tutelare riposo e vivibilità nelle aree interessate dalla cosiddetta "movida",
che è un obiettivo lodevole che noi condividiamo in pieno, ma che, purtroppo, viene
affrontato da questa Amministrazione con un approccio che mi permetto di definire
parziale, superficiale, per certi versi contraddittorio e per altri miope e persino
cervellotico, limitando l'azione amministrativa a decretare il perenne stato di emergenza
in alcune zone della città, perché questo succede se si trasferisce pari pari un'Ordinanza
contingibile e urgente in un Regolamento, senza nemmeno provare a immaginare
soluzioni di convivenza civile a lungo termine. Si dichiara che la città vive stabilmente
in una condizione di emergenza ed è questo che ci chiedete oggi di fare, Assessore, ci
chiedete di dichiarare che a Torino è emergenza movida, rinunciando a fare la
differenza tra mala movida, che è un dato, e rivitalizzazione del territorio attraverso
opportunità di ritrovo per i giovani e di rilancio dell'economia nel settore terziario. Ho
parlato di approccio superficiale, perché i dati che lei citava, che sono in vostro
possesso, sul beneficio acustico e sul miglioramento del decoro urbano, ancor meno,
non sono tali da giustificare il ricorso ad una misura così drastica come la
trasformazione, lo dicevo prima, di un'Ordinanza in norma regolamentare, tant'è che in
Italia esistono esempi di altre Ordinanze, ma non esistono esempi di altri Regolamenti,
segno che la strada più corretta da intraprendere per risolvere un problema del genere e
per tenere insieme esigenze diverse, è quella di politiche integrate e non la strada degli
sceriffi che invece vi piace tanto. Ho parlato di approccio contraddittorio, perché
sebbene l'intera delibera poggi idealmente sulla tutela della salute dei cittadini, nonché
sul loro diritto al riposo notturno, le modifiche al Regolamento si concentrano
solamente sulla limitazione dell'uso e del consumo di alcool da asporto. Il dettaglio, ad
eccezione del punto E, comma 1, articolo 44 ter, che interessa i distributori automatici e
lì, effettivamente, potrebbe avere senso una limitazione del servizio, il primo Comma
dell'articolo ter è tutto dedicato ed è tutto costruito sull'assunto che, limitando l'uso
dell'alcool da asporto si avrà un beneficio sulla tutela del riposo e sul decoro urbano. La
conseguenza, che non è esplicitamente detta, ma che diventa evidente, è quella che si
comincia a una lotta senza quartiere nei confronti dei numerosi mini market che negli
ultimi anni sono comparsi in città e quindi noi facciamo una bella modifica al
Regolamento per trovare nei mini market, che esistono in tutta Europa, ci sono anche
catene che vendono alcool da asporto tutta la notte, ma noi non riusciamo a conviverci,
facciamo una modifica regolamentare per farlo diventare un bel capo espiatorio, quindi
un'altra delle occasioni in cui l'elefante partorisce un topolino. Da lì ne nasce, si passa
da contraddittorio a cervellotico, perché poi c'è tutta l'esplicazione di come noi
andiamo ad abbinare il cibo con l'alcool, per cui, comma 2, 3 e 4, vediamo che
presentano svariate limitazioni alla vendita da asporto da alcolici, da asporti di alcolici,
alcune delle quali sono surreali, tant'è che lei è stato costretto a fare proprio
l'emendamento sushi del Vice…, ecco, era sashimi, vi chiedo scusa, scusate, ma mi
scuso con colui che lo ha ispirato. Ora, limitare l'orario dei servizi di food delivery, così
come stabilire una quota congrua di cibo per l'acquisto di alcolici da asporto, rasenta
veramente il giochino giapponese che ci spacca la testa, Assessore, però intendete farlo,
intendete farlo toccando il Regolamento e quindi facendolo diventare legge. Ho parlato
di approccio parziale, perché fosse anche che diventa buona e giusta la vostra
intenzione, la sua declinazione, poi non avete la possibilità di andare a fare dei puntuali
controlli su ciò che sta avvenendo nelle zone che saranno interessate dalla modifica
regolamentare e non lo dico io, che non sono nessuno, Assessore, ci mancherebbe altro,
lo dice il Comandante della Polizia Municipale Bezzon, in una Commissione congiunta,
I, II, III, IV, il 28 maggio, nella 1 Circoscrizione, quando afferma che: "Stante l'età
media elevata del Corpo, molti agenti, per motivi anagrafici, non sono più adatti ai
servizi notturni su strada", quindi noi affidiamo alla carta e allo sceriffo di carta una
serie di intendimenti, che personalmente non condivido, ma che almeno fossimo in
grado, poi, di far rispettare e invece e questo non lo dico io, lo dice Bezzon, non sarà
così. Ma la cosa più grave, e qui vengo al perché ho ritenuto di dover presentare un atto
di indirizzo collegato, riguarda la miopia di un intervento di questo genere, perché ha
completamente tagliato fuori il territorio nell'interlocuzione, ma soprattutto una parte
importante che è interessata dal provvedimento, che è quella dei movimenti giovanili.
Per cui tutto quello che è stato il lavoro fatto dalle Circoscrizioni, nessuna delle quali ha
dato parere favorevole pieno, ma tutte parere favorevole condizionato, è stato gettato via
senza essere preso in alcuna considerazione. Quindi in alcuna considerazione sono stati
presi i tentativi di politiche integrate sull'argomento, cosa che invece mi sembrava del
tutto naturale, visto e considerato che l'interlocuzione con il territorio se si è cercata per
andare ad individuare le aree dove applicare il Regolamento, la si doveva cercare anche
per mettere insieme tutti i pezzi, senza dover rinunciare a nessuno. Ho cercato di farlo
io, Assessore, ed è per questo che c'è una mozione di accompagnamento all'articolo 44
ter, raccogliendo le istanze contenute in alcune interpellanze ex articolo 45 presentate in
Circoscrizione 3 e 4, soprattutto da una serie di giovani Consiglieri che qui ringrazio.

VERSACI Fabio (Presidente)
Scusate, chiedo, per cortesia, un po' di silenzio, siamo sempre in Aula del Consiglio
Comunale, se si possono evitare risate eccessive, grazie.

