Interventi |
ARTESIO Eleonora Sì. Questa mozione che dopo essere stata presentata in Commissione è stata collegata alla seduta odierna, corrisponde a quel criterio di praticità che alcuni colleghi nei loro interventi sollevavano. La mozione, pur riprendendo alcuni principi di riferimento della tematica, fa riferimento alla necessità di sottolineare in ogni contesto di programmazione, quindi prevalentemente da parte della Giunta Comunale, il fatto che la condizione di non autosufficienza è da ricondursi ad uno stato di malattia e in quanto tale ad una responsabilità sanitaria pur essendo come si diceva ulteriormente aggravato da condizioni di debolezza sociale, siano esse economiche, sia di tipo abitativo, siano di rete familiare, ma soprattutto introduce la richiesta di ottenere i dati di evidenza che ci permettano di svolgere delle programmazioni ragionevoli. Non è mai esistita su questa questione un'età dell'oro, per cui in un anno x con un'Amministrazione y, le condizioni delle persone non autosufficienti fossero per tutti completamente prese in carico, ci sono state anche in passato le condizioni di lista d'attesa, la differenza che io trovo colpevole e sulla quale appunto spero che la mozione possa introdurre dei cambiamenti, è il fatto di non essere messi come istituzioni responsabili, nella condizione di poterne monitorare la progressività, se noi non conosciamo se non ai dati del 2012, che 30.000 persone erano in lista d'attesa e che il Comune di capoluogo di queste 30.000 ne rappresentava la rilevanza maggiore, presumibilmente i due terzi, come possiamo, ragionevolmente, come aziende sanitarie per le parti di competenza e come concorso per la parte dei malati incapienti, dico, servizi sociali, a programmare nel corso degli anni una progressiva presa in carico e un ragionevole, per i malati, fruttuoso accompagnamento della condizione di malattia. Si chiede di essere messi nelle condizioni di conoscere la tendenza, la sappiamo, basta leggere le indagini, ma la statistica di questa tendenza per poter programmare, è chiaro che se si conoscono i dati si è in grado anche di giudicare e forse i dati non ci vengono dati perché non si vuole essere giudicati, ma pur senza fare posizioni di parte la conoscenza della realtà è uno strumento di programmazione, ci mettiamo proprio soltanto al livello di condividere la programmazione che mi pare sarebbe un'esigenza minima a cui la Regione dovrebbe corrispondere. |