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IMBESI Serena (Vicepresidente) Il Punto 11, sempre della Capogruppo Artesio: "Rifugiati ambientali" IMBESI Serena (Vicepresidente) Intende discuterlo. Prego Capogruppo Artesio. ARTESIO Eleonora Grazie. Questa proposta di mozione riprende un testo che è stato presentato e discusso in altre Amministrazioni Comunali, e che, quindi, tende a rappresentare al Governo Centrale, attraverso le attività dei Comuni e attraverso il ruolo di promozione dell'ANCI, quella che è una valutazione dei fenomeni migratori, una preoccupante omissione delle normative e una necessità di consapevolezza che riteniamo debba diffondersi, sia a livello civile, sia a livello istituzionale. Il tema che pongo è quello dei rifugiati ambientali, che vengono, altrimenti definiti, anche profughi climatici. Nella normativa riguardante i fenomeni migratori, noi siamo abituati a considerare, e la legge è abituata a prevedere, delle forme di tutela relativamente alle emigrazioni che hanno per origine, o le condizioni economiche, o laddove le tutele vengono istituite tra gli Stati, il rischio di sopravvivenza, dovuti a fenomeni di discriminazione su base politica, su base di orientamenti, su base di religione, su base di genere. In realtà siamo di fronte ad una situazione che sempre di più vedrà la condizione di fuga dal Paese di origine, da parte di persone che devono sfuggire alle conseguenze di fattori climatici reversibili, che hanno, quindi, distrutto gran parte dei territori e delle loro condizioni economiche e familiari e che, secondo le stime che vengono fatte da coloro che si occupano di questi fenomeni, in futuro saranno più numerosi degli sfollati delle guerre. Stiamo parlando, quindi, di quelle persone che vivono in parti del mondo, nelle quali le condizioni naturali, da una parte, e quindi, la particolare fragilità ed esposizione a rischio dei territori, o, viceversa, indotte da meccanismi di consumo irrazionale, ma, evidentemente, volte ad un rapido profitto da parte di soggetti esterni, delle risorse territoriali, fanno si che le loro condizioni di vita vengano decisamente erose o decisamente stravolte. Ci sono, quindi, degli eventi ambientali che possono essere a insorgenza rapida, quali quelli che noi conosciamo: le frane, le eruzioni, le inondazioni e i terremoti, ma ci sono anche problemi ambientali a insorgenza lenta, come la siccità, come la desertificazione, come la salinizzazione. Entrambe queste due situazioni riguardano parti significative del mondo, pensiamo che in Medio Oriente 32 conflitti sono stati attivati esattamente per la possibilità e la ricerca di accedere alla risorsa dell'acqua. O pensiamo a zone come il Bangladesh, in cui il terreno agricolo e di vita viene eroso dalle alluvioni, progressivamente le popolazioni si spostano all'interno, quindi, assistiamo prima a una migrazione interna, e poi a una migrazione oltre i confini, ma anche la migrazione interna non riesce più a sopperire, proprio in termini di distribuzione delle risorse e delle persone, alla ricerca di una condizione di sopravvivenza. Tutte queste condizioni, che, quindi, vanno sotto il titolo di migrazioni che hanno natura e origine ambientale, non hanno dei meccanismi di tutela e di protezione e questa non solo è una carenza e un ritardo delle normative, ma anche delle conseguenze operative molto concrete. Le conseguenze operative molto concrete, riguardano il fatto che le Commissioni Territoriali per l'Immigrazione, quando prendono in giudizio la richiesta di protezione internazionale, non riescono a ricostruire, attraverso le fonti giuridiche e normative, il sussistere di questa necessità di protezione, proprio perché la condizione della migrazione, dovuta alle condizioni climatiche, non è stata considerata. Quindi, questo testo si propone di diffondere l'informazione, perché la diffusione dell'informazione è non soltanto una questione di riconoscimento di una realtà, di un realtà umana, di un