Interventi |
MAGLIANO Silvio Sì, grazie, Presidente. Il mio intervento in coda è soltanto per provare a tirare un po' le fila di quello che è accaduto oggi. Io mi rendo conto che quando si parla di questo in teoria siamo tutti d'accordo, poi ci devono essere degli atti concludenti, degli atti concludenti da parte della Regione come da parte della Città e mi pare che comunque, e devo ringraziare la Consigliera Artesio, un atto già è accaduto, erano anni che si diceva che avremmo dovuto fare un Consiglio aperto ascoltando le associazioni, ascoltando le associazioni familiari che spesso venivano ascoltate o dall'Assessore di riferimento o l'Assessore di turno regionale o comunale, ma sempre dentro una trattativa rispetto alle risorse, poi io so benissimo che l'Assessora Schellino da questo punto di vista è assolutamente attenta, chiaro è che plasticamente il fatto che ci fosse anche l'Assessore al bilancio da una parte è un segnale positivo, dall'altra parte però non possiamo ricondurre questo problema solo ad una questione di costi, perché questo è uno dei temi che ci siamo sentiti dire spesso come mondo del volontariato, di cui nel restante della mia vita ne faccio parte, che era una questione di risorse. Invece a mio giudizio su questo dovremmo fare una riflessione e ripartire da oggi insieme, c'è il tema dei 200 milioni delle IPAB, c'è il tema delle liste d'attesa, liste d'attesa che sono tanto gravi sul tema di cui discutiamo oggi, ma come anche quello dei trasporti, penso ai buoni taxi, cioè noi non possiamo pensare che a suon di attendere i problemi si risolvano, ma che da oggi invece possa cambiare l'atteggiamento perché io penso, questo lo dico veramente in modo molto, molto onesto politicamente, io penso che l'attuale maggioranza di governo in questa Città abbia la sensibilità per capire come muoversi anche insieme alla Regione da questo punto di vista, perché io sono anche un po' stufo che tutte le volte che passano gli anni io continuo a vedere i nostri servizi ai quali la Regione scarica sempre qualcosa un po' addosso e scarica sempre un po' addosso. Questo ci poteva stare quando non c'era un Piano di rientro; benissimo, siamo commissariati, o è così o salta tutto, però adesso quel Piano di rientro non c'è più e già il fatto che un Assessore Regionale piuttosto che un Direttore Generale decida che in Comune a Torino non può venire perché se no dovrebbe andare in tutti i comunelli, allora dovremmo raccontare a questo Assessore il turismo sociosanitario di cui Torino si fa carico, se proprio dobbiamo dirla veramente, perché poi alla fine quando hai un bisogno dove vai? Cerchi di andare nel posto in cui tendenzialmente una risposta ti viene data ed è inaccettabile che su una cosa di questo tipo uno decida di rimanere nella sua turris eburnea e non scendere in mezzo alla vita di tutti i giorni che è quella che i nostri uffici, servizi sociali, che chiunque di noi è costretto e anzi, noi per scelta dobbiamo affrontare. Per cui io penso, Presidente, vado alla conclusione, che quello di oggi mi auguro che inauguri una stagione in cui alla fine ci sia un'alleanza dove a guidare questa alleanza non è più solo ed esclusivamente una visione politica, una visione ragionieristica, ma l'esperienza di chi ha parlato prima. Io, per una questione personale ho dovuto assentarmi, ma molti degli interventi che ho sentito e che abbiamo condiviso in questi anni però dicono che forse se iniziassimo ad impastarci un po' di più, cioè iniziassimo a dire ai nostri dirigenti: "Di che cosa avete bisogno?" e pensare che sulla pelle delle persone non autosufficienti non c'è Regione che è governata in un modo e Comune governato in un altro, forse rimettendo al centro la persona qualcosa cambia perché il vero problema e concludo veramente è qual è l'idea di persona che abbiamo, perché se la persona appena diventa paziente, di colpo diventa paziente e quindi i soldi, non ne usciamo più anche perché i dati demografici, amici miei, dicono che questo problema aumenterà e basta, perché il paese demograficamente non regge più, l'anfora sta diventando la piramide rovesciata, se una volta eravamo pochi anziani e tanti giovani che potevano sostenere il welfare lavorando, oggi siamo nella fase dell'anfora perché abbiamo ancora il periodo di baby boom tendenzialmente i prossimi 30 anni, lo sta dicendo l'ISTAT, quindi o iniziamo a ripensare il sistema e ripensare il sistema non vuol dire cerchiamo di andare solo ed esclusivamente sul mercato perché col mercato facciamo delle economie di scala più efficienti, perché alcune economie di scala le abbiamo viste nelle nuove RSA che hanno aperto, cioè voglio dire l'economia di mercato che ad un certo punto tu dici il paziente lo lavo due volte al giorno, una volta al giorno perché devo stare in una gara di appalto. Per cui io non so come, però la cosa che invece io penso che si possa fare da oggi in poi onde scongiurare per quanto poi io penso che il tema della class action ad un certo punto fin quando vuoi usare degli strumenti civili usi quelli, poi c'è il resto e tante volte mi raccontano di storie di madri che non ne possono più, per cui vanno ben oltre quella che potrebbe essere una class action, però io penso che da oggi e ho concluso veramente, Presidente, si possa pensare un momento permanente in cui tutte le forze politiche invece che mettere al centro il colore o l'appartenenza, mettano al centro la persona più che l'utente e il paziente, affermando l'unico principio, si citava Moro prima, su cui invece abbiamo costruito un grande paese di cui Moro è stato statista che stava su un solo principio, che diceva che era più forte quello che ci univa rispetto a quello che ci divideva. Io mi auguro che ci unisca molto di più questo tema rispetto ai tanti motivi per cui abbiamo voglia e necessità e dovere di dividerci. Su questo no. Grazie. |