Interventi |
ARTESIO Eleonora Sì. Io ringrazio ovviamente l'Assessore per l'impegno profuso per dare questa risposta, vorrei però dire che accanto alla questione di merito e sulla normativa non può che intervenire la Regione che è sostanzialmente una questione di metodo e di ruolo ed è questa questione che io sollecitavo. Ora velocissimamente che le Case Maternità siano funzione extra ospedaliera in nessun modo sovrapponibile ai Punti Nascita, che la Regione Piemonte abbia come tutte le altre Regioni normato le prerogative del parto a domicilio in termini di protocollo e di possibilità per le famiglie di svolgerlo, che la Casa Maternità è semplicemente il luogo equivalente alla casa per quelle donne e quelle coppie che preferiscono, per la presenza di un altro bambino, difficoltà dell'alloggio non partorire in casa, ma rivolgersi a Casa Maternità è prassi abituale in altre Amministrazioni, vedi Milano, vedi Bologna, vedi la Toscana, che quando le coppie torinesi vanno in Casa Maternità nella Lombardia la Regione Piemonte rimborsa i costi di quel parto a domicilio e che quindi evidentemente lo ritiene legittimo, sono tutte questioni di merito che abbiamo discusso nella Commissione e in quest'Aula quando quest'Aula ha espresso un indirizzo verso la Regione favorevole al riconoscimento della Casa Maternità, dopo quell'indirizzo non so dire quanti Consiglieri Comunali hanno ritenuto di andare di persona a far visita a Casa Maternità a cominciare dalla nostra Sindaca. La nostra Presidente di Commissione Pari Opportunità ci ha dedicato non più tardi di un mese fa una propria Commissione, in questo momento c'è una delegazione di Consigliere e Consiglieri Regionali che sta visitando Casa Maternità, in sostanza cosa diceva la mia interpellanza? Non si può soltanto andare a fare la fotografia quando si va a vedere il lavoro prezioso delle ostetriche o dell'altro personale e poi stare, come dire, fare il pesce in barile quando bisogna diventare interlocutori di altre Amministrazioni come la Regione, non perché siamo noi a scrivere una delibera di regolamenti di criterio di requisiti, ma perché come si è andati a fare la visita e come si è approvata una mozione si sarebbe potuto far sentire verso la Regione il fatto che il Comune confortava la richiesta di questo riconoscimento perché magari oltre alla voce del Direttore regionale della Sanità che non batte ciglio a rimborsare alla Lombardia questo tipo di trattamenti fatti altrove in mobilità passiva, potesse esserci sul giornale la voce del Comune che avendo avuto contezza di quest'esperienza la riteneva favorevole, io come dire continuo a registrare una soggezione che mi pare abbastanza incomprensibile. Comunque, mi auguro che dopo la visita dei colleghi del Comune anche quella dei Consiglieri Regionali potrà produrre una soluzione verso quanto ragionevolmente molti atti dicono essere del tutto lecito e necessario fare, cioè riconoscimento. |