realtà sociale, ma è anche una questione di consapevolezza, che ci riguarda direttamente, e ci riguarda direttamente, non soltanto come credono alcuni, per cercare di costruire le modalità con le quali le accoglienze, rispetto a queste obbligate migrazioni chiamano in causa i Paesi, i cosiddetti Paesi dell'Occidente, ma ci riguardano anche proprio perché, forse, se si riesce ad anteporre al profitto, anche il tema dell'equilibrio e della convivenza della vita in questo mondo, proprio i Paesi più sviluppati, che in gran parte sono anche stati autori di saccheggi ambientali, possono mettere in atto dei meccanismi di prevenzione per il futuro e di protezione di quelle genti, genti che vorrei ricordare, non possiamo aiutare a casa loro, esattamente perché casa loro è stata travolta dai fenomeni naturali, e perché spesso, a casa loro, sono atterrati quegli stessi soggetti che hanno depredato il loro territorio. IMBESI Serena (Vicepresidente) Grazie, sono stati presentati anche a questa proposta di mozione, due emendamenti a firma del Consigliere Mensio, del Consigliere Sicari e della Consigliera Sganga. Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sicari, ne ha facoltà per cinque minuti. SICARI Francesco Grazie Vicepresidente. Ma io ammetto di essere un pochino rammaricato dal fatto che in questa Sala oggi siano presenti pochi esponenti delle Minoranze, nonostante pochi giorni fa, durante la trattazione del tema in Commissione, ci sia stata molta enfasi nel prendere la parola e nel fare attacchi, nel parlare decisamente a sproposito e anche in base a ciò che era emerso durante la trattazione in Commissione, mi ero preso un pochino di tempo per approfondire alcune di quelle che erano le argomentazioni esposte da alcuni esponenti delle minoranze, oggi assenti, e mi sono permesso, così, di utilizzare il mio tempo per studiare un po'. Studiare un po', perché? Perché, durante la trattazione in Commissione si è parlato, per esempio, di aiutare queste persone, cioè, dei rifugiati ambientali, persone che scappano o semplicemente si spostano da aree con forti criticità ambientali e climatiche, si proponeva, per esempio, di aiutare queste persone a casa loro. Allora, sono andato a vedere un pochino quello che è lo scenario internazionale e lo scenario internazionale, anche leggendo un pochino di studi, ci dà, più o meno, questo scenario. Lo scenario è di una situazione odierna in cui il 54% della popolazione mondiale vive all'interno di quelle che sono aree urbane. Le previsioni parlano, però, di un fenomeno che porterà, nel 2030, ad avere il 70% della popolazione mondiale, sempre in queste aree urbane. Passeremo da quelle che sono considerate, oggi, città, a quelle che saranno delle metropoli decisamente con popolazioni dai 25 ai 30 milioni di abitanti per città, ma la cosa interessante è, sempre tornando a ciò che è stato detto, queste città …, la popolazione, il 76% della popolazione vivrà in quelle che sono aree costiere. Le aree costiere, nei prossimi anni, anche a fronte di quello che può essere lo scioglimento dei ghiacci, vedrà un innalzamento dei livelli del mare di 50 agli 80 centimetri. Cosa vuol dire? Come si traduce tutto ciò? Si traduce, per esempio, prendendo il caso della Repubblica delle Maldive, nella scomparsa di buona parte del territorio e una cosa che, per esempio, stanno prendendo in considerazione le autorità della Maldive, è quella di spostare la popolazione. Loro stanno davvero affrontando un discorso di ricollocamento della popolazione. Ricollocamento dove? Ovviamente, dove c'è del terreno. Quindi, noi andremo incontro, nei prossimi anni, ad un flusso, come anche citato dalla Consigliera Artesio, che non è uno sfollamento, ma è proprio migrazione. Ci sono studi che quantificano livelli di spostamento di popolazione mondiale, in un range che va dai 250 milioni, addirittura al miliardo. Il miliardo, perché? Perché le persone tendono, appunto, a costruire città e a svilupparsi intorno a corsi