Interventi |
APPENDINO Chiara (Sindaca) Grazie, Presidente, ringrazio anche tutti i Consiglieri e le Consigliere intervenute. Ci tengo a precisare che sia io, sia l'Assessora Leon non siamo intervenute nel dibattito giornalistico per scelta e per rispetto nei confronti del Consiglio Comunale sul cui ci troviamo impegnati a riferire, e del Consiglio di indirizzo che la prossima settimana si riunirà di nuovo. Lo dico perché credo che da un lato sia, come dire, un segno di importante rispetto nei confronti del teatro, il dibattito che è emerso, le legittime preoccupazioni che comprendo, che molti attori della nostra città hanno espresso. E quindi questo non può che essere da stimolo rispetto, ovviamente, a chi oggi si trova a dover affrontare una situazione sicuramente difficile. Dico altrettanto che, purtroppo, quando inizia ... come dire, la vicenda giornalistica su un nome, in particolare nel mondo culturale e della lirica, si tende sempre a schierarsi tra bianco e nero e difficilmente, come su tutto, si può avere una visione, come dire, oggettiva rispetto al lavoro che viene fatto da una persona se non si è all'interno dell'ente. Ora, io ribadisco qui quello che ho detto in Consiglio di indirizzo senza entrare nel dettaglio: mi assumo pienamente la responsabilità della scelta e della proposta che ho fatto, di Graziosi, nei confronti ovviamente del Consiglio di indirizzo, e mi assumo la responsabilità perché evidentemente penso che possa essere la persona giusta, se no non lo proporrei. Nessuna istituzione, nessun rappresentante di istituzione proporrebbe una persona che riterrebbe non essere all'altezza. Mi assumo anche la responsabilità di aver accelerato il processo, e qui vorrei chiarire, perché lo ha detto l'Assessora Leon, ma lo ribadisco: cosa significa aver accelerato il processo? Quanto ha detto l'Assessora Leon è esattamente quanto è accaduto, Consigliere Ricca. Ad ottobre, in modo del tutto riservato, insieme al Sovrintendente, che ringrazio per il lavoro che ha svolto in tutti questi anni con grandissima passione per il teatro, era evidentemente dopo 19 anni maturata l'opinione condivisa che fosse opportuno ... in modo ovviamente condiviso, che si potesse utilizzare questo anno che c'era, perché si immaginava in realtà una sua uscita, come ha detto l'Assessora Leon, a giugno indicativamente, per iniziare un percorso che era comunque un momento difficile per il teatro, perché capite comunque che quando si arriva a così tanti anni di gestione, ad un equilibrio che, e vorrei fare pure una precisazione, a mio parere si è rotto nel 2014, nel teatro, poi non voglio ripercorrere la storia, ma ricordiamo tutti, soprattutto chi era in questo Consiglio, cosa accadde nel 2014, quando ci fu comunque uno scontro molto forte all'interno del teatro. Si decise allora - e non voglio giudicare quella scelta - di inserire una persona terza che avrebbe mantenuto gli equilibri, ma nel 2014 ci fu la prima grande crisi del Teatro Regio. Allora, nelle condizioni in cui eravamo, avevamo deciso insieme al Sovrintendente uscente di prenderci un po' di tempo, e quindi utilizzare questo anno, che ci sarebbe stato, per gestire una fase comunque di transizione del teatro. Quanto accaduto, oggettivamente ha cambiato lo scenario, e quindi perché la forzatura nei confronti del Consiglio di indirizzo, se così la vogliamo chiamare, io non ritengo sia tale, e la forzatura nei confronti del teatro rispetto alle dimissione dell'ex Sovrintendente, che forzatura non è stata? Perché evidentemente quando emerge un fatto straordinario, e cioè di un potenziale ... non equilibrio di bilancio - e poi tornerò anche su questo - è chiaro che diventa necessario intervenire con una nuova programmazione che significa raccogliere le tre sfide che dovrà raccogliere il nuovo Sovrintendente, e quindi questo sì che mette, a mio avviso, la necessità a chi presiede l'ente di dover accelerare in modo tale che ci sia una guida che si assuma pienamente la responsabilità del nuovo percorso che dovrà essere fatto, e cosa intendo per "nuovo percorso"? Primo: raccogliere la sfida, non semplice, dell'equilibrio finanziario dell'ente. Io, anche, devo dire, ho colto con sorpresa, è la prima volta che sento dire qui in Aula che nel 2012 ... 