Città di Torino

Consiglio Comunale

Città di Torino > Consiglio Comunale > VERBALI > Torna indietro

Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 16 Aprile 2018 ore 14,00
Paragrafo n. 23
MOZIONE 2017-00417
(MOZIONE N. 17/2018) "RIFUGIATI AMBIENTALI" PRESENTATA DAI CONSIGLIERI ARTESIO ED ALTRI IN DATA 3 FEBBRAIO 2017. [Testo coordinato]
Interventi
SICARI Francesco
Grazie Vicepresidente. Ma io ammetto di essere un pochino rammaricato dal fatto che
in questa Sala oggi siano presenti pochi esponenti delle Minoranze, nonostante pochi
giorni fa, durante la trattazione del tema in Commissione, ci sia stata molta enfasi nel
prendere la parola e nel fare attacchi, nel parlare decisamente a sproposito e anche in
base a ciò che era emerso durante la trattazione in Commissione, mi ero preso un
pochino di tempo per approfondire alcune di quelle che erano le argomentazioni esposte
da alcuni esponenti delle minoranze, oggi assenti, e mi sono permesso, così, di utilizzare
il mio tempo per studiare un po'. Studiare un po', perché? Perché, durante la trattazione
in Commissione si è parlato, per esempio, di aiutare queste persone, cioè, dei rifugiati
ambientali, persone che scappano o semplicemente si spostano da aree con forti criticità
ambientali e climatiche, si proponeva, per esempio, di aiutare queste persone a casa
loro. Allora, sono andato a vedere un pochino quello che è lo scenario internazionale e
lo scenario internazionale, anche leggendo un pochino di studi, ci dà, più o meno,
questo scenario. Lo scenario è di una situazione odierna in cui il 54% della popolazione
mondiale vive all'interno di quelle che sono aree urbane. Le previsioni parlano, però, di
un fenomeno che porterà, nel 2030, ad avere il 70% della popolazione mondiale, sempre
in queste aree urbane. Passeremo da quelle che sono considerate, oggi, città, a quelle
che saranno delle metropoli decisamente con popolazioni dai 25 ai 30 milioni di abitanti
per città, ma la cosa interessante è, sempre tornando a ciò che è stato detto, queste città
…, la popolazione, il 76% della popolazione vivrà in quelle che sono aree costiere. Le
aree costiere, nei prossimi anni, anche a fronte di quello che può essere lo scioglimento
dei ghiacci, vedrà un innalzamento dei livelli del mare di 50 agli 80 centimetri. Cosa
vuol dire? Come si traduce tutto ciò? Si traduce, per esempio, prendendo il caso della
Repubblica delle Maldive, nella scomparsa di buona parte del territorio e una cosa che,
per esempio, stanno prendendo in considerazione le autorità della Maldive, è quella di
spostare la popolazione. Loro stanno davvero affrontando un discorso di ricollocamento
della popolazione. Ricollocamento dove? Ovviamente, dove c'è del terreno. Quindi, noi
andremo incontro, nei prossimi anni, ad un flusso, come anche citato dalla Consigliera
Artesio, che non è uno sfollamento, ma è proprio migrazione. Ci sono studi che
quantificano livelli di spostamento di popolazione mondiale, in un range che va dai 250
milioni, addirittura al miliardo. Il miliardo, perché? Perché le persone tendono, appunto,
a costruire città e a svilupparsi intorno a corsi fluviali, aree costiere, che saranno,
appunto, le aree maggiormente colpite da quelli che saranno gli impatti dei cambiamenti
climatici. Ebbene, è molto difficile andare ad aiutare persone a casa loro, quando il
contesto che gli si prospetta è questo. Oltretutto, le aree costiere sono maggiormente
vulnerabili, proprio per l'essere di confine con quello che è il mare, cioè, acqua salata.
Noi vediamo, per esempio, in Papua Nuova Guinea, dove intere zone costiere perdono
la possibilità di essere fertili, perché la sterilizzazione dei terreni ammazza, di fatto, la
fertilità. Questo come si traduce? Si traduce con le carestie, si traduce con la possibilità
di non poter sfamare in loco la popolazione, le popolazioni quindi andranno via via a
spostarsi in cerca di benessere, o semplicemente sopravvivere a quello che si può
manifestare nei prossimi anni, come un vero e proprio scenario di guerra. Per esempio,
lo abbiamo visto anche in Paesi decisamente industrializzati come gli Stati Uniti, a
fronte di un evento decisamente importante come fu l'allora uragano Katrina, abbiamo
potuto osservare intere città sommerse, come New Orleans, perché? È vero che siamo in
grado di progettare qualsiasi cosa, ma non sempre ciò che progettiamo è in grado di
andare incontro a quelli che sono gli eventi atmosferici, a maggior ragione in uno
scenario in cui gli eventi atmosferici vanno potenziandosi e quindi tutto ciò che noi
costruiamo è disarmante sottodimensionato e sottovalutato rispetto a ciò che sarà. Il
nostro Gruppo Consiliare voterà favorevolmente questa proposta di mozione, perché la
politica deve anticipare quelli che sono gli scenari futuri e non semplicemente limitarsi
a prenderne atto quando, sostanzialmente, il tutto è troppo tardi. Concludo con una
piccola puntualizzazione che a me, sinceramente, ha dato molto fastidio, siamo stati
attaccati in Commissione sul fatto di essere schiavi degli Stati Uniti. Personalmente,
abbiamo avuto modo di vedere dal momento in cui è stata depositata questa mozione, a
data odierna, un deciso cambio di rotta di quelle che sono state le posizioni degli Stati
Uniti sui COP 21, sui Trattati di Parigi. Quello che mi fa davvero tristezza è vedere che
non si guarda ancora oggi alla totalità del pianeta e delle nazioni, in quanto tali, ma gli
Stati Uniti fanno solo ed esclusivamente i propri interessi, motivo per il quale, hanno
detto pubblicamente che loro sono disposti a rivedere i trattati, purché siano vantaggiosi
per loro. Questo è inaccettabile e questo vuol dire avviare, come presenteranno dopo i
miei colleghi, dei Tavoli, delle interlocuzioni, degli approfondimenti, in modo che la
politica prenda realmente in considerazione, a livello di Enti Locali, quello che sarà lo
scenario futuro in modo da riuscire a …

SICARI Francesco
… progettare in modo adeguato quello che sarà il futuro evolversi della situazione,
grazie.

Copyright © Comune di Torino - accesso Intracom Comunale (riservato ai dipendenti)