fluviali, aree costiere, che saranno, appunto, le aree maggiormente colpite da quelli che saranno gli impatti dei cambiamenti climatici. Ebbene, è molto difficile andare ad aiutare persone a casa loro, quando il contesto che gli si prospetta è questo. Oltretutto, le aree costiere sono maggiormente vulnerabili, proprio per l'essere di confine con quello che è il mare, cioè, acqua salata. Noi vediamo, per esempio, in Papua Nuova Guinea, dove intere zone costiere perdono la possibilità di essere fertili, perché la sterilizzazione dei terreni ammazza, di fatto, la fertilità. Questo come si traduce? Si traduce con le carestie, si traduce con la possibilità di non poter sfamare in loco la popolazione, le popolazioni quindi andranno via via a spostarsi in cerca di benessere, o semplicemente sopravvivere a quello che si può manifestare nei prossimi anni, come un vero e proprio scenario di guerra. Per esempio, lo abbiamo visto anche in Paesi decisamente industrializzati come gli Stati Uniti, a fronte di un evento decisamente importante come fu l'allora uragano Katrina, abbiamo potuto osservare intere città sommerse, come New Orleans, perché? È vero che siamo in grado di progettare qualsiasi cosa, ma non sempre ciò che progettiamo è in grado di andare incontro a quelli che sono gli eventi atmosferici, a maggior ragione in uno scenario in cui gli eventi atmosferici vanno potenziandosi e quindi tutto ciò che noi costruiamo è disarmante sottodimensionato e sottovalutato rispetto a ciò che sarà. Il nostro Gruppo Consiliare voterà favorevolmente questa proposta di mozione, perché la politica deve anticipare quelli che sono gli scenari futuri e non semplicemente limitarsi a prenderne atto quando, sostanzialmente, il tutto è troppo tardi. Concludo con una piccola puntualizzazione che a me, sinceramente, ha dato molto fastidio, siamo stati attaccati in Commissione sul fatto di essere schiavi degli Stati Uniti. Personalmente, abbiamo avuto modo di vedere dal momento in cui è stata depositata questa mozione, a data odierna, un deciso cambio di rotta di quelle che sono state le posizioni degli Stati Uniti sui COP 21, sui Trattati di Parigi. Quello che mi fa davvero tristezza è vedere che non si guarda ancora oggi alla totalità del pianeta e delle nazioni, in quanto tali, ma gli Stati Uniti fanno solo ed esclusivamente i propri interessi, motivo per il quale, hanno detto pubblicamente che loro sono disposti a rivedere i trattati, purché siano vantaggiosi per loro. Questo è inaccettabile e questo vuol dire avviare, come presenteranno dopo i miei colleghi, dei Tavoli, delle interlocuzioni, degli approfondimenti, in modo che la politica prenda realmente in considerazione, a livello di Enti Locali, quello che sarà lo scenario futuro in modo da riuscire a … IMBESI Serena (Vicepresidente) La invito a concludere. SICARI Francesco … progettare in modo adeguato quello che sarà il futuro evolversi della situazione, grazie. IMBESI Serena (Vicepresidente) Grazie a lei, ha chiesto di intervenire il Consigliere Russi, ne ha facoltà per tre minuti. RUSSI Andrea Sì, grazie Presidente. Prima di tutto, mi unisco al rammarico espresso dal collega Sicari per l'assenza di gran parte delle Minoranze, in quest'Aula, nella trattazione di un argomento così importante, ho detto in gran parte. In secondo luogo, io, come sempre, analizzo i dati e i dati che ci forniscono, insomma, grandi enti, come il Global Footprint Network con il WWF, sono allarmanti. Insomma, l'anno scorso, il 2 agosto, il pianeta è stato…, siamo arrivati al giorno in cui, all'Earth Overshoot Day, che è il giorno in cui si sono consumate tutte le risorse a disposizione del pianeta per l'anno in corso. L'anno prima questa data era stata l'8 agosto, e due anni fa il 13 agosto. Si arriva sempre prima a consumare tutte le risorse del pianeta, ben prima che l'anno finisca. Ognuno può contribuire con piccole azioni, dice, appunto, il Global Footprint Network. Se, ad esempio, l'umanità dimezzasse