GRIPPO Maria Grazia
Sennò facciamo una modifica regolamentare anche qua. Dicevo, le istanze contenute
nelle interpellanze ex articolo 45 presentate da alcune Circoscrizioni e da alcuni giovani
Consiglieri che io qui ringrazio, il testo di un ordine del giorno approvato in
Circoscrizione 1 e, come dicevo, le osservazioni che sono giunte da tutte le
Circoscrizioni cittadine, e che al momento non sono state tenute in alcun conto da
questa Amministrazione, se non nell'atto di indirizzo di cui sono la prima firmataria.
Ebbene, poiché la stragrande maggioranza dei locali, o sono chiusi o proprio non
riapriranno più in questa Città, locali che erano punti di aggregazione per i giovani, che
potevano trovare altri approdi, se non le strade di San Salvario, piuttosto che altre zone
cosiddette, tra virgolette, calde, varrebbe la pena di cominciare a lavorare su una serie di
altre misure che nel mio atto di indirizzo cito e che per mancanza di tempo non andrò a
leggere, ma che sono una svariata serie. Ne leggerò soltanto alcune per far comprendere
ai colleghi e alle colleghe di Maggioranza che non me lo sono inventate, che in altre
città, penso ad esempio agli incentivi per i residenti delle zone particolarmente soggette
ai fenomeni della movida, destinati all'installazione di doppi vetri, a Prato è stata una
proposta che è giunta dal Gruppo del Movimento 5 Stelle. Altre città hanno fatto
esperienze di questo genere, come ci sono esperienze, la Capogruppo Artesio mi
ricordava che era persino nel loro programma elettorale, dell'introduzione della figura
del Sindaco della notte, che in alcune città europee, come Amsterdam ha avuto
un'ottima ricaduta perché è un anello di congiunzione tra il comune e i vari portatori di
interesse rispetto al movimento della vita notturna, ecco, nel mio atto di indirizzo ho
cercato di sintetizzare alcune delle principali proposte che sono giunte dai territori e
soprattutto dai Consiglieri più giovani e ho chiesto di impegnare con altri colleghi che
hanno voluto firmare, che ringrazio, questa Amministrazione non soltanto a prendere e
ad assumere una di queste soluzioni per dare un segnale all'esterno, che non si tratta
soltanto di rispondere con dei divieti ad una problematica di questo genere, ma anche ad
intraprendere un confronto con tutte le realtà giovanili presenti sul territorio, che sia
contestuale, però, al cambio di regolamento, perché altrimenti è la solita politica facile,
la politica facile dei divieti, la politica facile delle Ordinanze, la politica facile del: "Ti
metto lo sceriffo", sceriffo di carta, perché quelli veri non ce li abbiamo e non ce li
abbiamo. Se dobbiamo metterci nelle condizioni di dire che questo è fatto, è una misura
che è fatta per tutte le parti interessate, tutti i portatori di interesse, lo dobbiamo
dimostrare nei fatti, per cui diventa l'occasione per dire che, a seconda di quello che è
l'atteggiamento, parlo a titolo personale, che avrà la Maggioranza nei confronti del mio
atto di indirizzo, sceglierò se astenermi o non partecipare al voto rispetto al
Regolamento, alla modifica regolamentare, oppure votare esplicitamente contro, perché
voto contro ad un approccio che non tiene in alcuna considerazione oggi quelle che sono
le istanze che ci provengono dai territori e soprattutto dalla fascia più giovane di essi,
grazie.

VERSACI Fabio (Presidente)
Consigliere Carretto, prego.

