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Estratto dal verbale della seduta di Mercoledì 9 Maggio 2018 ore 14,00
Paragrafo n. 7

Continuità cure per i malati non autosufficienti e sistema dei servizi socio-sanitari dedicati.
Interventi
BUCCOLO Giovanna
Grazie, Presidente. Ringrazio anche tutti gli ospiti qui presenti oggi. Vorrei partire da
un'analisi di un quadro generale iniziale e del contesto in cui ci ritroviamo. Credo sia
importante tenere in considerazione, anche, alcuni aspetti che hanno cambiato gli
assetti, attuali, sociali, come è stato detto, anche, negli interventi: dall'invecchiamento
della popolazione che determina un cambiamento nella struttura demografica anche
della popolazione, dal passaggio, anche, di un'economia in crescita e pertanto in grado
di sostenere un welfare ad, invece, un'economia lenta, un'economia che ha imposto
anche molti tagli agli Enti Locali e a una scarsità, quindi, di risorse anche agli Enti
Locali. Crescono i bisogni cronici che richiedono un aiuto in modo continuativo, ed
emerge, anche, la necessità di risposte sempre più personalizzate. Emergono nuovi
bisogni per i quali viene richiesta, anche, un protezione sociale maggiore e aumentano,
anche, le aspettative di protezione verso i bisogni più tradizionali. Emergono anche
nuovi modi di fare famiglia, è cambiato anche l'aspetto se posso dire anche sociale,
sociologico, quindi anche ad esempio delle famiglie monogenitoriali e di conseguenza
anche la difficoltà a riuscire a dare supporto anche nel concetto della rete di aiuto
informale delle famiglie, cresce la volontà anche dei beneficiari di essere parte attiva e
non solo più passivi negli interventi. La multiproblematicità, che è emergente e che
pone spesso anche gli operatori sociosanitari di fronte alle difficoltà di offrire interventi
realmente esaustivi ed efficaci va ampliato pertanto secondo me anche il raggio di
azione col Terzo Settore sempre più importante andando a migliorare ed implementare
anche tutti quei servizi che il welfare state oggi non riesce a garantire in modo
soddisfacente nell'ottica anche di un miglioramento del lavoro di rete nell'intervento
sociale. È in questo contesto che si è acceso anche il dibattito sulla ricalibratura del
welfare italiano, cioè su riforme che non si limitano a tagliare i costi delle prestazioni
offerte, ma siano in grado di affrontare le principali criticità, l'attitudine a risarcire
eventuali danni piuttosto che a prevenirli, la scarsa attenzione a promuovere
l'autonomia delle persone, la tendenza ad erogare prestazioni monetarie anziché di
servizi, la forte ritrosia a misure l'efficacia delle prestazioni al contrario la tendenza a
giudicarne la bontà esclusivamente sulla base della quantità delle risorse dedicate sicché
le politiche più costose sono casi automaticamente ritenute quelle migliori di altri.
Crescono dunque anche il bisogno e l'interesse verso i servizi, gli interventi precoci e
leggeri in grado di prevenire quelle situazioni di disagio individuale e collettivo, di
lavorare per trasformare i beneficiari in attori della propria personale rinascita, di
mobilitare le risorse che le comunità possono mettere in campo per affrontare e
risolvere i costi delle prestazioni rispetto agli interventi tradizionali. In ultimo adesso
entrando nello specifico, nel merito anche delle risorse comunali e degli interventi, in
questo caso anche sugli assegni di cura, esiste da sempre una tendenza e questo l'ho
sempre detto anche in tutti gli interventi che sono stati fatti, una tendenza marginante
che vuole negare la condizione del malato e quindi il diritto alle cure sanitarie e alle
persone non autosufficienti, operare uno slittamento verso le prestazioni assistenziali,
discrezionali e legate soltanto alla verifica dell'ISEE, del parametro ISEE. In questo
senso credo che sia importante, come è emerso anche oggi, continuare a sollecitare
anche la Regione per parte di sua competenza all'indifferibile presa in carico sanitaria e
sociosanitaria di queste persone tramite le ASL, perché poi sappiamo che sono quelle
che erogano gli interventi, intervenendo per funzioni di sua competenza ovvero per le
integrazioni di tipo economico rispetto ai contributi richiesti dall'utente, favorire le cure
prioritariamente a domicilio, questo avevo fatto anche un ordine del giorno di cui ero
prima firmataria inerente proprio alle cure domiciliari, votato poi all'unanimità da tutto
il Consiglio, appunto sul continuare a favorire le cure prioritariamente a domicilio
perché adesso al momento ci sono, se non sbaglio, circa 5.400 assegni di cura
domiciliare a Torino, solo il 5% rimarrebbe se venisse abolita la quota sanitaria. Vorrei
ricordare che nel 2012 il fondo per le non autosufficienze non era stato finanziato, nel
2013 la Regione Piemonte aveva messo in discussione questi interventi, quindi le ASL
che poi sono quelle che autorizzano gli interventi, hanno smesso di farlo, quindi
sicuramente c'è stato, come dire, una sorta di..., un problema rispetto a queste
problematiche. Quindi a gennaio è stata approvata una delibera da parte del Comune,
però dico che non basta. È stata una delibera approvata, una proroga ulteriore sui
rapporti che si ha anche con la Regione, i 10.500.000 euro per le cure domiciliari.
Quello che posso dire a tutto il Consiglio, al mio Gruppo, ma anche ai Gruppi di
Minoranza e l'opposizione di continuare sicuramente come Comune a batterci su questo
fronte insieme, credo sia abbastanza condivisa all'unanimità, di impegnarci a verificare,
a chiedere alla Regione Piemonte anche di rispettare la propria parte di copertura di
competenza, quindi di ricordarsi anche la Legge 10/2010 che è stata adesso anche più
volte citate negli interventi perché ricordiamoci che è stata fatta dalla Regione e
attualmente non è mai stata attuata perché c'erano gli interventi di cure a livello
professionale e non professionale, però comunque era una legge approvata da loro e non
è stata mai in realtà attuata e questa è la prova del fatto che poi sono stati fatti anche
ricorsi, come è stato detto, anche al TAR e al Consiglio di Stato. Quindi sicuramente è
un impegno da parte del nostro Gruppo di Maggioranza e della CEE e continueremo a
batterci su questo fronte e sicuramente raccogliamo anche le posizioni delle Minoranze
e l'opposizione che su questo tema ci vedono concordi, tutto è condiviso, sollecitando
appunto anche la Regione Piemonte ad impegnarsi su questo fronte perché ricordo che è
anche uscita dal Piano di rientro, quindi secondo me adesso potremmo anche un attimo
rivedere alcune delibere e parametri per favorire questi interventi. Grazie.

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