le emissioni di anidride carbonica, l'Earth Overshoot Day si sposterebbe in avanti quasi tre mesi. Questi sono dati importanti, la nostra nazione consuma 2,7 volte le risorse di cui necessiterebbe, se si vivesse ai ritmi in cui vive la nostra nazione, si consumerebbero 2,7 volte le risorse del nostro pianeta e tutto ciò ha un impatto, è un impatto che noi, come, anche a livello della nostra Amministrazione, cerchiamo di attenuare, per quanto possibile, con delle politiche ambientaliste, che sicuramente sono impopolari, non sto a elencare tutti gli altri dati che ho a disposizione, anche perché il tempo che ho a disposizione non è molto. È fin troppo facile attaccare le opposizioni che ha attaccato il collega Sicari, relativo a una certa parte politica. Io, in Commissione mi ero molto, come dire, piccato per aver visto su questa mozione le firme di forze politiche che ci hanno sempre attaccato nei confronti delle opposizioni ambientaliste che abbiamo, nell'ambito di ZTL, o blocco degli Euro 5 e quant'altro, per poi arrivare, appunto, a firmare un documento, ci ho visto un'ipocrisia di fondo. Sinceramente, cambio proprio completamente linea, prendo in maniera molto positiva l'apposizione della firma dei colleghi, soprattutto del Partito Democratico e spero che in futuro ci sostengano anche nelle nostre battaglie, per far sì che, appunto, l'innalzamento delle quantità di gas serra non vadano a impattare sul resto del pianeta e a causare poi emigrazioni di massa, come quelle previste in futuro, grazie. IMBESI Serena (Vicepresidente) Grazie a lei, ha chiesto di intervenire il Consigliere Mensio, che ne ha facoltà per tre minuti. MENSIO Federico Grazie Presidente. Sì, io intervengo, a parte per collegarmi a quanto già detto anche dai colleghi, tra l'altro, sarebbe bello che chi firma una mozione fosse in Aula a discutere, non solo firmarla. Abbiamo presentato, insieme ai colleghi Sicari e Sganga due emendamenti, già discussi in parte in Commissione, anche con la presentatrice, prima firmataria, perché il tema è non solo il tema dei migranti, ma soprattutto chi sono queste persone, cioè, ad oggi non esiste un riconoscimento ufficiale da parte della Comunità Internazionale di rifugiati ambientali per i quali, spesso, veniva ricordato in Commissione, sono rifugiati per motivi economici, o come ricordava la Consigliera Artesio, per motivi di guerre, guerre fatte proprio per appropriarsi di quelle terre ancora fertili o di quelle terre che sono ancora salvaguardate dai cambiamenti climatici, da una parte, dall'altro il tema è anche quello della relazione causa-effetto, le cause dei cambiamenti climatici, spesso, si possono ritrovare all'interno delle nazioni, diciamo, più progredite o più consumistiche, se vogliamo chiamarle così, ma gli effetti sono decisamente su più larga scala e vanno a colpire proprio quei Paesi che hanno delle difficoltà a pianificare un adattamento o una, come dire, un sistema non solo di adattamento, ma anche di riduzione degli effetti di questi cambiamenti climatici, che spesso sono fenomeni intensi e molto brevi: tifoni, uragani, oltre a quello che ricordava già il collega Sicari, dell'innalzamento dei livelli del mare. In questo senso vorrei ricordare, come abbiamo detto anche in Commissione, che ci sono grosse organizzazioni che oggi stanno dicendo, già dal 2013 dicono che il problema dei migranti ambientali sia un problema mondiale, di proporzioni vastissime. Nel 2013 la Banca Mondiale aveva puntato l'occhio, puntato, diciamo, i riflettori, non soltanto l'occhio, sul Bangladesh, dicendo che, entro il 2050 30 milioni di persone del Bangladesh saranno costrette a spostarsi, prima internamente al loro stesso Paese e poi probabilmente, anche al di fuori, ricordando che il Bangladesh ha un confine con l'India che, sostanzialmente, è blindato da un muro e quindi lo spostamento verso l'interno delle popolazioni più costiere, più verso i fiumi che tenderanno a scomparire, per l'innalzamento dei