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Estratto dal verbale della seduta di Mercoledì 9 Maggio 2018 ore 14,00
Paragrafo n. 7

Continuità cure per i malati non autosufficienti e sistema dei servizi socio-sanitari dedicati.
Interventi
MAGLIANO Silvio
Sì, grazie, Presidente. Il mio intervento in coda è soltanto per provare a tirare un po' le
fila di quello che è accaduto oggi. Io mi rendo conto che quando si parla di questo in
teoria siamo tutti d'accordo, poi ci devono essere degli atti concludenti, degli atti
concludenti da parte della Regione come da parte della Città e mi pare che comunque, e
devo ringraziare la Consigliera Artesio, un atto già è accaduto, erano anni che si diceva
che avremmo dovuto fare un Consiglio aperto ascoltando le associazioni, ascoltando le
associazioni familiari che spesso venivano ascoltate o dall'Assessore di riferimento o
l'Assessore di turno regionale o comunale, ma sempre dentro una trattativa rispetto alle
risorse, poi io so benissimo che l'Assessora Schellino da questo punto di vista è
assolutamente attenta, chiaro è che plasticamente il fatto che ci fosse anche l'Assessore
al bilancio da una parte è un segnale positivo, dall'altra parte però non possiamo
ricondurre questo problema solo ad una questione di costi, perché questo è uno dei temi
che ci siamo sentiti dire spesso come mondo del volontariato, di cui nel restante della
mia vita ne faccio parte, che era una questione di risorse. Invece a mio giudizio su
questo dovremmo fare una riflessione e ripartire da oggi insieme, c'è il tema dei 200
milioni delle IPAB, c'è il tema delle liste d'attesa, liste d'attesa che sono tanto gravi sul
tema di cui discutiamo oggi, ma come anche quello dei trasporti, penso ai buoni taxi,
cioè noi non possiamo pensare che a suon di attendere i problemi si risolvano, ma che
da oggi invece possa cambiare l'atteggiamento perché io penso, questo lo dico
veramente in modo molto, molto onesto politicamente, io penso che l'attuale
maggioranza di governo in questa Città abbia la sensibilità per capire come muoversi
anche insieme alla Regione da questo punto di vista, perché io sono anche un po' stufo
che tutte le volte che passano gli anni io continuo a vedere i nostri servizi ai quali la
Regione scarica sempre qualcosa un po' addosso e scarica sempre un po' addosso.
Questo ci poteva stare quando non c'era un Piano di rientro; benissimo, siamo
commissariati, o è così o salta tutto, però adesso quel Piano di rientro non c'è più e già
il fatto che un Assessore Regionale piuttosto che un Direttore Generale decida che in
Comune a Torino non può venire perché se no dovrebbe andare in tutti i comunelli,
allora dovremmo raccontare a questo Assessore il turismo sociosanitario di cui Torino si
fa carico, se proprio dobbiamo dirla veramente, perché poi alla fine quando hai un
bisogno dove vai? Cerchi di andare nel posto in cui tendenzialmente una risposta ti
viene data ed è inaccettabile che su una cosa di questo tipo uno decida di rimanere nella
sua turris eburnea e non scendere in mezzo alla vita di tutti i giorni che è quella che i
nostri uffici, servizi sociali, che chiunque di noi è costretto e anzi, noi per scelta
dobbiamo affrontare. Per cui io penso, Presidente, vado alla conclusione, che quello di
oggi mi auguro che inauguri una stagione in cui alla fine ci sia un'alleanza dove a
guidare questa alleanza non è più solo ed esclusivamente una visione politica, una
visione ragionieristica, ma l'esperienza di chi ha parlato prima. Io, per una questione
personale ho dovuto assentarmi, ma molti degli interventi che ho sentito e che abbiamo
condiviso in questi anni però dicono che forse se iniziassimo ad impastarci un po' di
più, cioè iniziassimo a dire ai nostri dirigenti: "Di che cosa avete bisogno?" e pensare
che sulla pelle delle persone non autosufficienti non c'è Regione che è governata in un
modo e Comune governato in un altro, forse rimettendo al centro la persona qualcosa
cambia perché il vero problema e concludo veramente è qual è l'idea di persona che
abbiamo, perché se la persona appena diventa paziente, di colpo diventa paziente e
quindi i soldi, non ne usciamo più anche perché i dati demografici, amici miei, dicono
che questo problema aumenterà e basta, perché il paese demograficamente non regge
più, l'anfora sta diventando la piramide rovesciata, se una volta eravamo pochi anziani e
tanti giovani che potevano sostenere il welfare lavorando, oggi siamo nella fase
dell'anfora perché abbiamo ancora il periodo di baby boom tendenzialmente i prossimi
30 anni, lo sta dicendo l'ISTAT, quindi o iniziamo a ripensare il sistema e ripensare il
sistema non vuol dire cerchiamo di andare solo ed esclusivamente sul mercato perché
col mercato facciamo delle economie di scala più efficienti, perché alcune economie di
scala le abbiamo viste nelle nuove RSA che hanno aperto, cioè voglio dire l'economia
di mercato che ad un certo punto tu dici il paziente lo lavo due volte al giorno, una volta
al giorno perché devo stare in una gara di appalto. Per cui io non so come, però la cosa
che invece io penso che si possa fare da oggi in poi onde scongiurare per quanto poi io
penso che il tema della class action ad un certo punto fin quando vuoi usare degli
strumenti civili usi quelli, poi c'è il resto e tante volte mi raccontano di storie di madri
che non ne possono più, per cui vanno ben oltre quella che potrebbe essere una class
action, però io penso che da oggi e ho concluso veramente, Presidente, si possa pensare
un momento permanente in cui tutte le forze politiche invece che mettere al centro il
colore o l'appartenenza, mettano al centro la persona più che l'utente e il paziente,
affermando l'unico principio, si citava Moro prima, su cui invece abbiamo costruito un
grande paese di cui Moro è stato statista che stava su un solo principio, che diceva che
era più forte quello che ci univa rispetto a quello che ci divideva. Io mi auguro che ci
unisca molto di più questo tema rispetto ai tanti motivi per cui abbiamo voglia e
necessità e dovere di dividerci. Su questo no. Grazie.

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