11, adesso non ricordo l'anno, si rischiò il dissesto, e lo dico perché ... quando quest'Amministrazione l'anno scorso ha effettuato un taglio importante, sicuramente, sul settore culturale, ma ha garantito delle risorse fisse, e quindi le ha stabilizzate ... sembrava quasi che noi stessimo facendo una follia. In realtà abbiamo applicato lo stesso ragionamento, anzi, al contrario, abbiamo detto: "Immobili non ne diamo più perché è peggio, perché poi alla fine metti una pezza, ma dopo tre anni, che è da quando ci siamo noi, adesso i nodi vengono al pettine, diamo delle risorse finanziarie, garantiamo su quelle risorse e su quelle risorse dobbiamo costruire un modello culturale". Venendo alla questione del Regio, al Teatro Regio noi abbiamo garantito per tutti i prossimi anni, quindi in ottica di programmazione triennale, la stessa cifra, che sono 4 milioni di euro. Ricordo peraltro che il Teatro Regio è l'ente che non ha subìto tagli dall'Amministrazione. Aggiungo di più: siccome questo teatro è un teatro a cui noi tutti teniamo e tutta la città tiene, l'Amministrazione quest'anno si farà carico, e lo sta facendo, anche di stanziare risorse aggiuntive per intervenire sul palcoscenico, perché c'è la necessità di fare un investimento strutturale che non è stato fatto negli anni precedenti. Quindi, io vorrei rassicurare che quello che è stato fatto da parte mia come Presidente dell'ente è solo ed esclusivamente nell'interesse del Teatro Regio, che dovrà innanzitutto raccogliere la sfida finanziaria, perché è come un elastico, lo tiri, lo tiri, lo tiri e poi rischia di rompersi, e abbiamo parecchi segnali, a parte la questione finanziaria di cui sono responsabili anche gli enti locali, quindi non è una questione politica; gli enti locali in generale, i ritardi nei pagamenti ... ne abbiamo parlato tante volte, hanno generato sostanzialmente dei costi finanziari che in parte sono più alti dei contributi che vengono erogati, e questo evidentemente è una follia. La questione dell'immobile ha inciso parecchio nel caso del Teatro Regio, ha inciso in modo molto significativo il fatto che si decise nel 2015 e nel 2016 di anticipare l'utilizzo delle risorse triennali, perché sapete che c'è un fondo triennale, e cosa accadde? Nel 2015 si anticipò la quota 2016 sul 15, nel 16 venne anticipata quella del 17, nel 2017 non c'era più la quota, e quindi si è creata una difficoltà strutturale. Nel frattempo l'ente, sostanzialmente, non è stato riorganizzato. Quindi, la prima sfida sarà sicuramente mettere in equilibrio l'ente, ma non perché qualcuno si diverta a farlo, ma perché per dare, come abbiamo fatto su Fondazione Torino Musei, c'è stata sicuramente una fase difficile, ma però per dare continuità ad un ente bisogna riuscire ad intervenire per far sì che possa essere, dal punto di vista strutturale, non in emergenza, prima sfida. La seconda sfida: allora, io non sono esperta di lirica e quindi non faccio il mestiere che non è il mio e sicuramente sarà compito del nuovo Sovrintendente, affiancato da Galoppini, ... rivedere sostanzialmente l'offerta, ma a me sembra evidente che la sfida che noi abbiamo, e si parlava degli abbonati, sicuramente il tema degli abbonati, ma è il tema del pubblico; se noi guardiamo i numeri in modo freddo e facciamo un'analisi dei numeri, negli ultimi anni la situazione della biglietteria e degli incassi non è migliorata, e quindi ci si dovrebbe interrogare su che tipo di pubblico abbiamo e come possiamo allargare la platea del pubblico, perché questo poi è un effetto anche, ovviamente, finanziario dal punto di vista dei conti. La terza sfida è sicuramente riuscire a garantire e mantenere quello che è lo standard, comunque, internazionale, le professionalità e competenze che ci sono all'interno del teatro. Io credo che un teatro come il nostro, grazie, devo dire, al lavoro che è stato fatto, perché è inutile negare il lavoro che è stato fatto, certo che è stato fatto un lavoro, però bisogna anche pensare a quali sono i punti di debolezza che esistono e mettere a posto quelli che sono i punti deboli dell'ente. In questo momento i punti deboli dell'ente