CARRETTO Damiano
Grazie. Allora, certifichiamo un passaggio importante, questa Amministrazione per la
prima volta cerca, già l'anno scorso, proseguiamo quest'anno, cerca di continuare e di
agire su un problema che qualcuno ha dimenticato, ha lasciato sviluppare e ha anche
cavalcato, anche cavalcato, perché faceva comodo, a qualcuno faceva comodo. Il
problema della mala movida, dell'impossibilità di vivere e di risiedere in alcune zone
della città a qualcuno faceva comodo, anche a livello elettorale, c'è chi ci ha fatto
campagne elettorali intere su certi fenomeni. Il problema è quando tu arrivi ad
amministrare una città e hai parti di questa città che ti implorano di fare qualcosa. Io
non so se voi avete mai incontrato prima i residenti, io non so se chi ha parlato prima di
me ha mai incontrato i residenti, persone che non dormono da anni, persone che hanno
problemi di salute, problemi che hanno…, devono andare in cura, chi dallo psichiatra,
chi dallo psicologo, chi dal cardiologo, chi cura i problemi del sonno, non so se ci avete
mai parlato, noi sì e onestamente è un dato di fatto, è una situazione che andava
affrontata e che non è mai stata affrontata e che la forza politica che non ha mai
affrontato quel problema, venga a parlarci di approccio integrato, di…, ma dovevate
farli voi, ma avreste vinto anche le elezioni, e invece niente, e invece niente, non è mai
stato fatto niente, e adesso si viene qua e ci si fa la lezioncina. Io quando l'Assessore
dice che effettivamente c'è stata un riduzione compresa tra il 20 e il 55%, si fa
riferimento a San Salvario dove, effettivamente, il comitato disposto dalle ordinanze ha
prodotto dei risultati certificato e chi si occupa di acustica sa che a una diminuzione, a
un aumento di 3 Decibel corrisponde un raddoppio, un dimezzamento della intensità
sonora, cioè, quando dite 3 Decibel, 3 Decibel vuol dire raddoppiare o dimezzare
l'intensità sonora, quindi un risultato trascurabile non lo direi, okay? Considerando,
appunto, che poi vengono i residenti a dirci: "Finalmente abbiamo una speranza",
quindi diciamo che qualche idea di fare qualcosa di buono c'è. Che questo sia l'unico
atto da intraprendere, io posso essere anche d'accordo, che non debba essere l'unico atto
da intraprendere, c'è tanto lavoro da fare sull'educazione, sulla comunicazione, sul
trasmettere alcuni valori, trasmettere il concetto che il diritto al divertimento non è il
diritto a fare quello che si vuole, questo è un valore che la città deve trasmettere. C'è del
lavoro da fare sui locali, è vero, molti locali sono chiusi, molti locali forse non
riapriranno, ma perché? Perché io sento ripetere da settimane: "I locali a Torino
chiudono. C'è un comparto culturale in difficoltà, c'è un problema di offerta culturale,
di offerta sulla notte", è vero, ma perché sono chiusi? Ma perché nessuno dice mai
perché sono chiusi, se è colpa dell'Amministrazione o se è colpa di locali abusivi, in cui
gli abusi edilizi, casualmente, compaiono adesso, locali che sono così da 10, 20 anni,
ma gli abusi compaiono adesso. I Murazzi, non riaprono i Murazzi, ma chi ha fatto il
bando del 2015 senza tenere conto del Magistrato del Po, per cui ha messo a bando un
qualcosa che non si può fare, perché non lo dice nessuno, sembra che noi vogliamo
tener chiusi i Murazzi, chi ha fatto quel bando vuole chiudere i Murazzi e vuole tenerli
chiusi, o meglio, l'incompetenza di chi ha fatto quel bando sta tenendo chiusi i Murazzi,
e questa cosa andrebbe detta. Poi lasciamo perdere tutti i problemi di sicurezza, di
capienza e via dicendo, che non è l'Amministrazione Appendino che decide la capienza
di un locale, non è l'Amministrazione Appendino che decide le norma di sicurezza, al
massimo qualcuno apre gli occhi e ci si accorge che ci sono delle regole e allora
dobbiamo riflettere non sul rispetto delle regole che fa sì che chiudano i locali, ma al
massimo su come eventualmente aiutate gli operatori a intervenire e a creare spazi, a
creare situazioni sulla vita notturna. Il bando dei punti verdi, al di là del fatto che è
uscito probabilmente tardi, ma ha certificato un qualcosa di cui dobbiamo prendere atto,
prendere atto del fatto che gli operatori culturali, gli operatori che potrebbero agire sul
territorio hanno bisogno di altre opportunità, altre agevolazioni, altri incentivi, io lo
dico, lo ammetto, abbiamo sottovalutato la crisi di quel comparto, l'abbiamo
sottovalutata perché in questo momento non c'è la possibilità di investire, non c'è la
possibilità di fare determinati tipi di interventi, di investimenti, dovuti principalmente
alle questioni legate, lo sappiamo, alla sicurezza, alla tassazione, a tutta una serie di
questioni. Io non so neanche se la città, non avendo la capacità di spesa può trovare dei
sistemi di incentivi che riescano a coprire, perché può anche essere che non avendo
capacità di investimento in prima persona la città, rispetto a degli operatoti che non
riescono a coprire le spese, si arriva a un punto morto e quindi è un rischio, ma è
un'analisi che dobbiamo fare e che onestamente come Maggioranza stiamo facendo e
anche come Giunta stiamo facendo, nessuno ha mai detto il contrario. Io sento parlare di
proibizionismo, di alcool vietato dal tramonto all'alba, questo è il titolo di giornale che
si ripete da mesi, io non riesco a capire, alcool vietato dal tramonto all'alba, non è vero;
volontà di non fare eventi, sembra quasi che vogliamo intralciare chiunque voglia fare
eventi in questa città quando è esattamente il contrario, ci sono dei problemi oggettivi
legati a costi, legati a tempi, legati a normative ed adempimenti che creano problemi,
creano difficoltà, ma non creano difficoltà a Torino, stanno creando difficoltà a tutta
l'Italia. Leggevo l'altro giorno del Festival Nuvolari a Cuneo, non so se lo conoscete, è
un festival storico, che sta avendo molti problemi per lo stesso motivo degli eventi di
Torino, non è che a Torino siamo in un mondo parallelo per cui non ci sono o ci sono
altre regole. Detto questo, io credo che, ripeto, deve essere chiara la non volontà di
avere un atteggiamento proibizionista, non c'è una volontà di avere un atteggiamento
proibizionista perché chiunque è libero di uscire, di recarsi nei locali, bere, fare serata,
andare in discoteca o fare…, si può fare, non è vietato, quello che è da tenere sotto
controllo e da regolamentare, in qualche modo, da trovare un punto di caduta, è la
convivenza, questo è il problema, la convivenza e neanche i famosi comitati anti
movida, cioè loro non sono per: "Chiudiamo tutti i locali alle 10, o alle 9, o alle 8", cioè
chiedono rispetto delle regole base di convivenza e credo sia un obiettivo e un qualcosa
a cui dovremmo tendere tutti. Il fatto che, e chiudo sull'aspetto meno legato alla movida
di questo regolamento, il fatto che ci siano Circoscrizioni che hanno indicato aree che
neanche sono aree di movida, dà un altro segnale, cioè, il fatto che questa modifica
regolamentare è necessaria per andare ad affrontare problemi che non sono legati alla
movida anche, ma sono legati a assembramento di persone in punti dove è facile
reperite alcool, anche a basso, soprattutto a basso costo, il che spesso degenera in
problematiche di ordine pubblico, quindi non movida, ma ordine pubblico, io credo che
anche questo tipo di attenzione sia un segnale. Quando ci dite: "Non fare niente per le
periferie", una modifica regolamentare del genere può, a mio parere, poi magari non
succederà e io me lo auguro, invece, che succeda, andare ad agire in punti della Città
che sono problematici, e questi punti problematici, e se non parliamo delle zone della
movida, sono proprio quelle aree di periferia dove spesso leggiamo gli episodi di
cronaca, dove spesso il buon Consigliere Magliano ci presenta nelle interpellanze,
perché, effettivamente ci sono delle problematiche legate a questi temi, che vanno
affrontate e che, secondo me anche con questa modifica si vanno ad affrontare, ovvio, e
chiudo, da un certo punto di vista ha ragione la Consigliera Grippo, per dare gambe a
questa modifica serve il presidio del territorio, non solo dei Vigili, ma di tutte le Forze
dell'Ordine, perché i nostri Vigili non sono superman, sono in numero limitato, non
possono occuparsi di cose che non competono…

IMBESI Serena (Vice Presidente)
La devo nuovamente invitare a concludere.

CARRETTO Damiano
Scusi, avevo letto un altro numero. No, comunque, chiudo dicendo che ritengo utile e
invito però la Giunta a fare tutta una serie di altre azioni, di cui si è già parlato, per
andare ad ampliare l'offerta, il dialogo con le nuove generazioni e via dicendo, grazie.

IMBESI Serena (Vice Presidente)
Grazie. Ha chiesto di intervenire la Capogruppo Artesio.