fiumi, creerà un problema anche di spostamento delle persone da quel Paese verso altri Paesi. In secondo luogo, recentemente, la Banca Mondiale ha fatto un report, sempre sul 2050, dove per tre grandi aree, quelle subsahariane, sud est asiatico e l'America Latina, anche lì si individuano problemi di migrazioni, prima interne, poi, successivamente, verso l'esterno, perché, ovviamente, il Paese, gli stessi Paesi non potranno supportare l'emigrazione di 140 milioni di persone. Detto questo, fa un po' specie anche vedere certe cose che appaiono nel nostro Paese e non solo. Apprendo che, ad esempio, due giorni fa, no, scusate, il 12 di aprile, la Lega ha fatto, ahimè, a Verona, un Tavolo, una Conferenza dal Tema: "Climatismo, la nascita di una nuova ideologia", cioè, il tema era, Lega basta balle sul clima, questo citano gli organi di stampa. Ora, negare che ci sono dei problemi a livello mondiale, di questo tipo, è negare un'evidenza, io capisco che lo possa fare uno come Trump, però anche che lo possano fare i nostri politici, questo incomincia a diventare problematico Quindi, noi, come già detto, voteremo convintamente sì a questa mozione, i due emendamenti sono per costituire due gruppi di lavoro, uno che ci auguriamo abbia sede a Torino, che possa fare, come dire, da riferimento, per individuare quali sono i requisiti per i migranti, per essere individuati come migranti ambientali … IMBESI Serena (Vicepresidente) La invito a concludere. MENSIO Federico … e l'altro per far sì che ci sia un Tavolo, anche qui, un gruppo di lavoro, che studi proprio questi causa-effetto da dare, come dire, supporto, al precedente Tavolo, per individuare quali aree verranno colpite nei prossimo anni, grazie. IMBESI Serena (Vicepresidente) Grazie a lei, ha chiesto di intervenire la Consigliera Sganga, che ne ha facoltà per tre minuti. SGANGA Valentina Sì, grazie Presidente. Io in realtà io intendevo solo presentare il secondo emendamento, appunto, il numero di chi abbandona il proprio Paese a causa di eventi naturali, è il doppio rispetto a chi fugge dalla guerra o dalle violenze. Sono ad oggi, ma il numero è in aumento, sfortunatamente, in futuro, circa 22 milioni di persone ed è un'umanità in fuga, che sfugge alla cronaca, che sfugge all'analisi e che sfugge al nostro corpus normativo, che sfugge spesso agli interessi dei Governi, escludendo quanto, appunto non incontra il negazionismo, come diceva giustamente il mio collega Mensio. Quest'ultimo emendamento racchiude una proposta che è emersa durante l'ultima Commissione, ed era, appunto quello di organizzare un ciclo di incontri per approfondire, proprio nelle Commissioni Consiliari competenti, i vari legami tra i cambiamenti climatici e le migrazioni forzate. È un emendamento che ha due obiettivi, da un lato, dare maggiore sostegno all'impegno assunto dal Consiglio e dalla Giunta, con questo atto, tra l'altro, io anche mi rammarico dell'assenza di una parte delle Minoranze e allo stesso tempo mi rammarico, e ci tengo a dirlo, anche dell'assenza di gran parte della nostra Giunta, ma noi, insomma, voteremo questo atto, anche per ricordargli qual è l'indirizzo politico di questa Maggioranza e dall'altro, appunto, un emendamento che ha l'obiettivo di agire sul piano della sensibilizzazione della cittadinanza. Noi siamo convinti che qualunque roadmap, per uno sviluppo locale sostenibile debba porre massima attenzione alla capacità di comprensione dei problemi e questo è un problema che, sicuramente, merita tutta la nostra attenzione, grazie. IMBESI Serena (Vicepresidente) Grazie a lei, la Capogruppo Artesio, quindi, mi conferma a verbale che recepisce gli emendamenti? ARTESIO Eleonora Può essere inteso come testo coordinato. IMBESI Serena (Vicepresidente) Grazie. Quindi pongo in votazione la mozione, la proposta di mozione 00417, col testo coordinato. Prego, Consiglieri, votate. Tutti i Consiglieri hanno votato? Chiudo la votazione. Favorevoli 24, la proposta di mozione è accolta. |