non sono sicuramente le professionalità, le competenze, il teatro in quanto persone che lo compongono, ma certamente la parte finanziaria. Allora, quello che io dico è: dal punto di vista anche della programmazione artistica sicuramente dobbiamo mantenere il livello, sicuramente dobbiamo permettere alle professionalità che sono all'interno dell'ente di continuare a crescere e far conoscere il teatro all'estero, ma bisogna anche tornare in un'ottica per cui, come è stato fatto, deve esserci una gestione finanziaria più oculata, che significa, come abbiamo fatto nell'ultimo Consiglio, che non è che qualcuno non vuole fare le tournée, giusto vista la polemica giornalistica che c'è stata negli ultimi giorni. Non è che qualcuno non vuole fare le tournée, ma le tournée le facciamo se riusciamo a coprirle dal punto di vista finanziario, come ha detto l'Assessora Leon nello stesso Consiglio di indirizzo. Alcune tournée sono state autorizzate, altre no perché c'era un disavanzo strutturale della tournée stessa. Quindi io credo che in un'ottica anche corretta nei confronti del teatro e per la gestione oculata del teatro sia necessario essere, ovviamente, più attenti anche da questo punto di vista. Quindi io credo che il tema di che teatro ci sarà e che teatro vorremo sarà un tema che sarà condiviso dal nuovo Sovrintendente, Galoppini, il teatro stesso, che sono i suoi lavoratori; perché il teatro sono i suoi lavoratori, e credo che dovremmo affrontare la grande sfida dell'equilibrio tra una gestione che sia dal punto di vista finanziario corretta, dall'altro lato, ovviamente, una programmazione culturale che sia all'altezza di un teatro che negli anni è cresciuto, e aggiungo una cosa: in questo momento lo sforzo del Consiglio di indirizzo, in particolare della Sindaca, è concentrato sul riuscire a non chiudere in disavanzo il bilancio 2017, e tutto l'impegno che il Consiglio di indirizzo sta mettendo è per riuscire a non chiudere in disavanzo il 2017 e il 2018, perché questo elemento è fondante per il futuro del teatro. Sappiamo benissimo che cosa significa per una Fondazione lirica avere un disavanzo, eventuale, di bilancio. Stiamo lavorando affinché questo non accada, e voglio ringraziare peraltro tutti i membri del Consiglio di indirizzo che stanno lavorando, ovviamente, in quest'ottica, e credo quindi che quello che serva in questo momento al teatro - e io ringrazio anche per i toni della discussione di oggi, in particolare le Minoranze - quello che serve oggi al teatro è riuscire a ricostruire un clima sereno nelle difficoltà in cui siamo, evidentemente, mettere un punto e ripartire con due obiettivi chiari: equilibrio finanziario e programmazione che sia all'altezza del teatro. Purtroppo, e dico purtroppo, avremmo preferito, credo chiunque avrebbe preferito avere una situazione finanziaria più semplice, non ce l'abbiamo, ma io credo che questa sia una sfida che dobbiamo raccogliere e trasformare in un'opportunità, è possibile? Io credo di sì. Io credo che sia possibile perché ci sono delle leve che si possono attivare e che non sono state ancora attivate, e sono certa che la nuova squadra che si metterà a disposizione grazie, ribadisco, al lavoro fatto negli anni e grazie a che cos'è il teatro, sarà in grado di raccogliere questa sfida. Quindi io spero che da domani, da dopodomani, si possa davvero iniziare a parlare senza pregiudizi di che cos'è il teatro che vogliamo e di come vogliamo portare il teatro a quel risultato. Le condizioni ci sono, spero che si possano lasciare alle spalle tutte le polemiche, a me non interessa neanche tornare a dire come, chi ... come è stato fatto il buco, non è questo il punto - sempre che questo buco ovviamente ci sia - non è questo il punto; il punto da oggi è che tipo di teatro vogliamo e come lo costruiamo. La Città sta mettendo tutto il suo impegno per mettere a posto dal punto di vista finanziario l'ente, intervenire insieme alle Fondazioni bancarie per non andare in disavanzo e permettere al teatro di continuare a crescere. C'è bisogno, però, di maggior serenità, e io questo chiedo a tutte le persone che in qualche modo hanno interesse nel teatro e credono nel bene del teatro, grazie. |