ARTESIO Eleonora
Grazie. Io di questo provvedimento e della mozione della Consigliera Grippo correlata
intendo approfondire due aspetti, uno riguarda la scelta compiuta dalla Giunta e difesa
dalla Maggioranza di procedere con atti di regolamento, la seconda, invece, e congiungo
il contenuto della mozione della collega Grippo, riguarda lo stile che si vuole adottare.
Allora, intanto, esattamente i discorsi che ho ascoltato fino a questo momento, in specie
quelli della Maggioranza, mi confermano del fatto che l'operazione che la Giunta sta
compiendo è un'operazione di grande furbizia dal punto di vista delle relazioni
politiche, ma probabilmente non così leale nei confronti della propria Maggioranza.
Intendo sottolineare, ma questi saranno problemi loro, non miei: intendo sottolineare
questo: tutto l'elenco che ha fatto il Consigliere Carretto fino a questo momento ci
spiega quanto nelle norme che siamo chiamati ad approvare, ciascuno può leggere ciò
che più si confà alle proprie convinzioni e alle proprie aspettative, perchè non è un
provvedimento per la movida, ma è anche un provvedimento per la sicurezza, non è un
provvedimento di carattere proibizionista rispetto agli stili di consumo, ma interviene
indirettamente sull'abuso, perchè va a colpire coloro che distribuiscono determinati
alimenti ad un prezzo ridotto. Cioè, la Maggioranza è stata chiamata su un atto che non
era necessario, perché si sarebbe potuto procedere, volendo regolare la concentrazione -
in determinate aree, in determinati periodi - della città attraverso ordinanze, come fatto
precedentemente; è stata chiamata ad adottare un atto di sistema, potendo riempirlo dei
propri contenuti e delle proprie aspettative, perché sarà poi la Giunta a decidere dove
applicarlo, perchè noi adottiamo un regolamento che chiama in causa la responsabilità
dall'intero Consiglio sulla definizione dei limiti, ma dove applicare limiti lo decide la
Giunta. E questo stile di passare dall'ordinanza al regolamento quando è comodo o dalla
delibera di Giunta al regolamento quando è comodo - sarà il caso della delibera
successiva - è uno di quegli stili per cui, come dire, l'esibizione muscolare di una
Giunta che decide nell'interesse della Città "santa subito", come ci siamo sentiti dire
solo fino due ore fa, si modificano quando si tratta di trovare una copertura di
Maggioranza politica, atti, che si sa, potrebbero essere discussi o, viceversa, quando
procedendo per Giunta ed adottando misure che vengono contraddette dagli interessi di
alcuni e bocciate dal TAR, allora si procede con un Regolamento del Consiglio, come
nel caso successivo dell'Assessore Giusta. Perché, informo la Maggioranza che, se è
stato non considerato dal TAR il ricorso delle Minoranze sugli oneri di urbanizzazione,
anche la Giunta si è vista bocciata una delibera dal TAR, quindi siamo pari, spero di
non sentire di nuovo le questioni del TAR che vengono rimpallate ripetutamente.
Allora, venendo al merito, perché questo è il metodo: una Giunta che decide, non
sapendo comporre, di tutelarsi, facendo riferimento a quanto di più odioso in passato era
stato citato, cioè la possibilità concessa dai Decreti Minniti e chiamando in causa
esattamente il Consiglio Comunale, e veniamo al contenuto di questo regolamento, dove
e come applicato, non si sa, perchè lo deciderà la Giunta. Il contenuto di questo
regolamento, mi dispiace dirlo, è l'esatto opposto dell'attività di mediazione che è
assolutamente implicita nella capacità di governo di una Città, perché, vedete, ci sono
questioni puntali che puntualmente possono essere definite risolte, possono riguardare
localmente il conflitto che si manifesta relativamente alla serenità di un condominio che
ai piani superiori sta rispetto a un'attività commerciale che, invece, nelle ore notturne
produce concentrazione, conseguentemente assembramento e conseguentemente
rumore, e questo è un problema specifico e puntuale di carattere locale. Ma poi esiste
una questione più complessa, che riguarda il fatto indiscutibile che alcuni luoghi della
città, persino a prescindere dalla singola capacità di attrazione del singolo evento che lì
si concentra, producono, in determinati momenti, per determinate fasce di popolazione e
che quindi, al di là della volontà che si vuole mettere in atto di limitarne l'afflusso,
perchè questo è, sì, un atteggiamento di carattere proibizionista, che rende la città un po'
meno di tutti, e quindi, al di là della volontà che si vuole mettere in atto, richiede, per
comporre un buon uso e un uso soddisfacente per tutte le parti, un'operazione di
mediazione e di dialogo; operazione di mediazione e di dialogo che la Giunta ha
condotto, attraverso i Tavoli tecnici citati in delibera, solo con alcune rappresentanze
della città e ha ovviamente trovato la convergenza di alcuni interessi. Ci può essere
convergenza di alcuni operatori economici sull'interesse di non avere una concorrenza
minuta, capillare e a basso costo, e questo è un tema di contraddizione commerciale di
distribuzione di presenze sul tessuto commerciale, non è un tema di movida o di
malamovida. Ci può essere convergenza rispetto alle organizzazioni di residenti che da
anni - non avendo trovato fino a questo momento una risoluzione soddisfacente -
continuano a rappresentare le problematiche di salute e di ordine pubblico, ma ci
sarebbe dovuta essere anche una convergenza con le altre modalità di fruizione di quei
luoghi e di quegli orari, che sono esattamente le modalità più giovanili di utilizzo di
parti della città. Quel che a me fa specie di questa opzione regolamentare è che sia stata
sottoscritta, accanto all'Assessore al Commercio - che non casualmente ne è il primo
presentatore - e dall'Assessore alla Polizia e alla Sicurezza urbana, anche dall'
Assessore alle Politiche giovanili, perché avremmo voluto in questa deliberazione, se
mediazione ci fosse stata preventivamente, ascoltare quale tipo di relazioni e di incontri
e di consigli e di ascolto abbia messo in atto l'Assessorato alle Politiche giovanili,
quello che si occupa della città universitaria, quello che si occupa della residenzialità
universitaria. Quindi, da questo punto di vista, mi dispiace sottolineare che, ancorché
possa essere curioso e folcloristico richiamare una terminologia, quella del Sindaco
della notte, che ad Amsterdam e a Londra non è affatto folcloristica, ci sarebbe dovuta
essere esattamente una composizione di questi interessi, perchè l'altra presunzione
incredibile che questa Amministrazione mette in campo è il fatto di poter anche
immaginare di determinare la mobilità ad uso di svago delle diverse fasce di
popolazione, con un'operazione quasi meccanica per la quale sarebbe in automatico
possibile trasferire la concentrazione in alcuni luoghi, semplicemente illuminandone
degli altri, cioè accendendo in altri contesti territoriali dei riflettori. Allora, l'idea della
città policentrica che vi precede, santiddio - almeno questa vi precede e non nasce con
voi - l'idea della città policentrica, che peraltro parte dalla valorizzazione dei singoli
contesti territoriali, che hanno l'orgoglio dei loro luoghi, che è ben diverso dalla rivalsa
periferia-centro, è l'orgoglio dell'identità dei propri luoghi e dei propri territori, richiede
anche lì un processo di costruzione e di programmazione sufficientemente lungo, che
parta dalla considerazione delle potenzialità di quei territori, non l'idea banale che
poiché abbiano una Giunta santa, che fa dei bandi e produce una ipotetica nuova
programmazione culturale, senza sostegni, in matematico le persone si spostino e quindi
sia del tutto ragionevole, altrettanto matematicamente, impedire che si concentrino nei
luoghi abituali. Perché l'insuccesso del bando dei Punti Verdi è il segno di tutta
l'improvvisazione con la quale avete proceduto, anche su questo aspetto della gestione
della movida, perché non si può immaginare, intanto a costo zero, di poter attivare senza
un'operazione di cura delle potenzialità di quel territorio esattamente quella modalità di
città viva in tutte le sue parti che potrebbe, appunto, redistribuire i punti di attrazione e i
punti di incontro delle diverse persone. Quindi, per metodo e per merito, questa delibera
è veramente pessima; vedremo come riuscirete a modificare un regolamento quando
forse avremo la possibilità di capire dove verrà applicato, perchè ad oggi votiamo senza
nemmeno saperlo.

IMBESI Serena (Vice Presidente)
Grazie. Faccio intervenire prima i Consiglieri in coda e poi, al termine, l'Assessore
Giusta. Prego, Capogruppo Tresso.

TRESSO Francesco
Sì, grazie, Presidente. Ma io sono stato a sentire con attenzione l'intervento del
Consigliere Carretto, devo dire che, abbia pazienza, glielo dico davvero con serenità, ma
trovo un po' stucchevole, a due anni da che vi siete insediati, continuare a dire: "I
problemi li abbiamo ereditati e quindi non fatecene adesso una colpa se non sappiamo
trovare gli strumenti per risolverli, perchè…, adesso non iniziamo l'interlocutorio, però,
voglio dire, io sto semplificando, ci mancherebbe, faccio una sintesi che sarà anche
imperfetta, però, nella sostanza, vedo ricorrere questo tipo di ragionamento: siccome
c'erano dei problemi, adesso è inutile che ci diciate e ci facciate la morale che non
stiamo agendo bene, perchè avevate solo da risolverli prima. Allora, premesso che chi vi
parla non c'era prima, quindi valuta la situazione attuale, trovo anche, perlomeno
curioso, che si dica che una campagna elettorale è stata fatta anche stigmatizzando
questo problema e volendo opportunamente renderlo un problema, ma
(incomprensibile) l'avrà fatta la campagna elettorale, o loro che si sono presentati, cioè
voi, contro chi c'era prima, utilizzando questi argomenti, perché mi sembra che le forze
di centrosinistra che prima governavano sarebbero state quantomeno autolesioniste, più
di quello che già sono state con i voti che hanno preso, a dovere ancora andare ad
esasperare gli animi di chi questi problemi li stava vivendo, dicendo: "Esiste il
problema. Certo, lo sappiamo, esiste il problema e quindi il voto non lo prendiamo".
Quindi, francamente, mi sembra un po', ecco, arzigogolato, se di questo mi concede il
termine, di tutto questo ragionamento e poi, comunque, basta, sono due anni, adesso
questo è un tipo di intervento strutturale, che state facendo voi, prendetevi le
responsabilità di quello che fate e di quelli che saranno i risultati. Lei dice che i
risalutati anche di ARPA sono stati soddisfacenti. Ci ha spiegato anche come l'intensità
sonora corrisponde alla diminuzione di vari decibel - cose che sappiamo - ma io le dico
anche che - da tecnico quale sono, come lei - è ovvio che le soluzioni, che proprio
perché dovute ad ordinanze che hanno un carattere di contingibilità e di urgenza,
valgono se questo carattere mantengono, quando poi si rendono continuativi questi tipi
di strumenti, perdono anche il significato stesso che sta nell'ordinanza e quindi è facile
presumere che anche i risultati. Io, poi, ho visto i risultati di ARPA, sicuramente
qualcosa hanno ottenuto, ma non hanno certo garantito quei livelli di decibel che sono
tali da poter assicurare il sonno e la vita quieta, insomma, che possono mantenere in
salute una popolazione residente. E quindi anche su questo, voglio dire, attenzione,
perché quella era un'ordinanza che aveva interessato un periodo estivo; questo tipo di
strumento, che peraltro sarà ben lungi dall'essere attuato entro l'estate, perché l'estate è
avviata e quindi voglio poi vedere se si riuscirà a dare questo tipo di risultati, ma nel
momento in cui diventa di carattere continuativo credo che, soprattutto alla luce di
quanto è stato affermato anche dagli interventi che mi hanno preceduto, cioè dalla
difficoltà poi di renderlo effettivamente applicativo ed efficace, se non accompagnato da
percorsi ben più articolati, e anche poi da strumenti effettivi di verifica, perché quanto -
anche io ho sentito dire dal capo dei Vigili, Bezzon - ci rende particolarmente
preoccupati rispetto al fatto che poi si possa garantire anche l'esigibilità di questo tipo
di azioni. Peraltro, giova ricordare che il disturbo della quiete pubblica è regolato
dall'articolo 659 del Codice Penale, quindi non c'è neanche bisogno, se vogliamo
venire incontro a quello che, effettivamente, è l'oggetto della delibera che, appunto, è:
Indirizzi a tutela del riposo e della vivibilità urbana nella aree cittadine". Mi sembra poi
ci sia una contrapposizione proprio intrinseca tra quello che è il titolo della mozione e
poi quello che invece è la parte di narrativa e di impegna perché, da un lato, si vuole
garantire questo diritto sacrosanto di tutelare il riposo e la vivibilità urbana, dall'altro si
interviene settorialmente su un unico tipo di intervento e di fatto si poteva chiamarlo
anche in maniera coerente, diversamente. Credo anche io che, comunque, tutto
l'impianto di questa delibera e la modifica dell'articolo 94, tutto sommato, non tengano
conto di un problema, assolutamente non vada nella direzione di garantire poi questa
vivibilità e questa tutela della quiete pubblica, perchè non credo che sia poi così
direttamente collegabile, così come si vuole far pensare. Manca una visione di creare
maggiori situazioni di offerte e qui, tra l'altro, mi piacerebbe anche sapere, al di là delle
cause che sicuramente sono state anche dovute, è vero, la complessità della situazione
dei Murazzi è legata anche ad un bando che era stato probabilmente carente e non
sufficientemente adeguato ad un certo tipo di requisiti, anche di sicurezza idraulica che
ci sono, che sono necessari e che, peraltro, sono stati resi maggiormente evidenti anche
a seguito di un evento recente, che è quello del novembre 2016. Ma, a che punto siamo
con i Murazzi? Perché, voglio dire, anche qui, colpa di quello che dicevo prima; è anche
il caso di capire questo tipo di soluzioni che tempi avranno perché, ormai, ce lo siamo
scordati per questa estate, ma se si vuol lavorare per la prossima del 2019, forse è il caso
di fare un ragionamento anche su questo. Qual è l'offerta di tipo culturale, si è già
abbondantemente parlato del bando per i Punti Verdi, che tristemente è andato vacante;
il coinvolgimento che si intende mettere in essere con tutte queste fasce di utenti e
anche la diversificazione dell'offerta che deve assolutamente essere oggetto di un
ragionamento articolato. Io ribadisco, comunque, ancora un volta, che questo tema del
rispetto delle regole merita un'azione molto più approfondita, meglio articolata e che
davvero coinvolga tutte le fasce della popolazione, cercando, in un'ottica di
concertazione - io non ho conoscenza di come abbia funzionato questa proposta del
Sindaco della notte - ma, sicuramente, sono comunque anche queste modalità che
danno, convergono su una figura, delle possibilità di azioni trasversali, che possano
avere una loro efficacia e sicuramente vanno, comunque, di nuovo condivise anche a
livello locale con le Circoscrizioni che sono quelle che sul territorio vivono più
direttamente. Non mi sembra che questo sia stato un intendimento, proprio per i temi
che sono stati prima richiamati, cioè anche nella individuazione delle aree non si è
tenuto conto delle Circoscrizioni. Credo che stiate ancora una volta approvando un atto
che volontariamente cerca di escludere, nel coinvolgimento, alcune componenti, anche
istituzionali, del territorio; è una atto monco, è una atto che non ha una visione, è un atto
che, davvero, cerca di risolvere un problema individuando un'azione unica che non è
quella che potrà essere risolutiva. Io ho firmato la mozione di accompagnamento,
perchè mi sembra che richiamasse bene una serie di aspetti che non sono stati presi in
considerazione da questo tipo di delibera e quindi esprimo una perplessità piuttosto
forte sulla valenza di quest'atto.

RUSSI Andrea
Okay, grazie, Presidente. Noi siamo ovviamente favorevoli alla deliberazione proposta
dalla nostra Giunta, anche perché, come già ribadito più volte l'anno scorso, quest'anno,
ogni volta in cui si parla di movida, insomma, e dopo anni di cattiva Amministrazione,
questo regolamento rappresenta una prima misura concreta e strutturale per tentare di
arginare le forti criticità in cui vivono i quartieri della movida. Tra l'altro, appunto, gli
stessi dati fornito dall'ARPA attraverso la relazione tecnica "Valutazione
dell'inquinamento dei rumori in ambiente esterno" del 26 gennaio 2018, che è stata
presentata anche all'interno delle mia Commissione, che ho provveduto a divulgare a
tutti i Commissari, e che hanno sul cruscotto e nelle rispettive email, confermano quanto
le ordinanze 46 e 60 dell'anno scorso siamo state efficaci. Appunto, leggo di nuovo i
dati enunciati dal Consigliere Carretto, che sono: una riduzione dei livelli sonori medi
notturni, fino a 3,5 decibel; una riduzione dell'emissione acustica legata alla movida tra
il 20 e il 55%. Sono dati importanti che hanno sicuramente e scientificamente
dimostrato che le misure intraprese lo scorso anno e riproposte in questo regolamento
sono state efficaci, anche se sicuramente non risolutive, su questo siamo d'accordo. È
vero, comunque, che è sempre più comodo evitare di affrontare problemi nel momento
in cui si presentano, però, poi, con il tempo, le situazioni si incancreniscono e così come
ci troviamo ad affrontare la situazione della movida a San Salvario, diventa tutto molto
più difficile trovare delle soluzioni: in San Salvario, Vanchiglia, piazza Vittorio e in
tutte le zone della città in cui si parla di queste tematiche, in cui ci sono questi problemi.
Siamo molto contrari anche alla mozione di accompagnamento. Ritengo che sia vero di
quella mozione un punto, che è la modifica del regolamento di Polizia urbana, non
garantirà da solo una soluzione equilibrata ai problemi citati nella narrativa, ma visto il
modo in cui non siete mai riusciti a risolvere il problema da voi stessi causato, cioè io
direi che, di certo, di base, siamo scettici sui vostri consigli, di base, perchè se fossero
stati attuabili, li avreste già realizzati voi, immagino. In ogni caso, l'approvazione di
questo regolamento non è una misura fine a se stessa, ma fa parte di un percorso fatto di
misure strutturali: la riqualificazione di aree degradate; il regolamento somministrazione
dello scorso anno, che inseriva in maniera strutturale il vincolo della nuova apertura al
di sotto dei 50 metri quadri nelle aree di San Salvario, Vanchiglia e piazza Vittorio; la
possibilità per gli esercenti di trasferire la propria attività da queste aree verso altri
quartieri senza pagare il sovraccarico per la monetizzazione dei parcheggi; l'incentivo
alle nuove aperture nella aree che il Comune intende riqualificare, appunto, attraverso
un ulteriore ribasso del prezzo di monetizzazione dei parcheggi, che è una delle tasse
più alte che si paga quando si apre un'attività; i bandi, insomma, per le discoteche del
Valentino: ci sono una serie di attività che si spera aiutino ad attenuare un po' il
problema. Relativamente alle proposte, l'incentivo comunale doppi vetri è una proposta
troppo costosa, inattuabile dato che non è in alcun modo risolutiva; il rapporto costi –
benefici la rende, appunto, sicuramente non attuabile; poi magari il Presidente Mensio
potrebbe intervenire, parlando anche della parte ambientale, energetica, ma lascio poi la
parola a lui su questo. Il Sindaco della notte, nelle città in cui esiste, ha un ruolo di
mediazione tra la domanda di vita notturna e le esigenze di chi nei quartieri della
movida ci abita e vorrebbe poterci dormire, sicuramente. Amsterdam ha affidato questo
ruolo ad un ex organizzatore di eventi, le cui prime misure sono state, leggo
testualmente: "L'aver suggerito di lasciare aperti i locali per ventiquattro ore, così che le
persone possano tornare a casa quando preferiscono, o la promozione della
riqualificazione di grandi spazi inutilizzati al di fuori del centro storico, dove
sperimentare attività notturne senza limitazioni e, allo stesso tempo, riuscendo a non
disturbare alcun residente". Sono molte parole, ma qua a Torino si parla di una figura
che, senza poteri e senza capacità di spesa, diventa pressoché inutile; sarebbe una
poltrona in più, in un ruolo che rientra già nelle prerogative degli attuali Assessorati.
Questa figura qua, a Torino, in questo modo, non è contraria di base, ma poi oltretutto
ad Amsterdam sono i locali che si autotassano per promuovere questa figura che poi è
riconosciuta dalla Città, quindi tendenzialmente è un altro discorso. La campagna di
sensibilizzazione è già prevista. La caparra dei bicchieri deve essere un'iniziativa dei
singoli locali; anche su questo lascio la parola al Presidente Mensio. Riguardo ai luoghi
alternativi, ci si sta provando; anche in quel caso, ovviamente, è il mercato, non è che si
possa obbligare qualcuno ad andarci, ci si può sicuramente indirizzare un'azione verso
altre zone, anche quello lo si sta facendo. In ogni caso le zone sature da movida
avrebbero potuto non essere così sature, se solo si fosse intervenuti prima, per esempio
applicando tempestivamente la DGR 85, quella del 2100, che è quella, appunto, che
prevede la possibilità di limitare e contingentare le nuove aperture in determinate aree
dove un maggior numero di esercizi di somministrazione andrebbe ad incidere sulla
salute, che è quella che viene applicata nelle tre aree più problematiche sulla città di
Torino, probabilmente non si sarebbe arrivati a questa situazione, se fossero state
applicate e se si fossero avute…

VERSACI Fabio (Presidente)
La invito a concludere.

RUSSI Andrea
Certo, sto per concludere. Le interlocuzioni con le realtà giovanili ci sono, spesso alcune
delle realtà giovanili sono contro i (incomprensibile) il popolo che poi frequenta le aree
della movida quando ci sono i problemi, quindi a notte fonda. Riguardo agli incentivi
per le attività alternative alla movida, qui si parla di orario preserale, serale, ma i
problemi sono, prima di tutto, i luoghi, non le attività e poi la possibilità di fare casino
fino a notte fonda; quindi sono gli orari: preserale e serale non è un problema, i
problemi sono poi in un secondo momento. Concludo, dicendo che abbiamo tutte le
motivazione per votare contro questa mozione di accompagnamento ma, in ogni caso, a
chi ci ha preceduto e ora propone questa mozione, riconosciamo sicuramente un merito,
che è quello di averci insegnato perfettamente cosa non bisogna fare per risolvere i
problemi. Abbiamo fatto tesoro della vostra esperienza, vi ringraziamo e voteremo
contrario a questa mozione, grazie.

VERSACI Fabio (Presidente)
Prego, Consigliere Mensio, ne ha facoltà per cinque minuti.

MENSIO Federico
Grazie, Presidente, cercherò di essere molto più breve. Sì, perché riprendo da quello che
ha un po' detto il Presidente Russi sulla mozione, incentivi non ne possiamo dare, mi
sembra abbastanza…, vorrei capire come hanno fatto gli altri Comuni a dare gli
incentivi all'istanza doppi vetri. Normalmente questi sono incentivi dati da organi
sovranazionali o sovracomunali, poi sono, come dire, un interessante esercizio di stile.
Il doppio vetro, normalmente, si mette per combattere il freddo, per evitare che il caldo
esca di casa, qua si cerca di tapparsi in casa, quindi vorrebbe dire aumentare anche,
probabilmente, il numero di condizionatori che girano, l'aumento dell'energia elettrica
che viene consumata, con problemi che tutti conosciamo. Credo che questo farebbe
molto più felice chi vende condizionatori elettrici. Detto questo, come diceva anche il
Consigliere Russi, sui bicchieri, renderli, non credo che quello sia il problema; il
problema, probabilmente, sono le bottiglie di vetro vendute illegittimamente, per non
dire illegalmente, al di fuori dei locali commerciali che gli avventori lasciano in giro.
Spesso si è parlato del problema dei vetri in San Salvario e questo è un problema che
non riguarda solo San Salvario, ma anche molte altre zone di Torino. Purtroppo ci sono
dei locali, o quelli che vengono detti volgarmente "paninari", che vendono anche questo
tipo di materiale e purtroppo la gente lo lascia in giro. Io vivo in una zona dove c'è un
ampio spazio verde, viene acquistato sia il cibo che il vetro; i cestini ci sono, ma
vengono comunque lasciati in giro vetri, vengono anche spesso lasciati nei giochi dei
bambini. E poi è un po' una contraddizione, aumentare i cestini e dire: "Aumentiamo il
porta a porta", quindi, se parliamo di aumentare i cestini e aumentare il porta a porta,
sono due cose in contraddizione: il porta a porta serve per fare la raccolta differenziata,
non centra niente con il cestino, che è la raccolta indifferenziata. Poi si confonde il
problema dei rifiuti con il fatto che ci sono dei bidoni stradali che vengono usati come
orinatoi. Togliamo i bidoni stradali, va benissimo, aumentiamo il porta a porta, ma
l'orinatoio diventerà il muro, questo, ahimè, è il problema. Infine, il discorso…, niente,
con questo direi che, insomma, i problemi ci sono. Sicuramente non ci sono solo nelle
zone cosiddette della movida, quindi credo che la delibera vada nel senso di tutelare il
diritto al riposo e al silenzio di tutti, e non solo della zona centrale e delle zone di
movida, quindi sulla mozione, come ribadito dal Consigliere Russi, siamo contrari al
voto, voteremo contrari, soprattutto per quello che abbiamo detto, grazie.

VERSACI Fabio (Presidente)
Assessore Giusta, prego.

GIUSTA Marco (Assessore)
Grazie, Presidente, provo a rispondere ad alcune delle tematiche che ho sentito
affrontare in quest'Aula e se da un alto mi vedono concorde, dall'altro mi stupiscono un
po'. C'è una narrazione che, diciamo, come diceva bene il Consigliere Carretto,
descrive come spazi della città che in qualche maniera vengono chiusi e molto spesso
questa narrazione dà, diciamo così, responsabilità all'Amministrazione della chiusura di
determinati spazi. Normalmente, quando si parla di questo tema viene fatto un elenco,
questo elenco viene fatto girare: "È stato chiuso il Samo, è stato chiuso il CAP, è stato
chiuso Officine Corsare, è stato chiuso il Bunker, è stato chiuso l'Imbarchino", eccetera,
eccetera, eccetera. Poi, andando a vedere, magari, invece di una narrazione dominante i
singoli fatti, scopriamo che il Samo aveva 800 persone con una capienza di 200; che il
CAP 10100 non è stato chiuso dall'Amministrazione comunale, ma è stato chiuso dalla
Circoscrizione 8; che Officine Corsare non è chiuso, ma ha riaperto con altre modalità,
grazie anche a un Accordo di Servizio tra Comune e Regione Piemonte, che ci sono
altre iniziative, altre attività; c'è stata un'interpellanza sull'Imbarchino, poche settimane
fa, che ha dato risposte anche in quella direzione. È chiaro che noi abbiamo un
problema che è derivante dalla concentrazione degli spazi. Io su questo sono sempre
stato molto chiaro, non ho un approccio securitario, né un approccio punitivo nei
confronti dei giovani, con i quali, sì, ci sono stati dei Tavoli di incontro, ci sono state
delle possibilità di ragionamento, ci sono state delle visioni. Da alcune di queste visioni
sono nati anche i Punti Verdi, perchè uno dei punti principali che i giovani di questa
città in qualche maniera raccontano, è la possibilità di poter uscire la sera e con 2 Euro
provare tranquillamente a bersi una birra in spazi, anche, tranquilli della città, non
necessariamente degli spazi di movida, non necessariamente dove ci sia un
concentramento così forte, perché il concentramento e gli atteggiamenti che in qualche
maniera vengono attivati e che non fanno parte di tutti i giovani e non fanno parte solo
dei giovani, in qualche maniera sono quelli che determinano un po' la difficoltà
complessiva di questa convivenza. E allora, da un lato, noi abbiamo la necessità di
tranquillità, una necessità di riposo - giustissima - da parte dei residenti e sulla quale si è
intervenuto l'anno scorso già con alcune ordinanze e che quest'anno viene ampliato
anche in altre situazioni, come diceva correttamente il Consigliere Carretto. Altre
questioni invece sono più legate ad una programmazione, secondo me, che dovrà
avvenire in tempi futuri rispetto all'utilizzo degli spazi, ed è per questo che questo
Assessorato ha richiesto alla Regione Piemonte un fondo proprio in un'ottica strutturale
per la riapertura e la riorganizzazione degli spazi, ed è per questo che questo
Assessorato sta scrivendo, a partire anche dalle sollecitazioni che arrivano dal territorio,
una delibera che porti un accompagnamento in maniera più semplice sulla riapertura e
sull'ottenimento delle licenze di pubblico spettacolo che, in qualche maniera, toccano
non solo gli spazi aggregativi, ma anche i centri del protagonismo giovanile, ed è per
questo motivo che abbiamo provato anche, come dicevo prima, a fare i Punti Verdi, sui
quali io ho fatto una critica, un'autocritica molto netta: siamo arrivati tardi, siamo partiti
tardi, ma abbiamo costruito un lavoro che sarà possibile fare per il prossimo anno senza
grossi problemi, perchè tutta l'attività di verifica, tutta l'attività di analisi dei territori, in
qualche maniera, è già stata portata a casa e l'abbiamo in qualche maniera consolidata.
Mi si permetta, perciò, visto che anche dopo faremo una trattazione rispetto alla
delibera, come è stato suggerito dalla Capogruppo Artesio, una piccola definizione,
però: alcune tematiche, come potevano essere, ad esempio, l'orario in cui un suonatore
di strada suona, se dalle 5 e mezza alle 7 e mezza, se ogni volta le vogliamo passare in
Consiglio, se ogni volta, in qualche maniera, abbiamo questa necessità di rivederci e
ridiscuterne, vuol dire che stiamo paralizzando la città. Io allora mi permetto di dire che,
normalmente, visto che il compito del Consiglio è quello di dare un indirizzo politico e
verificare le linee di programmazione di una Giunta, che questa Giunta può agire
all'interno di questa visione nel momento in cui riceve un incarico dal Consiglio
Comunale e questa situazione è la situazione che vedremo successivamente, anche
dall'altra delibera e io non ci vedo nulla di male che sia la Giunta a occuparsi in
determinate situazioni, e in determinate specifiche, che sono più connaturate al proprio
incarico, al proprio ruolo. Questa è un po' l'impressione che ne ho, in forma generale.
Detto questo, io credo che noi a Torino viviamo anche una situazione un po' complicata
dal punto di vista ideologico, la movida è fatta solo di alcool? La movida è fatta solo per
restare per strada a bere, la sera, fino ad un determinato orario? Oppure, la movida è
anche altro? È anche cultura, è anche iniziative, è anche possibilità di stare insieme;
diciamocelo anche in maniera un po' più netta, è anche la possibilità per i giovani di
conoscersi, di incontrarsi, di scambiare relazioni, eccetera, eccetera, e tutto quello che
ne consegue. Quindi, da questo punto di vista, io, davvero, mi permetto anche di fare
una piccola riflessione di tipo politico; da questo punto di vista, se davvero il problema
è che non si può bere, se davvero lo vogliamo inquadrare all'interno di questa difficoltà,
cosa che non è vera, perché questo regolamento ci dà la possibilità, appunto, di normare
determinati tipi di azioni, determinati tipi di comportamenti, noi non possiamo però
limitarci al tema dell'alcool e al tema del bere in giro. Noi dobbiamo poter cominciare a
ragionare sull'apertura di spazi che in qualche maniera vadano in una direzione altra,
anche in qualche maniera in controtendenza rispetto a quello che io temo sia stato un
po' lasciato negli ultimi anni - non è una critica alla Consiliatura della Giunta
precedente - ma è proprio un trend che in qualche maniera si è avviato, sul lasciare
all'alcool la possibilità di sostituire determinati rapporti sociali e determinate capacità di
relazioni che in questo momento, in un momento di estremo individualismo stanno
venendo meno e quindi questo regolamento pone un freno a determinati tipi di
comportamenti, a determinati tipi di situazioni, nel frattempo occorre costruire un'altra
risposta, e su questo ci stiamo impegnando e stiamo lavorando.

VERSACI Fabio (Presidente)
Grazie.
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